mercoledì 31 marzo 2010

REGIONALI LAZIO 2010: CANDIDATI ELETTI

ELENCO ELETTI ROMA

Lista Bonino Pannella
Emma Bonino
Giuseppe Rossodivita

Lista civica Cittadini/e per Bonino
Giuseppe Celli

Federazione di sinistra
Margherita Hack

La Destra
Francesco Storce
Roberto Buonasorte

Sinistra Ecologia e Libertà
Luigi Nieri
Filiberto Zaratti

PD
Bruno Astorre
Esterino Montino
Carlo Ponzo
Marco Di Stefano
Claudio Mancini
Mario Mei
Enzo Foschi
Carlo Lucherini
Franco Dalia
Mario Di carlo
Tonino D'Annibale


Lista Renata Polverini
Mario Brozzi
Olimpia Tarzia
Giuseppe Melpignano
Francesco Saponaro
Luigi Abate
Alessandro Vicari
Maurizio Perazzolo
Gilberto Casciani
Nicola Illuzzi
Rocco Pascucci
Antonio Paris
Gianfranco Gatti
Angelo Miele
Andrea Bernaudo
Pino Palmieri

UDC
Pietro Sbardella
Raffaele D'Ambrosio

IDV
Vincenzo Maruccio
Claudio Bucci
Giovanni Colagrossi
Giulia Rodano

Partito Socialista
Luciano Romanzi

Verdi
Angelo Bonelli

ELENCO ELETTI LATINA

PDL

Claudio Fazzone
Stefano Galletto
Giovanni Di Giorgi

LISTA POLVERINI
Gianfranco Sciscione

UDC
Aldo Forte

PD
Claudio Moscardelli

ELENCO ELETTI FROSINONE

IDV
Anna Maria Tedeschi
LISTA POLVERINI
Enzo Di Stefano
PDL
Franco Fiorito
Mario Abruzzese
PD
Francesco Scalia


ELENCO ELETTI RIETI


Pdl
Antonio Cicchetti

PD
Mario Perilli

ELENCO ELETTI VITERBO

PDL
Franco Battistoni
Giancarlo Gabbianelli

PD
Giuseppe Parroncini

ELEZIONI REGIONALI 2010: TUTTI I RISULTATI

  • mappa LAZIO Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo
Votanti (comuni 378/378)
Lunedi' ore 15:00 60,89%
Presidente (sez. 5.266/5.266)
POLVERINI RENATA 51,14%
BONINO EMMA 48,32%



PER LEGGERE I RISULTATI DI TUTTE LE REGIONI E LE PREFERENZE: CLICCARE QUI

ELEZIONI PROVINCIALI E COMUNALI 2010: TUTTI I RISULTATI

Si è concluso anche lo spoglio di provinciali e comunali. Al centrodestra tutte e quattro le province: Imperia, L'Aquila, Viterbo e Caserta. Non saranno sindaci nelle loro città, Venezia e Lecco, Renato Brunetta e Roberto Castelli

I comuni capoluogo di provincia interessati dall'elezione del sindaco sono, oltre a Chieti, Barletta-Andria-Trani, Lecco, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa-carrara, Matera, Venezia e Vibo Valentia.

Le province in cui si è votato per l'elezione di giunte e consigli sono, oltre all'Aquila (dove ha vinto il candidato del Pdl che ha battuto la candidata Pd Stefania Pezzopane), Caserta, Imperia e Viterbo. Napolitano: "Occorrono ulteriori riforme", procedendo su quelle avviate e quelle "apparse condivise" nella scorsa legislatura.

Ecco il riepilogo dei Comuni capoluogo:

VENEZIA

Orsoni (centrosinistra) 51,1% - Brunetta (centrodestra) 41,6%

303 sezioni scrutinate su 303

MANTOVA

Brioni (centrosinistra) 40,6% - Sodano (centrodestra) 35,5%

42 sezioni scutinate su 46

LECCO

Brivio (centrosinistra) 50,2% - Castelli (centrodestra) 44,2%

43 sezioni scrutinate su 43

LODI

Guerin (centrosinistra) 53,7% - Tadi (centrodestra) 38,6%

43 sezioni scrutinate su 43

MACERATA

Carancini (centrosinistra) 46,0% - Pistarelli (centrodestra) 41,1%

44 sezioni scrutinate su 44


CHIETI

Ricci (centrosinistra) 33,8% - Di Primo (centrodestra) 61,4%

57 sezioni scrutinate su 57

MATERA

Adduce (centrosinistra) 48,5% - Acito (centrodestra) 14,6% - Tosto (io sud) 26,2%

53 sezioni scrutinate su 62


ANDRIA

Liso (centrosinistra) 17,3% - Giorgino (centrodestra) 58,5% - Bruno (io sud) 10,1%

101 sezioni scrutinate su 110

VIBO VALENTIA

Soriano (centrosinistra ) 41,8% - D' Agostino (centrodestra) 28,6% - Daffinà (udc) 24,3%

35 sezioni scrutinate su 37

Ecco il riepilogo delle Province:

L'AQUILA

Pezzopane (centrosinistra) 45,3% - Del Corvo 53,8%

415 sezioni scrutinate su 415


IMPERIA

Giordano (centrosinistra) 32,5% - Sappa (centrodestra) 59,0%

258 sezioni scrutinate su 258

VITERBO

Grattarola (centrosinistra) 32,1% - Meroi (centrodestra) 54,7% - Saladino (Idv) 11,6%

295 sezioni scrutinate su 295

CASERTA

Stellato (centrosinistra) 30,6% - Zinzi (centrodestra) 64,4%

925 sezioni scrutinate su 925


CNRmedia 30/03/2010

lunedì 22 marzo 2010

ELEZIONI REGIONALI 2010: COME SI VOTA

fax simile scheda elettorale

Sulla scheda elettorale del Lazio troverete i nomi dei candidati presidenti e dei partiti che li appoggiano.Bene dovete fae una croce sul simbolo del candidato presidente da voi scelto e poi esprimere una sola preferenza per un candidato di uno dei partiti collegati scrivendo il cognome accanto al simbolo del partito (es.ì: partito IDV-scrivere accanto il cognome del candidato o nome e cognome se ci sono omonimi).Se però volete, potete anche usare il voto disgiunto, ovvero, votare il candidato presidente di destra e un candidato dei partiti di sinistra o viceversa.
Questo in poche parole.Se volete una spiegazione più tecnica, eccola:

Regionali Lazio, come si vota

(13/03/2010) - L' elettore può: -votare per una delle liste provinciali, tracciando un segno nel relativo rettangolo. Il voto così espresso s'intende attribuito anche a favore della lista regionale collegata; -esprimere un voto disgiunto, cioè tracciare un segno nel rettangolo recante una delle liste provinciali ed un altro segno sul simbolo di una lista regionale, non collegata alla lista provinciale prescelta, o sul nome del suo capolista. In tal caso il voto è validamente espresso per la lista provinciale e per la lista regionale prescelte anche se non collegate fra di loro; -esprimere un unico voto per una delle liste regionali e per il suo capolista tracciando un segno sul simbolo di una lista regionale o sul nome del capolista, senza segnare nel contempo, alcun contrassegno di lista provinciale. In tal caso s'intende validamente votata la lista regionale ed il suo capolista, mentre è esclusa ogni attribuzione di voto alla lista o alle liste provinciali collegate.

