domenica 25 ottobre 2009

MARRAZZO, L'INTERVISTA:"ALLA MIA FAMIGLIA DICO, CE LA CAVEREMO"

brano tratto dall'intervista su Repubblica
intervista a Piero Marrazzo. "In questa storia ne esco a pezzi, maciullato"
"Non ne ho parlato subito con i magistrati per paura e vergogna"
"Ho sbagliato, dovevo denunciare ma l'incursione nella vita è un incubo"
"C'era stato un impegno fra uomini delle istituzioni a rispettare il segreto istruttorio. Io l'ho fatto, altri invece hanno violato il patto d'onore"

di GIUSEPPE CERASA

ROMA - "Vuol sapere se ho sbagliato? Vuole che lo ripeta, tre, quattro, cento volte? Sìho sbagliato".........

Solo su un punto Marrazzo e Petrucci, sono categorici: "L'altro ieri non c'è stata alcuna telefonata. È falso. Comunque abbiamo raccontato tutto ai giudici e i quattro carabinieri sono accusati di concussione, non di estorsione". Differenza sostanziale che permette a Marrazzo di aggiungere: "Io non ho mai ricevuto pressioni dopo quella mattina di luglio, non sono stato ricattato, niente nei miei comportamenti politici ha risentito di forme esterne di condizionamento. Lo posso giurare davanti a tutti, davanti ai miei figli, a mia moglie... ".

Ecco, sua moglie, giorni difficilissimi.
"Vuol sapere la verità? A me dell'incarico di presidente delle Regione ormai non me ne frega nulla, ma del rapporto con mia moglie sì. Le ho chiesto perdono, ho sbagliato, forse lei ha capito. Io sono cattolico e arrivo ad ammettere che ho peccato, ma un monsignore molto importante diceva: "In chiesa si può entrare anche attraverso un peccato". E io ho sbagliato. Ma sa quando ho toccato il fondo? Quando ho visto gli occhi di mia figlia di otto anni sconvolti l'altra sera mentre guardava alla tv un servizio sul caso Marrazzo. E quando si è messa ad urlare chiedendo della madre...".
Il presidente si ferma, gli si increspa la voce, non riesce a deglutire, porta le mani agli occhi, piange, cambia stanza.

Poi ritorna e intima: "Questo non lo scriva. Mi hanno ammazzato, ma non sono morto. Da vittima sono stato trasformato in carnefice. In questi anni è stato piazzato troppo tritolo sotto la mia sedia, mi hanno voluto annientare dal primo momento, ma non mi arrendo. Stamattina quando ci siamo sentiti per l'intervista io stavo andando al cimitero di Prima Porta a pregare sulla tomba di mio padre, il grande Joe Marrazzo... ".

Le lacrime lo interrompono di nuovo. "Sono giorni che non riesco a sfogarmi". Si ferma. Batte l'indice rumorosamente sul tavolo di legno. Prende fiato.

Ma perché in questi due giorni ha dato una versione che non ha retto, parlando di video-bufala, di complotto?
"Perché c'era stato un impegno tra uomini delle istituzioni a rispettare il segreto istruttorio. Io l'ho fatto, altri hanno violato il patto d'onore. Adesso io mi sono autosospeso da presidente della Regione e dal Pd: lo dovevo ai miei elettori, ai cittadini del Lazio, per una forma di estrema coerenza. Vede, il mio caso è diverso da quello di Berlusconi. Non credo che siano storie parallele. Anche perché hanno due epiloghi completamente differenti. Il senso delle dieci domande di Repubblica al presidente del Consiglio è, credo, questo: o racconta la verità o si dimetta. Io ho raccontato la verità ai giudici e poi mi sono dimesso. Come vede, due storie diverse".

Poi Marrazzo esce dalla stanza, torna con "La strada", il libro di Cormac McCarthy. "C'è un padre che in punto di morte parla al figlioletto che gli sussurra: "Ce la caveremo papà". E il padre gli risponde: "Sì, ce la caveremo". Ecco, io alla mia famiglia voglio dire: ce la caveremo, nonostante il mio errore, ce la caveremo".

leggi tutto l'articolo

Nessun commento:

Yoox

0.1 Special banner