lunedì 10 marzo 2008

Salerno, giro prostituzione nei privè:la casalinga di Casali, in arte Claudia

Futuro sposo beccato tre sere prima del sì

Deve sposarsi tra tre giorni e stava «festeggiando» l'addio al celibato, quando ieri notte i carabinieri hanno fatto irruzione nel privè Contatto-Eclissi, ora teme che la futura sposa scopra dove trascorreva le serate prima di pronunciare il fatidico sì. E ci sarebbe anche un esponente delle forze dell'ordine coinvolto nel giro e accusato di favoreggiamento. C'è poi c'è il giallo dei documenti di riconoscimento, trovati dai militari all'interno dei due locali nel corso delle perquisizioni senza tuttavia che fossero presenti i clienti. I militari hanno già da ieri iniziato a telefonare per convocare i diversi soggetti in caserma e poter chiarire perchè i loro documenti fossero in quei due privè. C'è stato chi ha dichiarato di aver perso la carta d'identità, ma che non ricordava dove e qualche altro che invece ha affermato di essersi allontanato da poco dal locale. Probabilmente si tratta di alcuni clienti che con il pagamento di una somma extra ha preferito allontanarsi con la prostituta prescelta. I clienti fissi erano circa 300, non solo salernitani, ma provenienti anche dalle aree di Napoli, Avellino, Potenza, Matera e due da Gaeta. I gestori dei due privè erano però attenti, per accedere era necessaria una presentazione, se «non si è amico degli amici non si può entrare», lo dicevano a chiare lettere, come è emerso dalle intercettazioni ed erano cauti anche nel parlare al telefono. Mario Scala aveva addirittura telefonato al gestore telefonico della sua utenza cellulare per chiedere se fosse possibile sapere se era intercettato. Per accedere nei due privè il Contatto-Eclissi di Salerno e il Fantasy di Fisciano i singoli pagavano 100 euro e le coppie 50, compresi nel prezzo cracker e acqua minerale per una frugale cena e profilattici per il resto della serata. Non venivano praticati sconti, anche se c'era chi li chiedeva. Una sera c'è stato anche un giovane, a bordo di una Mini Cooper, che ha chiesto se poteva pagare con la carta di credito e i gestori del privè lo hanno accompagnato al bancomat più vicino. Una volta entrati e aver pagato, i clienti sceglievano la ragazza che preferivano e si appartavano nelle stanzette dei locali. Le prostitute, pagate direttamente dai gestori dei privè, da qui la configurazione del reato di sfruttamento della prostituzione, percepivano somme variabili da 120 a 150 euro a sera, a prescindere dal numero di «prestazioni», che nei giorni di venerdì e sabato potevano essere numerose, per la presenza di molti clienti. E così nel corso di varie telefonate intercettate le ragazze, parlando tra loro, lamentavano guadagni non commisurati al «lavoro» svolto. Se poi portavano clienti ottenevano per ognuno una percentuale. Devono aggiungersi gli extra e i «regalini» da parte di clienti particolarmente soddisfatti delle prestazioni. La bellezza pagava, una delle ragazze la più bella, percepiva una somma maggiore a serata. A prostituirsi anche omosessuali e transessuali. Le prostitute, assoldate e pagate da Mario Scala e dalla moglie Patrizia Romano, per lavorare nel locale di fronte allo stadio Arechi, non erano straniere come in altri casi simili già scoperti dalle forze dell'ordine, ma tutte italiane, in particolare salernitane dalla doppia vita, mogli irreprensibili di giorno e prostitute di notte, impegnate a «lavorare» nel privè le notti di giovedì venerdì e sabato di ogni settimana. A casa raccontavano di svolgere altri tipi di lavori, E così una casalinga di Giffoni Sei Casali, «in arte» Claudia, che si prostituiva nel privè di Salerno da circa due anni, ha trovato «lavoro» anche a una sua amica «Monica», che, bloccata dai carabinieri durante un servizio di appostamento nei pressi del locale, ha raccontato di essere anche lei sposata e di prostituirsi da circa un mese in quel locale. I clienti, dirottati durante il periodo di chiusura del privè di Salerno, in quello quello di Fisciano, avevano avuto istruzioni precise, si fermavano all'uscita dell'autostrada e attivavano le quattro frecce. A indicare la strda fino al Fantasay in località Macchione, ci pensava Antonio Perna.
Il Mattino 8 marzo 2008

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