giovedì 29 ottobre 2009

Marrazzo:Caccia al filmato integrale.Forse altri ricattati

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Note di Paturnio:
Si indaga sul pappone deceduto per infarto e tirato in ballo dagli imputati.Forse i 5000 euro non erano il pagamento per la prestazione, ma la prima trance data ai ricattatori. La moglie di uno di loro afferma che suo marito è innocente e la verità verrà fuori presto. Degli assegni che avrebbero dovuto tacitare i ricattatori non c'è traccia.Berlusconi afferma di essere stato corretto con Marrazzo e non vuole le elezioni anticipate.C'è qualcosa che sfugge in questa storia, qualcosa che non è ancora venuto fuori.

Il retroscena. Al trans Natalì il permesso di soggiorno in Italia per motivi di giustizia. I militari arrestati organizzano la difesa
Caccia al film integrale di Marrazzo
e a quei tre assegni per il ricatto

di CARLO BONINI

ROMA - La clandestina Natalì, il transessuale brasiliano che l'indagine riconosce nel video insieme a Piero Marrazzo nei primi giorni di luglio nell'appartamento di via Gradoli '96, ottiene il permesso di soggiorno in Italia per "motivi di giustizia". E, a sette giorni dall'arresto dei quattro carabinieri della stazione Trionfale, la decisione segnala come, in questa storia, nessuna tessera sia ancora andata al suo posto. A cominciare dal video che si vuole filmato quella mattina (2 minuti di lunghezza), destinato al "mercato" del ricatto, ma che gli inquirenti si dicono convinti sia solo un frammento di un girato ben più lungo. Che non a caso cercano da giorni, perché lì potrebbe essere la chiave per capire davvero chi girò cosa, quando e come. I carabinieri (come è convinta la pubblica accusa)? Il "pappone" Gianguarino Cafasso scomparso per infarto da overdose nel settembre scorso (come sostengono i militari)? Un altro transessuale? Un po' gli uni e un po' gli altri? Continua


Dossier senza riscontri con oltre dieci nomi di vittime, tra politici e giornalisti
Le accuse dei viados. Il ruolo di un pappone deceduto per infarto
La banda dei ricatti agiva dal 2007
nella rete anche due ex ministri
di CARLO BONINI


ROMA - Ora che il Governatore è caduto, le domande cercano altre risposte. Esiste un doppio fondo dell'affaire Marrazzo? Il condominio di via Gradoli è o è stata una matrioska del ricatto? Insomma, esistono davvero altri politici presi al laccio? E se così è, anche loro hanno pagato un prezzo per la loro vulnerabilità? Fonti qualificate in Procura sgranano gli occhi: "Politici? Per carità. Un falso". Da liquidare né più e né meno come l'immondizia velenosa che da ieri ha preso a frullare nelle redazioni dei quotidiani. Una "colonna infame" di dodici nomi, priva di un qualsiasi straccio di riscontro negli atti di indagine, un "chi più ne ha, più ne metta" di uomini della politica e dell'informazione da squartare.

Un pantano che dà l'idea dei nervi che questa storia ha scoperto. Dell'occasione che apre per qualche resa dei conti brutale. Con al centro i Carneade della "squadretta" della stazione Trionfale: il maresciallo Nicola Testini, i carabinieri Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Antonio Tamburrino (da giovedì scorso detenuti a Regina Coeli in regime di massima sicurezza, massima sorveglianza visiva e assoluto isolamento). E di cui conviene tornare a parlare, perché, al netto dei veleni, quello che si comincia a percepire sul conto di almeno tre dei quattro militari (Testini, Simeone e Tagliente) non è proprio rassicurante. Né residuale. continua a leggere

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