lunedì 25 gennaio 2010

MAESTRA PRECARIA SI DA' AI FILM PORNO


Trevigiana debutta a San Valentino
GALLERIA

Stanca di continui contratti precari, un maestra quarantenne ha cambiato vita: è diventata una porno attrice. La signora, in arte nota come Michelle Liò ma le cui generalità effettive restano nascoste, ha già girato il suo primo film hard che sarà presentato in uno storico sexy shop di Treviso il 14 febbraio, giorno di San Valentino. Il marito e la figlia non si sono opposti alla nuova carriera. Anzi, l'uomo ha deciso di farle da manager.


A descrivere il repentino cambiamento di vita della maestra è il "Corriere del Veneto" che, dopo aver dipinto la città di Treviso come quella con "la fama di contenitore di relazioni peccaminose sotto gli abiti di una borghesia bigotta", ipotizza che il film potrebbe andare a ruba.

Il marito, che ora le fa da manager, la sostiene: "Michelle studiava recitazione da prima, è un'attrice. Quando l'hanno vista, non le hanno neppure fatto fare il provino. E' stata subito scelta" dichiara a Tgcom.

La storia di Michelle è davvero singolare: una vita tranquilla con una famiglia normalissima e anni di lavoro trascorsi sempre col fiato sospeso in attesa di un nuovo contratto. "Una vita da precaria, però - spiegano al sexy shop "De Sade" che la lancerà -. Sbattuta tra istituti scolastici di mezza provincia, da Treviso a Conegliano. Pare che, tra le altre scuole dove ha insegnato, ci siano stati addirittura istituti a conduzione religiosa. Per anni e anni. Senza mai un contratto a tempo indeterminato che le desse serenità".

Così l'estate scorsa ha scelto l'hard. Questa mutazione le ha già dato una piccola celebrità e non solo nella sua provincia. Già parecchie persone le chiedono amicizia in Facebook e non è escluso che, vista l'attesa che si sta creando, la "prima" del suo film venga anticipata.
TGCOM 26 GENNAIO 2010

lunedì 18 gennaio 2010

Tarantini,"Lady Asl" stava per diventare assessore alla sanità

Secondo Gianpi, "lady Asl" stava
per diventare assessore alla Sanità

BARI - Da giovedì è agli arresti domiciliari nella sua casa di Bari, eppure, a detta di Tarantini, lo scorso anno era in prima linea per diventare assessore regionale alla sanità. Dalla guida della Asl di Bari, Lea Cosentino, sempre secondo Tarantini, stava per fare il grande salto: il governatore Nichi Vendola le avrebbe prospettato la possibilità di entrare in giunta per sostituire Alberto Tedesco. La circostanza è stata raccontata da Gianpaolo Tarantini in uno degli interrogatori che l’ex re delle protesi ha reso nello scorso novembre.

Alla fine di settembre 2007 Alberto Tedesco finisce sotto il fuoco delle critiche dell’Italia dei Valori: il segretario regionale Pierfelice Zazzera lo accusa di avere interessi patrimoniali nella sanità tramite le società intestate ai figli. È più o meno in quel periodo che Vendola, dicono le cronache, comincia a pensare all’avvicendamento dell’assessore. Tra i possibili candidati, nelle settimane successive, circoleranno anche i nomi di Mario Loizzo e di Lea Cosentino.

«Già si sapeva - fa mettere a verbale Tarantini, ricostruendo l’episodio - dell’esistenza di un’indagine a carico di Tedesco, e Vendola le aveva proposto la nomina ad assessore. Lei mi chiedeva una sponsorizzazione su De Santis e Frisullo che erano miei amici». Gli avvenimenti, però, prenderanno un’altra piega. «Quell’avvicendamento non è mai avvenuto - racconta alla Gazzetta una fonte molto vicina alle vicende di quei giorni - per la forte contrarietà di un’ala del Pd, con in testa l’ex segretario Michele Emiliano: dicevano che sostituire Tedesco equivaleva ad ammettere che quelle accuse erano vere».

Il 6 febbraio 2008, poi, l’Ansa batte la notizia dell’avviso di garanzia a Tedesco. Quel pomeriggio l’assessore rassegna le dimissioni nelle mani di Vendola, che immediatamente nomina Tommaso Fiore.

