martedì 30 giugno 2009

Viareggio: Berlusconi contestato all'arrivo (VIDEO)



FISCHI E CONTESTAZIONE CONTRO IL PREMIER



Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e' stato accolto da fischi e da una dura contestazione al suo arrivo in Comune a Viareggio. Il presidente del Consiglio ha visitato prima la stazione di Viareggio per poi recarsi in Comune. Qui c'era ad attenderlo una piccola folla di circa 300-400 persone e dopo qualche applauso hanno subito preso il sopravvento i fischi e cori: 'Vergogna, vergogna' e 'buffone'. Il presidente del Consiglio circondato dalla scorta e' stato quindi fatto entrare all'interno del palazzo, mentre un cordone di agenti di polizia teneva a distanza i manifestanti. Adesso molta gente continua a stazionare di fronte al palazzo del Comune in un'atmosfera di notevole tensione. Un gruppetto di una ventina di persone ha poi scandito, quando ormai il premier era all'interno del palazzo del Comune, il grido 'Silvio, Silvio'.

All'esterno del palazzo continuano ad esserci contestatori e sostenitori del premier che discutono anche animatamente mentre la polizia tiene la folla a distanza dall'ingresso.

Piu' tardi dovrebbe essere in programma una conferenza stampa di Berlusconi.

Foto Villa Certosa:Due scatti a luci rosse incombono sul G8

dal sito: il riformista

Due scatti proibiti a Villa Certosa incombono sul G8 dell'Aquila
di Fabrizio d'Esposito

Retroscena. Zappadu avrebbe fatto anche «foto pruriginose» di Topolanek e Berlusconi che potrebbero imbarazzare parecchio gli altri leader.


Due foto a luci rosse tra gli oltre cinquemila scatti di Antonello Zappadu? La conferma arriva al Riformista da una fonte più che autorevole. Costretto a una vita blindata, quasi in fuga, il fotereporter sardo che ha “lavorato” su Villa Certosa per tre lunghi anni, dal 2006 a oggi, avrebbe ammesso l'esistenza di due immagini fortemente imbarazzanti.

Quella più hard riguarderebbe l'ex premier ceco Mirek Topolanek, già immortalato in versione nature all'interno della residenza estiva del Cavaliere. Stavolta, Topolanek sarebbe stato fotografato insieme con una ragazza durante una pratica lewinskyana, nel senso di Monica.
Il secondo scatto sarebbe il pezzo forte della collezione di Zappadu parcheggiata all'estero, in Colombia, al netto delle settecento foto sequestrate in Italia dopo la denuncia dei legali del presidente del Consiglio. Il teleobiettivo avrebbe colto il Cavaliere seduto su una poltrona. Nudo. È questa l'immagine che sta facendo tremare maggiormente il fotoreporter sardo, che non a caso due settimane fa per tutelarsi e prendere un po' di fiato aveva annunciato urbi et orbi: «Le settecento foto che mi hanno sequestrato non sono le sole che ho fatto. Se proprio la devo dire tutta, io, tra il 2006 e il 2009, ho scattato cinquemila fotografie. All'aeroporto di Olbia e all'interno di Villa Certosa. Nulla di pruriginoso. Piuttosto, direi immagini politicamente imbarazzanti». E ancora: «Ne posso raccontare una: sarà stata la tarda primavera del 2008 e nei giardini della villa, c'è un finto matrimonio tra Berlusconi e una ragazza. Ci sono il bouquet di fiori e un gruppo di ragazze intorno a loro che applaudono divertite».
In realtà, le foto «pruriginose» ci sarebbero. Ma forse è ancora troppo presto per parlarne. L'estate è appena iniziata e c'è tempo per mostrare che il re è completamente nudo, in tutti i sensi. Sul fronte della satiriasi del Cavaliere e sul suo stile di vita (Veronica dixit: «Mio marito è un uomo malato che frequenta minorenni»), altri dettagli sono stati rivelati dalla escort barese, Patrizia D'Addario, che ha trascorso con lui una notte a Palazzo Grazioli a Roma, quella tra il 4 e il 5 novembre del 2008.

Al Sunday Times, edizione domenicale del quotidiano edito da Murdoch, e al quale D'Addario aveva già rilasciato un'intervista, la quarantenne pugliese presentata al premier dal manager Giampaolo Tarantini ha raccontato che lui «era instancabile, non ho mai dormito». Nella residenza romana di Berlusconi, i due presero possesso del grande letto a tre piazze alle quattro di mattina. Stavolta D'Addario aggiunge altri particolari sul rituale dell'accappatoio bianco, che il Cavaliere indossa quando è in compagnia della prescelta. L'escort racconta che Berlusconi fece più di cinque docce fredde e che a un certo punto le chiese di raggiungerlo nel bagno, sotto l'acqua scrosciante. Non solo: durante l'amplesso, nel grande letto, «d'improvviso smise di muoversi e pensai fra me “grazie a Dio si è addormentato”. Ma non durò».
Al Riformista risultano anche altre due dettagli registrati o quantomeno confidati da D'Addario. Uno conferma la profonda sensibilità del Cavaliere in materia di odori e trucco femminile: alla escort, un'altra donna tolse lo smalto dalle unghie di mani e piedi. Non solo: il presidente del Consiglio, forse a causa dei farmaci assunti, si addormentò pure in un'altra occasione, che provocò grandissimo imbarazzo nella compagna di una notte.

Per quanto riguarda l'inchiesta pugliese, ieri il procuratore capo di Bari Emilio Marzano ha tenuto una riunione di coordinamento coi suoi sostituti titolari dei vari filoni d'indagine su appalti, sanità, sesso e festini. Alla vigilia del G8, Marzano ha “spedito” due messaggi ritenuti rassicuranti dagli ambienti del centrodestra. Dapprima, il magistrato ha specificato che «non si parla di cocaina» in nessuna delle quattro inchieste. Poi ha giudicato «un'ipotesi astratta» quella di ascoltare Berlusconi a Bari come «persona informata sui fatti». È come se anche i pm avessero stipulato una tregua...

Feste da Berlusconi:«Entro luglio fine indagine su escort»

BARI - ''Questo ufficio ha interesse a chiudere doverosamente al più presto il procedimento sulla induzione alla prostituzione e poichè non sono previsti ulteriori adempimenti complessi, salvo novità, tenteremo di definire l’indagine entro luglio”. Lo ha assicurato il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Emilio Marzano, a proposito dell’inchiesta in corso su un giro di escort che l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini avrebbe portato a feste in case vip e a cene nelle residenze del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Roma e in Sardegna.

Il procuratore, che ha parlato di una inchiesta sostanzialmente definita, ha quindi annunciato tempi brevi per la conclusione ma non immediati. In questo modo, pur non facendovi esplicito riferimento, ha escluso che eventuali provvedimenti possano essere definiti a giorni e comunque non prima della conclusione del G8. Viene così confermata la voce, circolata negli ultimi giorni, secondo cui l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, e che giunge a toccare il premier, non interferirà con gli incontri internazionali previsti all’Aquila dall’8 al 10 luglio prossimi.

«IL FILONE GROGA NON HA SPESSORE»

Il filone di indagini che riguarda il consumo di droga nelle feste organizzate dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini "non ha assunto uno spessore tale" da trasformarsi in un capo di imputazione. Lo ha precisato sempre il procuratore capo Marzano.

La presenza di droga in queste feste, e in particolare di cocaina, sarebbe emersa dai contenuti di alcune intercettazioni telefoniche; sulla vicenda vi è anche una informativa della guardia di finanza consegnata nei giorni scorsi al pm. Non sarebbero però emersi riscontri concreti a questa ipotesi.


Il procuratore ha quindi confermato che Tarantini resta l'unico indagato e che l’unico capo di imputazione nei suoi confronti è quello della induzione alla prostituzione.


L'imprenditore barese (indagato anche in altri procedimenti che riguardano forniture sanitarie ad Asl pugliesi) non è stato sinora mai ascoltato dalla procura nell’ambito di questo procedimento. Sono state invece ascoltate diverse donne che hanno partecipato alle feste, tra le quali Patrizia D’Addario, la escort barese che ha dichiarato di avere partecipato a due cene a palazzo Grazioli e che avrebbe registrato le conversazioni dei suoi incontri intimi con il premier.



30 Giugno 2009

Viareggio:"Quel ragazzo bruciava come una torcia umana". I drammatici racconti di chi ha visto l'inferno,


(foto Vigili del fuoco)

(foto Vigili del fuoco)
ultimo aggiornamento: 30 giugno, ore 14:50
Viareggio - (Ign) - Cominciano ad arrivare i primi terribili racconti di chi ha assistito alle esplosioni dei vagoni con il GPL. Il convoglio cisterna è deragliato nella notte: due vagoni sono saltati in aria. Due le palazzine crollatenella deflagrazione, 5 gli edifici seriamente danneggiati dallo scoppio. Tra le vittime anche due bambini. Un migliaio le persone evacuate. La Protezione Civile allestisce una tendopoli. Berlusconi: ''E' un incidente grave e sconvolgente". Bertolaso: ''Una delle peggiori tragedie, ora interventi sulla sicurezza''. Dal Papa ''profonda partecipazione al dolore che colpisce l'intera città''. Il sindaco Lunardini: ''Bilancio tragico ma limitato dall'intervento immediato dei soccorsi''. Prefetto Tronca: ''Impeccabile e massiccio l'intervento dei Vigili del Fuoco''. La Procura di Lucca ha aperto un'inchiesta: le ipotesi di reato sono quelle di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Il pm Cicala ha effettuato un sopralluogo escludendo che ci sia stato ''uno scontro tra treni'', specificando che si è trattato di un deragliamento: ''Il gas gpl è fuoriuscito -ha spiegato Cicala - e si è verificata l'esplosione''. Il convoglio della società Gatx: ''Scioccati ma noi affittiamo solo i vagoni''. Guarda le immagini girate nella notte: VIDEO: 1, 2,

Viareggio, 30 giu. (Ign) - Passava con il motorino proprie mentre c'è stata la prima esplosione. "È caduto a terra e bruciava come una torcia", racconta un testimone che dalle finestre di casa ha assistito alla scena. "Completamente carbonizzato", dice dopo averlo visto sdraiato a terra, poco vicino ad un altro corpo, quello di una donna, anche lei morta per l'esplosione. "Siamo nell'inferno, c'è gente da aiutare", grida un'altra persona nel tentativo di raccogliere volontari per far fronte all'emergenza.