In ogni caso, l'elettore può esprimere un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere compreso nella lista provinciale prescelta, scrivendone nell'apposita riga tracciata sulla destra del contrassegno il nominativo (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di nascita).
Le modalità di espressione del voto di cui sopra si applicano alle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio e Basilicata. Per quanto riguarda, invece, le Regioni Toscana, Marche, Campania, Puglia e Calabria le modalità di voto sono disciplinate dalle rispettive leggi regionali.

b) ELEZIONI PROVINCIALI (SCHEDA GIALLA)
Ciascun elettore può votare: -per uno dei candidati al consiglio provinciale, tracciando un segno sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di consigliere provinciale, sia al candidato alla carica di presidente della provincia collegato; -per uno dei candidati alla carica di presidente della provincia, tracciando un segno sul relativo rettangolo, e per uno dei candidati al consiglio provinciale ad esso collegato, racciando anche un segno sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di consigliere provinciale corrispondente al contrassegno votato, sia al candidato alla carica di presidente della provincia; -per un candidato alla carica di presidente della provincia, tracciando un segno sul relativo rettangolo; il voto così espresso si intende attribuito solo al candidato alla carica di presidente della provincia.
Per le elezioni provinciali non è ammesso il "voto disgiunto", cioè il voto attribuito sia a un candidato presidente della provincia, che, contemporaneamente, ad un candidato al consiglio provinciale non collegato al candidato presidente.
Per il ballottaggio il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato presidente prescelto.

c) ELEZIONI NEI COMUNI CON POPOLAZIONE SUPERIORE A 15.000
ABITANTI DI REGIONI A STATUTO ORDINARIO (SCHEDA AZZURRA)
La scheda reca i nomi e i cognomi dei candidati alla carica di sindaco, scritti entro un apposito rettangolo, al cui fianco sono riportati i contrassegni della lista o delle liste con cui il candidato è collegato.
L'elettore può votare: -per una delle liste, tracciando un segno sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende attribuito anche al candidato sindaco collegato; -per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo
rettangolo, non scegliendo alcuna lista collegata; il voto così
espresso si intende attribuito solo al candidato alla carica di
sindaco;
-per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo
rettangolo, e per una delle liste collegate, tracciando un segno
sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende
attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla
lista collegata;
-per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo
rettangolo, e per una lista non collegata, tracciando un segno
sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende
attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla
lista non collegata (cd. "voto disgiunto").
L'elettore potrà altresì manifestare un solo voto di
preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale,
scrivendo, sull'apposita riga stampata sulla destra di ogni
contrassegno di lista, il nominativo (solo il cognome o, in caso
di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di
nascita) del candidato preferito appartenente alla lista
prescelta.
Per il ballottaggio il voto si esprime tracciando un segno
sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato
sindaco prescelto:

d) ELEZIONI NEI COMUNI CON POPOLAZIONE SINO A 15.000 ABITANTI DI
REGIONI A STATUTO ORDINARIO (SCHEDA AZZURRA)
Nella scheda è indicato, a fianco del contrassegno, il
candidato alla carica di sindaco.
L'elettore, con la matita copiativa, può esprimere il proprio
voto:
-tracciando un solo segno di voto sul nominativo di un candidato
alla carica i sindaco
-tracciando, un solo segno di voto sul contrassegno di una delle
liste di candidati alla carica di consigliere;
-tracciando un segno di voto sia sul contrassegno prescelto che
sul nominativo del candidato alla carica di sindaco collegato
alla lista votata.
In tutti i predetti casi, il voto s'intende attribuito sia in
favore del candidato sindaco alla carica di consigliere sia in
favore della lista ad esso collegata.
L'elettore può altresì esprimere un solo voto di preferenza
per un candidato alla carica di consigliere comunale compreso
nella lista collegata al candidato alla carica di sindaco
prescelto, scrivendone il nominativo (solo il cognome o, in caso
di omonimia, il cognome e il nome e, ove occorra, data e luogo
di nascita), nella apposita riga stampata sotto il medesimo
contrassegno. In tal modo, il voto s'intende attribuito, oltre
che al singolo candidato alla carica di consigliere comunale,
anche alla lista cui il candidato medesimo appartiene nonché al
candidato alla carica di sindaco collegato alla lista stessa.

CORPO ELETTORALE
I dati definitivi sul corpo elettorale, riferiti al 15°
giorno antecedente la data delle votazioni, saranno acquisiti
entro il 23 marzo 2010.
I dati sotto riportati, provvisori, sono aggiornati in base
ai risultati della revisione dinamica straordinaria delle liste
elettorali al 45° giorno antecedente le elezioni.
Le elezioni in 13 regioni interesseranno un corpo elettorale
al momento quantificabile in 40.910.744 elettori, di cui
19.706.010 maschi e 21.204.734 femmine.
Le sezioni elettorali complessive saranno 49.862.
Le elezioni in 4 province interesseranno un corpo elettorale
di 1.472.737 unità, di cui 713.481 maschi e 759.256 femmine.
Le sezioni elettorali complessive saranno 1.893.
Le elezioni in 463 comuni interesseranno 3.727.862 elettori,
di cui 1.804.264 maschi e 1.923.598 femmine.
Le sezioni elettorali complessive saranno 4.487.
Considerando una volta sola gli enti interessati
contemporaneamente a più tipi di consultazioni, il numero
complessivo di elettori sarà di 41.309.965, di cui 19.900.341
maschi e 21.409.624 femmine, e il numero complessivo di sezioni
di sezioni sarà di 50.421.

TESSERA ELETTORALE
Il Ministero dell'Interno ricorda che gli elettori, per poter
esercitare il diritto di voto presso gli uffici elettorali di
sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire,
oltre ad un documento di riconoscimento, la tessera elettorale
personale a carattere permanente.
Chi avesse smarrito la propria tessera personale, potrà
chiederne il duplicato agli uffici comunali che, a tal fine,
saranno aperti da martedì 23 a sabato 27 marzo, dalle ore 9.00
alle ore 19.00, mentre domenica 28 e lunedì 29 marzo, giorni
della votazione, per tutta la durata delle operazioni di voto.
,

sabato 20 marzo 2010

RINVIO ELEZIONI: REGIONE LAZIO DECIDE DOMANI


Roma, 19 mar. - (Adnkronos) -

E' attesa tra questa sera e domani la decisione sull'eventualita' ta' di rinviare le elezioni del 28 e 29 marzo nel Lazio. In queste ore, fanno sapere dalla Regione, gli avvocati e i tecnici regionali stanno lavorando per sciogliere la 'matassa' che potrebbe far slittare la chiamata alle urne dopo che la sentenza del Tar ha riaperto i giochi riammettendo la lista Rete Liberal Sgarbi alla competizione elettorale sia nella provincia di Roma che in quella di Latina.

