mercoledì 7 ottobre 2009

Di Pietro: premier lasci e faccia l'imputato.

I democratici non chiedono le dimissioni del premier
Antonio Di Pietro
Antonio Di Pietro
ultimo aggiornamento: 07 ottobre, ore 20:27
Roma - (Adnkronos) - Opposizione divisa dopo il giudizio di "illegittimità" del Lodo Alfano. Franceschini: "Ristabilita uguaglianza davanti alla legge". Bersani: "Si faccia giudicare ma avanti con l'incarico". D'Alema: "Non trarre conseguenze politiche da sentenza". Il leader dell'Idv scatenato: "Il Cavaliere la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo"

Di Pietro: premier lasci e faccia l'imputato. Pd frena: continui lavoro a Palazzo Chigi


ultimo aggiornamento: 07 ottobre, ore 20:27
Roma - (Adnkronos) - Opposizione divisa dopo il giudizio di "illegittimità" del Lodo Alfano. Franceschini: "Ristabilita uguaglianza davanti alla legge". Bersani: "Si faccia giudicare ma avanti con l'incarico". D'Alema: "Non trarre conseguenze politiche da sentenza". Il leader dell'Idv scatenato: "Il Cavaliere la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo

Roma, 7 ott. (Adnkronos) - Lodo Alfano, arriva lo stop della Consulta. E sul giudizio di "illegittimità" piovono i commenti dell'opposizione. Più cauti i democratici che non chiedono le dimissioni di Silvio Berlusconi al contrario dell'Italia dei Valori. Antonio Di Pietro chiede al premier di lasciare l'incarico e di "tornare a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l'imputato".

Per il segretario del Pd, Dario Franceschini, la sentenza della Consulta ha ristabilito "il principio che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Senza eccezioni. Neanche per i potenti". Anche secondo Pier Luigi Bersani è convinto che "questa sentenza mette un punto fermo: Berlusconi è un cittadino come gli altri ed è tenuto a sottoporsi a giudizio". Poi aggiunge: "Continui a fare il suo mestiere rispettando la sentenza, si concentri sui problemi del Paese. Si tratta di stabilire un percorso rispettando il giudizio della Corte". E in questo l'esponente Pd si augura che "ci sia rispetto da parte di tutti delle decisioni della Corte, con toni adeguati e rispettosi perché stiamo parlando di un presidio della democrazia".

Per Massimo D'Alema occore lucidità. "Credo che tutti debbano prendere atto della sentenza della Corte Costituzionale e che -sottolinea- si debba reagire con molta serenità. Spero che nessuno, in questo momento, perda la lucidità, perché ho letto dichiarazioni abbastanza preoccupanti". E aggiunge: "Sono dell'opinione che sarebbe sbagliato, da una parte e dall'altra, trarre conseguenze politiche. La sentenza ristabilisce semplicemente l'equilibrio e l'appropriatezza della legislazione e come tale deve essere da tutti giudicata".

Dello stesso avviso Anna Finocchiaro secondo la quale non si tratta di "una sentenza politica come invece mi pare di sentir dire già da esponenti del Pdl, secondo me incautamente". Da parte sua, Piero Fassino si augura ora che la maggioranza di destra "accantoni definitivamente la teoria del complotto e prevalga la consapevolezza che le sentenze della Corte Costituzionale si rispettano. Per L'auspicio di Felice Casson è che "ora il Parlamento torni ad appropriarsi del proprio ruolo per far rispettare a tutti, compreso il governo, i principi di legalità"

Più duro Antonio Di Pietro. Che ricorda come l'Italia dei Valori abbia gridato subito all'incostituzionalità del lodo Alfano: "Lo abbiamo detto sin da quando ci riunimmo a piazza Navona in migliaia per gridare allo scandalo su questa legge che Berlusconi si è fatto per sistemare i suoi processi. Già allora, ci rivolgemmo al Capo dello Stato per pregarlo di non firmare questo scempio di incostituzionalità e immoralità''.

"Allora rimanemmo stupiti -aggiunge Di Pietro- che il Capo dello Stato, non solo firmò il Lodo, ma dichiarò che lo faceva non per dovere, ma perché lo riteneva del tutto costituzionale''.

''Spero che da oggi, alla luce della decisione della Consulta -conclude - il Presidente del Consiglio la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall'incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l'imputato. E spero che il Presidente della Repubblica, d'ora in poi, non sia così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali".

Soddisfatto anche Luigi De Magistris (Idv) che "il presidente del Consiglio ritorni, oggi, tra noi comuni mortali, sottoposti a quel rispetto della giustizia che è alla base della nostra Repubblica".


tag lodo alfano, bocciatura, berlsuconi, antonio di pietro, dimissioni, pd, continui a lavorare, elezioni anticipate

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