E poco più in là, una ragazza racconta sconvolta: "Ho visto almeno cinque senza casa che bruciavano". Nella sciagura, uno si è salvato: "Qualcuno è riuscito a gettarlo a terra e coprirlo con una coperta".

C'è poi chi ha assistito al momento dell'incidente. "Dopo la frenata si è alzata una nuvola bianca", racconta un testimone. "Poi il boato delle esplosioni". Accanto alla stazione, aggiunge, un uomo "con una camicia bianca urlava 'perché va così veloce?'". E poi è esploso tutto.

Racconto ribadito anche da un'altra persona: "Ho visto quel treno arrivare veloce ed entrare nella stazione e frenare senza riuscire a fermare la corsa". Dalle ruote, racconta, "mandava scintille dalle ruote, poi ad un certo momento dev'essere deragliato perché partivano dei sassi e dopo sono venute le esplosioni".

POZZALLO - 30/06/2009
Si tratta di Rosario Campo, 42 anni. Gravemente ferita la moglie

Pozzallese tra le vittime del treno merci esploso a Viareggio

L´uomo, in sella allo scooter con la consorte, stava attraversando un cavalcavia quando è stato investito dalla deflagrazione

C’è anche il pozzallese Rosario Campo 42 anni, tra i 17 morti del treno merci deragliato a Viareggio, dove 2 vagoni pieni di gas sono esplosi. Campo si trovava nei pressi della stazione per una mera fatalità. Il pozzallese, da anni a Viareggio dove lavorava alla riparazione di attrezzature navali e yacht di lusso, stava percorrendo il cavalcavia in sella ad uno scooter, assieme alla giovane moglie. Proprio quest’ultima è rimasta gravemente ferita a causa della deflagrazione che ha investito la zona. La donna si trova adesso ricoverata in rianimazione. Le sue condizioni sono disperate. Niente da fare invece per Rosario Campo, morto sul colpo. Incredulità e sgomento a Pozzallo, dove abitano i parenti del pozzallese, i cui genitori hanno già raggiunto Viareggio.

Tornando al pesantissimo bilancio della tragedia, oltre ai 17 morti si contano anche decine i feriti, di cui 15 in pericolo di vita, alcune persone disperse, decine contuse e sotto shock, un migliaio di abitanti evacuati. E poi due palazzine distrutte e altre tre evacuate, alcune centinaia di sfollati. Lutti e devastazione in un paradiso delle vacanze al mare, Viareggio, a causa di un treno merci carico di Gpl (Gas di petrolio liquefatto) che a mezzanotte deraglia in stazione e innesca l´apocalisse nel centro della città: una serie di esplosioni e l´incendio.

E´ poco prima di mezzanotte quando in stazione transita un treno merci, che si muove da nord verso sud, da La Spezia in direzione di Pisa, col suo convoglio di quattordici vagoni cisterna carichi gas. "Non è che andasse proprio piano, almeno a 90 all´ora" racconta qualcuno. "Il treno sferragliava sui binari, ho visto delle scintille" è la testimonianza di un altro. Più tardi le Ferrovie dello Stato spiegheranno che ha ceduto il carrello del carro cisterna. Poche decine di metri ed è la catastrofe.

In quel punto la linea ferrata è costeggiata dai palazzi, in parallelo corre via Ponchielli. Il merci 50325 Trecate-Gricignano deraglia. Il primo carro cisterna trascina fuori dai binari altri quattro dei quattordici vagoni che non sono proprietà delle Fs ma appartengono a una società straniera, la Gatx, con sede a Vienna. Solo uno salta in aria. Purtroppo basta a causare l´immane disastro. Le esplosioni e le fiammate investono i palazzi e la strada. Una palazzina, dove vivono 18 persone, si sbriciola. Una più piccola, monofamiliare, prende fuoco.

Alla fine, crollate o gravemente danneggiate, le case coinvolte saranno cinque. Come un proiettile, un grosso pezzo di metallo investe un uomo - che risulterà essere un quarantenne extracomunitario - e lo scaraventa ad una decina di metri uccidendolo. Per lo spostamento d´aria un´altra persona vola contro un cassonetto e avrà le gambe maciullate. Una ragazza, avvolta dalle fiamme, corre in strada, grida, cerca di strapparsi i vestiti. I soccorsi sono stati tempestivi. Centocinquanta persone della Protezione Civile hanno lavorato tutta la notte.

corriere di Ragusa 30 giugno 2009

STRAGE VIAREGGIO, SI AGGRAVA IL BILANCIO: 17 MORTI FRA CUI 3 BAMBINI

feriti sono 37, di cui 15 gravi e una trentina di dispersi
Un altro bimbo ricoverato a Firenze in pericolo di vita

Morta la bambina ricoverata a Roma con il 90 per cento del corpo ustionato.

Ancora in corso le operazioni di riconoscimento dei cadaveri
Tragedia di Viareggio si aggrava il bilancio diciassette morti, tra cui 3 bambini
VIAREGGIO - Il bilancio del disastro ferroviario di Viareggio è di diciassette vittime, fra cui tre bambini: i corpi, carbonizzati, sono stati portati all'obitorio della città. Sono ancora in corso le operazioni di riconoscimento dei cadaveri. Tra questi ci dovrebbe essere quello di una giovane coppia che aveva da poco affittato una casa vicino a quelle crollate. I feriti sono 37, di cui quindici gravi, e, ufficialmente, una trentina di dispersi. In realtà le ricerche delle autorità si stanno indirizzando verso solo cinque persone, perché si ritiene che le altre 25 non si trovassero a casa al momento della tragedia.

Intanto è morta nella mattinata all'ospedale Bambin Gesù di Roma la bimba straniera di quasi 4 anni rimasta ustionata nell'esplosione della scorsa notte a Viareggio. La bambina era stata trasferita d'urgenza in elicottero a Roma dopo un primo ricovero al pronto soccorso dell'ospedale della Versilia. La bimba era stata operata ma non ce l'ha fatta a superare la crisi fisica seguita all'esplosione. Lotta invece fra la vita e la morte un altro bambino di 2 anni ricoverato al Mayer di Firenze anche lui ustionato e in stato di shock emodinamico.

Altri sei feriti - in condizioni gravissime, con ustioni su tutto il corpo - sono ricoverati a Pisa; cinque sono nei reparti rianimazione delle strutture sanitarie di Massa e Carrara; alcuni sono stati trasportati a Milano, al Galeazzi e al Niguarda; quattro alle Molinette di Torino; due, una madre e una figlia, di 54 e 23 anni, al Villa Scassi di Genova.

(LA REPUBBLICA 30 giugno 2009)

Napoli, Berlusconi contestato fuori dal Teatro San Carlo

Lo hanno fischiato. E gli hanno gridato: «Buffone».

Berlusconi fischiato a Napoli:«Sono organizzati dalla sinistra»

Lo hanno fischiato. E gli hanno gridato: «Buffone». Una cinquantina di disoccupati organizzati, di lavoratori della Atitech, hanno contestato Berlusconi fuori dal Teatro San Carlo. Alcuni disoccupati sono saliti su impalcature presenti all'interno della galleria Umberto, mentre momenti di tensione si sono registrati tra le forze dell'ordine e gli operai dell'Atitech che volevano esporre uno striscione sulla una transenna vicina al San Carlo. Presenti anche i senza lavoro del Progetto Isola, delegati della Cgil che stanno effettuando un volantinaggio e lavoratori della Tirrenia navigazione.

«Sono persone della sinistra che si dovrebbe vergognare», replica il premier. Scambiando qualche battuta con i giornalisti, ha detto: «Quelli che sentite sono gli organizzati dalla sinistra, sono quelli che conosciamo bene e questa sinistra si dovrebbe vergognare».

L'Unità 30 giugno 2009

Berlusconi fischiato a Napoli:
«Sono organizzati dalla sinistra»


NAPOLI (30 giugno) - Il premier Silvio Berlusconi è stato contestato oggi a Napoli. Il premier era al teatro San Carlo per la premiazione delle eccellenze napoletane che si sono distinte nel mondo. All'esterno del
teatro, nella Galleria Umberto, si sono radunati una cinquantina di disoccupati organizzati, di lavoratori della Atitech, e della Tirrenia, che lo hanno fischiato ed hanno gridato «Buffone».

«Quelli che sentite sono gli organizzati della sinistra...», detto Berlusconi. Poi coglie l'occasione per prendersela con l'opposizione: «Ahimè abbiamo questa sinistra che si dovrebbe vergognare di tutto quello che fa agli effetti la nemica del Paese».

