giovedì 10 dicembre 2009

BRENDA:HAKER CANCELLO' DATI PC. SI TENTERA' IL RECUPERO

Brenda, un hacker cancellò i dati del pc
Interrogato in procura un giovane "hacker" brasiliano amico della trans. L'operazione tre mesi fa. Al via la perizia per recuperare i dati

di Maria Elena Vincenzi
Accertamenti tecnici al via, ma è ancora giallo sul computer di Brenda. È stato interrogato ieri un hacker che tre mesi fa avrebbe cancellato tutta la memoria dal pc della trans morta. A chiederlo era stata proprio lei, Brenda, agitata e spaventata.

Dettaglio che rende ancora più complicate le perizie che, proprio ieri, sono iniziate e dureranno circa 15 giorni. I tecnici scelti dalla procura ci metteranno due settimane a capire che cosa ci fosse dentro al portatile di Brenda. Ma stando alle dichiarazioni del tecnico sentito, un ragazzo di origini brasiliane che tutte le trans della zona conoscono perché le aiuta spesso sulle cose informatiche, gli inquirenti non troveranno file molto vecchi: è stato proprio lui, scovato e sentito dai Ros, a raccontare di una telefonata che Brenda gli avrebbe fatto circa tre mesi fa in cui gli chiedeva di andare da lei e aiutarla a cancellare in modo permanente tutti i file sul computer. Richiesta che lui ha esaudito facendo scomparire tutta la memoria del portatile.

Il giovane ai militari ha detto di non sapere il contenuto dei file che ha cancellato e di non conoscerne le motivazioni. Ma, a questo punto, la questione diventa importante: che cosa voleva nascondere per sempre Brenda? Di che cosa voleva che si perdesse ogni traccia? Di che cosa aveva paura?

L'uomo non ricorda con esattezza la data, ma se davvero era tre mesi fa, il "wiping" del computer (la cancellazione di tutta la memoria), sarebbe avvenuta ben dopo l'irruzione dei carabinieri nell'appartamento di Natalì. Quando il caso Marrazzo ancora non era scoppiato sui media, ma già era noto a tutte le trans della zona. Forse, allora, Brenda, una volta saputo del video che girava sul presidente della Regione, ha deciso di liberarsi dei suoi file, magari contenenti altri filmati e altre foto. Impossibile dirlo ora, anche se gli inquirenti confidano di riuscire, attraverso tecniche molto avanzate, a ritrovare qualcosa di quello che l'hacker pensa di aver cancellato.

Ma non è questo l'unico fronte aperto: il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, e il pm Rodolfo Sabelli che si occupano dell'inchiesta, hanno anche predisposto il prelievo del dna di Barbara, una delle trans che avrebbe passato con Brenda le sue ultime ore. E presto lo richiederanno anche per le altre persone che nell'ultimo giorno hanno visto la vittima: tracce genetiche che verranno confrontate con quelle trovate nell'appartamento subito dopo l'incendio. Questo perché le dichiarazioni rese ai magistrati dai viados non coincidono e la procura ha scelto questa strada per verificare la loro attendibilità.

Sempre ieri, in via Gradoli 96, nello stesso palazzo dove abita Natalì e dove è stata fatta l'irruzione dei carabinieri che il 3 luglio hanno filmato il video che ritrae Piero Marazzo, è scoppiato un incendio. Una bombola a gas della cucina di un appartamento al secondo piano seminterrato, lo stesso in cui vive la trans, è esploso. Tanta paura per i residenti ma nessun ferito.
(la repubblica 10 dicembre 2009)

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