giovedì 29 ottobre 2009

Marrazzo, primo giorno da ex a casa con la famiglia a Colle Romano


Ma resta l'idea di resta l'idea di un ritiro in convento

Piero Marrazzo (Lapresse)
Piero Marrazzo (Lapresse)
ROMA - Chiuso in casa. Con la famiglia a fare dare schermo, da barriera di protezione. I suoceri e la moglie Roberta, incrollabile e determinata a gestire la parte più difficile di questa storia. Piero Marrazzo ha trascorso il primo giorno da non presidente nella sua villa di Colle Romano, comprensorio elegante sulla Salaria, immerso in un bosco alle porte di Roma. Una scelta quella di restare in casa presa ieri sera dopo che il tentativo di raggiungere alcuni istituti religiosi, compresa l'Abbazia di Montecassino, era stata abbandonata per la pressione mediatica scatenata dal tam tam giornalistico. Una decisione presa in accordo anche con l'Abate di Montecassino per il timore di trasformare il monastero benedettino, da tranquillo ritiro spirituale, a circo di telecamere, microfoni e block notes.

Un'immagine d'archivio di Marrazzo con la moglie Roberta Serdoz
Un'immagine d'archivio di Marrazzo con la moglie Roberta Serdoz
TELEFONATE - Così il ritiro di Piero Marrazzo ora è casa. Una casa che, proprio per il suo impegno da presidente aveva deciso di abbandonare per un appartamento a Roma. Ma da ieri, da quando è diventato ex governatore del Lazio, ha nuovamente eletto a suo domicilio. Qui ha trascorso i momenti più belli, anche la festa per il matrimonio con la moglie Roberta. Resta però la voglia comunque di scegliere un altro istituto religioso per riacquistare «tranquillità, quiete, serenità». Tutto quello che ha perso in appena sei giorni, sei giorni che lo hanno travolto per lo scandalo del video con il trans e la coca, dello sporco ricatto, dei carabinieri arrestati. Sei giorni in prima pagina, lui giornalista poi prestato alla politica. Ora, chi gli sta accanto dice, «cerca solo di tagliare con questa parentesi». Ad aiutarlo anche la presenza della figlia più piccola, un po' di normalità nel bel mezzo dell'inferno. L'ex governatore ha trascorso tutto il giorno in casa. Ha ricevuto le telefonate dei suoi collaboratori. Lo hanno chiamato per affetto, per sapere come stava. Temono il tracollo di un uomo distrutto. Un uomo che nessuno ora degli amici e dei parenti vuole lasciare solo. I suoceri, i genitori di Roberta, che abitano nella villa accanto, non lo lasciano un attimo. Ora la speranza è che la tensione mediatica rallenti. Che ritorni un po' di normalità. Meglio, l'oblio. Poi l'ex presidente della Regione Lazio, che fino ad una settimana fa si accingeva ad entrare nell'agone della campagna elettorale, ricostruirà il futuro. Probabilmente proprio da quel convento che ieri non è riuscito a raggiungere.


corriere della sera 28 ottobre 2009

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