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, commentando la protesta dei lavoratori dell'Atitech, azienda che effettuava la manutenzione degli aerei della vecchia Alitalia, ha detto: «La vertenza Atitech non l'abbiamo dimenticata. Ho memorizzato i punti fondamentali richiesti dal

Disastro Viareggio, Berlusconi:"Prendo in mano la situazione".IDV, chiede audizione vertici FS

Bagnasco esprime il cordoglio dei vescovi: "Simili episodi non si ripetano"
Il capogruppo dell'Idv chiede l'audizione dei vertici Fs: "Sia fatta piena luce"

Il dolore di Napolitano
Berlusconi: "Vado a Viareggio"

Il premier: "Prenderò in mano la situazione"
Domani il governo riferisce alla Camera


Il dolore di Napolitano Berlusconi: "Vado a Viareggio"

Silvio Berlusconi

ROMA - La tragedia di Viareggio provoca lutto e sconcerto nelle istituzioni. A cominciare dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in una telefonata al sindaco di Viareggio Luca Lunardini ha espresso i suoi sentimenti di partecipazione al dolore delle tante famiglie colpite e di vicinanza all'intera cittadinanza. E anche Silvio Berlusconi commenta: "E' un incidente grave, sconvolgente per come si è palesato".

"Sono stato al telefono finora con Bertolaso - prosegue il premier in mattinata, da Napoli, dove è giunto per seguire l'assemblea degli industriali - abbiamo già provveduto a trasferire i feriti più gravi negli ospedali e poi subito dopo quest'assemblea a Napoli, andrò a Viareggio a prendere in mano la situazione". Domani, comunque, il governo riferirà alla Camera.

Anche il cardinale Angelo Bagnasco, numero uno dei vescovi italiani, interviene sulla vicenda: "La Chiesa è vicina, i vescovi e le comunità cristiane assicurano la preghiera per i morti i feriti e le loro famiglie. Auspico che simili episodi nn si ripetano, ma in questo momento occorre stringersi gli uni gli altri".

Intanto, dall'opposizione, arriva la richiesta di un approfondimento sulle cause di un incidente così devastante. Il capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi, annuncia: "Chiederemo l'immediata convocazione dei vertici delle ferrovie, per un'audizione in commissione Trasporti alla Camera. Su questo disastro dovrà essere fatta piena luce".

Per il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl), invece, "ora bisogna evitare inutili polemiche in attesa di accertare cause e responsabilità. E' necessario fare ogni possibile sforzo per migliorare la sicurezza dei cittadini e l'efficienza del servizio ferroviario sulla strada intrapresa in questi anni".

(La Repubblica 30 giugno 2009)

Viareggio, Esplosione Treno: Aperte due inchieste.Il treno aveva un freno in fiamme

Mille evacuati. Due palazzine crollate e altre cinque danneggiate


Sono già due le inchieste annunciate sull'incidente ferroviario di Viareggio che finora ha provocato 15 morti
Sono già due le inchieste annunciate sull'incidente ferroviario di Viareggio che finora ha provocato 15 morti. La prima è quella che sarà portata avanti dalla procura di Lucca. Le ipotesi di reato sono disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo.

Lo ha spiegato lo stesso procuratore di Lucca, Aldo Cicala, che la notte scorsa, insieme al sostituto Giuseppe Amodeo, ha effettuato un sopralluogo sul luogo dell'accaduto, conclusosi intorno alle 6. Sulle cause Cicala ha spiegato che "al momento non c'è alcuna conferma".

Ha solo escluso che "ci sia stato un scontro tra treni. C'è stato un deragliamento, il gas gpl è fuoriuscito e poi si è verificata l'esplosione".

Il procuratore ha anche aggiunto che sono già stati "sentiti a verbale i macchinisti del convoglio, ma non ha voluto aggiungere nulla sulle loro dichiarazioni. Sulla portata di quanto accaduto ha detto: "I dati parlano da soli: è veramente un disastro".

Una commissione d'inchiesta sul fatto è già stata annunciata dal ministro dei Trasporti Altero Matteoli che ha interrotto una visita in Venezuela per tornare in Italia e raggiungere Viareggio.

"Uno dei vagoni è deragliato - ha spiegato il comandante del corpo nazionale dei vigili del fuoco Antonio Gambardella che dal centro operativo del Viminale sta coordinando le operazioni di soccorso - e si sono susseguite diverse esplosioni". Quanto alle cause, Gambardella non si è sbilanciato, limitandosi a dire che secondo alcune testimonianze sembra che il treno sia entrato in stazione con i freni in fiamme". Per le Fs il problema sarebbe stato legato alla rottura di un carrello.

I vigili del fuoco sono subito giunti in forze sul luogo dell'incidente insieme a carabinieri, polizia, guardia di finanza, personale medico del 118 e volontari della protezione civile.

A Viareggio è giunto il capo della protezione civile Guido Bertolaso che è in contatto col presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In arrivo a Viareggio anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è in contatto con il prefetto di Lucca Carmelo Aronica. Il treno deragliato è un convoglio merci composto da 14 vagoni e proveniva da La Spezia in direzione Pisa.

(Il Tirreno 30 giugno 2009)

Treni, dopo l'incidente l'Italia è divisa in due

Treni a rischio blocco per tre giorni. Traffico paralizzato nel centro di Viareggio. In mille avacuati dalle case
di Gabriele Dini e Donatella Francesconi
Oltre mille persone evacuate. Gente che ha dormito in ricoveri di fortuna messi in piedi dalla Protezione civile in città. E disagi per chi viaggia in treno e in macchina. L'alba che segue il giorno della strage si accende su una città devastata.

Nella zona attorno alla stazione di Viareggio - dove finora ci sono stati 15 morti - sarebbero due le palazzine crollate e altre cinque quelle danneggiate. Almeno mille persone sono state evacuate in via precauzionale per il pericolo di crolli e nuove esplosioni. Campi di emergenza, per accogliere anche parte dei feriti, sono stati allestiti sulla piazza di fronte al comune e vicino alla prefettura. Molti viareggini hanno trascorso la notte da parenti e amici. Altri, purtroppo, hanno fatto avanti indietro per gli ospedali in cerca di notizie di parenti spariti. non si sa quando le persone evacuate potranno tornare nelle loro case.

Il treno deragliato con il suo carico di Gpl dovrà ora essere rimosso. I vagoni sono rovesciati sul binario. Le operazioni di recupero potrebbero durare anche due-tre giorni perché le cisterne dovranno essere svuotate con cautela per scongiurare il rischio di nuove esplosioni. i collegamenti tra Pisa e il nord sulla linea di viareggio sono interrotti. le ferrovie hanno allestito servizi alternativi di autobus I convogli della Direttrice Torino - Genova - Roma potranno subire ritardi, deviazioni di percorso e possibili cancellazioni.

I convogli del trasporto regionale provenienti da Sud verranno attestati nella stazione di Pisa, quelli da Nord, invece, a Forte dei Marmi e i treni regionali da Est sosteranno a Lucca. Un servizio di bus sostitutivi garantirà i collegamenti tra queste tre località e le stazioni intermedie. I convogli della media e lunga percorrenza subiranno alcune modifiche di percorso. Alcuni treni diretti da Sud a Torino, arrivati a Pisa, verranno deviati a Firenze per poi proseguire verso Bologna, Piacenza, Alessandria e Torino. Altri convogli della Direttrice Tirrenica verranno attestati a La Spezia (quelli provenienti da Torino) e a Pisa (quelli da Roma) e in questo tratto di linea saranno garantiti i collegamenti con bus sostitutivi.

Dal momento dell'esplosione - avvenuta poco prima della mezzanotte - le strade del centro di Viareggio sono state chiuse. Impossibile transitare dalla piazza della stazione e dal vecchio tratto dell'Aurelia investito dalle fiamme e dove si trovavano le palazzine crollate. Danneggiata gravemente anche la sede dell'associazione di soccorso Croce verde

(il tirreno 30 giugno 2009)

TRENO ESPLOSO/ Modifiche alla circolazione. Numero verde Trenitalia

Per le informazioni, Trenitalia ha attivato il numero verde 800 892021.

martedì 30 giugno 2009

Treno esploso - L'incidente del treno di Viareggio , che attualmente ha causato almeno 12 vittime, ha costretto Ferrovie dello Stato a modificare pesantemente la circolazione che gravita intorno alla città toscana, teatro del disastro. Secondo quanto riportato dal sito di Ferrovie dello Stato la circolazione ferroviaria è interrotta per un tempo indefinito sulla Direttrice Tirrenica tra le stazioni di Pisa e Forte dei Marmi. I convogli della Direttrice Torino–Genova–Roma potranno subire ritardi, deviazioni di percorso e possibili cancellazioni.

Il Gruppo FS ha subito adottato provvedimenti di circolazione alternativi per i treni interessati.

I convogli della Direttrice Torino – Genova – Roma potranno subire ritardi, deviazioni di percorso, si parla di far transitare i treni via Alessandira e possibili cancellazioni.

I convogli del trasporto regionale provenienti da Sud verranno attestati nella stazione di Pisa

i treni da Nord, invece, a Forte dei Marmi i treni regionali da Est sosteranno a Lucca.

Un servizio di bus sostitutivi garantirà i collegamenti tra queste tre località e le stazioni intermedie.

I convogli della media e lunga percorrenza, poi, subiranno alcune modifiche di percorso.

Alcuni treni diretti da Sud a Torino, arrivati a Pisa, verranno deviati a Firenze per poi proseguire verso Bologna, Piacenza, Alessandria e Torino.

