venerdì 31 luglio 2009

INFLUENZA SUINA: CHE LAVORO FA LA MOGLIE DI SACCONI ?

Il ministro Sacconi e il conflitto di interessi sull’influenza “suina”

«Caro Berlusconi, chiedi cosa fa la moglie di Sacconi»; era il titolo di editoriale uscito il 30 gennaio scorso. Il giornalista faceva notare al premier un enorme conflitto di interessi presente nel suo attuale esecutivo: «Si dà infatti il caso che Sacconi sia coniugato con una donna talmente in gamba (Enrica Giorgetti n.d.r.) da essere stata assunta alla direzione generale di Farmindustria. Anche chi non ha dimestichezza con certi affari comprende che siamo di fronte a un gigantesco conflitto di interessi; il responsabile del dicastero (sia pure tramite il sottosegretario Fazio) controlla la Salute pubblica, e sua moglie è al vertice non di un’azienda di elettrodomestici ma bensì di un colosso farmaceutico che, come dice la parola stessa, si occupa di farmaci».

Si potrebbe pensare alla solita stampa “di sinistra” o comunque schierata, che tenta di far emergere uno dei tanti problemi dell’attuale governo, ma purtroppo in questo caso non è cosi. L’editoriale uscì sul quotidinoLibero“, scritto del suo direttore , Vittorio Feltri. Il giornalista, sicuramente una delle penne meno “bolsceviche” della stampa nostrana, sembrò prevedere quello che sarebbe successo pochi mesi dopo. Infatti, il 22 luglio scorso il Ministro Sacconi ha annunciato un piano di vaccinazioni gratuite in merito alla probabile diffusione del virus dell’ A/H1N1 (conosciuto erroneamente come influenza suina) anche nel nostro paese:

«Si sta considerando di vaccinare contro la nuova influenza anche la fascia di popolazione pari a 15,4 milioni di soggetti tra i 2 e i 27 anni, da gennaio 2010. Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino e, pertanto, verranno acquisite 48 mln di dosi di vaccino pandemico».

L’acquisto di 48 milioni di vaccini sarà una spesa non indifferente per le già malandate casse dello stato e addirittura probabilmente inutile, come ci spiega il farmacologo Silvio Garattini:

«Se il virus A/H1N1 della nuova influenza non muterà, acquisendo dunque una maggiore virulenza rispetto allo stato attuale, la vaccinazione di massa annunciata dal governo italiano e da quelli di molti altri paesi non è necessaria».

Garattini vede con perplessità questa “corsa al vaccino” e senza mezze parole spiega che «c’é, certamente, una grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno molte risorse economiche». Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano invita anche a riportare l’attenzione sulle altre tragedie sanitarie in atto come l’Aids e la malaria, ultimamente sovrastate mediaticamente dalla A/H1N1.

Il farmacologo continua spiegando che questo virus ha una virulenza mite e che il pericolo é per quelle persone che vengono dalle zone colpite. Aggiunge in oltre che i farmaci antivirali utilizzabili avrebbero un basso impatto sul totale decorre della malattia, creando invece il problema degli effetti collaterali dati dal farmaco, al punto di definire la sua assunzine «non un grande affare». Se il piano di vaccinazione invece verrà predisposto, come annunciato , potrebbe diventare realmente un grande affare, ma sicuramente non così reale per cittadini quanto per la moglie di Sacconi.

diritto di critica 20 lugglio 2009

giovedì 30 luglio 2009

Patrizia D'Addario, stampa estera: "In discoteca come una ex del Grande Fratello"


Guardian: vi serve una raccomandazione in Italia? Le prostitute sono la nuova potenza


I principali quotidiani stranieri annunciano la festa a tema "I love Silvio"
Camerieri con la maglietta del Milan e maschere del premier al night Globe di Parigi
Grande attesa per la escort di Bari, a cui viene pronosticato un futuro di successo



Come una concorrente del "Gran Hermano", come un'ospite "exclusive"... La prima comparsata di Patrizia D'Addario, viene annunciata dalla stampa estera con grande enfasi.

Il quotidiano pubblica un ampio articolo titolato "Berlusconi è una festa francese". Con abbondanza di particolari si annuncia la serata a tema: locale vestito del tricolore, dipendenti in maglietta del Milan, ospiti omaggiati di maschere con le fattezze del presidente del Consiglio e Patrizia d'Addario ospite d'onore, nel solco migliore degli "eventi" alla Grande Fratello. Il quotidiano ammette di non sapere che cosa esattamente farà la escort: una semplice comparsata? Uno show in stile burlesque? E' un'incognita, ma gli spagnoli già pregustano il seguito. Ipotizzano un futuro di successo per la escort, paragonandola a Christine Keeler, la donna del caso Profumo la cui foto è esposta alla National Gallery di Londra, o a Nell Kimbal che pubblicò "Memorie di una madame americana".

Per la stampa inglese il Cavaliere è diventato sinonimo di "cultore della prostituzione", se quasi in ogni contesto il suo nome viene usato come paradigma del cliente "d'alto bordo" (ad esempio: sul Times la recensione di un nuovo musical ambientato in una casa di appuntamenti esordisce così: "Queste squillo non saranno sofisticate e profumate come quelle che adornano la tana di Berlusconi..."). E così un ironico articolo di Alexander Chancellor sulla deferenza britannica per gli aristocratici, arriva a sostenere che - piuttosto che a un nobile inglese decaduto - se oggi in Italia ci si volesse rivolgere a un personaggio importante bisognerebbe andare da "una ex prostituta. Pare infatti che Silvio Berlusconi tenga le esponenti della professione più antica del mondo in tale alta considerazione che le incoraggia addirittura a entrare in politica".

La comparsata di Parigi è rimbalzata anche sulle agenzie di stampa. Reuters fornisce il pedigree del locale, una brasserie frequentata da artisti e bohemien, dove nel 1905 Jean Jaures gettò le basi del movimento socialista francese in una serie di incontri pubblici.

Il quotidiano di Sydney si concentra, invece, sulle querelle tra la D'Addario e il suo ex amante Giuseppe Barba. Lui sostiene di essere scampato ad un tentato omicidio: "Ha speronato la mia Vespa. Voleva uccidermi". Lei respinge le accuse e presenta una controquerela. Da questo ritratto l'ipotesi di una "ricattatrice" che ha registrato Berlusconi con l'obiettivo di incastrarlo.
la repubblica 30 luglio 2009

D'ADDARIO E ASSESSORE IN QATAR, OSTILIO:"ERO Lì MA NON CON LEI"

L'ex amante dell'escort coinvolge un componente della giunta.

Il responsabile uscente del Turismo confermaUn «assessore regionale importante». Che ha trascorso «venti giorni in Qatar con Patrizia D'Addario». A raccontare questa storia alla Gazzetta del Mezzogiorno è stato ieri Giuseppe Barba, il 47enne imprenditore edile condannato (ha patteggiato) per essere stato lo sfruttatore della escort che ha fatto scoppiare il Bari gate. Un identikit abbastanza preciso, quello tracciato da Barba, che ha scatenato ieri mattina l'inevitabile caccia all'uomo. Chi è l'assessore? Non sono, giurano, né Sandro Frisullo né Enzo Russo ai quali erano andati i primi pensieri visto che i loro uffici per ragioni di lavoro (l'internazionalizzazione il primo e l'agricoltura il secondo) hanno avuto contatti con i paesi arabi. «In Qatar non siamo mai stati, né tantomeno conosciamo la D'Addario» hanno spiegato entrambi.

