venerdì 26 giugno 2009

"Chiudere la bocca a chi strilla" Crisi, Berlusconi contro i media

26/6/2009 (17:55) - RECESSIONE- LE MISURE DEL GOVERNO

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi



Ira del premier: diffondono il panico
Cesa (Udc) rifiuta la sua solidarietà
ROMA
Gli imprenditori devono minacciare i media di non dare più pubblicità perchè non diffondano la paura della crisi. E bisognerebbe chiudere la bocca a quegli organismi, anche internazionali, che continuano a diffondere dati di calo dell’economia anche di 5 punti. Silvio Berlusconi lo dice durante una conferenza stampa a palazzo Chigi. «Quello che si deve fare è far rivivere i consumi - aggiunge - far tornare tutti al loro stile di vita precedente perchè per la maggior parte la gente non ha motivo di modificarli». Il premier attacca «le organizzazioni, anche internazionali, che un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà nel 2010 e finirà nel 2011, un disastro... dovremmo chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano di crisi, magari perchè lo dicono i loro uffici studi, ma così distruggono la fiducia dei cittadini dell’Europa e del mondo». Ce n’è anche per «gli organi di stampa che prendono tutte queste posizioni insieme alle opposizioni che danno degli incentivi alla paura che sono fuori dalla realtà». «A coloro che investono dobbiamo dire di non avere paura, li sosteniamo perchè le banche gli diano credito, aumenteremo i fondi di garanzia. Dobbiamo dire agli imprenditori di non avere paura, di fare pubblicità ai loro prodotti, l’imprenditore che non ha coraggio perde quote di mercato». «Gli imprenditori - incalza - devono continuare a credere, non avere paura e incentivare con le loro azioni editori e direttori di organi di stampa e televisioni perchè non diffondano la paura».

Silvio Berlusconi osserva una serratissima agenda di lavoro ma la giornata di oggi parte con una polemica sull’uso del gossip giornalistico in politica e si accende una scaramuccia con il segretario Udc, Lorenzo Cesa, oggetto di un’ulteriore puntata di un’inchiesta del ’Giornalè. A lui, e a Massimo D’Alema, che aveva già annunciato di querelare il quotidiano di Paolo Berlusconi, il premier si rivolge dicendo: «Sono stato facile profeta quando ho previsto che l’imbarbarimento provocato da una ben precisa campagna di stampa avrebbe messo in moto una spirale che va assolutamente arrestata. Poichè io ho denunciato aggressioni a mio danno nessuno può pensare che io possa approvare analoghi metodi ed aggressioni nei confronti di chiunque».

«Non ho mai partecipato a festini, nè ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga. Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal Presidente del Consiglio», è la secca replica di Lorenzo Cesa. «Mi dispiace che l’on. Cesa non accetti la mia solidarietà. Non ho mai partecipato a cosiddetti festini, non ho mai frequentato minorenni nè so a chi si riferisca quando parla di persone che fanno uso di droga», controbatte Berlusconi.

«Berlusconi vuole chiudere la bocca a un pò troppa gente. Prima parlava solo dell’opposizione e dei giornali non allineati con il Governo. Adesso vuole chiudere la bocca anche a Bankitalia, all’Istat, all’Ocse e a Confindustria, oltre che a tutti i media, colpevoli di diffondere dati reali sulla crisi economica e finanziaria. Le parole di Berlusconi confermano che la sua concezione della democrazia è, come dire, un pò debole e che l’unico modo di governare che conosce è quello di raccontare bugie al Paese e agli italiani» attacca la Finocchiaro. E il presidente della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti, Roberto Natale, afferma che l'attacco del premier «dimostra una volta di più il suo disprezzo per il ruolo che l’informazione svolge in una società democratica».


la stampa 26 giugno 2009

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