Altri convogli della Direttrice Tirrenica verranno attestati a La Spezia (quelli provenienti da Torino) e a Pisa (quelli da Roma) e in questo tratto di linea saranno garantiti i collegamenti con bus sostitutivi.

fonte


VIAREGGIO, L'ULTIMO DI UNA LUNGA SERIE DI INCIDENTI FERROVIARI

Da Piacenza a Crevalcore, la lunga scia di sangue sui binari

ultimo aggiornamento: 30 giugno, ore 11:24
Viareggio - (Adnkronos) - La tragedia di Viareggio è solo l'ultima tragedia di una lunga serie. Ecco alcuni degli incidenti ferroviari più gravi registrati negli ultimi anni

Viareggio, 30 giu. - (Adnkronos) - Quindici morti, 37 feriti e numerosi dispersi è il bilancio, ancora provvisorio, del disastro ferroviario che si è verificato intorno a mezzanotte alla stazione ferroviaria di Viareggio (Lucca). Un carro cisterna con Gpl di un treno merci è deragliato esplodendo nei pressi della stazione ed investendo le case vicine. E' questa l'ultima tragedia che si è consumata sui binari. Ecco alcuni degli incidenti ferroviari più gravi registrati negli ultimi anni
22 GIUGNO 2009: Due carri di un treno merci deragliano fra Vaiano e Prato. Fortunatamente, nessuna persona rimane ferita ma forti sono i ritardi e i disagi per la circolazione ferroviaria.

19 MAGGIO 2009: I due vagoni terminali di un treno merci deragliano nella stazione di Sesto Calende, in provincia di Varese. Uscendo dai binari, i vagoni scagliano il pietrisco della massicciata sulla banchina, dove sono presenti alcuni viaggiatori. Tre persone rimangono ferite in modo lieve.

3 GIUGNO 2008: Trenta persone rimangono ferite nello scontro, avvenuto nella stazione di Ancona, fra un treno regionale Pesaro-Termoli, che viaggia sul terzo binario, e una motrice che sta facendo manovra sullo stesso binario. I passeggeri riportano soprattutto lievi contusioni e rimane ferito anche il macchinista.

17 LUGLIO 2007: Tamponamento fra treni alla stazione di Lecco. Un treno in arrivo da Milano, diretto in deposito sul binario sei, passa accidentalmente sul binario cinque andando a tamponare un altro convoglio. Feriti tre ferrovieri e due viaggiatori.

15 GIUGNO 2007: Scontro tra un treno merci e una littorina nel nuorese, vicino Macomer, nella tratta tra Birori e Bortigali. Il bilancio dell'incidente è di tre morti e otto feriti.

20 DICEMBRE 2005: Un treno regionale proveniente da Campobasso imbocca un binario già occupato da un altro convoglio e travolge letteralmente l'ultima carrozza di un treno diretto a Caserta. L'impatto, a Roccasecca nei pressi di Frosinone, è fortissimo. Alla fine si conteranno due vittime e decine di feriti.

7 GENNAIO 2005: E' di dieci morti e di oltre 50 feriti il bilancio dell'incidente ferroviario avvenuto, poco prima delle 13, in località Bolognina di Crevalcore, nella pianura bolognese. Un cargo merci si scontra con l'interregionale 2255, partito da Verona alle 11.39.

13 SETTEMBRE 2004: E' di due morti e trenta feriti il bilancio dell'incidente avvenuto al treno regionale 4441 della linea ferroviaria Cuneo-Torino che transita nei pressi di Madonna dell'Olmo.

20 MARZO 2004: E' di una vittima, una donna francese morta durante il trasporto in ospedale a bordo di un elicottero, e di 23 feriti accertati, di cui 18 lievemente contusi, il bilancio dell'incidente ferroviario, che coinvolge due Euronight, avvenuto poco lontano dalla stazione di Stresa-Belgirate.

14 MAGGIO 2003: Scontro a Roma sulla circonvallazione Nomentana, nei pressi di Ponte Lanciani, poco prima dell'arrivo alla stazione Termini, di due treni Intercity: il Monaco di Baviera-Napoli e il Messina-Roma. L'impatto è molto violento. Il bilancio è di dodici feriti.

11 APRILE 2003: Sulla linea Novara-Milano un intercity si scontra con un autocarro che sta attraversando i binari all'altezza di un passaggio a livello.

1 OTTOBRE 2003: Il treno regionale 11432 che collega Porretta Terme a Bologna deraglia alle 8.15, poco dopo la stazione di Casalecchio Garibaldi (Bologna). Il bilancio è di 127 feriti ed un morto, avvenuto qualche giorno dopo. Ad uscire dalle rotaie sono state le prime tre carrozze del convoglio che avrebbe imboccato un binario morto andando ad urtare contro il terminale in cemento armato posto alla fine.

20 LUGLIO 2002: Sciagura ferroviaria con otto morti e trenta feriti in Sicilia dove l'intercity 1935 Palermo-Venezia, la 'Freccia della laguna', deraglia tra le stazioni di Venetico e Rometta Marea, in provincia di Messina. Diversi vagoni del convoglio, che trasportava circa 190 persone, cadono in una scarpata di alcuni metri.

14 SETTEMBRE 2001: A Colle Isarco (Bolzano) un treno merci urta un altro merci fermo nella stazione. Muoiono i due macchinisti.

10 GIUGNO 2001: Solo danni materiali e qualche malore tra gli anziani diretti a Lourdes per il deragliamento del locomotore dell'intercity 544 Roma-Ventimiglia sulla linea Genova-Roma, nei pressi di Livorno. A causare l'incidente, un escavatore che si trova sui binari.

11 MAGGIO 2001 - E' di dieci feriti lievi l'incidente ferroviario in seguito al deragliamento dell'espresso 895 Roma-Reggio Calabria in seguito a una frana che invade i binari a Favazzina di Scilla.

22 APRILE 2001: Quindici persone ferite, ma nessuno in modo grave, nell'incidente che vede coinvolti, a pochi chilometri da Brescia, un treno passeggeri e un merci sulla linea Venezia-Milano. All'improvviso, tra Rezzato e Brescia, si apre un portellone del treno merci che colpisce la fiancata dell'interregionale 2110 Venezia-Milano.

4 GIUGNO 2000: A Solignano (Parma) all'entrata in stazione, sulla linea Parma-La Spezia, si scontrano frontalmente due treni merci. Muoiono cinque macchinisti e un altro è ferito.

23 MARZO 1998: A Castello (Firenze) il pendolino Roma-Bergamo deraglia ed entra in collisione con un treno regionale. Nell'incidente muore un passeggero e 30 sono feriti.

2 AGOSTO 1997: Deraglia all'ingresso della stazione Casilina di Roma l'espresso Reggio Calabria-Torino e il giorno dopo si ribalta una gru al lavoro per rimuovere il treno. Questo nuovo incidente provoca la chiusura delle linee tra Roma e Napoli via Formia e Cassino. Migliaia di persone rimangono senza collegamenti nelle stazioni romane di Termini, Tiburtina, Ostiense, e pesanti disagi si registrano anche a Napoli, Salerno, Bologna e Firenze.

12 GENNAIO 1997: A Piacenza il pendolino Etr 460 deraglia a 300 metri dalla stazione, mentre è in viaggio da Milano a Roma con 150 passeggeri. Otto i morti e 29 i feriti. Illeso l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Strage a Viareggio, Berlusconi atteso sul luogo del disastro


  • 30 giugno 2009 - 11.08 (Ultima Modifica: 30 giugno 2009)

VIAREGGIO - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato costantemente informato del disastro ferroviario dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, e dal responsabile della Protezione, Civile Guido Bertolaso, sul disastro ferroviario a Viareggio che ha causato la morte di almeno 30 persone ed il ferimento di altre cinquanta, 30 delle quali in gravi o gravissime condizioni.

Il presidente del Consiglio è atteso a Viareggio nel pomeriggio. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha inoltre nominato una Commissione di inchiesta. Sul luogo del disastro sono presenti alcuni funzionari dell'Agenzia per la Sicurezza Ferroviaria per le prime verifiche. Presente per un sopralluogo con le autorità locali anche il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

VIAREGGIO: BIMBA RICOVERATA AL BAMBINO GESU' CON USTIONI SU 90% CORPO

VIAREGGIO: SALE A 15 IL NUMERO DELLE VITTIME


30-06-2009 - 10:15
Viareggio (Lucca), 30 giu. - (Adnkronos) - E' salito purtroppo a 15 il bilancio delle vittime del disastro ferroviario accaduto stanotte alla stazione di Viareggio. Poco fa il sindaco Luca Lunardini ha annunciato che ci sono ancora 30 dispersi, 37 feriti e 1000 persone evacuate. La Protezione civile sta allestendo tende per gli sfollati.

VIAREGGIO: FERROVIERI, SOTTOVALUTATI I PRECEDENTI INCIDENTI

30-06-2009 - 09:54Roma, 30 giu. (Aednkronos)- "La rottura di un asse di un carrello del vagone merci e' un incidente tipico che non e' stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l'elevatissimo rischio connesso. Esso si e' ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S.Rossore ed a Prato". E' quanto affermano in una nota i delegati Rsu-Rls dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri, organismo trasversale composto da lavoratori e iscritti a tutte le sigle sindacali, intervenendo cosi' sull'incidente di questa notte a Viareggi

Airbus A310 con 153 persone a bordo precipita nell'Oceano Indiano


(Teleborsa) - Roma, 30 giu - Un aereo della compagnia Yemenia con a bordo 153 persone (142 passeggeri e 11 membri dell'equipaggio) si è schiantato nelle prime ore della mattinata nelle acque dell'oceano indiano. I passeggeri dell'A310, per la maggior parte francesi, erano partiti da Parigi ed erano diretti alle isole Comore. Individuati i rottami del velivolo, che avrebbe tentato un atterraggio di emergenza dopo aver incontrato maltempo.
Questa tragedia è avvenuta a circa un mese dall'incidente dell'Airbus A330 della Air France, diretto a Parigi da Rio de Janeiro, precipitato nell'Atlantico.