Se i tecnici decideranno di applicare il decreto 'interpretativo' varato dal governo che fissa in non oltre 6 giorni prima del voto la campagna elettorale -spiegano alla Regione Lazio- in questo caso non ci sarebbe necessita' di far slittare le elezioni, previste per il 28 e 29 marzo, ossia tra 9 giorni; se invece faranno riferimento alla legge elettorale regionale, in quel caso sono previsti almeno 15 giorni di campagna elettorale e dunque in questo caso scatterebbe il rinvio delle elezioni. La procedura con cui si trovano a dover fare i conti i tecnici e' complicata dal fatto che il Tar aveva giudicato inapplicabile nel Lazio il decreto 'salva-liste' del governo in quanto la Regione aveva gia' una sua legge elettorale.

giovedì 11 marzo 2010

Legittimo impedimento: cosa prevede la nuova legge

Ecco lo scudo per il premier e i ministri

Legittimo impedimento: cosa prevede la nuova legge per i membri del governo che hanno procedimenti in corso

Ecco lo scudo per il premier e i ministri

Legittimo impedimento: cosa prevede la nuova legge per i membri del governo che hanno procedimenti in corso

ROMA - Il ddl sul legittimo impedimento, che oggi ha ricevuto il via libera anche dal Senato, era stato approvato dalla Camera il 3 febbraio scorso. Principio cardine: per il presidente del Consiglio, chiamato a comparire in udienza in veste di imputato, costituirà legittimo impedimento «il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti». E stessa cosa varrà per i ministri. Questo, in sintesi, il contenuto del provvedimento che era stato messo a punto dal capogruppo del Pdl in commissione Giustizia di Montecitorio, Enrico Costa e dal vicepresidente del gruppo Udc Michele Vietti.

I RIFERIMENTI A LEGGI E REGOLAMENTI - Nella norma, composta di due articoli, si indicano nel dettaglio leggi e regolamenti che disciplinano le attività del premier e dei suoi ministri e che dunque possono essere considerate legittimo impedimento. In particolare si indicano: gli articoli 5-6-12 della legge 23 agosto 1988 n.400 e successive modificazioni; gli articoli 2,3 e 4 del decreto legislativo 30 luglio del 1999 n.303 e successive modificazioni; regolamento interno del Consiglio dei ministri di cui al decreto del presidente del Consiglio dei ministri 10 novembre 1993.

ATTIVITÀ «COESSENZIALI» - Dopo l'elenco minuzioso delle norme che indicano le funzioni di premier e ministri, si spiega che saranno comunque oggetto di legittimo impedimento anche tutte quelle attività «coessenziali» alle funzioni di governo. Termine, nota l'opposizione, peraltro non presente nel vocabolario classico della lingua italiana. Il giudice, su richiesta di parte, in caso di legittimo impedimento, dovrà rinviare il processo ad altra udienza.

CERTIFICAZIONE DI PALAZZO CHIGI - A certificare che esiste un impedimento «continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni», sarà la Presidenza del Consiglio. In questo caso il giudice rinvia il processo «ad udienza successiva al periodo indicato che non può essere superiore a sei mesi».

PRESCRIZIONE - Il corso della prescrizione rimane sospeso per tutta la durata del rinvio («secondo quanto prevede l'art. 159 del codice penale primo comma n.3 e si applica il terzo comma dello stesso articolo»). Il che significa che si sospende il corso della prescrizione quando c'è «la sospensione del processo per ragioni di impedimento delle parti e dei difensori o su richiesta dell'imputato o del suo difensore». In caso di sospensione (si legge sempre nell'art.159 primo comma n.3) «l'udienza non può essere differita oltre il sessantesimo giorno successivo alla prevedibile cessazione dell'impedimento, dovendosi avere riguardo in caso contrario al tempo dell'impedimento aumentato di sessanta giorni». La prescrizione (si legge infine nel terzo comma del 159) riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione.

SI APPLICA AI PROCESSI IN CORSO - La normativa si applica anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado alla data di entrata in vigore della legge.

IN ATTESA DELL'APPRODO COSTITUZIONALE - Il testo si applica «fino all'entrata in vigore della legge costituzionale» che dovrà contenere «la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio e dei ministri». E che dovrà anche fare riferimento alla «disciplina attuativa delle modalità di partecipazione» di premier e ministri ai processi. Comunque la sua efficacia non potrà durare più di 18 mesi dalla sua entrata in vigore, salvi i casi previsti dall'articolo 96 della Costituzione nel quale si parla della possibilità di sottoporre alla giurisdizione ordinaria il presidente del Consiglio e i ministri per reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, previa autorizzazione delle Camere di appartenenza.

SERENO SVOLGIMENTO FUNZIONI GOVERNO - L'obiettivo della norma è quello di «garantire il sereno svolgimento delle funzioni» di governo. La legge entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. (Fonte: Ansa)


10 marzo 2010

LEGITTIMO IMPEDIMENTO: APPROVATO FRA LE PROTESTE

L'Aula del Senato dice sì alla fiduciaIl «legittimo impedimento» è legge

Protesta idv, senatori a terra con la costituzione

Il legittimo impedimento è legge
Sì ai due voti di fiducia al governo

In mattinata ripreso il dibattito sul provvedimento. L'opposizione chiede a Berlusconi di riferire in aula

Protesta idv, senatori a terra con la costituzione

Il legittimo impedimento è legge
Sì ai due voti di fiducia al governo

In mattinata ripreso il dibattito sul provvedimento. L'opposizione chiede a Berlusconi di riferire in aula

L'aula del Senato
L'aula del Senato
ROMA - Via libera della maggioranza in Senato ai due voti di fiducia chiesti dal governo sul disegno di legge sul legittimo impedimento. Il ddl regola la possibilità per il premier e i ministri di privilegiare gli impegni di governo rispetto alle convocazioni nei procedimenti giudiziari. Il governo aveva deciso di porre sul provvedimento la questione di fiducia (la trentesima dall'inizio della legislatura), scatenando le proteste dell’opposizione. Maggioranza ed esecutivo hanno giustificato la scelta con l’elevato numero di emendamenti presentati, oltre millesettecento, ma in aula c'è stato un violento scontro polemico con reciproche accuse di "arroganza" fra il Pd e il Pdl. Attorno alle 19,30 l'aula ha poi dato il via libera al provvedimento nel suo complesso. I voti favorevoli sono stati 169, quelli contrari 126, gli astenuti 3.