In uno degli Emirati c'è invece stato, a febbraio del 2009 (mentre Barba nell'intervista parla di marzo dello scorso anno) l'ex assessore al Turismo, Massimo Ostillio, anche lui disarcionato da Vendola nel recente giro di valzer di giunta. «E' vero - dice Ostillio - sono stato tre giorni in Qatar ma la D'Addario non c'era. Non era con me, sicuramente, visto che ho controllato la lista dei partecipanti che fortunatamente conservo ancora. Non siamo partiti da Foggia, anche perché non mi risulta esista un volo Foggia-Doha». Di quel viaggio, Ostillio ricorda molti particolari. «Sono stato tre giorni, sono andato con un volo di Stato. C'era anche il sottosegretario Michela Vittoria Brambilla, ma posso assicurare che il presidente Silvio Berlusconi non c'era. Ripeto, la D'Addario sicuramente con noi non è venuta. Poi non posso dire con certezza che non fosse lì anche perché c'erano molti imprenditori, anche pugliesi, del settore alberghiero. In ogni caso mi sembrerebbe molto strano di non ricordarlo, anche perché il viaggio è recente e la signora non è certo un tipo che passa inosservato».

Chi è stato all'ora? Nei corridoi della Regione, sia a destra sia a sinistra, tendono a sminuire la vicenda. Parlano di un possibile equivoco, anche se tutti hanno fatto ieri una ricerca su Google piuttosto che sul motore di ricerca interno della Regione per cercare una delibera o una determina che potesse essere una pista. Qualcuno dice che Barba sia inattendibile. Altri che potrebbe essersi confuso: Doha o Dubai? Un assessore o un consigliere regionale? Oppure: la spedizione era della Regione o magari di qualche associazione di categoria che spesso, per pubblicizzare il made in Italy, porta in giro politici e dirigenti? L'estate è ancora lunga.(LA REPUBBLICA 30 luglio 2009)

Jackson,medico sommerso da debiti

Pratiche non deontologiche per soldi

Continuano le indagini sul medico che somministrò l'anestetico a Michael Jackson il giorno della sua morte. Adesso gli investigatori hanno scoperto che il dottor Conrad Murray era sommerso dai debiti ed ha inoltre diverse cause pendenti derivanti dal suo lavoro. L'ipotesi degli investigatori, ancora da verificare, è che Murray si sia prestato a pratiche non deontologiche coi suoi pazienti, Jackson compreso, spinto dal bisogno di soldi.






WASHINGTON (USA) / 30-07-2009

MORTE MICHAEL JACKSON / continuano indagini su medico di Jacko, Murray per omicidio di Michael Jackson

WASHINGTON-USA (UnoNotizie.it) INDAGINE SU MEDICO DI MICHAEL JACKSON: stando alle ultime notizie, il medico personale di Michael Jackson, Conrad Murray, è stato ufficialmente inserito nel registro degli indagati per l'omicidio di Michael Jackson.

Il noto cardiologo era insieme a Michael Jackson quando morì, una morte sopraggiunta per arresto cardiaco di Jacko probabilmente provocato proprio dal fortissimo tranquillante, il Propofol, che il medico iniettò a Michael Jackson.

Il cuore di Michael Jackson, stressato dalle conintue sostanze antidolorifiche che gli venivano iniettate, sembra infatti non aver retto all'ennesima dose di Propofol, un farmaco anestetico endovenoso di penultima generazione, oggi usato dalla stragrande maggioranza degli anestesisti come principale agente di induzione dell'anestesia e ovviamente non venduto liberamente.

Il legale di Conrad Murray ha dichiarato: "chiariremo le cause della morte di Michael Jackson. Il mio assistito è innocente".
Intanto la polizia ha perquisito la casa del medico di Michael Jackson.

- Uno Notizie morte Michael Jackson Washington USA

Patrizia D'Addario in procura per presentare una denuncia

L'escort barese Patrizia D'Addario, che sostiene di aver trascorso una notte con il premier Silvio Berlusconi, è uscita dagli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari dove ha depositato una denuncia-querela.

La denuncia-querela depositata in procura da Patrizia D'Addario sarebbe collegata all'intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno, il 23 luglio scorso, dalla moglie di un ex amante della escort barese, l'imprenditore edile Giuseppe Barba. L'imprenditore oggi, in un'altra intervista pubblicata dallo stesso quotidiano, sostiene che due giorni fa D'Addario, mentre era al volante della sua 'Ford Fiesta', ha tentato di speronare la Vespa che l'uomo guidava. Barba ritiene inoltre che il tentativo di speronamento sia avvenuto a causa delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla moglie, Bernardina Murgolo.

Questa aveva invitato la gente e il premier Berlusconi a non credere a Patrizia D'Addario. "Diffidate di questa donna - aveva detto -: lo dico per mio marito, ma anche per Berlusconi.
Perchè questa donna sta usando con Berlusconi la stessa tattica usata con mio marito: ricatta col registratore". "Dice di registrare e filmare sempre tutto perchè ha paura, soprattutto di mio marito - aveva sottolineato - ma in realtà lei ha cominciato a usare il registratore e la telecamera sin da quando stava col suo compagno, quello da cui ha avuto la figlia". Barba, su denuncia della escort barese, fu arrestato per minacce e sfruttamento della prostituzione e patteggiò la pena.

All'uscita non ha voluto fare dichiarazioni ai cronisti. Una legale che l'accompagnava si è limitata a salutare i giornalisti e a confermare che venerdì prossimo, 31 luglio, in una discoteca di Parigi, D'Addario farà la sua prima uscita pubblica.

Poco prima, avvicinata avvicinata da un cronista dell'ANSA, l'escort non aveva voluto fornire dichiarazioni e il suo legale si è limitata a dire: "Abbiamo da fare".

Restano le parole dell'ex amante della D'Addario che l'accusa di tentato omicidio: "Due giorni fa ha speronato la mia Vespa". Sarebbe una vendetta per l'intervista alla moglie apparsa sulla Gazzetta del Mezzogiorno la scorsa settimana.

L'imprenditore contesta di aver sfruttato la prostituzione di Patrizia D'Addario e aggiunge di aver patteggiato "perchè lei mi aveva promesso che sarebbe sparita. Invece..." Tra l'altro, aggiunge Giuseppe Barba, "quella donna ha la malattia del registratore, lo ha sempre con sè, lo usa sempre, lo fa con tutti. D'Addario a Bari conosce tanti politici, del Comune, della Regione, parlamentari, di destra e di sinistra. L'anno scorso a marzo è stata all'estero, in Qatar, per venti giorni, con un assessore regionale importante. Sono arrabbiato", confida l'imprenditore al cronista della Gazzetta del Mezzogiorno.