L’argomento della nomina ad assessore della Cosentino torna in un altro passaggio dell’interrogatorio di Gianpi, quello in cui si parla della proposta di un incontro tra la manager e Berlusconi. Tarantini dice che la Cosentino «non ha mai accettato i miei inviti», ma cambiò idea «solo verso febbraio-marzo 2009» cioè «quando era sfumata la possibilità di diventare assessore ed era stata resa nota l’indagine su Tedesco che riguardava anche lei».

Le dichiarazioni di Gianpaolo Tarantini sono alla base dell’ordinanza che venerdì ha portato ai domiciliari due dipendenti della Asl, Antonio Colella e Michele Vaira. I pm avevano chiesto l’arresto in carcere anche per Lea Cosentino (ai domiciliari per un’altra inchiesta) e per il direttore amministrativo della Asl, Francesco Lippolis, ma non per Tarantini, accusato di associazione per delinquere e reo confesso di numerosi episodi di corruzione. Anche questa scelta investigativa - premiare Tarantini per aver parlato, evitandogli la richiesta di arresto - potrebbe, secondo alcuni dietrologi, aver «sorpreso» il gip Vito Fanizzi, che per due volte ha respinto l’arresto di Cosentino e Lippolis ritenendo non sufficientemente provate le accuse di Tarantini.

Tra i pm del pool sanità e l’ufficio del gip i rapporti sono freddi. Fanizzi, in particolare, ha smontato l’ipotesi secondo cui la Cosentino si sarebbe fatta corrompere attraverso «costosi regali»: il Rolex, il cappotto, i viaggi sarebbero - dice l’esper to magistrato - soltanto regali tra due amanti. «Al di là di un rapporto sentimentale che ho avuto con lei - fa mettere a verbale Gianpi - io ero veramente amico della Cosentino, ho tentato di corromperla, ma senza risultati (...). Era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti».

Oggi, intanto, cominciano gli interrogatori di garanzia. L’investigatore Antonio Coscia sarà ascoltato in tribunale a Lucera. Domani, a Bari, sarà la volta di Lea Cosentino. L’inchiesta è quella sul concorso da primario di allergologia ad Altamura e sulla presunta «bonifica» degli uffici dell’Asl per verificare se ci fossero state microspie.
di GIOVANNI LONGO e MASSIMILIANO SCAGLIARINI



GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 18 GENNAIO 2010

sabato 16 gennaio 2010

Costa Smeralda, Briatore abbandona: “I sardi mi trattano male”

di Emiliana Costa *

Sono state tante le contestazioni contro il pub di lusso



Quando i contestatori diventano più numerosi dei fan è meglio tagliare la corda. A pensarlo è stato Flavio Briatore che ha annunciato a sorpresa di voler smantellare il Rubacuori, pub di super lusso sulla spiaggia di Capriccioli in Costa Smeralda.

L’ex dirigente della Renault ha confidato al sindaco di Arzachena Piero Filigheddu la sua volontà di fare le valigie: «Sono stanco e dispiaciuto per i continui attacchi che ho subito in Sardegna». Da quando ha acquistato il locale, infatti, sono state diverse le proteste di villeggianti e abitanti del luogo.

A pochi giorni dall’inaugurazione nell’estate 2008 alcuni ospiti del Rubacuori, arrivati fino alla riva con i tender a motore acceso, sono stati accolti con schizzi d’acqua e insulti da un gruppo di bagnanti. Una rivolta pacifica contro gli invitati maleducati, che si è conclusa con la ritirata dei gommoni. Qualche giorno dopo il manager aveva cercato di porre rimedio al piccolo incidente offrendo champagne a tutti i vacanzieri.

La scorsa estate a scatenare la rivolta anti-Briatore sono stati dieci gazebo arabeggianti comparsi al posto di ginepri, lentischio e mirto, alle spalle della spiaggia. L’operazione di sfoltimento del sottobosco, consentita dalle autorità, non è però piaciuta a tutti. Soprattutto agli amanti del pic-nic a Capriccioli, che hanno tentato di ritagliarsi un posto all’ombra nel privè delle celebrità.

