venerdì 20 giugno 2008

Maturità: il Ministero rimandato a data destinarsi. E la Gelmini chiede scusa ai maturandi



Maturità, pasticcio del Ministero:
«Sbagliata la traccia su Montale»
L'esperta Maria Luisa Spaziani:

"In quella poesia il poeta non parla di una donna"

Maturità, nuovo pasticcio: errori anche nella versione di greco

Nel brano di Luciano di Samostata mancava una parte fondamentale


Inglese: errori clamorosi


Non è finita con l'addio all'ispettrice Caterina Petruzzi, capo del team che elabora le tracce per l'esame di maturità la vicenda dell'errore nella traccia per il tema su Montale e le altre imprecisioni segnalate in altri testi forniti dal ministero dell'Istruzione ai maturandi. Si cercano ancora i responsabili per i quali, con una nota, si preannunciano "sanzioni". Ecco il testo del comunicato ministeriale: "Contestualmente alla nomina del nuovo presidente della struttura tecnica per gli esami di Stato, il professor Luciano Favini, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sta accertando le responsabilità dei dirigenti preposti all'elaborazione delle tracce d'esame al fine di adottare le opportune sanzioni"."E' necessario chiedere scusa agli studenti" lo ha dichiarato il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini riferendosi agli errori riscontrati nelle tracce proposte per le prove scritte degli esami di maturità in corso. "Quanto è accaduto nella prova di italiano di ieri e anche in altre prove nella giornata di oggi - ha osservato il ministro - non è scusabile ed è inaccettabile".Ieri intanto secondo giro di boa, con le seconde prove scritte, specifiche per ogni indirizzo. La maratona si chiudera' lunedi' con il cosiddetto 'quizzone', poi gli orali.
ansa.it

MILANO 19/06/2008 - Nessuno si aspettava un secondo errore da parte del ministero della pubblica istruzione. Dopo lo scivolone sulla poesia di Eugenio Montale, i funzionari del ministero hanno dimostrato lacune anche nella più classica delle materie umanistiche: il greco. Nel testo della versione consegnato ai ragazzi del liceo classico, ci sarebbe un errore: nella traccia inivata dal ministero dell'istruzione manca una piccola parte della versione che però sarebbe fondamentale per la corretta comprensione e traduzione del testo.

Lo rivela il sito http://parmaok.it . Nel sito viene anche spiegato che"i professori del Romagnosi di Parma hanno così dovuto integrare il testo prima di sottoporre la prova agli studenti


L'esperta Maria Luisa Spaziani: "In quella poesia il poeta non parla di una donna"
Maturità, pasticcio del Ministero: «Sbagliata la traccia su Montale»

ROMA 18/06/2008 - Su Montale gli esperti di viale Trastevere hanno commesso un errore. I versi della poesia proposta, "Ripenso il tuo sorriso", infatti, sono dedicati a un compagno di scuola. Parola della poetessa Maria Luisa Spaziani, esperta di Montale e animatrice del Premio dedicato al poeta al quale è stata a lungo legata sentimentalmente.

Nelle indicazioni fornite assieme al testo della poesia, invece,si fa riferimento esplicitamente a una figura femminile. "Nella prima strofa - si legge infatti del testo di supporto fornito dal ministero agli studenti - il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall'altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile".

E ancora. "Il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso, nel quale si manifesta 'libera', la sua 'anima'". Per concludere facendo notare che "nell'ultima strofa ricorrono espressioni relative sia alla condizione interiore del poeta, sia alla 'pensata effigie' della donna".


All'Istituto Tecnico Turistico consegnata una traccia piena di errori
Maturità, prova d'inglese tutta sbagliata: "bocciato" il ministero


MILANO 19/06/2008 - L'esame di maturità lo fanno gli studenti, ma gli errori più gravi, fino ad ora, sono arrivati dal ministero dell'Istruzione. Dopo lo scivolone sulla poesia di Montale e la distrazione nella versione di greco, ecco che spunta un altro imbarazzante errore. Questa volta nella prova di inglese.