PROTESTA - In mattinata le opposizioni avevano chiesto che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, riferisse in aula sulle ragioni che lo hanno spinto a chiedere la fiducia su un provvedimento «di origine parlamentare» che «non fa parte del programma di governo». Durante il dibattito c'è stata anche la protesta dell’Italia dei valori: i senatori dell'Idv si sono seduti per terra nell’emiciclo con in mano una copia della Costituzione. Nei banchi è rimasto solo Luigi Li Gotti per evitare che il gruppo fosse fatto allontanare dall’aula.

Redazione online
corriere della sera 10 marzo 2010

CANDIDATI IDV REGIONALI LAZIO 2010

ELEZIONI REGIONALI LAZIO: LISTA CANDIDATI IDV (DEFINITIVA)

CANDIDATI IDV ROMA E PROVINCIA


ALOISI GIULIO Roma (RM)

BALSAMO GIANCARLO Roma (RM) www.giancarlobalsamo.it

BOZHINOVA EMILIA Sofia (Bulgaria)

BUCCI CLAUDIO Roma (RM) www.claudiobucci.it

CAPELLI LUISA Roma (RM) www.luisacapelli.eu

CARERI ROSARIO Napoli (NA)

CARNEVALE MIRIAM Roma (RM)

COLAGROSSI GIOVANNI LORETO detto GIANNI S. Gregorio Da Sassola (RM)

CUTOLO CLAUDIO Roma (RM)

DAL PONT LUCIA Roma (RM)

DE LUCA MARIO DANY Casalciprano (CB)

DI GIACOBBE ANNA Montopoli di Sabina (RI)

www.annadigiacobbe.it


DI GIOIA MASSIMILIANO Roma (RM)

DI VINCENZO ROBERTO Roma (RM)

FRATI FABIO MASSIMO Roma (RM)

GALIOTTO CARLO Roma (RM) facebook

GALLONE FERNANDO Berlino (Germania)

GIUNTA VITTORIO Palermo (PA)

IOVINE DAMIANO Roma (RM)

LEONETTI SABATINO Crognaleto (TE) www.sabatinoleonetti.it

LERICI ROBERTA Milano (MI) email roberta.lerici@yahoo.it- sito internet www.bambinicoraggiosi.com - roberta lerici su facebook- idv infanzia

LORENZETTI MASSIMO Roma (RM) www.lorenzettimassimo.it

MARANELLA STEFANO Cermignato (TE)

MARUCCIO VINCENZO Vibo Valentia (VV) www.maruccio.net

MASTRANTONIO ROBERTO Roma (RM)

MIOTTO ALESSANDRO Roma (RM)

MOLINARO MAURIZIO Ancona (AN)

MONTI SERENETTA Roma (RM) www.serenettamonti.it

MORANTE LUCIA Grosseto (GR)

OGGIANO CATERINA Roma (RM)

PAGANELLI VENANZO Camerino (MC)

PANTANO FRANCESCO PAOLO Ricadi (CZ)

REA ROMOLO Arpino (FR)

RINALDI NEMESIO Trasacco (AQ)

RODANO GIULIA Roma (RM) www.giuliarodano.eu

ROSA PETRUZZELLI MARIO Monterotondo (RM)

RUBINO GIOIA Trapani (TP) fACEBOOK

SIRACUSA FEDERICO Roma (RM)

SPERA ADRIANA Caracas (Venezuela)

TOLLI TIZIANA Roma (RM

VITA ANGELA Messina (ME)


VITERBO

CAPPONI RITA rita.capponi@fastwebnet.it
ANSELMI GUALDO guansel@yahoo.it
FAUSTO FRANCESCO francesco.fausto@gmail.com

RIETI

CASCIANI SAURO sauro.casciani@libero.it
MATTEI ANNA RITA ar.mattei@provincia.rieti.it


LATINA

DE AMICIS ENZO deamicisenzo@libero.it
CONTE ADELE adeleconte@gmail.com Facebook
FANTONI DANIELA daniela.fantoni@libero.it
MIONI CARLA carlamioni@alice.it
VITO ROMANO bmar.ml@libero.it

FROSINONE

REA ROMOLO presidenza@aterprovinciadiroma.it
BATTISTI FRANCESCO PIO studiotecni.battisti@libero.it
BONAVIRI GIUSEPPINA giuseppinabonaviri@libero.it
GERMANELLI ALDO galdo@libero.it
TEDESCHI ANNA MARIA mada.snc@virgilio.it

martedì 9 marzo 2010

Liste PDL, Il Tar: sulle elezioni decide la Regione


Pdl nel caos dopo la nuova bocciatura della lista. "Ora il Consiglio di Stato"

di Giovanna Gentile
I delegati Pdl Polesi e Milioni mentre aspettano la decisione del Tar
I delegati Pdl Polesi e Milioni
mentre aspettano la decisione del Tar
A metà pomeriggio, nel pieno della camera di consiglio riunita già da ore nel palazzone di via Flaminia per valutare il ricorso del Pdl contro l´esclusione della lista provinciale, era stato il ministro Maroni a sollecitare una decisione immediata del Tar al fine di scongiurare lo slittamento delle elezioni. Alle sette della sera il titolare del Viminale è stato accontentato: la seconda sezione bis presieduta da Eduardo Pugliese (relatrice Mariangela Caminiti, terzo componente Antonio Vinciguerra) ha respinto la richiesta di sospensione del provvedimento della Corte d´Appello che martedì scorso aveva confermato la defenestrazione della lista del Popolo della Libertà perché arrivata fuori tempo massimo e perciò mai depositata all´ufficio circoscrizionale. Nessuna esigenza cautelare è stata dunque riconosciuta: per l´esame nel merito si dovrà aspettare l´udienza del 6 maggio.

A nulla è valso il decreto varato in extremis dal consiglio dei ministri. Inapplicabile, secondo il Tar, per due ragioni fondamentali. Primo: la Regione Lazio, avvalendosi della potestà legislativa in materia elettorale delegata dalla Carta alle regioni, ha adottato una propria normativa (la n.2 del 13 maggio 2002) che non può essere "sopravanzata" né interpretata dal governo. Ha cioè «dettato proprie disposizioni in tema elettorale - per usare le parole contenute nel dispositivo che ha rigettato l´istanza di sospensiva - esercitando le competenze date dalla Costituzione.

A seguito dell´esercizio della potestà legislativa regionale la potestà statale non può trovare applicazione nel presente giudizio».

Seconda ragione: manca «la prova certa» che i delegati del Pdl si trovassero nell´area giudiziaria entro il termine stabilito dalla legge, cioè sabato 27 febbraio a mezzogiorno, con tutta la documentazione necessaria per depositare la lista. È lo stesso presidente Pugliese a sostenerlo, richiamando il verbale redatto dalle forze dell´ordine: «Considerato che alle ore 12 erano presenti solo quattro delegati di lista e tra questi non risultava il delegato della parte ricorrente, che si è presentato solo dopo le ore 12,30; considerato, anche qualora dovesse trovare applicazione il decreto legge 29/2010, che il plico contenente la documentazione per la presentazione della lista è stato preso in consegna alle ore 17 del 27 febbraio da un delegato del Pdl, che lo ha riconsegnato al reparto dei Carabinieri di stanza all´ufficio elettorale della Corte di appello di Roma solo alle 19,30; non vi è alcuna certezza che il delegato di parte ricorrente fosse munito della prescritta documentazione al momento della consegna».