"Avevo i soldi, ero una persona brillante. Patrizia mi ha rovinato, rovina tutti". Ma cosa vuole dalla D'Addario e da questa storia, domanda il giornalista. Barba risponde: "Da lei, niente. Magari da Berlusconi".
(la repubblica 29 luglio 2009)

APRILE,NANNI MORETTI: LA PRIMA VOLTA CHE BERLUSCONI VINSE LE ELEZIONI (VIDEO)

mercoledì 29 luglio 2009

Montecarlo, le feste di Tarantini sullo yacht cocaina e champagne

bordo la Began, Zardo e la Bari dei ricchi. Smentite e conferme
dopo l'intervista del deputato Mele sul festino di Roma


di PAOLO BERIZZI


Montecarlo, le feste di Tarantini sullo yacht cocaina e champagne

La Began durante una festa a Napoli

BARI - Feste e festini sulla barca ormeggiata a Montecarlo. Allietati dalla cocaina e affollati di "bella gente", come diceva lui ai selezionati amici pugliesi che avevano accesso allo yacht. Gli stessi, in molti casi, che partecipavano agli eventi mondani organizzati da "Gianpi" a Porto Cervo e nella villa barese di Giovinazzo. Nell'inchiesta sul presunto giro di escort organizzato da Gianpaolo Tarantini spuntano ora i viaggi dell'imprenditore nel Principato di Monaco: e non si tratterebbe di viaggi d'affari. Piuttosto, stando ai nuovi accertamenti dei militari della Guardia di Finanza, di trasferte dorate nelle quali l'imprenditore barese riuniva i suoi ospiti e assieme a loro condivideva momenti di evasione dove la polvere bianca - è l'ipotesi avanzata dagli investigatori - non mancava mai.

Due spostamenti. Almeno due "puntate" di Tarantini e dei suoi amici nella perla mondana della Costa Azzurra. Che ora finiscono sotto la lente di ingrandimento della Procura (nei filoni di indagine su droga e prostituzione). Il primo viaggio risale al 2007. Tarantini, in base ai riscontri e ad alcune testimonianze raccolte dal pm Giuseppe Scelsi, vola a Montecarlo dove trascorre un week end con Sabina Began, di cui è molto amico, e altri amici.

E' lei, la Began, detta l'"ape regina", la figura che fa da cerniera tra Tarantini e Berlusconi. Nell'estate del 2008, quella della festa a villa Certosa. In quell'anno Tarantini organizza un altro fine settimana - ed è il secondo viaggio sul quale si stanno concentrando gli uomini delle fiamme gialle. Di nuovo nel Principato di Monaco. C'è il Gran Premio. Affitta una barca a vela da 25 metri (5mila euro di affitto al giorno) e invita un po' di "bella gente". Assieme ad alcuni giovani imprenditori pugliesi, Tarantini ospita anche belle ragazze. Sulla barca ci sono Raffaella Zardo, altra amica di "Gianpi", la solita Began e le starlette Victoria Petrof e Linda Santaguida, già fidanzata di Costantino Vitagliano.

La tre giorni fila via tra feste in barca e notti in discoteca. Al Jimmy'z o al Billionaire monegasco. Tarantini, una sera, salda un conto da 12 mila euro. Bottiglie di Cristal e bella compagnia. C'è anche Manuela Arcuri. Ma quel che più interessa agli investigatori, di quella e dell'altra trasferta, è la cocaina. Ai suoi ospiti Tarantini, accusato di cessione di sostanze stupefacenti, non la fa mai mancare. La polvere bianca viene offerta all'interno di coppe di champagne.

Eccessi e vezzi che dimostrano uno stile di vita che l'imprenditore barese ha sposato già da qualche anno. Le intercettazioni del pm Roberto Rossi, che indaga su di lui già nel 2002, raccontano di una frenetica attività finalizzata all'approvvigionamento di coca. Intanto, a margine dell'inchiesta che coinvolge Tarantini e alcuni esponenti politici pugliesi, scoppia la polemica tra gli ex parlamentari Udc Cosimo Mele - sorpreso due anni fa in un albergo romano con due escort - e Tato Greco, indagato per associazione a delinquere con Tarantini.

Dopo l'intervista di Mele a Repubblica ("Al festino aspettavo il deputato che fece entrare Patrizia D'Addario in lista", Tato Greco, ndr), ecco la replica di Greco: "Mele e Casini smentiscano, altrimenti li querelo". Controreplica di Mele: "Una difesa disperata, inizi a assumersi le sue responsabilità".
la repubblicA 29 LUGLIO 2009

lunedì 27 luglio 2009

LA RUSSA A ORVIETO: CI SIAMO VENDUTI


Il ministro Ignazio La Russa ad Orvieto viene applaudito quando ammette che “An ha disatteso il proprio statuto per fondersi nel Pdl, la coalizione di stupratori della Costituzione e dei fondamenti della Democrazia.

A questo nobile obiettivo, La Russa giunge dopo aver detto che il soggetto politico (l’establishment di An sceso a patti col corruttore) è “colui che interpreta le aspettative dei militanti“. E li contraddice subito tutti dicendo che “toccava a noi al massimo decidere (se venderci) ma sapevamo che c’era una riserva politica culturale umana che avrebbe potuto consentire, volendo, di battere cassa di dire no…Insomma, da oggi abbiamo una prova in più per dire che Alleanza nazionale per vendersi al corruttore ha battuto cassa. Corrotto come Bossi assieme a tutta la Lega nord al sultano puttaniere. Col dettaglio che missini e aennini elettori di Fini e La Russa, ne sono usciti cornuti e mazziati. In quella fusione hanno visto sciogliere i loro ideali senza nemmeno un centesimo in cambio.
Ma La Russa insiste: “
Noi siamo riusciti a ottenere consenso con l’altro metodo (olio di ricino?) anche se loro (Forza Italia) sono stati altrettanto bravi a raccogliere consenso” (non cita Raiset). Poi il ministro della difesa delle tangenti si incarta.Ammette di fare confusione e comincia ad affastellare una sequela di idiozie “a prescindere

Poi, nel tentativo di rientrare in carreggiata dice che An si è venduta al corruttore per fare la “
rivoluzione copernicana e andare oltre” trastullandosi nelle sue “nuove intelligenze“. Chi sono? Il condannato Nania? Il finto malato ottantenne Selva che raggiunge le tivù in ambulanza a sirene spiegate? Alemanno? Gasparri? La Russa le nuove intelligenze non le identifica ma ammette: “abbiamo bisogno di un partito serio che non sia solo espressione di consenso“. Infatti non lo è. An è espressione comprata di un’oligarchia ai piedi del corruttore che ha reso l’Italia un sultanato deriso da tutto il mondo.
Il ministro La Russa su questo ha le idee chiare. Non fa confusione e se la facesse, dopo il proprio statuto, sarebbe pronto a disattendere i fatti e le parole. Tanto gli aennini e i missini sopravissuti applaudono a prescindere. Come tanti pinguini.