Agli studenti degli Istituti Tecnici per il Turismo è stata infatti consegnata una traccia piena di errori. Un testo che gli esperti del Ministero hanno probabilmente tratto da un sito (CLICCA QUI PER VEDERE IL TESTO) che si occupa di turismo e dove una giornalista yemenita ha intervistato i titolari di una struttura alberghiera in Namibia: un esempio di architettura coloniale tedesca, come tedesca è la lingua dei titolari, Tinkie e Johan Cornelissen. La differenza di nazionalità dei protagonisti della chiacchierata e l'uso dell'inglese come lingua veicolare hanno dato origine a un testo con diversi errori. Buono per la divulgazione giornalistica di temi turistici ma probabilmente non adatto a una prova di lingua straniera.

LA SEGNALAZIONE
Se ne sono accorti in molti tra gli insegnanti e se ne è accorta anche la professoressa Jean Woodhouse, esperta madrelingua inglese con una ventina d'anni di esperienza di insegnamento nelle scuole italiane - è stata tra l'altro insegnante privata di Piersilvio e Marina Berlusconi -, che ha pensato bene di correggere a mano la traccia del Ministero proprio come avrebbe fatto con il compito di uno dei suoi studenti. E dando anche il voto che il funzionario autore dell'errore - la persona che ha copiato il pezzo dal web e lo ha trasformato in traccia d'esame senza fare le opportune verifiche - si meriterebbe: «gravemente insufficiente».

Un tempo sarebbe stato un bel «4». Del resto, le cancellature e le correzioni che l'insegnante ha apportato sono state parecchie («ma nella fretta mi sono limitata agli errori più evidenti e grossolani» precisa) e a prima vista potrebbe sembrare più il testo elaborato dall'ultimo della classe che non un documento ufficiale diramato da Viale Trastevere.

VERBI SBAGLIATI
La traccia reperibile su Internet (clicca per vederla) contiene diverse imprecisioni, come il mancato utilizzo del genitivo sassone o errori nell'utilizzo dei verbi (ad esempio un «have» al posto di un «has»). Ma, secondo la professoressa Woodhouse, al di là degli errori grammaticali, comunque parecchi, è l'intero testo che dovrebbe essere preso e buttato nel cestino. (GUARDA GLI ERRORI)

IL SITO
Lo svarione non sta nell'aver preso pari pari da un sito Internet di argomento turistico il testo da proporre agli esaminandi (è comunque un documento), quanto la scelta di un testo zeppo di errori, che potrebbe aver indotto gli alunni a commettere strafalcioni a loro volta. Anche le domande proposte ai candidati (l'esercizio vero e proprio, elaborato dal ministero) sono state oggetto delle correzioni della professoressa Woodhouse.

«Sono un'insegnante severa - conclude l'insegnante -. Finito l'esame ho inviato la segnalazione come "privata cittadina indignata".»


http://www.corriere.it/Speciali/Cronache/2008/Maturita/articoli/pop_english.shtml

