domenica 22 novembre 2009

Brenda: Il cellulare scomparso e il mistero sull'ultimo cliente

L'INCHIESTA/ L'autopsia rivela che la trans è morta asfissiata dal fumo
Mistero sull'ultimo cliente: è stato con lei due volte prima della tragedia
Brenda, salvi i file del computer
ma è giallo sul cellulare sparito
di MASSIMO LUGLI e ELSA VINCI


L'appartamento di Brenda dopo l'incendio
ROMA - È caccia al telefonino di Brenda. Foto, video, appunti potrebbero essere custoditi in quel palmare Samsung. È caccia ai suoi segreti, che in queste ore i periti della procura stanno cercando nella memoria del computer trovato sotto l'acqua nel lavandino del bagno. I file sono salvi, leggibili.

La misteriosa morte della trans che parlò ai magistrati del secondo video hot su Piero Marrazzo non viene chiarita dai primi risultati dell'autopsia. I polmoni pieni di fumo, il corpo intatto, una buona dose di barbiturici. La transessuale è morta per asfissia, soffocata dalle esalazioni di ossido di carbonio. Non sembra sia stata aggredita e uccisa da qualcuno che, successivamente, ha organizzato la messa in scena dell'incendio. Gli esami istologici e tossicologici sono già iniziati e i risultati potrebbero arrivare da domani. Nel sangue di Brenda sono state rilevate altissime quantità di alcol e di quel Minias di cui la trans faceva un uso smodato. Almeno 50 gocce al giorno (quasi il doppio della dose consigliata) per dormire. Alcune confezioni sono state ritrovate nell'appartamento.

All'appello, invece, manca un palmare di cui ha parlato "China", il compagno della transex. In casa della vittima gli agenti di Vittorio Rizzi hanno ritrovato il Nokia M73 che Brenda aveva comprato dopo la rapina dell'8 novembre scorso. Il numero che la trans aveva dato alla mobile, però, era quello del Samsung. Perché portare via il palmare e lasciare il telefonino? Mistero.

L'ipotesi principale, secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo resta quella dell'omicidio anche perché non si capisce ancora come sia divampato l'incendio. Sul trolley accanto all'ingresso, nessuna traccia di cera anche se alcune amiche hanno parlato di una candela, scomparsa nel nulla. Nessun mozzicone o residui di liquido infiammabile, a parte il whisky.

Resta il mistero del computer sott'acqua. Il rubinetto del lavandino del bagno perdeva già nei giorni dello scandalo Marrazzo. "È rotto da tempo, dovrei farlo riparare ma tanto me ne vado", diceva Brenda. La mobile ha intenzione di interrogare i vigili del fuoco intervenuti sul posto per accertare meglio questo dettaglio. Per fortuna l'hard disk trovato in ammollo è salvo. Il perito nominato dalla procura ha già iniziato a recuperare i file. Anche se non si sa ancora se ci sono video.

La polizia, ieri mattina, è tornata in via Due Ponti e ha esaminato anche un secondo ingresso, una porta-finestra chiusa a chiave. Ma davanti a questo accesso c'erano alcuni mobili ed è molto improbabile che l'assassino (se di un delitto si è trattato) possa essere passato proprio da lì. Gli inquirenti hanno inoltre ricostruito con maggiore precisione le ultime ore di vita di Brenda ed è emerso un particolare inedito. La trans ha detto a "China" di essere stata con lo stesso cliente per ben due volte nel giro di poche ore: una verso mezzanotte e l'ultima alle 2 circa, prima di salire sul taxi che l'ha portata a casa. Si trattava di un uomo alla guida di un furgone bianco che le avrebbe dato ben 400 euro: una somma spropositata per una prestazione "on the road". Uno stratagemma per farla andare a via Due Ponti, dove qualcuno era in agguato?

All'inchiesta sulla morte della transessuale se n'è affiancata una seconda, condotta dal Ros, sulle minacce arrivate a Brenda negli ultimi tempi. Tre amiche della vittima sono già state interrogate dai carabinieri. E da un villaggio vicino Belem, in Brasile, arriverà a Roma, nei prossimi giorni, Azenete, la madre di Brenda. Due avvocati di Perugia, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile (che hanno difeso Rudy Guede, l'ivoriano condannato per il delitto di Meredith), hanno accettato di rappresentare i parenti della trans. Il caso rimane intricato: ogni certezza ha il suo contrario. Incidente o omicidio? Il dubbio resta.
(la repubblica 22 novembre 2009 ha collaborato Maria Elena Vincenzi)

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