domenica 18 gennaio 2009

Berlusconi a Nuoro:"Mandiamo a casa Soru"


Berlusconi mette le mani avanti: le elezioni in Sardegna non sono un test politico

Silvio Berlusconi è tornato in Sardegna per sostenere il candidato del centrodestra Ugo Cappellacci. Il presidente della regione dimissionario Soru ironizza sul fatto che il Consiglio dei Ministri è diventato un comitato elettorale.
Renato Soru e Ugo Cappellacci (foto: Unione Sarda) La promessa è quella di mandare a casa il governo del centrosinistra si Renato Soru, anche se le elezioni regionali sarde "non sono un test per il governo". Silvio Berlusconi torna in Sardegna, dove sarà impegnato fino a metà febbraio per la campagna elettorale sull'isola. E dal palco del teatro "Eliseo" di Nuoro non risparmia stoccate all'indirizzo del governatore uscente. "Si riscrive la stessa storia delle elezioni dell'aprile del 2008", dice il premier, "solo che stavolta al posto di mandare a casa Prodi mi chiedono tutti di mandare a casa Soru". Il Cavaliere dice di "non essere mai riuscito a capire Soru" e ironizza sul fatto che quando viene a palazzo Chigi per degli incontri ufficiali "mi stringe la mano senza guardarmi in faccia". "Ho fatto fare un'indagine e ho scoperto perché si comporta così: quando chiunque di noi che abita in Sardegna apre la finestra e vede il mare, magari come lui che ha fatto abbattere tutti i pini davanti a casa sua, siamo felici per ciò che vediamo, mentre lui quando si vede allo specchio si è già rovinato la giornata". Sul palco, insieme al Cavaliere c'è anche il candidato alla poltrona su cui è stato seduto Soru e cioè Ugo Cappellacci. Berlusconi lo introduce definendolo un "vero sardo innamorato da sempre di questa meravigliosa terra". Per il Cavaliere, lo sfidante è l'uomo dell'età e "con una famiglia straordinaria", l'uomo perfetto per sconfiggere Soru. Poco prima di arrivare in Sardegna però, in un'intervista il premier precisa che, pur essendo importante "strappare il governo delle Regioni alla sinistra", quello "sardo non è un test politico per il governo".

SORU. "Il Consiglio dei ministri sta diventando un comitato elettorale. A Scajola avevamo scritto cinque lettere e non ha mai risposto e ora vogliono venire tutti qua. Ieri hanno parlato di un nuovo Piano Marshall per la Sardegna, forse pensano che abbiamo appena avuto la guerra. Lo dicono, e quelli che lo dicono non sono certo nè Truman nè De Gasperi". Così Renato Soru, ricandidato governatore del centrosinistra ha commentato, in una manifestazione a Tortolì, le ultimi iniziative del Governo per l'isola. "Tutto questo succede in poche ore - ha aggiunto Soru -. Cosa ci racconteranno da qui alle elezioni? Che portano Cape Canaveral nella Piana di Oristano? Si passa da una storiella all'altra. Tutto diventa benevolenza alla tribù degli allocchi, ma noi non siamo la tribù degli allocchi e questo il momento di dimostrarlo". Il presidente uscente della Regione ha, quindi, ricordato la citazione del premier sulla funzione dei nuraghi: "è dovuto intervenire il professor Giovanni Lilliu per mettere freno a questa sequela di banalità. E i dirigenti sardisti gli hanno consegnato la bandiera dei 4 mori, il simbolo della nostra autonomia". "Il Presidente del Consiglio dei ministri viene in Sardegna e dice: 'state attenti, votate bene, perché se votate dall'altra parte non collaboreremo ma se voterete da questa parte, più simpatica, allora dal Governo ci sarà collaborazionè. Questo vuol dire - ha concluso Soru - tornare alla monarchia, ma alla forma assolutistica della monarchia, quando gli stati e le regioni si dovevano sottomettere al monarca di turno e affidarsi alla sua benevolenza".

Renato Soru e Ugo Cappellacci (foto: Unione Sarda)

17 gennaio 2009

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