giovedì 19 giugno 2008

Nanotecnologie: La camicia pulita per sempre



19/6/2008 - I PROGETTI ALL’AVANGUARDIA IN ITALIA

Tessuti “anti-tintoria” e nuovi medicinali: la rivoluzione delle nanotecnologie

GIOVANNA FAVRO

TORINO Macchie di sugo, d’erba o di caffè che magicamente svaniscono al sole: la camicia e la cravatta tornano pulite senza tintoria né lavatrice, e il divano ridiventa candido senza smacchiatore. Magia delle magie alle orecchie di ogni massaia: la tenda non ingrigisce più per lo smog oltre al fatto che chi ha problemi di sudorazione non lascia cattivi odori sulla t-shirt. Sono i tessuti «autopulenti» e «antibatterici»: miracoli delle nanotecnologie, che consentono invenzioni solo apparentemente da fantascienza: ormai, si tratta di oggetti pronti a finire sui mercati. Ieri a Torino sono stati presentati i rivoluzionari frutti del lavoro di 11 aziende e 5 centri di ricerca dei tre atenei piemontesi (Università degli Studi di Torino, Politecnico e ateneo Avogadro), Cnr e Inrim. Scienziati e imprese hanno lavorato gomito a gomito nel progetto «Nanomat», sostenuto dalla Regione e promosso dal Corep. Il cemento magicoI risultati? Compreremo tessuti che si lavano da soli entro un paio d’anni, e sono in arrivo auto con invisibili pannelli solari sul parabrezza, super-pellicole che conservano i frutti di bosco per settimane, materiali che riparano i difetti delle pareti addominali, o sistemi che scoprono i danni dei beni culturali ben prima che siano visibili. Gabriele Ricchiardi, ricercatore del Centro d’eccellenza sulle «Superfici e interfacce nanostrutturate» dell’Università di Torino, racconta le meraviglie del cotone che si smacchia al sole. Su quest’invenzione sono al lavoro diversi gruppi di ricerca nel mondo (specie in Giappone), e quello di Torino, diretto da Adriano Zecchina, è il più avanzato d’Italia: ha creato (con la Buzzi Unicem) un cemento che non fa ingrigire le facciate delle case, e con l’«Associazione tessile e salute» di Biella i prodigiosi filati. Il segreto? «Si deposita sul cotone, la lana o la seta uno strato di biossido di titanio di dimensioni nanometriche, cioè misurato in miliardesimi di metro». E’ atossico, costa poco «ed elimina le macchie con la luce solare: ne scinde le molecole facendole decomporre e svanire». Non è un’illusione ottica: «Lo sporco è distrutto davvero, trasformato in anidride carbonica e acqua». Il bucato senza lavatrice può fare un po’ senso, ma il risultato è migliore di quello del lavaggio: non servono acqua, sapone o energia elettrica (né olio di gomito), e l’invenzione funziona con ogni macchia, salvo la ruggine. Servono un paio d’anni per la vendita, «perché vogliamo tessuti morbidissimi e strati nanometrici attaccati alle fibre nonostante anni di strapazzi». Una magia? «Non è che un esempio - dice Savatore Coluccia, coordinatore del progetto Nanomat e docente all’Università - delle mille applicazioni delle nanotecnologie, la più promettente frontiera scientifico-tecnologica anche perché capace di applicazioni in tutti i campi, dall’energia alla medicina». Gli Archimede del Centro nano-sistemi dell’Università del Piemonte Orientale hanno presentato, dice Leonardo Marchese, uno studio condotto con il Centro Ricerche Fiat «per film di materiali nanostrutturati che trasformano l’energia solare in elettricità, una volta stesi sui vetri e il tettuccio delle auto». Se la scoperta funziona anche sulle finestre delle case, Giovanni Camino, («Dismic» del Politecnico), è invece alle ultime battute (con il Parco Tecnogranda di Cuneo) per una pellicola da alimenti che raddoppia la durata di frutta e verdura: «Quelle oggi in vendita consentono il passaggio d’ossigeno. La nostra pellicola è altrettanto trasparente e flessibile ma crea una barriera all’aria più efficace». E ancora: l’industria «Ledal» produce filati di lamé, e con il «ChiLab» del Politecnico ne ha creato un tipo che non scolorisce mai: «Con quest’invenzione - dice Claudio Cagliero - speriamo di riportare un po’ di lavoro in Italia». Un’altra azienda, la «Nimbus», vende i primi esemplari di un velivolo senza pilota che è una via di mezzo fra un aereo e un dirigibile, la «Logicabiomat» produce nanosfere che trasportano i farmaci nel corpo, la «Adamantio» scopre i danni alle pergamene prima che siano visibili, e via inventando materiali a livello infinitamente piccolo. Non è fantascienza: il futuro è qui.

CHE COSA SONO

Particelle invisibili e onnipotentiL’idea originariaIl termine «nanotecnologia» è stato inventato nel ‘76 dal ricercatore americano Eric Drexler, il quale definisce così la nuova scienza: «E’ una tecnologia a livello molecolare che ci permetterà di porre ogni atomo dove vogliamo che stia. Chiamiamo questa capacità nanotecnologia, perché funziona sulla scala del nanometro, vale a dire 1 milionesimo di metro».Infinitamente piccoloSi tratta di una tecnologia a livello atomico, una scala che fa intersecare le applicazioni della chimica con quelle della fisica e dell'ingegneria genetica.Il futuro alle porteLe prospettive sono esaltanti: dalla trasformazione della materia a livello atomico ai computer delle dimensioni di 1/100 di micron cubico, fino a nuove generazioni di materiali dalle proprietà multiple e alle micro-macchine in grado di fare un po’ di tutto. Si va dall’annichilimento dei rifiuti ai farmaci personalizzati e a nuove armi di distruzione di massa.

La Stampa 19 giugno 2008

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