LICIA NUNEZ:"Non c'entro con le escort.Berlusconi è un paterno consulente artistico"

la showgirl: «sono indignata, basita, esterefatta»

La Nunez: non c’entro con il caso escort

L'attrice e il premier: "Siamo amici da tempo. Tarantini l’ho incontrato nella sala d’attesa di Palazzo Grazioli"

MILANO — «Indignata, basi­ta, esterrefatta». Licia Nunez da Barletta, al secolo Lucia Del Cu­ratolo, è furibonda. Il suo nome è stato associato a quello di al­cune escort professioniste re­clutate da Tarantini per le or­mai note feste del premier. L’at­trice trentunenne, francamen­te, non ci sta.

Licia, come si sente?
«Come vuole che stia? Non sono una escort, non ho mai preso soldi, non ho mai ricevu­to regali, non faccio parte del­l’entourage di nessuno. Mia mamma appena ha letto tutto questo fango è scoppiata in la­crime! Ha 64 anni ed è un’inse­gnante di Lettere in pensione. Ho una nipotina di 7 anni, ho dovuto chiedere a mio fratello di nascondere i giornali. È gra­vissimo, temo davvero per la mia carriera».

Allora chiariamolo subito. Lei conosce Giampaolo Taran­tini?
«Ci hanno presentati nel set­tembre del 2008. Ero andata a Palazzo Grazioli per un collo­quio privato con il presidente Silvio Berlusconi. Nella sala d’attesa c’era anche questo si­gnore ».

Cosa ci faceva lei a collo­quio privato dal premier?
«Dovevo chiedergli dei consi­gli. Per me è una sorta di pater­no consulente artistico».

Converrà che non è comu­ne...
«Tra noi è nato un bellissimo rapporto nel 2007, in autunno. Lo conobbi a Roma a una festa, lui non era ancora premier. Io ero la protagonista di Vivere, ero orgogliosa di dirgli che lavo­ravo per Mediaset. Fu molto gentile».

Quante volte vi siete visti?
«Sei, sette? Lo incontrai di nuovo a marzo, in un’altra occa­sione mondana. Presi coraggio e mi permisi di dargli il mio nu­mero di cellulare. Incredibil­mente lui mi fece chiamare do­po le elezioni e mi invitò a Pa­lazzo Grazioli ai festeggiamenti per la vittoria. Quel giorno fu lui a darmi il suo numero di te­lefonino. L’ho usato poche vol­te: per augurargli buone vacan­ze, per incoraggiarlo se ha pro­blemi di salute. Dopo il G8 per fargli i complimenti, e anche per manifestargli solidarietà sul caso delle escort».

Quando l’ha sentito l’ulti­ma volta?
«Pochi giorni fa, mi ha chia­mato lui: era indignato per quanto alcuni giornali avevano scritto su di me. Ho già chiesto ai miei legali, Alessandro Var­renti e Annamaria Bernardini de Pace, di diffidare le testate».

L’accusano di essere andata nella beauty farm di Marc Mes­ségué, nel novembre del 2009, con Tarantini, Barbara Guerra e Graziana Capone, tutti nella stessa auto.
«Falso. In Umbria ci andai, ma da sola, e non è reato. Il pre­mier, gentilissimo, mi mise a di­sposizione un’auto con un suo autista, perché io ho la patente, ma non guido. L’avevo cercato per chiedergli dei consigli e per sapere come stava. Lui mi pro­pose di raggiungerlo a Todi».

Lì, però, Tarantini lo vide.
«Pranzammo tutti insieme. E certo, parlai anche con que­sto signore. Ci accomunavano le origini, scherzammo in bare­se. Poi ci scambiammo i nume­ri di telefono, fu più una corte­sia. Io non chiedo mai la fedina penale a uno sconosciuto, per me garantiva il fatto che fosse ospite del premier. Tarantini mi chiamò solo una volta, ad aprile: mi invitava alla sua festa di compleanno, a Casina Vala­dier a Roma. Non andai».

Ha mai ricevuto soldi o re­gali dal premier o da persone a lui vicine?
«Mai. Anzi, sono stata io una volta a fargli un regalo. Una bel­la sciarpa blu di cachemire, in prossimità del suo complean­no, nel 2008. In Umbria lui l’ave­va al collo, mi ha fatto piacere».

Crede che la sua amicizia con il premier l’abbia agevola­ta nel lavoro?
«È un problema di chi lo pen­sa. Qualora poi il presidente mi abbia aiutata non posso che es­sergli grata».

Ha ascoltato le intercetta­zioni del premier con le escort?
«No, non mi interessano. Il mio giudizio su di lui non è cambiato di una virgola: è un uomo vincente, geniale».

Lo ha mai chiamato Papi?
«Mai. Lo chiamo presidente. Magari ogni tanto mi scappa Sil­vio, ma dopo due anni di amici­zia è normale».

Elvira Serra
corriere della sera 27 luglio 2009

Topolanek di nuovo (quasi) nudo Stavolta per la campagna elettorale

'ex premier ceco compariva senza vestiti in una delle foto a villa certosa

Il suo partito Ods e i cartelloni provocatori esposti

in Croazia per i turisti cechi in vacanza

PRAGA - Come mamma li ha fatti: per la prima volta nella storia della Repubblica ceca si fa campagna elettorale anche fuori dai confini del paese - concretamente in Croazia. Il Partito Democratico Civico (Ods) dell'ex premier Mirek Topolanek ha, infatti, colto l'occasione - prima delle elezioni anticipate previste ad ottobre - di fare campagna elettorale sulle coste dell'Adriatico durante i mesi estivi, ogni anno meta preferita di quasi 800 mila cechi. E per l'occasione ha abbassato i pantaloni e si è tolto la camicia. Ma per lo meno ha tenuto addosso almento il costume, a differenza della foto scattata a Villa Certosa, che ha fatto il giro dei media mondiali, dove Topolanek appariva completamente nudo.

È così che appare il politico assieme ai colleghi di partito su un centinaio di giganteschi tabelloni pubblicitari posti lungo l'autostrada per il Mar Adriatico in Croazia. Topolanek e tre vicepresidenti del partito Ods compaiono sui cartelloni elettorali in cinque varianti. L'idea è bizzarra ma allo stesso tempo azzeccata: quanto più ci si avvicina alle coste, tanto meno sono i vestiti addosso ai politici. Sugli ultimi manifesti si presentano in colorati costumi da bagno accompagnati dalla frase «Vitejte v Chorvatsku» (Benvenuti in Croazia). Viceversa, sulla strada del ritorno la serie di foto finisce col testo «Vsude dobre, doma nejlepe»(Dappertutto bene, a casa al meglio), dove posano in giacca e cravatta.

«Vogliamo intrattenere le persone durante le loro vacanze. Soprattutto ci auguriamo di attrarre più donne possibile al seggio in autunno. Spero solo che nessuno abbia un incidente vedendo le nostre foto», ha spiegato al Croatian Times il vicecapo dell'Ods, David Vodrazka.