Qualche giorno dopo Fabrizio Pirina, il carpentiere che aveva guidato la protesta pacifica, si è visto recapitare due denunce e la richiesta di un risarcimento da 380mila euro per danni all’immagine del marchio Billionaire. A sostegno dell’operaio che ha osato sfidare il re della vita notturna si è schierata l’opposizione di Arzachena che aveva presentato due esposti contro il taglio della pineta.

blitz quotidiano 16 gennaio 2010

* Scuola di Giornalismo Luiss

Tangenti ASL BARI: da Tarantini regali a Lea Cosentino

GLI INTERROGATORI PORTANO AGLI ARRESTI DEL CAPO AREA GESTIONE DELL'AZIENDA SANITARIA

I pm: da Tarantini regali alla Cosentino
L'imprenditore svela il meccanismo di tangenti alla Asl di Bari: in ballo due milioni di euro

BARI— Affari da due milioni di euro con la Asl di Bari soltanto nel 2008. Gianpaolo Tarantini collabora con i pubblici ministeri e svela i retroscena degli appalti ottenuti nel settore sanitario in Puglia. Agli arresti domiciliari finiscono così Antonio Colella, capo area gestione della Azienda sanitaria, e il funzionario Antonio Vaira che si sarebbe occupato di predisporre le delibere illegali. Il giudice respinge una nuova richiesta di cattura per Lea Cosentino, la direttrice generale che era stata rimossa dal governatore Nichi Vendola l’estate scorsa quando emerse il suo coinvolgimento nelle inchieste, che rimane comunque indagata per corruzione. Iscritto nel registro anche il direttore amministrativo Francesco Lippolis, che la stessa Cosentino aveva nominato, accusato di aver ricevuto mazzette per 30.000 euro, anche se il giudice evidenzia come la circostanza non sia pienamente provata.
Il provvedimento è il primo atto ufficiale di un’indagine che potrebbe portare nei prossimi giorni altri clamorosi sviluppi. Anche perché l’imprenditore barese diventato famoso per aver portato donne a pagamento alle feste del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe parlato anche dei politici che lo avrebbero aiutato nella sua scalata verso il successo.

Sono due gli interrogatori citati nell’ordinanza: il primo è avvenuto il 17 novembre scorso, l’altro il 23 mentre Tarantini era agli arresti domiciliari per cessione di cocaina. Scrive il giudice motivando la decisione di accogliere la richiesta di arresto dei due manager: «Sicuramente appropriato alla condotte di entrambi è il giudizio dell’accusa in merito alla "naturalezza" e alla disinvoltura con le quali la funzione pubblica è stata utilizzata per i propri affari e per quelli di Tarantini. I due indagati hanno evidenziato la totale mancanza di scrupoli e mostrato di tenere a vile le importanti funzioni pubbliche rivestite. Le loro condotte hanno comportato lo spreco di notevoli risorse pubbliche».

Il fatto che il pubblico ministero non abbia formulato alcuna richiesta nei confronti di Tarantini, pur contestandogli l’associazione a delinquere, sembra dimostrare la volontà di agevolare la sua collaborazione. Anche perchè lo stesso «Gianpi» appare ben disposto a rivelare quali fossero le procedure illecite che gli hanno consentito di assicurarsi le commesse per le forniture a numerose strutture ospedaliere. Secondo l’accusa, Cosentino avrebbe favorito Tarantini e in cambio avrebbe ottenuto «il pagamento di costosi soggiorni in località vacanziere (Roma, Nizza, Montecarlo ecc.), regalie di costosi capi di abbigliamento (per esempio un cappotto «Kiton»), orologi (Rolex «Daytona»), disponibilità di autisti e di autovetture per i suoi viaggi ed altro». L’imprenditore ha raccontato che a Colella avrebbe dato «almeno 100.000 euro», mentre «Vaira prendeva 1.000 euro a delibera».

Le conversazioni intercettate rivelano che nell’ottobre 2008 Tarantini sarebbe stato inserito nella delegazione di imprenditori guidata da Berlusconi in missione a Pechino, ma avrebbe poi rinunciato. «Non sono più partito per coincidenze», confida all’amico Colella.