Palpabile la delusione dei legali berlusconiani. A cominciare dall´avvocato-deputato Ignazio Abrignani, uno degli autori del ricorso nonché responsabile elettorale del partito. «Ricorreremo al Consiglio di Stato», annuncia abbandonando di corsa l´aula di udienza. «C´è una legge dello Stato che è in vigore e che il Tar non può dichiarare incostituzionale. Va quindi avanti l´iter della lista che abbiamo presentato nell´ufficio circoscrizionale». Il quale, presieduto dal giudice Anna Argento, si pronuncerà oggi pomeriggio «entro le 18». Valutando, anche, l´ordinanza del Tar che l´avvocato Luca Petrucci, presentatore della Lista Bonino, le farà trovare sulla scrivania stamattina alle otto, «perché prenda contezza della decisione».

Soddisfatti i difensori del Pd che, con la loro costituzione in giudizio, hanno proposto una ricostruzione dei fatti che ha convinto i giudici della seconda sezione bis. «Le ragioni da noi prospettate sono state accolte in pieno», esultano il professor Vincenzo Cerulli Irelli, i legali Federico Vecchio, Francesco Rosi e Gianluigi Pellegrino: «È stato ripristinato il principio che la legge uguale per tutti e smascherato l´incauto tentativo di sanare con un dl ciò che non poteva essere sanato». Ottimisti anche sul futuro: «L´ordinanza del Tar è talmente ben argomentata in fatto e in diritto che riteniamo difficile possa essere smontata dal Consiglio di Stato».
(la repubblica 09 marzo 2010)

SALVALISTE:LAZIO E TOSCANA RICORRONO ALLA CONSULTA

Martini impugna il decreto salvaliste
Martini vuole il giudizio della Consulta sul decreto. La destra: "Propaganda"
di Simona Poli
Dopo il Lazio anche la Toscana ricorre alla Corte costituzionale per impugnare il decreto "salvaliste". Lo annuncia il presidente Claudio Martini, che ricorda come «la legge elettorale regionale sia materia di competenza della Regione e non dello Stato e quel decreto non vale solo per Lazio o Lombardia ma per tutte le regioni italiane. Quindi va contestato». Il decreto, dice ancora Martini, «rappresenta una vergogna e un vulnus di cui è interamente responsabile il governo nazionale. Napolitano non c´entra», dice Martini, «il presidente della Repubblica non esprime giudizi di merito ma esamina solo la compatibilità costituzionale di un provvedimento».

Cita degli esempi il presidente toscano: «Perché a Bologna si è stabilito che non potessero essere anticipate le elezioni comunali? E perché nessuno ha fatto niente quando l´anno scorso in Trentino è stata esclusa la lista dell´Udc? La verità è che le regole non valgono solo quando fa comodo non farle valere. E per di più senza nessuna assunzione di responsabilità da parte di chi ha commesso errori chiari che è solo competenza dei tribunali valutare e giudicare». L´iniziativa di Martini viene subito bollata con l´etichetta di «deriva propagandistica grave e inquietante» dal capogruppo del Pdl in consiglio regionale Alberto Magnolfi. «La giunta toscana», dice, «si pone al rimorchio delle posizioni più oltranziste espresse da Di Pietro con accenti eversivi».

Invece il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli teme che il caos scoppiato in questi giorni sulla questione delle liste rischi di oscurare i programmi e gli obiettivi della campagna elettorale del centrosinistra. «Il nostro dovere è quello di riportare la discussione sui temi reali della società, che sono il lavoro, l´economia, la sanità, il welfare, la scuola. La vera manifestazione pro o contro il decreto del governo Berlusconi sarà il voto del 28 e 29 marzo». In vista di quella scadenza il candidato alla presidenza della Toscana Enrico Rossi ha fatto stampare un volantino che sarà distribuito da oggi in cui si parla di "Resistenza civile per la democrazia" e si citano i primi dodici articoli della Costituzione.

«Voglio vivere e fare politica al fianco della Costituzione repubblicana», spiega. «Negli ultimi giorni della campagna elettorale ogni mio evento pubblico sarà aperto dalla lettura di alcuni articoli e principi fondamentali e per il 25 marzo spero che alla manifestazione di chiusura possa partecipare un padre costituente».

Ma anche in Toscana è stato avanzato un ricorso al Tar sulle regionali, quello dei Radicali che contestano il fatto che sulla scheda elettorale non sarà stampato il nome del loro candidato presidente Alfonso De Virgiliis in quelle province (Prato, Lucca, Livorno e Grosseto) in cui non si presenta la lista Bonino Pannella. «La legge elettorale toscana consente il voto disgiunto ma di fatto impedisce agli elettori di scegliere il proprio presidente, nonostante dica di basarsi sul principio del suffragio diretto. Effetto paradossale di un´illegittima e burocratica interpretazione della legge».
(la repubblica 09 marzo 2010)

sabato 6 marzo 2010

Verdini ammette le raccomandazioni "Qualche appalto in Abruzzo per la Bpt"

Nell'ordinanza del Gip di Firenze che chiede il carcere per Balducci, De Santis, Piscicelli e Cerruti
emerge il ruolo del coordinatore nazionale del Pdl: "Era un periodo che Fusi lavorava poco"

Il Gip: "Sistema di potere forte e collaudato, in grado di inquinare gli appalti''


Verdini ammette le raccomandazioni "Qualche appalto in Abruzzo per la Bpt"

Angelo Balducci

FIRENZE - Il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini ha ammesso davanti ai pm di Firenze di aver raccomandato l'impresa Btp di Fusi perché avesse "qualche appalto" in Abruzzo. Lo scrive il Gip fiorentino nell'ordinanza con la quale ha chiesto per Angelo Balducci, Fabio De Santis, Francesco Piscicelli e Guido Cerruti (ai domiciliari) nell'ambito dell'inchiesta sulla Scuola dei Marescialli a Firenze.

Nell'interrogatorio tenuto davanti ai pm fiorentini, Denis Verdini, che è indagato per corruzione, "ammette infine di avere raccomandato" il presidente dell'impresa Btp "Fusi perchè avesse qualche appalto in Abruzzo. Anche perchè era in un momento in cui lavorava poco; parla delle attuali difficoltà economiche della Btp e del fatto che se può aiutare un'impresa con 3 mila dipendenti lo fa". Lo scrive il gip di Firenze nell'ordinanza di custodia cautelare notificata la notte scorsa.