Elmar Burchia
corriere della sera 26 luglio 2009

D'ADDARIO:TARANTINI MI PARLO' DI UN SEGGIO A STRASBURGO

L'intervista della escort: "Tarantini mi chiese il curriculum per la candidatura"
"Discutemmo con altre ragazze dell'alternativa: politica, tv o Grande Fratello"

La D'Addario sulla stampa estera
"Quell'offerta di un seggio a Strasburgo"

dal nostro inviato VINCENZO NIGRO


La D'Addario sulla stampa estera "Quell'offerta di un seggio a Strasburgo"

Silvio Berlusconi a Bari. Dietro di lui, Patrizia D'Addario

LONDRA - "Berlusconi mi offrì un seggio da deputato europeo, dice la call girl". Il titolo degli articoli di stamane di Daily Telegraph e Times è il rimbalzo in Gran Bretagna dell'intervista di Patrizia D'Addario al Journal de dimanche francese. Ma qui la cosa acquista un significato peggiorativo imprevisto: l'incrocio fra prostituzione, berlusconismo e Parlamento europeo è un moltiplicatore di negatività. Una conferma per gli euroscettici britannici. Ma il vero problema per l'Italia è che ormai le notizie sui rapporti del primo ministro italiano con prostitute vengono pubblicate senza nessun dubbio o cautela, con la totale assenza da parte di Palazzo Chigi di qualsiasi tentativo di smentita o rettifica. Nell'intervista al settimanale francese, la D'Addario non dice di aver parlato direttamente di politica con Berlusconi ma afferma che Tarantini, il manager che l'aveva messa in contatto con Berlusconi, le chiese il curriculum spiegando che serviva per proporre la sua candidatura al Parlamento europeo.

Sul Times Josephine McKenna scrive che "la prostituta al centro dello scandalo sessuale che coinvolge Silvio Berlusconi dice che il premier le ha offerto un seggio al Parlamento europeo". L'articolo ricorda delle polemiche seguite alle offerte elettorali fatte da Berlusconi all'inizio dell'anno a diverse show girl, e delle proteste scatenate dall'intervento di sua moglie Veronica Lario. Polemiche che hanno costretto Berlusconi a ridurre solo a Barbara Matera le candidature destinate alla corrente "show-girls & escort" del Popolo delle Libertà.

Nell'intervista di domenica - ricorda il conservatore Daily Telegraph - la D'Addario ricorda di aver discusso assieme ad altre 20 ragazze con Berlusconi dell'alternativa: entrare in politica, partecipare a programmi televisivi oppure far parte del Grande Fratello trasmesso da Canale 5 "di proprietà del premier". In un box di infografica, il Times elenca 4 delle show girl coinvolte nei progetti politici e di spettacolo di Berlusconi; tra Angela Sozio, Camilla Ferranti, Eleonora Gaggioli e Barbara Matera alla fine solo quest'ultima è stata eletta al Parlamento europeo.

Il secondo tema su cui i giornali britannici insistono è quello delle scoperte archeologiche nella villa di Berlusconi in Sardegna: "Come in Gran Bretagna, anche in Italia ogni scoperta archeologica di rilievo deve essere comunicata immediatamente alle autorità. L'omessa dichiarazione può portare a una multa di 2500 sterline e a un anno di galera". Il riferimento chiaramente è alle tombe fenicie che di cui Berlusconi rivelava l'esistenza in un nastro registrato dalla D'Addario. "Secondo la legge italiana i rinvenimenti devono essere comunicati entro 24 ore", chiude l'articolo del Times.

(LA REPUBBLICA 27 luglio 2009)

Travolta scappa da Scientology dopo la morte del figlio


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Jett Travolta, figlio di John, se ne è andato il due di gennaio scorso. Dicono così gli adepti di Scientology per i quali la morte è soltanto la decisione di abbandonare la terra. Infatti Ron Hubbard, il fondatore del movimento, del culto, della setta, scegliete voi il sostantivo adeguato (per americani e australiani trattasi di religione vera), quando finì di vivere fece sapere di avere scelto di andare altrove lasciando a David Miscavige la scrivania e la cassa, molto capiente. Che cosa significa tutto questo? Che da quel giorno di inizio d’anno John Travolta è un altro uomo, da quel tragico momento in cui suo figlio, autistico, di soli anni sedici, battè la testa nel bagno di casa e così restò, con la bocca aperta e gli occhi smarriti nel vuoto, da quegli attimi l’attore di Grease e della Febbre del sabato sera, di Pulp Fiction e di mille altre storie cinematografiche, è diventato una comparsa, una figura lontana, nel buio della scena. Silenzioso, assente, disperato, nelle mani ha un copione senza parole.
Ha deciso di abbandonare la scienza di Hubbard e dei suoi adepti, dopo trentasette anni di fede e di passione, di impegno e di generosità finanziarie, secondo regolamento interno all’organizzazione, dove il dollaro sostituisce l’ostia, l’offerta non si effettua in parrocchia ma in banca. Jett Travolta era affetto da autismo ma i geni di Scientology avevano convinto John e Kelly (Preston, la moglie) che trattavasi della sindrome di Kawasaki; il ragazzo, ammalatosi per le tossine ambientali prodotte dai detersivi domestici (!?), non avrebbe avuto bisogno di farmaci, perché la scienza non permette di riconoscere il disordine neurologico e dunque non concepisce l’uso o il ricorso a qualunque tipo di farmaco, semmai la cura è il cervello, la forza del pensiero è l’unica, valida medicina, dal momento che il novanta per cento delle malattie hanno origine psicosomatica. John e Kelly si erano convinti, porta chiusa a medici e farmacisti, Jett era un ragazzone con il viso, gli occhi, la vita di un bambino, cresceva ma nel fisico soltanto, il resto era un sogno, un’ipotesi, accarezzata dolcemente da suo padre, seguita senza pausa da sua madre.

Secondo il quotidiano inglese Daily Mail, immediatamente ripreso dal sito americano Gawker.com, esperto in pettegolezzi e affini, l’attore avrebbe deciso di lasciare Scientology. I fotogrammi dei sedici anni di Jett, quella caduta nel bagno a gennaio, le lunghe passeggiate notturne, affollate di sensi di colpa e di pensieri acidi, lo spingono a cancellare la fede, la passione e la generosità finanziaria che ha superato abbondantemente i milioni di dollari versati alla fondazione. Potrebbe concludersi qui la storia. Ma non è finita. Non basta una lettera di dimissioni, due righe con le quali si informano il comitato e la presidenza della propria decisione. Non basta dire basta, annunciare ai giornali, alle radio e alle televisioni che si cambia vita. No, Travolta sente odore di fumo nero, è pulp fiction ma non è un film. L’America è grande ma il paese è piccolo e allora la gente mormora anche laggiù, quelli di Scientology poi hanno qualche dizionario particolare, sembra che siano pronti a mettere in circuito la storia di una presunta omosessualità di John Travolta, la sua relazione con l’istitutore di Jett, anzi proprio la tresca avrebbe causato la morte del ragazzo. Una storia bastarda, feroce. L’omosessualità è malattia per quelli di Scientology, i gay sono gente malata, così come è malata, tra le altre, la setta degli psichiatri. Travolta sa che chi osa criticare il movimento rischia molestie e vendette.