Angela Balenzano
corriere della sera 16 gennaio 2010

Scandalo sanità Bari: verbali interrogatori Tarantini

L'IMPRENDITORE: LE PROPOSI DI INCONTRARE BERLUSCONI

«Le tangenti Asl? Le pagavo in ascensore»

Tarantini: la Cosentino voleva che la raccomandassi a Fitto e agli assessori del Pd. «Tra noi ci fu una storia»

BARI— Il sistema è quello già sperimentato con successo in passato: regali, soldi e donne in cambio degli appalti. E negli ultimi verbali di novembre — quelli che dimostrano la sua collaborazione — Gianpaolo Tarantini entra nei dettagli, elencando anche i nomi dei politici contattati per riuscire a soddisfare le pretese dei suoi interlocutori. In particolare quelle di Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari arrestata due giorni fa per un altro filone di indagine, che avrebbe nominato nei posti chiave i funzionari che lo stesso Tarantini le indicava.

«Voleva sponsorizzazione su De Santis e Frisullo»
È il 23 novembre scorso quando l’imprenditore barese parla di fronte ai pubblici ministeri. «Riguardo ai favori fatti alla Cosentino voglio premettere che al di là di un rapporto sentimentale che ho avuto con lei, lei vedeva in me un’ancora di salvezza per la sua realizzazione professionale in virtù delle conoscenze che avevo a livello barese prima e nazionale poi. Io ero veramente amico della Cosentino, ho tentato di corromperla ma senza risultati... Non mi ha consentito neanche di pagarle la vacanza in Sardegna. Era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti. Non ricordo se pagai i biglietti a lei e all’amica Paola D’Aprile per il viaggio in Sardegna, le pagai una notte al De Russie e un biglietto Roma-Nizza per andare a Montecarlo». L’accusa contesta a Tarantini una telefonata durante la quale lui le chiede se ci sono novità. E l’imprenditore così risponde: «Mi riferivo alla sua nomina ad assessore. Lei mi chiedeva una sponsorizzazione su De Santis e Frisullo che sono miei amici». Il riferimento è al faccendiere legato al Partito Democratico Roberto De Santis e all’allora ex vicegovernatore del Pd Sandro Frisullo. Il pubblico ministero gli fa notare che anche la Cosentino li conosceva e Tarantini risponde: «È vero che questi erano suoi amici, ma all’epoca il mio rapporto con loro aveva superato quello che aveva lei».

La promessa a Lady Asl: «Ti porto da Berlusconi»
In quel periodo l’imprenditore barese ha rapporti frequenti con il premier Silvio Berlusconi, partecipa alle sue feste a palazzo Grazioli e Villa Certosa sempre portando al seguito donne che paga dai 500 ai mille euro. «La Cosentino non mi ha mai chiesto di conoscere il presidente Berlusconi, glielo proposi io, ma lei non ha mai accettato i miei inviti. Solo verso febbraio, marzo 2009 manifestò invece interesse. Ciò accadeva quando era sfumata la possibilità di diventare assessore ed era stata resa nota l’indagine su Tedesco (l’assessore alla Sanità Alberto Tedesco che il governatore Nichi Vendola aveva costretto alle dimissioni, ndr.) che riguardava anche lei. La Cosentino mi chiese di conoscere il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno. Le creai un incontro con De Tomaso, lei chiedeva che i giornali fossero più clementi nei suoi confronti. Anche con Fitto parlai della Cosentino in occasione del primo incontro che ebbi con lui. Gli proposi di organizzare un pranzo cosa che lui escluse che potesse accadere, credo per motivi politici». Il pubblico ministero gli contesta una conversazione del 24 ottobre 2008 durante la quale Tarantini spiega alla manager che Fitto aveva detto che lei parlava male di lui. E l’indagato risponde: «Non volevo dirle che lui era stato categorico. Ribadii in un’altra occasione che ci poteva essere una possibilità, ma non era vero. La Cosentino voleva garanzie per il suo futuro nel periodo post Vendola». Riguardo ai rapporti con i politici, scrive il giudice nella sua ordinanza: «Tarantini afferma di aver ricevuto una richiesta di "sponsorizzazione su De Santis e Frisullo", ma non vi è alcuna certezza in merito alla promessa del Tarantini nè, tanto meno, in merito all’attuazione della richiesta. In ogni caso manca qualsiasi riscontro delle dichiarazioni. Più concreto invece, al di là dell’esito, apparirebbe l’interessamento del Tarantini nei confronti di Raffaele Fitto, ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Locali e di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio. Ma anche in questo caso mancano riscontri: in particolare le conversazioni indicate dall’accusa in relazione a questo aspetto non risultano depositate».