Commentando il contenuto complessivo delle dichiarazioni rilasciate da Verdini ai pm - il 15 febbraio il coordinatore Pdl ha chiesto e ottenuto di essere ascoltato - in particolare in merito alla nomina di Fabio De Santis a provveditore delle opere pubbliche per la Toscana, il gip osserva che il coordinatore del Pdl "lealmente" non ha "negato l'evidenza (come al contrario ha fatto Balducci nell'interrogatorio del 12/2/2010)" e aggiunge: "Volendone dare una lettura benevola, (le dichiarazioni di Verdini, ndr) fanno comunque riflettere sulla scarsa consapevolezza, da parte dei soggetti che ricoprono cariche pubbliche e comunque ruoli pubblici molto rilevanti, circa la negatività delle raccomandazioni specie quando queste riguardano posti di potere e, come nel caso di specie, non di natura politica ma tecnica. De Santis è un tecnico e non aveva i requisiti per essere nominato come funzionario; tanto è vero che è stato nominato come esterno".


Risulta dalle conversazioni, scrive il gip, che "Verdini e Fusi sono legati da un rapporto amicale, ma anche da interessi di natura economica che coinvolgono anche Bartolomei Roberto", vice diFusi alla Btp. Infine, parlando dell'incontro fra Verdini e Angelo Balducci, "risulta dalle conversazioni che Verdini, a fine luglio 2008, entra direttamente in contatto con Balducci; tra i due (che non si conoscevano) si realizza immediatamente una convergenza di interessi. Verdini garantisce a Balducci una copertura politica che gli consenta quantomeno di attenuare le resistenze che incontra sul 'territorio' nell'esecuzione delle opere concernenti 'grandi eventi'. Balducci, inoltre, ottiene facile accesso al ministro Matteoli, con cui Verdini ha uno stretto rapporto. Tra i due nasce subito un feeling".

L'ordinanza. Concorso in corruzione continuata e aggravata: è questa l'accusa che ha portato alle nuove quattro misure cautelari. Nel testo si descrivono le attività di Angelo Balducci (ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici) e Fabio De Santis (ex provveditore della Toscana) per pilotare alcuni appalti e le "utilità " - promesse di tangenti e favori - che, in cambio, avrebbero ricevuto da alcuni imprenditori. Nuove misure cautelari riguardano poi l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e l'avvocato Guido Cerruti, sempre per la vicenda dell'appalto della scuola.

"Un sistema di potere talmente forte, collaudato, insidioso, in grado di inquinare gli appalti e la concorrenza tra le imprese'': così lo descrive il Gip Rosario Lupo. Un meccanismo, rileva il Gip, "messo in piedi da imprenditori senza scrupoli" e da "pubblici funzionari venduti" che "fa rilevantissimi danni non solo alle casse dello Stato ma anche all'ambiente e alla qualità degli interventi pubblici sul territorio". Dall'ordinanza emerge anche il ruolo del coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, che sarebbe intervenuto per arrivare alla nomina di De Santis ai vertici dell'organismo toscano titolare del potere di assegnazione degli appalti per le opere pubbliche.

"La corruzione e il suo costo". Nell'ordinanza si legge che Balducci e De Santis, sempre per la loro attività in merito al cantiere-scuola, "ricevevano l'utilità economica costituita dal conferimento, da parte della Btp, di un incarico di consulenza legale" all'avvocato romano Guido Cerruti, "che concordava con Fusi la corresponsione di una somma di denaro pari al 2% sull'importo incassato qualora fosse stato riconosciuto un risarcimento economico in favore della Btp, ovvero di una somma di denaro pari all'0,8% dell'importo dell'appalto (valore circa 250 mln di euro)" se i lavori "fossero stati riaffidati" all'impresa.

Cerruti accettava l'incarico "conferitogli da Fusi su indicazione di Balducci e De Santis, "i quali, anziché tutelare gli interessi" della pubblica amministrazione nella controversia" tra Btp e ministero delle Infrastrutture per la scuola, "concordavano con Fusi e lo stesso Cerruti le strategie da adottare con la controparte". A tal fine i due "pubblici ufficiali" si adoperavano per "assumere inziative volte a far ottenere alla Btp l'affidamento dell'appalto". Ancora per De Santis si parla di un orologio di marca, valore alcune migliaia di euro, ricevuto da Fusi e Piscicelli.

Il ruolo di Cerruti. Il nome di Cerruti, considerato vicino ai vertici della Ferratella, compare in alcuni atti che riguardano l'iter del contenzioso amministrativo: il legale, su suggerimento dell'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis (anche lui agli arresti), viene poi nominato da Fusi come suo consulente nella vicenda. Sulla vicenda della scuola la procura fiorentina aveva presentato una richiesta di custodia cautelare parallelamente a quella che lo scorso 10 febbraio ha portato in carcere Fabio Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola e Diego Anemone. Poi le indagini sugli appalti per il G8 e i Mondiali di Nuoto hanno subito un'accelerazione e questo ramo dell'inchiesta è rimasto momentaneamente indietro.

La partita della scuola.
Per l'accusa è grazie a Piscicelli, che in cambio avrebbe chiesto soldi e la partecipazione con Btp in Ati per appalti, che Fusi (siamo a cavallo del 2007-2008) entra in contatto con Balducci e De Santis. Obiettivo, per l'accusa, favorire la Btp negli appalti, e rientrare nel cantiere per la scuola. I contatti, stabiliti dalle intercettazioni, andranno avanti nei mesi seguenti. Successivamente entra in scena anche l'avvocato Guido Cerruti, vicino a De Santis, che un anno fa diventa il legale di Fusi per la partita della scuola.

I lavori per i Nuovi Uffizi. Cerruti compare anche in intercettazioni relative ai lavori per i Nuovi Uffizi. Proprio ieri l'avvocato era stato interrogato in procura a Firenze insieme alla sua collaboratrice di studio Raffaella Di Tarsia Belmonte. Anche Piscicelli nei giorni scorsi si era presentato in procura per essere sentito dai magistrati titolari dell'inchiesta. "Non posso aggiungere dettagli - ha detto - ancora non ho letto l'ordinanza", questo il commento del legale di Carducci, avvocato Vincenzo Dresda. Il legale di Piscicelli Marcello Melandri si è limitato a dire di essere stato contattato dal proprio assistito per accompagnarlo nella caserma a Roma dei carabinieri per una notifica.

Il Gip: "Fusi fuori da sistema". Il Gip ha respinto la richiesta di misura cautelare in carcere per l'imprenditore Riccardo Fusi, ex presidente della Btp. A quanto si apprende, la richiesta era stata formulata dalla procura fiorentina a dicembre. Nel frattempo, secondo il giudice, sarebbero venute meno le esigenze cautelari nei suoi confronti, dal momento che l'imprenditore si è dimesso dai suoi incarichi nella Baldassini-Tognozzi-Pontello. Il procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, ha firmato però l'impugnazione del provvedimento con cui Lupo ha respinto la richiesta di misura cautelare in carcere. Sulla questione deciderà il Tribunale del riesame di Firenze.

