sabato 6 marzo 2010

Verdini ammette le raccomandazioni "Qualche appalto in Abruzzo per la Bpt"

Nell'ordinanza del Gip di Firenze che chiede il carcere per Balducci, De Santis, Piscicelli e Cerruti
emerge il ruolo del coordinatore nazionale del Pdl: "Era un periodo che Fusi lavorava poco"

Il Gip: "Sistema di potere forte e collaudato, in grado di inquinare gli appalti''


Verdini ammette le raccomandazioni "Qualche appalto in Abruzzo per la Bpt"

Angelo Balducci

FIRENZE - Il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini ha ammesso davanti ai pm di Firenze di aver raccomandato l'impresa Btp di Fusi perché avesse "qualche appalto" in Abruzzo. Lo scrive il Gip fiorentino nell'ordinanza con la quale ha chiesto per Angelo Balducci, Fabio De Santis, Francesco Piscicelli e Guido Cerruti (ai domiciliari) nell'ambito dell'inchiesta sulla Scuola dei Marescialli a Firenze.

Nell'interrogatorio tenuto davanti ai pm fiorentini, Denis Verdini, che è indagato per corruzione, "ammette infine di avere raccomandato" il presidente dell'impresa Btp "Fusi perchè avesse qualche appalto in Abruzzo. Anche perchè era in un momento in cui lavorava poco; parla delle attuali difficoltà economiche della Btp e del fatto che se può aiutare un'impresa con 3 mila dipendenti lo fa". Lo scrive il gip di Firenze nell'ordinanza di custodia cautelare notificata la notte scorsa.

Commentando il contenuto complessivo delle dichiarazioni rilasciate da Verdini ai pm - il 15 febbraio il coordinatore Pdl ha chiesto e ottenuto di essere ascoltato - in particolare in merito alla nomina di Fabio De Santis a provveditore delle opere pubbliche per la Toscana, il gip osserva che il coordinatore del Pdl "lealmente" non ha "negato l'evidenza (come al contrario ha fatto Balducci nell'interrogatorio del 12/2/2010)" e aggiunge: "Volendone dare una lettura benevola, (le dichiarazioni di Verdini, ndr) fanno comunque riflettere sulla scarsa consapevolezza, da parte dei soggetti che ricoprono cariche pubbliche e comunque ruoli pubblici molto rilevanti, circa la negatività delle raccomandazioni specie quando queste riguardano posti di potere e, come nel caso di specie, non di natura politica ma tecnica. De Santis è un tecnico e non aveva i requisiti per essere nominato come funzionario; tanto è vero che è stato nominato come esterno".


Risulta dalle conversazioni, scrive il gip, che "Verdini e Fusi sono legati da un rapporto amicale, ma anche da interessi di natura economica che coinvolgono anche Bartolomei Roberto", vice diFusi alla Btp. Infine, parlando dell'incontro fra Verdini e Angelo Balducci, "risulta dalle conversazioni che Verdini, a fine luglio 2008, entra direttamente in contatto con Balducci; tra i due (che non si conoscevano) si realizza immediatamente una convergenza di interessi. Verdini garantisce a Balducci una copertura politica che gli consenta quantomeno di attenuare le resistenze che incontra sul 'territorio' nell'esecuzione delle opere concernenti 'grandi eventi'. Balducci, inoltre, ottiene facile accesso al ministro Matteoli, con cui Verdini ha uno stretto rapporto. Tra i due nasce subito un feeling".

L'ordinanza. Concorso in corruzione continuata e aggravata: è questa l'accusa che ha portato alle nuove quattro misure cautelari. Nel testo si descrivono le attività di Angelo Balducci (ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici) e Fabio De Santis (ex provveditore della Toscana) per pilotare alcuni appalti e le "utilità " - promesse di tangenti e favori - che, in cambio, avrebbero ricevuto da alcuni imprenditori. Nuove misure cautelari riguardano poi l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e l'avvocato Guido Cerruti, sempre per la vicenda dell'appalto della scuola.

"Un sistema di potere talmente forte, collaudato, insidioso, in grado di inquinare gli appalti e la concorrenza tra le imprese'': così lo descrive il Gip Rosario Lupo. Un meccanismo, rileva il Gip, "messo in piedi da imprenditori senza scrupoli" e da "pubblici funzionari venduti" che "fa rilevantissimi danni non solo alle casse dello Stato ma anche all'ambiente e alla qualità degli interventi pubblici sul territorio". Dall'ordinanza emerge anche il ruolo del coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, che sarebbe intervenuto per arrivare alla nomina di De Santis ai vertici dell'organismo toscano titolare del potere di assegnazione degli appalti per le opere pubbliche.