Le tangenti pagate in ascensore
Una settimana prima Tarantini aveva rivelato la procedura illecita utilizzata per ottenere le delibere sulle forniture senza alcuna concorrenza e aveva ammesso: «L’organizzazione eravamo io, Colella e Vaira». Il primo è Antonio Colella, capo area Gestione Patrimonio della Asl di Bari, l’altro è il funzionario Michele Vaira. Entrambi sono da ieri agli arresti domiciliari. Dichiara l’imprenditore. «Ho conosciuto Colella quando era direttore amministrativo del San Paolo. All’epoca avevo concordato una percentuale del 5 per cento su tutti gli ordini che mi sarebbero arrivati. Mantenni la promessa quando fu trasferito alla Asl, per gli ordini e tutte le ulteriori gare alle quali avrei potuto partecipare attraverso accordi con le ditte appaltatrici. Solitamente pagavo nell’ascensore della Asl: corridoio, ascensore, bar. Una volta Colella venne a casa mia a prendere i soldi... Credo di avergli dato circa 100.000 euro su 2 milioni di euro di delibere. Non so che uso ne abbia fatto, so che giocava soprattutto ai cavalli». Fu proprio lui a farlo nominare Capo Area Gestione della Asl: «Avevo caldeggiato la nomina con la Cosentino. Lei all’inizio non era d’accordo, poi prese informazioni e lo nominò. Spiegai alla Cosentino che con Colella avrei potuto avere delle opportunità che fino a quel momento non avevo avuto dagli altri... La Cosentino dopo la nomina di Colella era spaventata perché si vociferava che lui era uno malleabile». Le pretese di Vaira erano certamente più modeste. È Tarantini a raccontarlo: «Avevo concordato il pagamento di 1.000 euro a delibera perché lui era il funzionario istruttore, predisponeva delibera e liquidazione. I soldi li consegnavo alla Asl in posti nascosti. La procedura è questa per gare entro 200.000 euro: andavo da Vaira e portavo la richiesta del medico; Vaira indicava sotto mia indicazione o suo consiglio un certo numero di ditte; individuate le ditte che lui sapeva non potevano fornire il prodotto richiesto, le contattava formalmente per iscritto; se non rispondevano entro sette giorni si consideravano rinuncianti».

E la escort aspetta in albergo
Tarantini racconta anche gli appuntamenti con Terry De Nicolò, la prostituta barese che pagava 500 euro a prestazione per farle incontrare Colella in albergo. «Ma quello— sottolinea— fu un regalo extra non legato ad alcuna agevolazione». All’ordinanza sono allegate le intercettazioni delle telefonate tra lui e la ragazza che fece incontrare più volte con Frisullo e poi portò da Berlusconi a palazzo Grazioli. Il 10 luglio lui la chiama: «C’è un amico che ti voleva vedere oggi pomeriggio alle 15». Lei sembra fare resistenza. Gli dice che sta partendo «e non voglio certo rimanere per 350 euro e comunque non mi voglio più sputtanare a Bari». Alla fine lui le promette 500 euro e riesce a convincerla. Dopo una serie di conversazioni i due si danno appuntamento davanti alla Fiera del Levante. Non sanno di essere pedinati dai militari della Guardia di Finanza fino al momento in cui lei entra nell’albergo dove la sta aspettando il funzionario della Asl. Al termine dell’incontro è proprio Tarantini a chiamare Colella per sincerarsi che abbia gradito il regalo. Colella: Pronto Tarantini: oh beh? Colella ( ride): Complimenti, complimenti. Bene, bene, proprio una brava ragazza Tarantini: Non ho capito scusa Colella: È una brava ragazza! Brava, poi ti racconto...


