giovedì 7 febbraio 2008

Ora con prete ci si confessa su internet, ma senza assoluzione

Disagio ed esperienze di fede. Una soluzione in più per chi è timido o vive situazioni di depressione. «Ma non è un sacramento, per quello serve la presenza»

La Chiesa naturalmente non consente di impartire l’assoluzione, ma in molti sentono il bisogno di sgravarsi così la coscienza Tre parroci hanno aderito al progetto. Bollini colorati indicano se il sacerdote è disponibile
Confessarsi on line? Proibito dalla Chiesa, ma Internet offre l’opportunità di confidarsi e di chiedere consigli ai sacerdoti con un clic. L’indirizzo è www.pretionline.it, portale che ha due intenzioni: «Dare a chiunque la possibilità di mettersi in contatto con un prete. Forse molti hanno il desiderio di parlare con un sacerdote, per i motivi più diversi, ma non sempre ne hanno la possibilità: eccoci a disposizione». La seconda: «Favorire il contatto e lo scambio tra tutti i preti “internettari”». C’è l’esperto di Sacra Scrittura, quello di teologia dogmatica, quello che si occupa di scouts, il viceparroco alla prima esperienza.Sono tre i sacerdoti della diocesi di Concordia-Pordenone che aderiscono al progetto on line: il parroco di Corva di Azzano Decimo, don Leo Collin, quello di Sant’Odorico di Sacile, don Livio Tonizzo, e quello di San Stino di Livenza, don Emilio Pupulin. Il metodo è semplice: una volta aperto il sito, il navigatore cerca il sacerdote che preferisce (sono suddivisi per regione) e gli manda una mail. Un apposito bollino – giallo o rosso – evidenza se il sacerdote è a disposizione oppure no. I tempi di risposta? Tre giorni don Tonizzo e don Pupulin, 7 don Collin.Il bilancio di questa esperienza? Positivo, secondo i tre sacerdoti. Le richieste al “confessionale” on line? «Soprattutto questioni di ecumenismo», spiega don Tonizzo, argomento “forte”, per lui, poiché in materia è il delegato diocesano. «A volte non so da dove scrivano e chi siano – aggiunge – ma spesso nascono iniziative concrete, dipende dal problema che si affronta». Sono stati trattati anche casi di disagio e depressione, di crisi che portano alla droga oppure al tentato suicidio, «in questo caso si cerca di rispondere con rispetto e cordialità». Il servizio, comunque, «è positivo, perché dà l’opportunità anche di “sfogarsi” in modo anonimo». Ma di confessioni «non se ne parla, è un sacramento e richiede la presenza». Sacramento «che bisognerebbe riscoprire. Molti si recano da psicologi, fattucchieri e maghi per i loro problemi personali, altri addirittura li spiattellano in televisione: forse una parola di conforto o un consiglio sarebbe più che sufficiente».Capitano i casi delle persone arrabbiate col proprio parroco per questioni di padrini di cresima e vogliono un confronto: «O è stato chiesto un quesito a più preti sulle prese di posizione della Chiesa», spiega don Collin. E scrivono anche residenti in diocesi? «Certamente».Positiva esperienza anche secondo don Emilio Pupulin: «Un’opportunità – specifica – specie per chi è timido o restio ad avvicinarsi alla Chiesa e ai sacerdoti, per compiere il primo passo». Molti contatti nascono «dalla mia esperienza negli scout della regione», altri a seguito di una visita generica al sito. «Lodevole iniziativa – conclude – e cerchiamo di rispondere subito».
( Messaggero Veneto 06 febbraio 2008)

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