30 giugno 2009

(Reuters) Nella notte, un Airbus A310 della compagnia aerea Yemenia Air con 153 persone a bordo è precipitato al largo delle coste delle isole Comore. L'aereo doveva atterrare a Moroni, capitale dell'arcipelago nell'Oceano Indiano, ma intorno all'una di notte (ora italiana) è scomparso dai radar.

I cadaveri di alcuni dei passeggeri dell'Airbus A310 sono stati recuperati. Lo rendono noto i responsabili dell'aviazione yemenita. «Alcuni cadaveri sono stati visti galleggiare in superficie», ha riferito un responsabile dell'aviazione civile yemenita, Mohammad Abdel Kader, precisando che è stata avvistata una macchia di carburante a circa 17 miglia marine da Moroni, capitale delle Comore. Altre fonti hanno sottolineato che è impossibile «dire se ci siano superstiti».

Intanto, gli aerei di soccorso hanno individuato i resti dell'A310-300 yemenita precipitato al largo delle isole Comore. Lo riferisce un responsabile dell'Asecna, l'ente per la sicurezza aerea regionale. «Gli aerei hanno avvistati dei rottami nel presunto punto di impatto», ha dichiarato Ibrahim Kassim, della Asecna.

La dinamica
Il volo era partito dall'aeroporto parigino Charles de Gaulle ed aveva fatto scalo a Marsiglia e poi nella capitale yemenita, Sanaa. A Sanaa, i passeggeri dell'A330-220 erano saliti sull'Airbus 310 e ripartiti alla volta di Moroni, via Djibouti.

Situate al largo delle coste sud-orientali africane (a nord del Madagascar, di fronte alle coste del Mozambico), le isole che formano l'arcipelago delle Comore sono una tradizionale meta turistica. A bordo del jet c'erano undici persone di equipaggio e 142 passeggeri (tra cui tre bambini), in gran parte francesi o originari delle isole nell'Oceano Indiano. L'aereo è precipitato mentre aveva già cominciato le fasi di atterraggio, mentre nella zona dove imperversava il maltempo. Nell'area del sinistro sono giunti due aerei militari e un mezzo navale, tutti francesi, e partiti dalle isole di Reunion e Mayotte, Territori francesi d'Oltremare, alla ricerca di eventuali sopravvissuti. «Non abbiamo alcuna informazione sulle cause del disastro nè sappiamo se ci siano sopravvissuti», ha detto Mohammad al-Sumairi, che è tra coloro a cui è stato affidato il compito di coordinare le operazioni per conto della Yemenia. «Le condizioni del tempo erano terribili, vento forte e mare molto mosso. La velocità del vento registrata in aeroporto era di 61 chilometri all'ora, ma ci potrebbero essere altre cause».

La Farnesina: non dovrebbero esserci italiani
Non ci sarebbero italiani a bordo dell'aereo yemenita precipitato nelle isole Comore, secondo le prime verifiche della Farnesina.
L'Unità di crisi del Ministero degli esteri si è infatti immediatamente attivata e, al momento, non risulterebbe la presenza di alcun connazionale, anche se il lavoro di controllo continua.

Le cause
Le cattive condizioni del tempo potrebbero essere all'origine dell'incidente. È quanto ha sostenuto il segretario di Stato francese ai trasporti, Dominique Bussereau, parlando a radio Europe 1.
«Si parla di cattive condizioni meteorologiche, ma per il momento è poco chiaro e bisogna essere prudenti, visto che tutte queste informazioni non sono state ancora verificate», ha aggiunto.
Bussereau ha anche detto che «si parla di un avvicinamento, di una ripresa di velocità, poi di un nuovo avvicinamento che sarebbe stato mancato».

30 giugno 2009

Viareggio, esplode un treno: si teme la strage (video esplosione)



Esplodono vagoni con gas in stazione.Almeno due morti e numerosi feriti

I feriti sarebbero almeno cinquanta, imprecisato il numero della vittime. Crollate diverse palazzine, l'incendio si è esteso a una decina di abitazioni. Sui binari ci sono vagoni con gpl a rischio di una nuova esplosione


Treno che trasportava gas esplode in stazione a Viareggio (Uminici) Viareggio, 30 giugno 2009 - Un treno che trasportava gas è deragliato nei pressi della stazione di Viareggio. Due dei quattordici vagoni sono esplosi, provocando un incendio che ha investito tutta la zona.

Sarebbero almeno una cinquantina, secondo il bilancio provvisorio, diffuso dalla prefettura di Lucca, le persone rimaste ferite nell’esplosione, mentre resta imprecisato il numero dei morti. Ci sarebbero alcuni morti carbonizzati dalle fiamme che hanno invaso la strada accanto alla stazione

Due palazzine vicino alla stazione sono crollate e i soccorritori stanno cercando di accertare se ci sono persone sotto le macerie.

Il treno merci, composto da 14 vagoni, proveniva da La Spezia in direzione Pisa quando, superata di poco la stazione di Viareggio per essere deviato su un binario morto, e' deragliato e i due vagoni contenti gas sono esplosi investendo le case circostanti, che sono state evacuate per il pericolo di altre esplosioni, cosi' come tutta la zona attorno alla stazione, posta proprio nel centro cittadino.

Sono almeno una decina le abitazioni in fiamme. L'esplosione, secondo quanto si apprende, avrebbe interessato un'area di circa 300 metri in una zona attorno binari, dove vi sono diverse abitazioni a due piani. Di queste almeno cinque sarebbero crollate in seguito all'onda d'urto provocata dall'esplosione.


Sul posto stanno intervenendo vigili del fuoco e forze dell'ordine. Le operazioni di soccorso sono complicate dal fatto che sui binari vi sono ancora 14 cisterne contenenti gas gpl, alcune rovesciate, con migliaia di litri di liquido infiammabile che rischiano di esplodere.

Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e' in contatto con il prefetto di Lucca, Carmelo Aronica, per verificare con le autorita' locali la situazione e decidere come intervenire. Da Roma, intanto, e' in partenza un team del Dipartimento per supportare le autorita' locali e organizzare gli interventi di soccorso.

LA REPUBBLICA 30 GIUGNO 2009 ORE 2.10

Viareggio, esplode un treno. Un morto e cinquanta feriti


Viareggio, esplode un treno Un morto e cinquanta feriti

L'immagine di un disastro ferroviario (Foto archivio)

La tragedia poco prima della mezzanotte: due vagoni contenenti gas gpl sono esplosi a causa del deragliamento di un treno. L'esplosione ha causato il crollo di due palazzine. Bilancio provvisorio: un morto e cinquanta feriti gravi. Sul luogo sono al lavoro le squadre di soccorso

Tragedia nella notte a Viareggio, dove un treno che trasportava gas è deragliato e ha preso fuoco. Secondo voci non confermate, ci sarebbero morti e feriti. L'incidente è accaduto verso mezzanotte e mezza. Le prime, frammentarie notizie riferiscono che il treno era giunto in prossimità della stazione di Viareggio e lì sarebbe avvenuto il deragliamento. Due vagoni contenenti gas a quel punto sono esplosi. Una persona è morta carbonizzata, altre sono gravemente ustionate.

BILANCIO PROVVISORIO. Sarebbe di un morto e 50 feriti, alcuni gravi, il bilancio dell'esplosione che si è verificata ieri sera nella stazione di Viareggio. Lo si apprende da fonti della Prefettura di Lucca, che starebbe verificando anche l'ipotesi di uno scontro tra due treni merci.

CROLLO DI DUE PALAZZINE. Nella zona vicino alla stazione, in prossimità del supermercato Pam, in seguito all'esplosione sono crollate due palazzine. I vigili del fuoco stanno cercando di capire se ci sono vittime sotto le macerie. Frattanto, per poter affrontare meglio l'emergenza, il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, ha comunicato che è stata aperta la sede del Comune in cui predisporre una sala operativa per coordinare le operazioni. In una delle zone limitrofe alla stazione il personale del 118 sta allestendo una tenda per poter meglio organizzare i soccorsi sul posto.

Unione Sarda

Tremonti: "Il governo è fortissimo.Sul premier esagerazioni"

Il ministro dell'Economia al programma "In mezz'ora" di Lucia Annunziata
"Un po' di calma, un po' meno televisione, un po' meno show sarebbe utile per tutti"

"Il governo è fortissimo e finirà tutta la legislatura"

E, sulla vicenda Berlusconi: "Guardare dal buco della serratura danneggia l'Italia"
"Il premier ha una grandissima leadership, il resto sono esagerazioni"

Tremonti: "Il governo è fortissimo e finirà tutta la legislatura"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti


ROMA - "Questo governo è fortissimo e finirà tutta la legislatura con un crescendo di forze che corrisponde al crescendo di debolezza dell'opposizione". Ad affermarlo è il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nel corso della trasmissione Rai "In mezz'ora" di Lucia Annunziata. Tremonti sottolinea che, nonostante la crisi, nessun governo in carica ha avuto "un consenso elettorale come il nostro". "Il governo è forte anche perchè gli avversari dell'opposizione sono deboli. - ha aggiunto il ministro - Non hanno sopra di loro il cielo degli ideali nè sotto di loro il potere delle giunte".

E anche un eventuale governo tecnico, ipotesi avanzata soprattutto dalla stampa straniera che sta seguendo gli scandali e le indagini legati al presidente del Consiglio Berlusconi, secondo Tremonti durerebbe pochissimo: "Lo puoi anche trovare un tecnico, ma lo manda al Parlamento e avrà un tempo di vita non superiore a quello di uno Yomo".