CORRIERE DELLA SERA 16 GENNAIO 2010

venerdì 15 gennaio 2010

TERREMOTO HAITI : LA SCOSSA IN UN VIDEO AMATORIALE


GUARDA IL VIDEO

Squalo divora surfista: «Era grande come un minibus»




SUDAFRICA, CHIUSE LE SPIAGGE A CITTÀ DEL CAPO
Squalo divora surfista, a pochi metri da riva
Ha ucciso un turista dello Zimbabwe di fronte ai bagnanti: «Enorme, sembrava un dinosauro»

I soccorritori nel luogo dell'attacco
CITTA' DEL CAPO - Sulle spiagge attorno a Città del Capo è arrivato il terrore: sono state chiuse dopo l'attacco di uno squalo che ha ucciso un turista dello Zimbawe a Fish Hoek.
Testimoni hanno riferito che l'uomo è stato divorato dal «gigantesco» pescecane non molto distante dalla riva.

TESTIMONI SOTTO CHOC: «GRANDE COME UN MINIBUS» - Alcune delle persone presenti hanno riferito che il pesce era più «grande più di un minibus. Era enorme, sembrava un dinosauro», hanno raccontato sconvolti dopo aver assistiti imptenti all'uccisione del surfista. Si tratta del secondo attacco nella zona nel giro di una settimana. Lo scorso anno, furono sei gli attacchi degli squali, di cui quattro fatali.


corriere della sera 14 gennaio 2010

giovedì 14 gennaio 2010

Terremoto Haiti: Come aiutare la popolazione.Estremi per donazioni

http://quotidianonet.ilsole24ore.com/cronaca/2010/01/13/280231/images/338835-macerie.JPG

Ecco come aiutare i bambini di Haiti, l’Unicef: “Non lasciamoli soli”


“E’ necessario che i bambini”, conclude l’Unicef, “i più vulnerabili in caso di catastrofi naturali, siano protetti. Non lasciamoli soli”.
L’associazione si rivolge a tutti, chiarendo che alla raccolta fondi per le vittime di Haiti si può aderire tramite c/c postale postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’; tramite carta di credito online su www.unicef.it; chiamando il numero verde 800-745-000; oppure attraverso cc bancario “Banca Popolare Etica, IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”.

Caritas:tutti gli estremi per le donazioni

La Caritas Italiana da anni sostiene la Chiesa locale - in particolare per le emergenze e per interventi di promozione della donna e di economia solidale - ed ha prontamente manifestato vicinanza e solidarietà.
. Per sostenere gli interventi in corso si possono dunque inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013, specificando nella causale: Emergenza terremoto Haiti. Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119; Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113; CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d'ufficio).

La Croce Rossa: "Facciamo appello alla solidarietà degli italiani"

La Croce Rossa Italiana fa dunque appello alla solidarietà degli italiani per sostenere questo intervento di aiuto umanitario. I contributi finanziari raccolti saranno impiegati a sostegno delle attività di assistenza alle popolazioni terremotate, in stretta collaborazione con la Croce Rossa haitiana e la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Le donazioni alla Cri si posso effettuare tramite conto corrente bancario (c/c bancario n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria - Via San Nicola da Tolentino 67, Roma. Intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma. Coordinate bancarie, ossia codice IBAN, sono: IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020. Causale: “pro emergenza Haiti”).
Attivo anche il conto corrente postale n. 300004 (intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma; codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004. Causale: “Pro emergenza Haiti”).
La Croce Rossa ricorda infine che è anche possibile effettuare dei versamenti on line attraverso questa pagina del sito.

Agire: “Urgente la raccolta fondi, servono cibo, acqua potabile e medicine”

L’Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze (Agire) che raggruppa alcune tra le più importanti ed autorevoli organizzazioni non governative presenti in Italia, ha deciso il lancio di un appello congiunto di raccolta fondi per garantire i necessari soccorsi alle popolazioni colpite e sostenere le attività di emergenza delle Ong italiane.

