giovedì 15 gennaio 2009

Pestaggio Emmanuel: arrestati 4 vigili. La foto scandalo del trofeo




Fonte Repubblica.it


Orrore a Parma per una foto di un vigile che mostra Emmanuel come trofeo. 4 agenti arrestati per pericolo di inquinamento delle prove e con l'aggravante di discriminazioni razziali e odio etnico convocati dai carabinieri poi per quattro scatta l'arresto

di Silvio Marvisi

Nella prima serata di ieri, attorno alle 19, tutti e dieci gli indagati sono stati convocati alla stazione dei carabinieri in via delle Fonderie. Alle 20 a termine dell’incontro, il colpo di scena con l’arresto dei quattro agenti che avrebbero avuto una parte attiva nel confronto con Bonsu nell’operazione antidroga. Sarebbero stati arrestati per evitare che potessero inquinare le prove del reato. Sui quattro però il peso sarebbe molto maggiore: vi sarebbe la possibilità della reiterazione del reato. Gli agenti, secondo gli inquirenti, non si sarebbero resi conto della gravità del fatto accaduto la sera del 29 settembre scorso al parco ex Eridania. Da qui la decisione di bloccare ogni ulteriore possibile azione che avrebbe potuto verificarsi con la prosecuzione del lavoro.

(15 gennaio 2009)


La prima verità dei vigilismontata punto per punto


Inizialmente la polizia municipale parlava di un fermo movimentato, negava gli insulti razzisti, le violenze e le umiliazioni, accusava Emmanuel di essere un palo dello spacciatore. Versione "smentita" dai testimoni e dai tabulati telefonici, ritenuta falsa dalla Procura. Ecco le "falle" della prima versione del Comune. Secondo voi l'assessore Monteverdi deve dimettersi?
di Stefania Parmeggiani

Percosse aggravate, calunnia, ingiuria, falso ideologico e materiale, violazione dei doveri d'ufficio commessi in concorso e con l'aggravante dell'abuso di potere. Queste le ipotesi di reato con cui la Procura ha iscritto nel registro degli indagati dieci vigili urbani. Se le accuse saranno confermate, farebbero crollare la versione fornita dalla municipale all'indomani della denuncia di Emmanuel Bonsu (leggi il comunicato stampa del Comune). Ecco "i punti deboli" della loro ricostruzione."I vigili non si sono qualificati"Gli agenti hanno detto di essersi qualificati mostrando il tesserino di riconoscimento. Ascoltati i testimoni e sentito Emmanuel, la Procura ritiene che non si siano qualificati e che Bonsu abbia fatto l'unica cosa che poteva legittimamente fare: è scappato. "L'hanno picchiato" I vigili hanno parlato di un fermo movimentato, dicendo di non averlo mai picchiato. In un primo momento l'allora comandante della municipale Emma Monguidi aveva giustificato le lesioni al ragazzo con una sua caduta accidentale: "Ha battuto l'occhio sul cordolo del marciapiede". Poi, nel comunicato stampa del Comune, la versione è stata sfumata: "il ragazzo si è dato alla fuga, divincolandosi due volte dagli agenti che lo avevano raggiunto. Ne è nata una colluttazione con due agenti feriti". Uno degli indagati ha poi ammesso: "Forse l'ho colpito involontariamente"."Non ha opposto resistenza"L'amministrazione comunale ha pubblicamente dato la propria solidarietà ai vigili coinvolti: "Anche due agenti sono stati feriti" perché, sempre stando alla versione della municipale, Bonsu avrebbe reagito con violenza. Secondo la pm, invece, il ragazzo avrebbe opposto solo "resistenza passiva". Secondo i testimoni si "riparava dai colpi", ma non reagiva. Un vigile gli avrebbe puntato la pistola contro e un altro gli avrebbe tirato un pugno nel fianco mentre veniva condotto verso l'auto di servizio.
"Botte in auto e al comando, ulteriori violenze e umiliazioni"I vigili hanno negato di averlo colpito dopo le manette. Secondo la denuncia del ragazzo altre botte sarebbero arrivate durante il trasporto al comando. Negli uffici di via del Taglio sarebbero continuate le violenze e le umiliazioni. Lo studente, ascoltato in Procura, ha raccontato di essere stato fatto camminare avanti e indietro nelle stanze del comando. L'avrebbero fatto spogliare, poi con una bottiglia di plastica, sarebbe stato costretto a fare flessioni."Non era il palo dello spacciatore" La giustificazione al fermo di Emmanuel era legato all'arresto di uno spacciatore. Secondo i vigili Emmanuel sarebbe stato il suo palo "perché continuava a telefonare e a fare gesti in direzione del pusher poi arrestato". Il ragazzo ha sempre negato. L'analisi dei tabulati telefonici e le dichiarazioni del pusher palestinese gli danno ragione: non ha mai avuto contatti con il mondo della droga e non aveva mai visto prima lo spacciatore, arrivato per sua stessa ammissione a Parma dalla Francia il giorno prima. Emmanuel in quei momenti non stava telefonando a nessuno. Gli insulti razzisti: "Negro e scimmia" Il ragazzo è uscito dal comando con una busta del Comune con la scritta "Emanuel negro". La polizia municipale sostiene che "al momento della consegna la busta era bianca e non riportava alcuna scritta". Una perizia calligrafica potrebbe stabilire chi ha scritto quella frase. Il ragazzo l'ha chiesta più volte per allontanare i sospetti, formulati a un'agenzia di stampa dal sindaco Pietro Vignali, di averla scritta di suo pugno. Prove alterate: "Falso ideologico e materiale" L'accusa più pesante formulata dalla procura è "falso ideologico e materiale". Il sospetto degli inquirenti è che ben ''sapendo che Bonsu aveva posto in essere solo una resistenza passiva (la fuga)'' lo si abbia voluto accusare di reati mai commessi. Ecco gli atti nel mirino della magistratura: la prima nota redatta dagli agenti dopo il fermo di Bonsu del 29 settembre, dove il ragazzo viene descritto come palo dello spacciatore palestinese; una seconda nota adottata a integrazione della precedente il giorno successivo e la notizia di reato depositata in Procura il 2 ottobre. Nelle ultime due, che portano la firma del commissario capo indagato, a carico di Bonsu i vigili formulano l'accusa di resistenza e lesioni. Il sospetto degli inquirenti è che i dieci indagati, con diversi livelli di responsabilità, abbiano cercato di coprire l'errore e chi lo aveva commesso.

Non era una normale operazione di polizia municipale" Il fermo ha anche aperto il dibattito sulla necessità da parte della polizia municipale di comunicare alle altre forze dell'ordine le proprie operazioni. Il questore ha spiegato che, sebbene la norma non specifichi che i vigili, al pari dei carabinieri e delle altre forze di polizia hanno il dovere d'informarlo, sarebbe auspicabile maggiore collaborazione. Nessuno, infatti, aveva avvisato la questura dell'operazione. I vigili, come specificato nel comunicato del Comune, erano in quel parco per segnalazione di alcuni cittadini che avevano lamentato la presenza degli spacciatori: "Da lì sono iniziati gli appostamenti durati qualche giorno, fino all'epilogo di ieri".
(La Repubblica 12 novembre 2008)

Nessun commento:

Yoox

0.1 Special banner