Per la cronaca e la memoria dei contemporanei segnalo che mister Hubbard prima di abbandonare la Terra venne espulso dalla Grecia, rifiutato dalla Rhodesia, condannato a quattro anni di prigione in Francia (per frode) e dichiarato persona non gradita dal Regno Unito. Ma queste sono le cattiverie di noi terrestri e terreni. Il 707 di Travolta è parcheggiato nel garage della casa di Jumbolair, secondo costumi lussuosi del luogo in Florida. Questo film è finito, John non ha voglia di volare, passeggia a piedi, da solo, di notte, ripensando a Jett e agli anni perduti dietro una fede senza luce.

il giornale 27 luglio 2009

domenica 26 luglio 2009

Berlusconi/D'Addario: Anche l'"Angelina Jolie" di Bari alle feste di Silvio

L CASO/ Graziana Capone invitata da Tarantini nella residenza del premier
La modella scrive su Facebook: "Non tutto è in vendita e odio la droga"

E la "Angelina Jolie" di Bari ammette
"Io alle feste di Silvio, che male c'è?"

di PAOLO BERIZZI e GIULIANO FOSCHINI



Graziana Capone

BARI - "Sì, sono stata alle feste di Berlusconi. Non ci vedo nulla di male o di sconveniente. E se da me vuole sapere chissà cosa, non le posso essere utile. Io ho già una mia carriera ben avviata, con certe cose o certe persone non ho niente a che vedere...". Graziana Capone, barese, ha 24 anni. Fa la modella e l'attrice. E' una delle protagoniste dell'ultimo spot Campari. Bellezza da copertina - gli amici la chiamano "Lara Croft", il personaggio immaginario interpretato al cinema da Angelina Jolie, alla quale Graziana effettivamente assomiglia - si è appena laureata in Giurisprudenza all'università di Bari.

Famiglia di costruttori, il suo nome spunta nell'indagine del pm Giuseppe Scelsi sul giro di escort e di ragazze immagine che Gianpaolo Tarantini - accusato anche di favoreggiamento della prostituzione - portava al premier Silvio Berlusconi. A Palazzo Grazioli e a villa Certosa. E la Capone a Repubblica conferma: "Ok, ma non vedo quale sia il problema. Io non mi devo difendere da niente. Il fatto che una ragazza sia andata a queste feste non significa nulla".

Dagli atti dell'inchiesta emerge che il tramite tra Graziana e il presidente del consiglio è stato proprio Tarantini. L'imprenditore barese - stando alle testimonianze di altre ragazze coinvolte nella vicenda, dopo Patrizia D'Addario a parlare fu la sua amica Barbara Montereale - corrispondeva alle "ospiti" un gettone di 1000 euro per le trasferte a casa del premier. Il quale - sempre secondo il racconto di alcune invitate - avrebbe poi provveduto a consegnare personalmente una busta "a chi restava con lui". Su questo si concentra l'attività della Guardia di Finanza.

"Conosco Tarantini e conosco anche Toto Castellaneta" (l'avvocato d'affari barese che nelle intercettazioni parla con il suo amico Tarantini affrontando spesso l'argomento ragazze da portare alle feste di Berlusconi, ndr) - ammette Graziana Capone. Sui risvolti giudiziari del Bari-gate la modella dice di non volere entrare nel merito. Però di una cosa è convinta: "Sono state dette e scritte molte cattiverie. E mi dispiace".

Il primo che difende è proprio Berlusconi. Lo fa anche su Facebook, tra foto posate e ragionamenti come questo. "Com'è che non capite che sono tutte montature da parte di donne e uomini miserevoli! Vergogna! Con tutto quello che può permettersi il presidente doveva rimanere con uno squillo da max 30 euro? Ma per favore!". Il riferimento, è chiaro, è alla notte di sesso tra Berlusconi e Patrizia D'Addario.

Chi conosce Graziana Capone la descrive come una ragazza dal carattere determinato, culturalmente non sprovveduta, nonostante la giovane età. Una molto corteggiata e a cui piace la bella vita. E' lei stessa, però, a fissare dei paletti. Anche in questo caso sembra voler prendere le distanze da altre ragazze entrate nello scandalo dei festini a casa del presidente del consiglio. Scrive ancora su Facebook: "Potrai pagare tutti i conti, sfilare nelle migliori auto per i centri delle città più belle del mondo... ma non tutto è in vendita: il rispetto non si compra!".

Sulla cocaina, al centro di un altro filone dell'indagine barese, è addirittura tranciante: "Io mi godo la vita ma odio la droga, e non stimo la gente che ne fa uso. Ho avuto e ho la possibilità di frequentare persone di alto livello, ma su certe cose non transigo".

Un paio d'anni fa alla Capone offrirono un posto da tronista alla trasmissione di Maria De Filippi. Rifiutò. "A me interessa fare cinema, non queste cose", disse agli amici. Comparsate qua e là in alcune fiction targate Mediaset. I provini tra Milano, Roma e Bologna. In mezzo, gli inviti di Tarantini. Ai quali però non seppe resistere. Come altre due starlette. Anche loro identificate dal pm Scelsi nel gruppo Tarantini. Barbara Guerra e Licia Nunez. Entrambe nell'orbita Mediaset. Entrambe portate dal giovane imprenditore - secondo l'indagine - nella beauty farm di Mességué in un week end in compagnia di Berlusconi. La Nunez, al secolo Lucia Del Curatolo, trentenne di Barletta, Tarantini ha negato di conoscerlo.

(La Repubblica 26 luglio 2009)

Patrizia D'Addario "Le registrazioni sono opera mia"


Patrizia D'Addario ha confermato in un intervista al settimanale francese Le journal de la dimanche che le registrazioni con Silvio Berlusconi pubblicate dall'Espresso sono proprio le sue. Ghedini e altri esponenti del Pdl avevano detto che i nastri erano invece materiale "inverosimile" ed artefatto, sottolineando pure che non erano state fatte le verifiche necessarie.

Alla domanda (la quarta dell'intervista) del giornalista francese («Questa settimana le registrazioni della serata a Palazzo Grazioli sono uscite sul sito de "L'espresso". Sono le vostre registrazioni?») la D'Addario risponde così: «Sì, sono le mie. Ho già avuto un'esperienza dolorosa con un compagno violento. Grazie alle registrazioni che sono potuta uscirne. Dopo, non sono mai più uscita senza il mio registratore. Con Berlusconi, ho deciso di essere prudente».
FONT L'ESPRESSO


Patrizia D'Addario: Nuove foto osè

Patrizia D'Addario nuove foto con pochi veli


Patrizia D'Addario nuove foto con pochi veli

Patrizia D'Addario nuove foto con pochi veli

Patrizia D'Addario nuove foto con pochi veli

CONGRESSO PD: LE QUATTRO MOZIONI (TESTI INTEGRALI)

I TESTI | Le quattro mozioni Pd

Le quattro mozioni
che si sfidano
per il Congresso Pd.



BERSANI / FRANCESCHINI / MARINO / RUTIGLIANO

sabato 25 luglio 2009

Tombe fenicie a Villa Certosa, Ghedini cambia versione: 'Solo frammenti...'