(la repubblica 05 marzo 2010)



LISTE PDL, VARATO DECRETO INTERPRETATIVO. DI PIETRO: E' UN GOLPE

Via libera per legge alla lista di Formigoni e del Pdl a Roma
Bersani: "Un trucco". Di Pietro: "Dobbiamo scendere in piazza"
Liste, varato il dl. Opposizione in rivolta
Via libera del Colle: interpreta la legge
Maroni: "Non abbiamo toccato la legge elettorale. Sono solo indicazioni per il Tar"

 Liste, varato il dl. Opposizione in rivolta Via libera del Colle: interpreta la legge

Liste, varato il dl. Opposizione in rivolta Via libera del Colle: interpreta la legge

Berlusconi a Palazzo Grazioli
ROMA - Tira tardi il Consiglio dei ministri, per varare in 35' un decreto interpretativo che dà il via libera alla candidatura di Formigoni in Lombardia e alla lista del Pdl nel Lazio. Non cerca sponde il governo: spera nella disponibilità di Napolitano dopo la lunga trattativa che ha prteceduto il varo della norma, e non consulta l'opposizione che appare, sul tema, insolitamente unita. E poco prima della mezzanotte il via libera di Napolitano arriva. In sostanza, dice il Quirinale, il provvedimento interpreta - non cambia - le leggi esistenti.

Ma il segretario del Pd Bersani parla di trucco, il suo compagno Marino di "procedure stravolte", il leader dell'Idv Di Pietro chiede alla gente di andare in piazza. Anche per i radicali, pacifici per definizione, il decreto legge è eversivo. Berlusconi risponde che è l'unico modo per ridare il voto a milioni di persone. Ed ecco così il via a un decreto interpretativo: in teoria, non dovrebbe apportare modifiche alla legge, ma solo precisarne il significato.

I contenuti del decreto. In sostanza si prevede che nel valutare i termini di presentazione delle liste ci si basi anche sul fatto che con qualsiasi mezzo si possa dimostrare di essere stati presenti nel luogo di consegna nei termini stabiliti dalla legge. Il secondo punto prevede che la documentazione possa essere verificata anche in un secondo momento, per la parte che attiene ai timbri e alle vidimazioni. Il terzo punto prevede che possano ricorrere al Tar le liste non ammesse, mentre per le liste ammesse sulle quali è stato fatto ricorso ci si può rivolgere al Tar solo dopo il voto. Il quarto punto precisa che queste norme si applicano alle prossime elezioni. I primi due punti dovrebbero permettere di aggirare le irregolarità per la lista Pdl nel Lazio e per quella Formigoni in Lombardia.
La traduzione pratica? La fa il reponsabile del Pdl laziale: "Possiamo dimostrare di essere stati presenti in Tribunale, dunque lunedì ripresentiamo le liste".

Parla il ministro Maroni. "Queste approvate sono norme interpretative. Non c'è nessuna modifica della legge elettorale, nessuna modifica delle procedure in corso, nessuna riapertura dei termini", dice Maroni nella conferenza stampa, di fatto sottolineando che non è stata presa in considerazione l'ipotesi di una proroga dei termini della presentazione delle liste, già scartata ieri dopo l'incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio.

"Le norme vigenti non sono modificate - spiega il titolare del Viminale - ma si è data una interpretazione autentica, affinché il Tar possa applicare la legge in modo corretto secondo l'interpretazione che il legislatore, in questo caso il governo, dà alla legge. E' lasciata al Tar la decisione se le contestazioni siano fondate oppure no e se la richiesta di riammissione delle liste è accoglibile oppure no".

"Mettiamo a disposizione della magistratura amministrativa, l'unico soggetto istituzionale che potrà decidere sulle liste, una interpretazione corretta - prosegue Maroni - (non è il governo che decide: 'queste liste rientrano'), è lasciata al Tar la decisione se le contestazioni sollevate sono fondate oppure no, se la richiesta di riammissione è accoglibile oppure no. Il governo si è limitato a dire qual è l'interpretazione corretta da dare alle norme vigenti. Noi riteniamo che alcune di queste norme siano state applicate in modo non corretto". "E' un provvedimento - sottolinea ancora Maroni - che non modifica le norme di legge".

Napolitano firma il decreto. E poco più di un'ora dopo il suo varo, il presidente della Repubblica ha emanato il decreto legge salva-liste. Il capo dello Stato ha dato il suo via libera al decreto una volta verificato che il testo - spiega il Quirinale - corrisponde alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente.

Bersani: "Un pasticcio tutto loro". Attacca il segretario del Pd. "Il centrodestra non si azzardi a parlare di complotti e a scaricare il problema" e abbia "l'umiltà di riconoscere che questo pasticcio non gli deriva da incuria ma da loro divisioni". Così Bersani e ribadisce la necessità del rispetto delle regole: "C'è una parola in questo paese che bisogna affermare e ripristinare: si chiama regole". Ed ancora: "Se vogliono governare bene, altrimenti si riposino e vadano a casa perchè chi governa risponde per Paese e non per le regole di una lista". Gli fa eco il presidente della provincia di Roma, Zingaretti: "Esprimo la mia solidarietà a chi rispetta le regole, a chi paga le multe, a chi versa correttamente le tasse, a chi si ferma al rosso. Insomma esprimo la mia solidarietà alle persone perbene".

La Bonino: "Una pagina vergognosa". "Una delle pagine più vergognose della storia del Paese dal punto di vista giuridico. Non ci sono parole. Non ci sono situazioni che possono autorizzare un governo a emettere norme palesemente illegali". Così il coordinatore della campagna elettorale della candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino

Di Pietro: "Forze armate contro il dittatore". "Non si tratta di interpretazione, ma di un palese abuso di potere che in uno Stato di diritto andrebbe bloccato con l'intervento delle forze armate al fine di fermare il dittatore. Noi ci appelleremo alla società civile e scenderemo in piazza con una grande manifestazione di protesta civile e democratica". Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori.

Bonelli: "Atto di pirateria". ''La democrazia in Italia non esiste più. A questo punto dopo un atto di vera e propria pirateria istituzionale compiuto da fascisti al governo bisogna fermare le elezioni'', dichiara il presidente nazionale dei verdi Angelo Bonelli che aggiunge: ''Quello che ha fatto il governo ha dell'incredibile per uno stato democratico: il Pdl si è fatto una legge per ammettere le sue liste che per la legge non potevano essere ammesse''.

Pdci, volantini listati a lutto. "Si annuncia la scomparsa della Democrazia, uccisa dal Governo oggi alle 19.30". E' quanto si legge sui volantini, ironicamente listati a lutto, distribuiti dal PdCI - Federazione della Sinistra in tutto il Paese dopo il varo del decreto interpretativo varato dal cdm questa sera.