"La corruzione e il suo costo". Nell'ordinanza si legge che Balducci e De Santis, sempre per la loro attività in merito al cantiere-scuola, "ricevevano l'utilità economica costituita dal conferimento, da parte della Btp, di un incarico di consulenza legale" all'avvocato romano Guido Cerruti, "che concordava con Fusi la corresponsione di una somma di denaro pari al 2% sull'importo incassato qualora fosse stato riconosciuto un risarcimento economico in favore della Btp, ovvero di una somma di denaro pari all'0,8% dell'importo dell'appalto (valore circa 250 mln di euro)" se i lavori "fossero stati riaffidati" all'impresa.

Cerruti accettava l'incarico "conferitogli da Fusi su indicazione di Balducci e De Santis, "i quali, anziché tutelare gli interessi" della pubblica amministrazione nella controversia" tra Btp e ministero delle Infrastrutture per la scuola, "concordavano con Fusi e lo stesso Cerruti le strategie da adottare con la controparte". A tal fine i due "pubblici ufficiali" si adoperavano per "assumere inziative volte a far ottenere alla Btp l'affidamento dell'appalto". Ancora per De Santis si parla di un orologio di marca, valore alcune migliaia di euro, ricevuto da Fusi e Piscicelli.

Il ruolo di Cerruti. Il nome di Cerruti, considerato vicino ai vertici della Ferratella, compare in alcuni atti che riguardano l'iter del contenzioso amministrativo: il legale, su suggerimento dell'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis (anche lui agli arresti), viene poi nominato da Fusi come suo consulente nella vicenda. Sulla vicenda della scuola la procura fiorentina aveva presentato una richiesta di custodia cautelare parallelamente a quella che lo scorso 10 febbraio ha portato in carcere Fabio Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola e Diego Anemone. Poi le indagini sugli appalti per il G8 e i Mondiali di Nuoto hanno subito un'accelerazione e questo ramo dell'inchiesta è rimasto momentaneamente indietro.

La partita della scuola.
Per l'accusa è grazie a Piscicelli, che in cambio avrebbe chiesto soldi e la partecipazione con Btp in Ati per appalti, che Fusi (siamo a cavallo del 2007-2008) entra in contatto con Balducci e De Santis. Obiettivo, per l'accusa, favorire la Btp negli appalti, e rientrare nel cantiere per la scuola. I contatti, stabiliti dalle intercettazioni, andranno avanti nei mesi seguenti. Successivamente entra in scena anche l'avvocato Guido Cerruti, vicino a De Santis, che un anno fa diventa il legale di Fusi per la partita della scuola.

I lavori per i Nuovi Uffizi. Cerruti compare anche in intercettazioni relative ai lavori per i Nuovi Uffizi. Proprio ieri l'avvocato era stato interrogato in procura a Firenze insieme alla sua collaboratrice di studio Raffaella Di Tarsia Belmonte. Anche Piscicelli nei giorni scorsi si era presentato in procura per essere sentito dai magistrati titolari dell'inchiesta. "Non posso aggiungere dettagli - ha detto - ancora non ho letto l'ordinanza", questo il commento del legale di Carducci, avvocato Vincenzo Dresda. Il legale di Piscicelli Marcello Melandri si è limitato a dire di essere stato contattato dal proprio assistito per accompagnarlo nella caserma a Roma dei carabinieri per una notifica.

Il Gip: "Fusi fuori da sistema". Il Gip ha respinto la richiesta di misura cautelare in carcere per l'imprenditore Riccardo Fusi, ex presidente della Btp. A quanto si apprende, la richiesta era stata formulata dalla procura fiorentina a dicembre. Nel frattempo, secondo il giudice, sarebbero venute meno le esigenze cautelari nei suoi confronti, dal momento che l'imprenditore si è dimesso dai suoi incarichi nella Baldassini-Tognozzi-Pontello. Il procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, ha firmato però l'impugnazione del provvedimento con cui Lupo ha respinto la richiesta di misura cautelare in carcere. Sulla questione deciderà il Tribunale del riesame di Firenze.

(la repubblica 05 marzo 2010)



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