A una domanda sulla polemica aperta dal premier Silvio Berlusconi, contro media e istituzioni 'catastrofisti' sull'economia, il ministro ha risposto con un invito alla moderazione: "Un po' di calma, un po' meno televisione, un po' meno show sarebbe utile per tutti. I bollettini statistici ufficiali vanno sempre pubblicati. E' che un po' si esagera durante la crisi, di questi tempi, non facendo del bene, ma facendo del male alle famiglie, a chi ci ascolta".

E del resto, anche lo stesso Berlusconi, ha sostenuto Tremonti, "non ha detto di non dare pubblicità (ai giornali che diffondono il pessimismo, ndr), ha detto di stare attenti. Ad esempio, un ministro europeo aveva spiegato che 'è inutile che noi diamo degli stimulus, tipo incentivi alla famiglia per cambiare l'auto, e poi quella famiglia accende la tele e trova stimoli contrari".

"Quando c'è una crisi, proprio perchè c'è una crisi, il messaggio deve essere anche di fiducia - ha proseguito Tremonti - Durante la grande Depressione, il grande presidente Roosevelt, al Caminetto, diceva agli americani per radio: uscite di casa, verniciate il vostro garage, andate al cinema, mangiate una bistecca, l'unica cosa di cui dovete avere paura, è la paura stessa. Ecco questo è il senso politico del messaggio che ha dato il presidente Berlusconi e che cerco di dare anch'io. Non è rimuovere la crisi ma, proprio perché c'è la crisi, basta dirlo tutti i giorni, in tutti i modi sulla televisione, in modo ossessivo. Tutti questi centri studi, uffici. che per inciso non hanno previsto la crisi... Chi andrebbe a farsi curare da un medico che ha sbagliato le diagnosi? Una volta questi istituti le notizie le davano, ma le davano sui bollettini, in sede tecnica. Non è censura... Qui ogni giorno c'è uno che va in televisione, dice una roba e gli altri il giorno dopo fanno a gara... ".

Ma l'invito a "un po' meno show" è diretto anche ai media che seguono le indagini su Berlusconi, in particolare la vicenda di Bari: "Ma le pare che le indagini, invece di farle sulla Sacra Corona Unita si fanno su robe del genere?, ha chiesto Tremonti a Lucia Annunciata. Secondo il ministro dell'Economia "guardare dal buco della serratura danneggia l'Italia. C'e un blocco di persone che pur di fare del bene e se stessi, convinti che il bene per loro sia fare il male agli altri, fanno del male agli italiani, all'Italia. Questo non lo trovo accettabile".

"Frequento molte persone all'estero - ha aggiunto Tremonti - e tutti riconoscono a Berlusconi di avere una grandissima leadership, una grandissima forza di carattere e politica. Mi sembra che anche gli italiani lo apprezzino. In un Paese serio le persone serie dovrebbero valutare questo. Il resto sono solo esagerazioni".

Nel corso della trasmissione Tremonti ha anche annunciato che il governo a breve affronterà la questione della riforma delle pensioni, in particolare dell'equiparazione dell'età pensionabile di uomini e donne, richiesta dalla Corte di Giustizia Europea: "Stiamo studiando e considerando il meccanismo delle pensioni che in Europa e dall'Europa è considerato uno dei più solidi. Se faremo la riforma non sarà per prendere i soldi agli operai e darli a chissà chi. Se si farà la riforma i soldi del lavoro restano nel lavoro".
(la repubblica 28 giugno 2009)

lunedì 29 giugno 2009

Terremoto: Ricostruzione e New Town già oggetto di indagine

L'Aquila, le amicizie pericolose all'ombra della prima new town


L'AQUILA - Nel primo cantiere aperto per ricostruire L'Aquila c'è un'impronta siciliana. L'ha lasciata un socio di soci poco rispettabili, uno che era in affari con personaggi finiti in indagini di alta mafia.

I primi lavori del dopo terremoto sono andati a un imprenditore abruzzese in collegamento con prestanome che riciclavano, qui a Tagliacozzo, il "tesoro" di Vito Ciancimino.

Comincia da questa traccia e con questa ombra la "rinascita" dell'Abruzzo devastato dalla grande scossa del 6 aprile 2009. Comincia ufficialmente con un caso da manuale, una vicenda di subappalti e di movimento terra, di incastri societari sospetti. Tutto quello che leggerete di seguito è diventato da qualche giorno "materia d'indagine" - un'informativa è stata trasmessa dalla polizia giudiziaria alla procura nazionale antimafia - ma l'intreccio era già rivelato in ogni suo dettaglio da carte e atti di pubblico accesso.

Partiamo dall'inizio. Dai fatti, dai luoghi e dai nomi di tutti i protagonisti e dei comprimari di questo primo lavoro per il terremoto d'Abruzzo. Partiamo dalla statale 17, la strada tortuosa e alberata che dall'Aquila passa per Onna, il paese che non c'è più, il paese spazzato via alle 3,32 di quasi ottanta notti fa. È qui, sotto la collina di Bazzano, dove sorgerà la prima delle venti "piccole città" promesse da Berlusconi agli aquilani per la fine di novembre - sono le famose casette, i 4500 alloggi per ospitare fra i 13 mila e i 15 mila sfollati - che è stato dato il via in pompa magna alla grande ricostruzione. È qui che sarà costruita la prima "new town". È qui che hanno alzato il primo cartello: "Lavori relativi agli scavi e ai movimenti di terra lotto Ts". Ed è qui che l'imprenditore Dante Di Marco, alla fine di maggio, ha cominciato a spianare la collina con le sue ruspe e i suoi bulldozer. Così si chiama l'amico degli amici siciliani che nascondevano in Abruzzo i soldi di don Vito, l'ex sindaco mafioso di Palermo.

Dante Di Marco ha 70 anni, ha amicizie importanti in tutto l'Abruzzo, è residente a Carsoli che è un piccolo paese fra l'Aquila e Roma. L'appalto per rosicchiare la collina di Bazzano e sistemare una grande piattaforma di cemento - è là sopra che costruiranno quelle casette sostenute dai pilastri antisismici - è stato aggiudicato da un'"associazione temporanea di imprese". La capogruppo era la "Prs, produzione e servizi srl" di Avezzano, la seconda ditta era la "Idio Ridolfi e figli srl" (anch'essa di Avezzano, sta partecipando anche ai lavori per la ristrutturazione per il G 8 dell'aeroporto di Preturo), la terza era la "Codisab" di Carsoli, la quarta era l'impresa "Ing. Emilio e Paolo Salsiccia srl" di Tagliacozzo e la quinta l'"Impresa Di Marco srl" con sede a Carsoli, in via Tiburtina Valeria km 70.

L'impresa Di Marco è stata costituita nel 1993, ha una ventina di dipendenti e un capitale sociale di 130 mila euro, l'amministratore unico è Dante Di Marco (gli altri soci sono il figlio Gennarino e la figlia Eleana), la ditta non è mai stata coinvolta direttamente in indagini antimafia ma il suo amministratore unico - Dante - risulta come socio fondatore della "Marsica Plastica srl" con sede a Carsoli, sempre in via Tiburtina Valeria km 70. È questo il punto centrale della storia sul primo appalto del terremoto: un socio della "Marsica Plastica srl" ha praticamente inaugurato la ricostruzione.

Quest'impresa, la "Marsica Plastica srl", è molto nota agli investigatori dell'Aquila e anche a quelli di Palermo. È nata il 22 settembre del 2006 nello studio del notaio Filippo Rauccio di Avezzano. Tra i soci di Dante Di Marco c'era l'abruzzese Achille Ricci, arrestato tre settimane prima del terremoto per avere occultato i soldi di Vito Ciancimino in un villaggio turistico a Tagliacozzo. C'era Giuseppe Italiano (il nome di suo fratello Luigi è stato trovato in uno dei "pizzini" del boss Antonino Giuffrè quando era ancora latitante), che è un ingegnere palermitano in affari di gas con Massimo Ciancimino. C'era anche Ermelinda Di Stefano, la moglie del commercialista siciliano Gianni Lapis, il regista degli investimenti del "tesoro" di Ciancimino fuori dalla Sicilia.

Il 22 settembre del 2006, nello studio dello stesso notaio di Avezzano Filippo Rauccio, era stata costituita anche un'altra società, l'"Ecologica Abruzzi srl". Fra i suoi soci ci sono ancora alcuni della "Marsica Plastica srl" (la moglie di Lapis e il palermitano Giuseppe Italiano per esempio) e poi anche Nino Zangari, un altro imprenditore abruzzese arrestato il 16 marzo del 2009 per il riciclaggio del famigerato "tesoro" di don Vito. Erano due società, la "Marsica Plastica" e l'"Ecologica Abruzzo", che con la "Ricci e Zangari srl" - se non ci fosse stata un'inchiesta del Gico della finanza e i successivi arresti - avrebbero dovuto operare per la produzione di energia, lo smaltimento rifiuti, nel settore della metanizzazione. Un labirinto di sigle, patti, commerci, incroci. Tutto era stata pianificato qualche anno fa. E tutto alla luce del sole.

Ecco come ricostruisce le cose Dante Di Marco, l'imprenditore che ha vinto il primo sub appalto per la ricostrizione dell'Aquila: "Ho presentato una regolare domanda per accreditarmi ai lavori di Bazzano e sono entrato nel consorzio di imprese, che cosa c'è di tanto strano?". A proposito dei suoi vecchi soci siciliani ricorda: "Quella gente io nemmeno la conoscevo, mi ci sono ritrovato in società così, per fare il mio lavoro di movimento terra". E consiglia: "Chiedete in giro chi è Dante Di Marco, tutti diranno la stessa cosa: uno che pensa solo a lavorare con tutti quelli che vogliono lavorare con lui".