Sinistra Ecologia Libertà: "Mobilitazione". "Siamo ai brogli di Stato. La putrefazione del berlusconismo ormai rischi di infettare la democrazia italiana". Lo afferma Fabio Mussi, del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. "Siamo pronti con tutto il centrosinistra ad una mobilitazione democratica, ferma e serena per riaffermare il diritto costituzionale che rischia di essere calpestato", aggiunge Gennaro Migliore della segreteria nazionale.

Ferrero: "Rispettare la legge". Secondo il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, oggi al porto di Ancona, occorre "rispettare la legge": "Chi è capace a presentare le liste - ha detto - sarà candidato alle elezioni. Chi non è capace o c'ha casini a casa sua, tanto da accottellarsi alle spalle come mi pare sia successo, non sarà presente alle elezioni. A me pare la cosa più normale del mondo".

Protesta Libertà e Giustizia. "Un passo avanti verso un regime dell?a rbitrio: è questo il significato profondo del decreto che si appresta ad emanare in queste ore il governo in materia elettorale. Un provvedimento che di per sé non dà luogo a un giudizio di incostituzionalità, ma che certamente rappresenta una violazione di legge. Il riferimento è alla legge del 1988 sul potere normativo del governo.Libertà e Giustizia ricorda infine che in una democrazia le leggi elettorali sono le più sacre e intoccabili".

La legge del 1988 e la Costituzione. Per il governo è stato un percorso accidentato. E non è detto che sia finita qui. Malgrado la ripetuta sottolineatura del governo di non aver toccato la legge elettorale, infatti, fanno riferimento alla legge una legge che vieta al governo di toccare norme di materia costituzionale e elettorale. E' quella del 1988 sul potere normativo del governo. L?articolo 15 secondo comma, della legge n.400 del 23 agosto stabilisce infatti che il governo non può provvedere nelle materie indicate nell?articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia costituzionale e elettorale). Recita infatti il quarto comma: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi".


(la repubblica 05 marzo 2010)

venerdì 5 marzo 2010

G8/Balducci, festini e prostituzione maschile.Coppi: fatti privati

DI pATURNIIO
Anche nell'inchiesta del G8, non potevano mancare i festini hard.Ormai pare che questi siano indissolubilmente legati alla sete di denaro e alla corruzione politica. Bene, "continuiamo così, facciamoci del male"...

INCHIESTA G8, L'AVVOCATO COPPI: «COSE CHE NON C'ENTRANO NULLA»

Il Vaticano caccia il corista nigeriano
Chinedu Thiomas Ehiem era indicato nell'indagine quale procacciatore di incontri omosessuali per Balducci


Angelo Balducci (Ansa)MILANO - Il corista nigeriano della Cappella Giulia, Chinedu Thomas Ehiem, indicato nell'indagine quale procacciatore di incontri omosessuali per Angelo Balducci, l'ex numero uno del Consiglio superiore dei lavori pubblici arrestato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta G8, «non è un religioso, né un seminarista» e, comunque, è stato allontanato dal coro. Lo hanno precisato fonti della Santa Sede, che in serata hanno reso noto che Balducci sarà cancellato dall'elenco dei membri della Famiglia Pontificia nel quale compare come gentiluomo.
L'INTERCETTAZIONE - Il Corriere della Sera in edicola pubblicava un passo delle intercettazioni dell'inchiesta relativa ai rapporti tra Ehiem e Balducci: «In un capitolo dell’informativa i carabinieri evidenziano come "l’ingegner Balducci, per organizzare incontri occasionali di tipo sessuale, si avvale dell’intermediazioni di due soggetti che si ritiene possano far parte di una rete organizzata, operante soprattutto nella capitale, di sfruttatori o comunque favoreggiatori della prostituzione maschile". Su questo è stata avviata un’indagine parallela che si concentra sull’attività di Thomas Ehiem, un giovane nigeriano che nelle telefonate afferma di far parte del coro di San Pietro «e all’anagrafe di Roma è indicato come "religioso"». È lui a offrire le prestazioni dei ragazzi, soprattutto stranieri, in cambio di soldi e piccoli favori. L’altro intermediario indicato nella relazione investigativa è invece Lorenzo Renzi, anche lui residente nella capitale».

L'AVVOCATO DIFENSORE - Sulla vicenda è intervenuto anche Franco Coppi, l'avvocato difensore di Balducci: «Nel corso dell'interrogatorio non abbiamo parlato di vicende private, ma è una vergogna che vengano pubblicate sui giornali cose che non c'entrano nulla con l'inchiesta. Quando abbiamo visto insieme a Balducci gli articoli c'era quasi da ridere: siamo pronti ad azioni legali». Coppi ha parlato al termine dell'interrogatorio di garanzia durato oltre due ore nel carcere di Regina Coeli a Roma. In merito ad alcuni articoli apparsi sui giornali Coppi ha poi aggiunto che «non si può dire qualsiasi cosa a ruota libera solo perché una persona si trova in carcere».

«DEPRESSO E STRANIATO» - La condizione fisica di Balducci intanto desta qualche preoccupazione. «Solo da oggi ha potuto leggere i giornali: mi è sembrato particolarmente depresso, quasi estraneo a quanto gli accade intorno» ha raccontato il deputato Melania Rizzoli, capogruppo Pdl alla commissione d'inchiesta su gli errori in campo sanitario, che lo ha incontrato a Regina Coeli. «Balducci rifiuta le visite anche se qualche reazione positiva l'ho colta nella soddisfazione per l'interrogatorio reso ai magistrati proprio nella giornata odierna».



DE SANTIS - Fabio De Santis, intanto, durante le tre ore di interrogatorio davanti al gup di Milano che lo ha sentito per rogatoria dell'ufficio gip di Perugia, ha detto di non aver «svolto alcuna funzione di aggiudicazione degli appalti né per i Mondiali di nuoto né per le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia». Per quanto riguarda il G8 De Santis ha aggiunto che «il mio incarico è stato di durata molto breve e in ogni caso ho invitato a partecipare 25 aziende». Si trattava dell'interrogatorio di garanzia per l'ex funzionario della Protezione civile nell'ambito dei nuovi atti istruttori eseguiti anche per l'imprenditore Diego Anemone e dei funzionari pubblici Angelo Balducci e Mauro Della Giovampaola raggiunti sabato scorso da una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Perugia Paolo Micheli nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi. I quattro vennero arrestati, con l'accusa di concorso in corruzione, nell'ambito dell'indagine avviata dai pm di Firenze e dopo il coinvolgimento dell'ex magistrato romano Achille Toro e la trasmissione degli atti a Perugia, i pm Federico Centrone, Sergio Sottani e Alessia Tavernesi hanno chiesto e ottenuto dal giudice Micheli una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha sostituito quella precedente. In particolare De Santis ha risposto alle domande sugli appalti per la cosiddetta «caserma dei marescialli» di Firenze spiegando che il suo operato era quello di far risparmiare soldi alla pubblica amministrazione.

Redazione online
corriere della sera 03 marzo 2010(ultima modifica: 04 marzo 2010)

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