Non smettono di far discutere le registrazioni di Patrizia D'Addario: ma stavolta il sesso non c'entra. A mettere sotto pressione il presidente del consiglio sono le 30 tombe fenicie che, stando ai nastri pubblicati nei giorni scorsi, Silvio Berlusconi si vanterebbe di aver trovato nella sua villa in Sardegna.

Le sue dichiarazioni hanno fatto scattare un esposto-denuncia da parte dell'Osservatorio Internazionale Archeomafie al quale ha risposto duramente il legale del premier, Niccolò Ghedini, negando l'esistenza dei ritrovamenti e parlando di storia «miserabile». Lo stesso Cavaliere, in privato, parla di «cose del tutto inventate», sfidando i suoi accusatori a venire a setacciare metro per metro l'intero parco di Villa La Certosa.

La denuncia dell'associazione, ha spiegato il suo presidente Maurizio Montalto, è stata presentata alla procura della Repubblica di Roma, al comando generale dei carabinieri dei beni culturali e, per conoscenza, al ministro dei beni culturali, Sandro Bondi. L'Osservatorio chiede alle autorità di verificare la fondatezza delle circostanze segnalate e, in caso affermativo, di «valutare se ricorrano ipotesi di reato di ricettazione» ed eventualmente «disporre il sequestro». Alla denuncia dell'associazione si unisce la protesta di Pd e Idv: «Diano spiegazioni».

Ghedini ha seccamente negato l'esistenza del ritrovamento, mettendo nuovamente in dubbio la veridicità delle registrazioni. «Mai il presidente Berlusconi potrebbe aver parlato del ritrovamento di 30 tombe fenicie nel suo parco, perché mai nulla di simile si trova o è stato rinvenuto nell'area di Villa Certosa». Tra l'altro, ha aggiunto il legale, l'area della villa è già stata «oggetto di un minuzioso accertamento dell'autorità giudiziaria conclusosi in poco tempo». E in ogni caso «qualsiasi ulteriore controllo in merito potrà essere eseguito in qualsiasi momento».

Eppure Ghedini fece un sopralluogo nelle aree in costruzione di Villa Certosa qualche giorno prima del 20 marzo 2005. Un articolo del quotidiano l'Unione Sarda, infatti, dà conto di una ispezione nella tenuta di Berlusconi, di cui anche i magistrati di tempio Pausania sarebbero stati tenuti all'oscuro. “In un settore di quell'area sottoposta a segreto di Stato da parte del Ministero dell'Interno, che ha classificato la villa come una delle residenze ufficiali del premier – racconta l'Unione Sarda nella sua cronaca – l'avvocato Niccolò Ghedini ha accompagnato alcuni funzionari della Soprintendenza archeologica e una pattuglia di carabinieri specializzati nella tutela del patrimonio culturale e artistico. In un punto ben circoscritto del parco sarebbero stati ritrovati importanti reperti archeologici. Si parla di un sito di notevole importanza, risalente al terzo secolo a. C., con alcuni resti di vasellame e tracce di una piccola necropoli”. Adesso Ghedini rettifica un po' e dice: "Non si tratta di una necropoli nè di una tomba, ma di un rinvenimento fortuito di pochi frammenti come può accadere di trovare in qualsiasi area italiana. Il 4 febbraio del 2005 il sovrintendente di Sassari è venuto a fare un sopralluogo a villa La Certosa, chiamato dalla proprietà, perchè durante le operazioni di pulizia del sottobosco gli operai avevano trovato un piccolo frammento di anfora e dei pezzetti di scheletro umano".

Il legale del premier prosegue: "Ovviamente, mi hanno immediatamente avvertito. Subito, il giorno stesso, abbiamo avvisato i carabinieri che sono venuti insieme alla sovrintendenza che parimenti avevamo chiamato. Quando sono arrivati non hanno trovato nessuna necropoli, nessuna tomba, ma solo frammenti di anfora che hanno acquisito e portato via". Domanda: perechè 24 ore prima ha detto che non c'era nulla?
l'Unità 25 luglio 2009

Michael Jackson non aveva più il naso

Il Mirror:

Il quotidiano britannico Daily Mirror ha rintracciato un testimone che avrebbe visto il cadavere. L'ex governante conferma. "Di solito ne portava uno finto: colpa dei troppi interventi estetici"




LONDRA - A un mese dalla morte di Michael Jackson, spunta una nuova, inquietante rivelazione. Oltre al giallo sulle cause del suo decesso, e alla lotta per l'eredità e l'affidamento dei figli, a scioccare il mondo dei fan del cantante è la notizia riferita dal quotidiano britannico Daily Mirror: il cadavere di Jacko, steso sul tavolo dell'obitorio, era privo del suo naso (finto).

Un testimone, infatti, ha raccontato di aver potuto vedere la salma della popstar stesa sul tavolo delle autopsie nell'obitorio di Los Angeles e sul volto di Jackson, al posto del naso, c'era un piccolo buco. ''La protesi che normalmente il cantante indossava per camuffare i resti del suo vero naso martoriato'' dagli interventi di chirurgia plastica ''non c'era e al suo posto c'erano solo dei piccoli pezzi di cartilagine intorno a un piccolo buco nero''.

Anche l'ex governante di Jackson ha dichiarato che la popstar aveva una serie di nasi finti a casa. ''Il suo naso era un problema - ha precisato Adrian McManus - doveva usare del materiale adesivo ai lati per coprirlo o sostenerlo. Era gravemente scavato''.

(25 luglio 2009)

Tombe fenicie a Villa Certosa. Denuncia alla Procura di Roma

Dopo le ultime registrazioni dei dialoghi tra Berlusconi e Patrizia D'Addario
l'Osservatorio internazionale archeomafie presenta un esposto alla magistratura


Non si placa la polemica e l'Idv interroga il ministro dei Beni culturali, Bondi
La replica dell'avvocato Ghedini: "Non è vero niente. Storia miserabile"


Le tombe fenicie a Villa Certosa Denuncia alla Procura di Roma

Villa Certosa

ROMA - Tombe fenicie a Villa Certosa? Berlusconi ne parla nelleregistrazioni dei suoi colloqui con l'escort Patrizia D'Addario a Palazzo Grazioli e la questione si è spostata sul terreno della tutela dei beni culturali mentre l'avvocato del premier Niccolò Ghedini ne smentisce recisamente l'esistenza.

La denuncia. E arriva anche un esposto-denuncia alla procura della Repubblica di Roma, al comando generale dei carabinieri dei beni culturali e, per conoscenza, al ministro dei Beni culturali: a presentarlo è l'Osservatorio internazionale archeomafie. Lo rende noto il presidente, Maurizio Montalto. Anche la politica non rimane indifferente grazie ad un'interrogazione dell'Italia dei Valori.

Nella denuncia si chiede alle autorità, una volta verificata la fondatezza delle circostanze segnalate, di "valutare se ricorrano ipotesi di reato" , di individuare "i responsabili dello stesso e adottare tutti gli atti persecutori sanzionatori del caso nei confronti degli stessi. Valuti altresì se ricorrono i presupposti per disporre il sequestro dei beni e ne compia gli atti consequenziali".