I fondi raccolti verranno destinati ai bisogni più urgenti: cibo, acqua potabile, medicinali, ripari temporanei. Ma la portata del disastro è così ampia da richiedere un intervento di assistenza e ricostruzione della durata di diversi mesi.
Nelle prossime ore sarà attivato l’sms solidale, per il momento è possibile offrire il proprio sostegno attraverso i seguenti canali: donazioni con carta di credito al numero verde 800.132870; versamento sul conto corrente postale n. 85593614, intestato ad Agire onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale “emergenza Haiti”; o tramite bonifico bancario sul conto BPM - IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856, causale: “emergenza Haiti.
Agire ricorda inoltre la possibilità di effettuare donazioni on line dal sito dell’organizzazione.
fonti il salvagente, e web

venerdì 8 gennaio 2010

DEL TURCO INNOCENTE? RISPONDE IL RPOCURATORE

Caso Del Turco, Trifuoggi replica



Pescara – L’onda di piena che sta montando nel tentativo di sminuire le responsabilità dell’ex presidente della Regione Del Turco e l’intera inchiesta denominata Sanitopoli ha qualcosa di sospetto e di inquietante, perchè monta nell’imminenza degli atti conclusi della fase istruttoria. Le richieste di rinvio a giudizio e, quindi, il processo forse spaventano qualcuno e sicuramente sono una trigre che la politica vuole cavalcare per trarne profitti. Anche voci autorevoli si fanno sentire e c’è un armamentario di interventi e di dichiarazioni che non contribuiscono alla chiarezza, ma insinuano viceversa dubbi e perplessità nell’opinione pubblica. Invece, dice il capo della Procura di Pescara avvicinato questa mattina dalla giornalista Daniela Senepa, i processi si fanno in tribunale. C’è da dedurne che essi non si possono celebrare nelle segreterie politiche, sui giornali, sulle labbra di chi diffonde dichiarazioni di vario tenore. La politica, infatti, in questo caso come in altri, tenta di sollevare polveroni e di inquinare tutto a proprio favore. Cose ovvie, ma non in un paese come l’Italia.
Trifuoggi è di poche parole. Difende l’impianto accusatorio, corretto e a suo giudizio solido. E’ vero che ci sono rapporti di forze dell’ordine e di banche secondo i quali Del Turco e la sua giunta stavano riportando a posto i conti nella sanità, ma esistono anche altri documenti e un’inchiesta che partì, si ricordi, con una richiesta di arresto anche per Enzo Angelini, il padrone della sanità privata abruzzese. Sono tutti fatti noti e valutati, e ci sono accuse di tangenti per 6 milioni. Le tesi difensive sostengono fatti acquisti agli atti, ma non figurano nelle memorie: come mai? Dunque, ci sarà un processo e lì si scopriranno delle verità giudiziarie.
L’alto magistrato pescarese non lo dice, ma è fuori di dubbio che sul caso Del Turco si stanno aprendo pentole ribollenti e mobilitando fazioni, parti, interessi, voci, diatribe. Un caso che ha scosso l’Abruzzo come nessun altro. Forse era inavitabile che fosse così. L’Italia, si sa, non è un paese limpido, non è una solida democrazia, ma somiglia molto ad una nave di pirati all’arrembaggio in un Mare dei Sargassi nostrano rosso come quello vero. Spesso però di vergogna che in tanti provano: i pochi onesti che sopravvivono come specie protette. Mica tanto, in fondo, protette… (G.Col.)

(Nella foto il Procuratore capo di Pescara,)

http://www.inabruzzo.com/?p=24420
08 Gennaio 2010

giovedì 7 gennaio 2010

BERLUSCONI TOGLIE I CEROTTI, STORACE: NESSUNA CICATRICE


di Paturnio

Vi consiglio la lettura di questo articolo su La Stampa, perchè, forse è la prova che i miracoli esistono e a farli è sempre lui, il nostro premier.Dopo la "terribile aggressione" subita, infatti, sul volto del premier pare non sia rimasto neppure un segno.Eppure la prognosi,secondo i certificati medici, era di 90 giorni.E i tagli? E i denti? E il labbro? Insomma, dove sono le stimmate da ostentare come prova inconfutabile delle deriva dell'odio da oppore al "Partito dell'amore"? A Roma, lo chiamerebbero di certo "Il Partito delle Sole", ovvero delle fregature.Ma non sono, in fondo,anche le "fregature" una componente dell'amore?

Yoox

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