domenica 19 luglio 2009

TRAVAGLIO, LIBRO: "Il carosello rosa di Papi tra harem e trenino




"PAPI, UNO SCANDALO POLITICO"
«Aveva il volto colorato da una crema autoabbronzante che gli tingeva le mani facendole sembrare unte. I tacchi erano davvero alti e in mano una busta piena di gioielli. A tutte farfalle e tartarughine, a quelle «più carine» con lui doni più consistenti.

Federica Fantozzi
Il carosello rosa di Papi Silvio, l’harem di Raifiction e Agostino «favorino» Saccà, l’evoluzione da caimano a mandrillo, la lezione di politica alle fanciulle con temperamatite mugolante, appartamenti e cascate di gardenie in regalo, stagiste e servizi segreti, Berlusconi che fa il trenino con berretto e trombetta stretto tra due sinuose modelle. C’è tutto (e del resto il premier non si è fatto mancare niente) nell’instant book «Papi. Uno scandalo politico» di Marco Lillo, Marco Travaglio e Peter Gomez che oggi alle 17 gli autori presenteranno al Democratic Party di Roma. Con rivelazioni inedite, vedi la notte a Villa Certosa di «Sandra» che al padrone di casa avrebbe voluto «spezzare un polso».

Esilarante il verbale di interrogatorio del senatore siculo-australiano Randazzo, eletto con Prodi tra gli italiani all’estero, che Berlusconi tentò (invano) di comprare per far cadere il governo. Il premier «mi raccontò la curiosa vicenda» di un piatto istoriato che Bush Senior aveva smarrito ed era finito ad un antiquario australiano da cui Berlusconi l’aveva ricomprato.
«Poi l’aveva regalato a Bush Jr, ma lui gli aveva chiesto di consegnarglielo a fine mandato» perché sennò, per le leggi americane, sarebbe divenuto proprietà dello Stato e invece voleva tenerselo. Randazzo ricevette da B la promessa di rielezione o di una delega alla Farnesina «per l’Oceania e l’Asia».

In una telefonata Giancarlo Innocenzi, membro dell’Agcom, poi assolto dall’Autority sotto il profilo deontologico per la vicenda, è preoccupato che il corteggiamento del senatore Willer Bordon (sempre nella scorsa legislatura) non vada a buon fine. «Sai, lui ora va 4 sere su 6 da Fede, Mimun lo chiama, l’ho mandato da Panorama, gli faccio fare l’intervista sul Giornale, insomma sono tutti a disposizione ma bisogna che... dobbiamo coincidere».

«Sandra», 24enne ragazza immagine campana, racconta sotto anonimato la sua prima e unica visita a Villa Certosa. Capodanno 2007. Sabina Began le offre 1500 euro per una festa privata, viaggio incluso: «Porta amiche, più ragazze ci sono meglio è».
La sistemano in una dependance: argenteria disseminata, soffitti di legno, piscina riscaldata. Pensa sia la casa di un sultano o un oligarca russo. Quando dalla porta si affaccia B, non crede ai suoi occhi: «Aveva il volto colorato da una crema autoabbronzante che gli tingeva le mani facendole sembrare unte. I tacchi erano davvero alti e in mano una busta piena di gioielli. A tutte farfalle e tartarughine, a quelle «più carine» con lui doni più consistenti.

Non solo pizza, Apicella e giro del parco sulla macchinetta elettrica. Due ore di lezione e battutine. «Tutte ridevamo per farlo contento. Diceva: ora faremo cadere Prodi». E di Fini: «Un fascistone incapace di mediare». B si trastulla con uno strano temperamatite: «Un omino di gomma con i pantaloni abbassati, infilavi la matita proprio lì, quando ruotavi il pupazzetto si lamentava e lui rideva come un matto».

Eppure, per Sandra, l’esperienza è un trauma. «Mi sono rimaste impresse tutte le ragazze, più di 50, ballavano e si strusciavano, lo baciavano e si buttavano in piscina nude... Ne ho viste di tutti i colori. Mi è venuta l’ansia: nessuno sapeva che ero lì, non potevi parlare al cellulare, la sicurezza era ovunque con i bazooka puntati addosso... Quando ha allungato le mani l’ho respinto, stavo per fratturargli un polso».
Le scene lesbo la disgustano: «Prima di andare a letto ho vomitato. Ho detto: riportatemi a casa o faccio un macello». Goodbye Papi: due mesi dopo la invitano a una festa a Cortina. È la prova d’appello. Lei declina e si rassegna: «Da quel momento addio casting, la tv è roba sua».

007 notturni.Oltre Apicella, l’unico altro uomo è il produttore Guido De Angelis. Finale con fuochi pirotecnici. Tutte scattano foto, nessuno le requisisce. Ma al mattino le immagini sono sparite dalle memorie digitali di macchinette e videofonini. O qualcuno si è intrufolato nottetempo nelle stanze o ci pensano contromisure elettroniche.
L'UNITA' 19 LUGLIO 2009

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