Proprio con tutti. Dante Di Marco ha una piccola impresa, tanti lavori e tantissimi amici in Abruzzo. È entrato in società non soltanto con i siciliani amici di Ciancimino ma anche con Ermanno Piccone, padre di Filippo, senatore della repubblica e coordinatore regionale del Pdl. Sono insieme dal 2006 - e con loro c'è pure il parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, sotto inchiesta a Pescara, accusato di avere intascato tangenti per appalti sanitari - nella "Rivalutazione Trara srl", quella ha comprato alla periferia di Avezzano 26 ettari di terreno e un antico zuccherificio per trasformarlo in un termovalorizzatore. Fili che si mescolano, finanziamenti, compartecipazioni, una ragnatela. E appalti. Come quello di Bazzano, l'opera prima della ricostruzione. Per il governo Berlusconi è la splendente vetrina del dopo terremoto in Abruzzo. Per Dante Di Marco da Carsoli, socio dei soci dei Ciancimino, era un'occasione da non perdere.
di Attilio Bolzoni
(29 giugno 2009 larepubblica.it)

FANTASMI: INGHILTERRA SOTTO SHOCK PER QUESTO VIDEO




I fantasmi in video!

L’Inghilterra è sotto shock per un video in cui viene filmato un fantasma. La notizia viene pubblica dal sito "Sun".

La clip girata da un ragazzino inglese con il suo cellulare, Il ragazzino ha dichiarato di aver filmato il fantasma mentre camminava vicino al corrimano di casa sua.

Qualche giorno prima, la sorella del 12enne inglese si era accorta che, nel cuore della notte, qualcuno aveva finito misteriosamente un puzzle al posto suo. “Ha attraversato il pianerottolo e poi è scomparso vicino alle scale”, ha giurato il testimone dello strano episodio. Il video pubblicato su Youtube, ha fatto subito il giro del mondo, mentre secondo Julian Banks della "British Paranormal Society", “il filmato è la migliore ripresa di un fantasma da anni.


Guarda il video:

FANTASMI: INGLILTERRA SOTTO SHOCK PER QUESTO VIDEO




I fantasmi in video!

Questo è il video del fantasma filmato per caso dal bambino di 12 anni perchè aveva sentito dei rumori in casa. La settimana prima la sorella ha trovato un puzzle ricomposto dopo che lo aveva lasciato incompiuto. Non mi sbilancio circa la veridicità delle immagini. Certo è che il cambiamento di voce del bambino è molto convincente...
L’Inghilterra è sotto shock per un video in cui viene filmato un fantasma. La notizia viene pubblica dal sito "Sun".

La clip girata da un ragazzino inglese con il suo cellulare, Il ragazzino ha dichiarato di aver filmato il fantasma mentre camminava vicino al corrimano di casa sua.

Qualche giorno prima, la sorella del 12enne inglese si era accorta che, nel cuore della notte, qualcuno aveva finito misteriosamente un puzzle al posto suo. “Ha attraversato il pianerottolo e poi è scomparso vicino alle scale”, ha giurato il testimone dello strano episodio. Il video pubblicato su Youtube, ha fatto subito il giro del mondo, mentre secondo Julian Banks della "British Paranormal Society", “il filmato è la migliore ripresa di un fantasma da anni.

Bari, Intervista al trans Manila." Il PM mi interroghi, ho cose interessanti da raccontare"


Patrizia D'Addario posa insieme a Manila Gorio


Manila Gorio, amica della D'Addario: «Riferirò al pm del ricatto al premier»
GRAZIA LONGO
BARI
E’ stata eletta «Miss Trans» e si vede. Sorriso smagliante, occhi verdi, fisico da sballo, Manila Gorio, da 10 anni amica del cuore di Patrizia D’Addario è impegnata su una spiaggia di Trani (poco distante da Bari) a coordinare un gruppo di belle ragazze per il suo reality su Teleregione. In mezzo a queste aspiranti showgirls in passato c’era anche Barbara Montereale, ospite del premier Berlusconi sia a Palazzo Grazioli sia a Villa Certosa. «Ma solo come accompagnatrice, a Patrizia gliel’ho presentata proprio io. E sempre io ho messo in contatto altre ragazze immagine con Nicola D., detto Nick o Fashion, che poi le portava da Giampaolo Tarantini. Giampi si affidava un sacco a Fashion (il quale, secondo indiscrezioni giudiziarie sta per ricevere un avviso di garanzia per detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio, ndr)».

Patrizia le ha raccontato della notte trascorsa a Roma nella camera da letto del premier a Palazzo Grazioli?
«Certo che sì. Siamo, anzi è meglio dire eravamo, amiche come sorelle. Ognuna conosce i segreti dell’altra. E posso dire che Patrizia non ha ancora detto tutta la verità».


E che cosa secondo lei avrebbe omesso di dire quando è stata interrogata?

«La molla che ha scatenato tutto sto’ pandemonio intorno a Berlusconi. Perché è vero che lei si è infilata nel suo letto per i 2 mila euro che le ha dato Tarantini. Altrettanto vero è che ha videoregistrato momenti di intimità col presidente del Consiglio. Lo ha fatto perché è furba e già a novembre, quando è stata Roma, pensava di poter sfruttare la situazione. Ma non è stata sua l’idea di denunciare la cosa alla Procura».

E’ convinta che gliel’ha suggerito qualcuno di rivolgersi alla magistratura?
«Non proprio: è stata direttamente lei a chiedere aiuto a dei politici pugliesi spiegando il materiale bomba che aveva tra le mani».

Questa confidenza gliel’ha fatta direttamente Patrizia?
«Mi ha raccontato tutto per fila e per segno. Io l’ho sconsigliata perché mi pareva una follia, ma lei non ha voluto darmi retta».

A chi si è rivolta? A politici di sinistra, avversari di Berlusconi?
«A questa domanda preferisco non rispondere».

E’ disponibile a raccontare quanto sa ai magistrati?
«In qualsiasi momento. Anzi, le dirò di più: non riesco a capire perché mai il pm Giuseppe Scelsi non mi abbia ancora contattata. Anche solo come persona informata dei fatti. I giornali hanno parlato più volte di me e dell’amicizia con Patrizia. Eppure niente. E allora io adesso lancio un appello. Posso?».

Prego.
«Dottor Scelsi mi interroghi, perché ho cose interessanti da raccontarle».

Lei crede che Patrizia D’Addario complotti con politici nemici del premier?
«Ripeto: lo dirò solo al giudice, ma Patrizia mi aveva annunciato che se Berlusconi non l’avesse aiutata per quella storia della licenza edilizia sul terreno dove vuole fare il Bed and Breakfast, sarebbe andata a parlare con alcuni esponenti politici».

Eppure Patrizia si è candidata con il Popolo della libertà.
«Avrà avuto i suoi motivi. Di sicuro non è una di destra e poi non ha fatto un minimo di campagna elettorale: ha preso solo 7 voti».

Manila, perché negli ultimi giorni ha maturato la decisione di farsi assistere da un legale?
«Voglio tutelarmi dalle sorprese di Patrizia. Lei sa che io so. E io ho paura. L’avvocato Michele Cianci (di fronte al quale si svolge questa intervista, ndr) mi assicura la protezione di cui ho bisogno. Anche perché sembra che il fatto che io possa screditare l’immagine di Patrizia dia molto fastidio».

Si riferisce a qualche episodio in particolare?
«Qualche giorno fa da Londra sono venuti due reporter del settimanale “News of the world”, di proprietà di Murdoch, grande rivale di Berlusconi. Mi hanno intervistato e fotografato per oltre due ore. Era presente un loro collega italiano, perché io l’inglese non lo parlo bene: mi hanno chiesto mille volte se ero stata anch’io ai festini a luci rosse da Berlusconi. Io ho detto di no, ho spiegato che Patrizia s’è decisa di fare il casino che ha fatto dopo aver parlato con qualcuno. E sa com’è finita?».

No, mi dica lei come è andata a finire la storia della sua intervista.
«Che non è uscita una riga. Persino l’avvocato Cianci c’è rimasto di sasso».

Le hanno chiesto anche dell’uso della cocaina?
«A voglia! Ma lo ribadisco anche a lei: Patrizia non ha mai sniffato e neppure ha visto gente sniffare da Berlusconi. Me lo ha detto lei in persona».

Le ha confessato di essersi divertita a Palazzo Grazioli?
«Macché divertita, lei è una escort professionista. Solo che ora è diventata famosa. Ancora più famosa di Noemi. Non ho ancora capito se si è montata la testa o se ha paura di me, ma da due settimane evita di parlare con me come se avessi la peste».

Crede davvero che sia possibile?
«Come no! Non mi risponde neppure più al cellulare».

la stampa 29 giugno 2009

Berlusconi: La verità che non può dire. Di G. D'Avanzo

di GIUSEPPE D'AVANZO

Berlusconi esige da noi, per principio e diritto divino, come se davvero fosse "unto dal Signore", la passiva accettazione dei suoi discorsi. Pretende che non ci siano repliche o rilievi alle sue parole. Reclama per sé il monopolio di un'apparenza che si cucina in casa con i cuochi di famiglia. Senza contraddittorio, senza una domanda, senza un'increspatura, senza la solidità dei fatti da lui addirittura non contraddetti, senza un estraneo nei dintorni. Vuole solo famigli e salariati. Con loro, il Cavaliere frantuma la realtà degradata che vive. La rimonta come gli piace a mano libera e ce la consegna pulita e illuminata bene. A noi tocca soltanto diventare spettatori - plaudenti - della sua performance. Berlusconi ci deve immaginare così rincitrulliti da illuderci di poter capire qualcosa di quel che accade (è accaduto) non servendoci di ciò che sappiamo, ma credendo a ciò che egli ci rivela dopo aver confuso e oscurato quel che già conosciamo. Quindi, via ogni fatto accertato o da lui confessato; via le testimonianze scomode; via documenti visivi; via i giornalisti impiccioni e ostinati che possono ricordarglieli; via anche l'anchorman gregario e quindi preferito; via addirittura la televisione canaglia che da una smorfia può rivelare uno stato d'animo e una debolezza.