La smentita. "Un'altra miserabile storia" la definisce Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi: "Mai - afferma Ghedini in una nota - il presidente Berlusconi potrebbe aver parlato del ritrovamento di 30 tombe fenicie nel suo parco, perchè mai nulla di simile si trova o è stato rinvenuto nell'area di Villa Certosa". Un'area, afferma, già "oggetto di un minuzioso accertamento dell'autorità giudiziaria conclusosi poco tempo". In ogni caso, aggiunge l'avvocato, "qualsiasi ulteriore controllo in merito potrà essere eseguito in qualsiasi momento".

La polemica politica. E continua anche la polemica politica. Il vicepresidente del gruppo dell'Italia dei Valori del Senato, Fabio Giambrone, e il senatore Giuseppe Caforio, hanno presentato un'interrogazione rivolta al ministro della Cultura e al premier per avere chiarimenti sul ritrovamento delle tombe. "Il ministro per i Beni culturali è a conoscenza del fatto che nella villa La Certosa, la residenza sulla costa sarda di proprietà del presidente del Consiglio Berlusconi, sono state ritrovate una trentina di tombe fenicie? E se ne è a conoscenza, da quanto tempo lo sa?". Queste ed altre le domande che attendono una risposta da parte di Sandro Bondi e del presidente del Consiglio. Inoltre Pino Sgobio, dell'ufficio politico del Pdci, si chiede se il premier abbia rispettato la legge, visto che "l'articolo 90 del 'Codice dei beni culturali e del paesaggio' prevede che 'chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili (...) ne fa denuncia entro 24 ore al soprintendente o al sindaco ovvero all'autorità di pubblica sicurezza (...)'". "Non vorremmo che dopo la giustizia ad personam si arrivasse a concepire anche l'arte e la cultura ad uso e consumo di Berlusconi e di chi ne era a conoscenza", conclude Sgobio. E sul caso torna a parlare anche Giovanna Melandri, Pd, ex ministro dei Beni culturali: "Sulla vicenda il governo deve fare piena chiarezza. Ci sorprenderebbe scoprire che proprio nel giorno in cui il loverno nega in via definitiva ogni forma di sostegno al mondo della cultura, il premier si sia fatto anche beffa delle regole che tutelano il patrimonio artistico e archeologico".

(LA REPUBBLICA 24 luglio 2009)



Michale Jackson: La sua morte è stata omicidio


Settimana prossima i risultati autopsia

Bisognerà attendere ancora qualche giorno per i risultati dell'autopsia effettuata sul corpo di Michael Jackson, ma stando alle prime indiscrezioni, una cosa dovrebbe essere certa: la morte del re del pop sarà rubricata come "omicidio". A riportarlo è il sito "Tmz", che sin dall'inizio ha seguito in prima fila la vicenda. A questo punto la posizione del dottor Murray, indagato per omicidio colposo, si farebbe ancora più pesante.

La indiscrezioni arrivano da fonti legali, in contatto con il coroner della contea di Los Angeles. Per rendere noti i risultati il coroner sta attendendo gli ultimi esami tossocologici effettuati da un consulente esterno e dopodiché, intorno a metà settimana, dovrebbe pronunciarsi.

Ma alcuni fonti hanno già anticipato che tutte le cause diverse dall'omicidio - ovvero morte naturale, accidentale, overdose accindentale e suicidio - sono già state escluse. Un risultato che andrebbe di pari passo con l'accelerazione avvenuta in queste ore nell'inchiesta della polizia, che ha formalmente indagato il dott. Conrad Murray per omicidio colposo e perquisito la sua clinica di Houston.

Sarebbe stato lui infatti a somministrare la dose letale di Propofol, un potente anestetico, senza poi prestare le cure del caso al cantante che sarebbe quindi stato lasciato morire. Sempre dall'autopsia infatti, sarebbe emerso, che proprio la dose di Propofol avrebbe causato l'arresto cardiaco che ha ucciso Jackson.



Intanto emergono nuovi particolari sugli avvenimenti della tragica sera del 25 giugno. e' stato reso noto che il secondogenito del Re del Pop, Prince Jackson, ha visto morire il padre: era presente quando il medico Conrad Murray tentò invano di rianimare Michael dopo l'arresto cardiaco. A riferirlo è stato il dottor Steven Hoefflin, l'amico del cantante e suo chirurgo plastico, che parlando al "Daily Telegraph", ha definito la scena "terribile e traumatica" per il dodicenne. La famiglia, ha riferito il chirurgo 63enne, è stata "sconvolta e disgustata" dalla notizia.

Hoefflin ha anche dichiarato che i medici del Los Angeles Ucla ritengono che quando Jacko arrivò in ospedale era già morto da due ore. Il medico è stato ascoltato dalla polizia texana che ha ricostruito minuto per minuto le ultime 12 ore di vita di Michael. Il legale di Murray dal canto suo nega tutte le accuse al suo assistito.


(Nella pagina seguente le indiscrezioni su come il fglio di Michael abbia visto il padre morire)


TGCOM 23 LUGLIO 2009

giovedì 23 luglio 2009

Frattini: «D'Addario pagata da giornali» La replica: «Risponderò per vie legali»

IL MINISTRO DEGLI ESTERI IN UN'INTERVISTA ALLA BBC

Il titolare della Farnesina: «I giornalisti le hanno dato soldi per fare dichiarazioni false contro Berlusconi»

- Botta e risposta tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e Patrizia D'Addario dopo un'intervista rilasciata alla Bbc dal titolare della Farnesina.
FRATTINI - Dopo che mercoledì Berlusconi stesso aveva detto di «non essere un santo», scende in campo Frattini che afferma che le accuse sessuali nei confronti del premier «non sono assolutamente vere», aggiungendo che ci sono «giornalisti che hanno pagato questa escort, questa prostituta, per fare queste pubbliche dichiarazioni contro il primo ministro. Pagare qualcuno per fare false dichiarazioni rappresenta un comportamento immorale».

D'ADDARIO - «Negli ultimi giorni sono apparse sulla stampa dichiarazioni pubbliche e ricostruzioni giornalistiche calunniose nei miei confronti. Risponderò a ognuna di esse attraverso azioni legali», ha replicato Patrizia D'Addario in una nota diffusa dal suo legale, l'avvocato Maria Pia Vigilante. «Desidero smentire in particolare l'affermazione di un giornalista del quotidiano Il Riformista, secondo cui avrei fatto ascoltare a 'giornalisti selezionati' i nastri da me depositati presso la procura della Repubblica di Bari. La circostanza è falsa. Apprendo infine che il ministro degli Esteri, Franco Frattini, afferma che alcune escort sono state pagate da giornalisti per 'rivolgere accuse false a Silvio Berlusconi'. Se si riferisce a me torno a smentire fermamente questa circostanza, invitando il ministro degli Esteri a provare queste sue affermazioni, o in mancanza di prove, ad astenersene».


corriere della sera 23 luglio 2009

Bolzano, Sesso in libertà: boom di scambisti

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