Berlusconi, che pare aver smarrito il suo grandioso senso di sé, si rimpannuccia sul divano di casa affidandosi alle calde cure del direttore di Chi. Insensibile alle contraddizioni, non si accorge dell'impudico paradosso: censurare i presunti pettegolezzi dalle colonne di un settimanale della sua Mondadori, specializzato in gossip. Dimentico di quanto poca fortuna gli abbia portato il titolo di Porta a Porta (5 maggio) "Adesso parlo io" (di Veronica e di Noemi), ci riprova. "Adesso parlo io" strilla la copertina di Chi. Il palinsesto è unico.

In un'atmosfera da caminetto, il premier ricompone la solita scena patinata da fotoromanzo a cui non crede più nessuno, neppure nel suo campo. La tavolozza del colore è sempre quella: una famiglia unita nel ricordo sempre vivo di mamma Rosa e nell'affetto dei figli; l'amore per Veronica ferito - certo - ma impossibile da cancellare; la foto con il nipotino; una vita irreprensibile che non impone discolpa; l'ingenuità di un uomo generoso e accogliente che non si è accorto della presenza accanto a lui, una notte, di una "squillo" di cui naturalmente non ha bisogno e non ha pagato perché da macho latino conserva ancora il "piacere della conquista".

Acconciata così la sua esistenza che il più benevolo oggi definisce al contrario "licenziosa", chi la racconta in altro modo non può essere che un "nemico". Da un'inimicizia brutale sono animati i giornali che, insultati ma non smentiti, raccontano quel che accade nelle residenze del presidente. Antagonisti malevoli, prevenuti o interessati sono quegli editori che non azzittiscono d'imperio le loro redazioni. C'è qualcosa di luciferino (o di vagamente folle) nella pretesa che l'opinione pubblica - pur manipolata da un'informazione servile - s'ingozzi con questo intruglio. Dimentico di governare un Paese occidentale, una società aperta, una democrazia (ancora) liberale, il capo del governo pare convinto che, ripetendo con l'insistenza di un disco rotto, la litania della sua esemplare "storia italiana" possa rianimare l'ormai esausta passione nazionale per l'infallibilità della sua persona. È persuaso che, mentendo, gli riesca di sollecitare ancora un odio radicale (nell'odio ritrova le energie smarrite e il consenso dei "fanatizzati") contro chi intravede e racconta e si interroga - nell'interesse pubblico - sui lati bui della sua vita che ne pregiudicano la reputazione di uomo di governo e, ampiamente, la sua affidabilità internazionale. Berlusconi sembra non voler comprendere quanto grave - per sé e per il Paese - sia la situazione in cui si è cacciato e ha cacciato la rispettabilità dell'Italia. Ha voluto convertire, con un tocco magico e prepotente, le "preferite" del suo harem in titolari della sovranità popolare trasformando il suo privato in pubblico. Non ha saputo ancora spiegare, dopo averlo fatto con parole bugiarde, la frequentazione di minorenni che ora passeggiano, minacciose, dinanzi al portone di Palazzo Chigi. Ha intrattenuto rapporti allegri con un uomo che, per business, ha trasformato le tangenti alla politica in meretricio per i politici. Il capo del governo deve ora fronteggiare i materiali fonici raccolti nella sua stanza da letto da una prostituta e le foto scattate da "ragazze-immagine", qualsiasi cosa significhi, nel suo bagno privato mentre ogni giorno propone il nome nuovo di una "squillo" che ha partecipato alle feste a Villa Certosa o a Palazzo Grazioli (che pressione danno a Berlusconi, oggi?).

La quieta scena familiare proposta da Chi difficilmente riuscirà a ridurre la consistenza di quel che, all'inizio di questa storia tragica, si è intravisto e nel prosieguo si è irrobustito: la febbre di Berlusconi, un'inclinazione psicopatologica, una sexual addiction sfogata in "spettacolini" affollati di prostitute, minorenni, "farfalline", "tartarughine", "bamboline" coccolate da "Papi" tra materassi extralarge nei palazzi del governo ornati dal tricolore. Una condizione (uno scandalo) che impone di chiedere, con la moglie, quale sia oggi lo stato di salute del presidente del Consiglio; quale sia la sua vulnerabilità politica; quanta sia l'insicurezza degli affari di Stato; quale sia la sua ricattabilità personale. Come possono responsabilmente, questi "buchi", essere liquidati come affari privati?

La riduzione a privacy di questo deficit di autorità e autorevolezza non consentirà a Berlusconi di tirarsi su dal burrone in cui è caduto da solo. Ipotizzare un "mandato retribuito" per la "escort" che ricorda gli incontri con il presidente a Palazzo Grazioli è una favola grottesca prima di essere malinconica (la D'Addario è stata prima intercettata e poi convocata come persona informata dei fatti). Evocare un "complotto" di questo giornale è soltanto un atto di intimidazione inaccettabile.

Ripetendo sempre gli stessi passi come un automa, lo stesso ritornello come un cantante che conosce una sola canzone, Berlusconi appare incapace di dire quelle parole di verità che lo toglierebbero d'impaccio. Non può dirle, come è sempre più chiaro. La sua vita, e chi ne è stato testimone, non gli consente di dirle. È questo il macigno che oggi il capo del governo si porta sulle spalle. Non riuscirà a liberarsene mentendo. Non sempre la menzogna è più plausibile della realtà. Soprattutto quando un Paese desidera e si aspetta di sentire la verità su chi (e da chi) lo governa.

(24 giugno 2009)

da La Repubblica

Patrizia D’Addario: parlo per non fare la fine della mia amica



di Giovanni Mazzamati

Si chiamava Marisa Scopece, 23 anni, ed era una escort come Patrizia. Fu uccisa, probabilmente per rapina, l'11 settembre 2007. A settembre la prima udienza contro i tre supposti esecutori materiali dell'omicidio.

BARI – Un omicidio ed una festa di gala; un viottolo sterrato e degradato in località “Madonna dello Sterpeto”, vicino Barletta, ed un lussuoso appartamento di Palazzo Grazioli a Roma; l’anonimo 11 settembre 2007 ed il 4 novembre 2008, giorno dell’elezione di Barak Obama; una prostituta foggiana ventitreenne ed il Presidente del Consiglio: tutte queste cose apparentemente non hanno niente in comune, perché nulla le mette in relazione. In realtà, ad unirle tutte è una persona: si chiama Patrizia D’Addario, la escort italiana più famosa del momento, la donna che con le sue registrazioni ha gettato in pasto ai media il Capo del Governo.

Di Patrizia è stato scritto tutto: della sua famiglia, composta dalla madre e dalla figlia undicenne, delle sue relazioni sentimentali, come quella con Giuseppe Barba, detto Spaghetto, o del suo lavoro di escort, cioè di accompagnatrice per persone facoltose, che l’ha portata a presenziare cene e feste con politici, medici ed imprenditori. Sono state intervistate le sue amiche, sia quelle che hanno condiviso con lei i viaggi a Roma, come Barbara Montereale, sia quelle che con Tarantini e Berlusconi non hanno mai avuto nulla a che fare, come la transessuale Manila Gorio. Ma tra le amiche di Patrizia ce n’è una che non potrà rilasciare interviste: si chiamava Marisa Scopece, anche lei coinvolta nel giro della prostituzione, aveva ventitre anni ed era originaria di Foggia. Non potrà dire cosa pensa di questa vicenda perché la sua vita si è interrotta l’11 settembre 2007, in una località sperduta della campagna barlettana. È stata uccisa barbaramente, con violenza, come nessun essere umano merita di morire. Prima che sette pallottole mettessero fine alla sua vita, fu stuprata; provò inutilmente a divincolarsi, cercando di strappare la pistola che l’avrebbe uccisa, ma un proiettile

Marisa Scopese, l'escort amica di Patrizia D'Addario, uccisa ferocemente nel novembre del 2007

le trafisse il palmo della mano. Tentò allora la fuga ma fu raggiunta da un colpo alla schiena e finita con degli spari al volto, come si fa nelle esecuzioni mafiose. Poi il suo cadavere fu dato alle fiamme per essere reso irriconoscibile.

Quell’omicidio resta avvolto da un alone di mistero. Fu possibile affermare che quello fosse proprio il corpo di Marisa Scopece solo grazie ad un cuore alato che la ragazza aveva tatuato dietro la schiena. Dopo diverso tempo, a pochi chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere, fu rinvenuta la borsetta di Marisa che, grazie alla rilevazione delle impronte, fornirà elementi importanti per l’inchiesta. Gli esecutori materiali sono stati individuati dagli inquirenti che hanno arrestato tre esponenti della malavita di Trinitapoli, in provincia di Foggia. I cugini Raimondo Carbone e Giuseppe Gallone ed Emanuele Modesto, trovato in possesso dell’arma del delitto, attendono il 30 settembre 2009, giorno in cui si aprirà l’udienza preliminare che stabilirà se i tre saranno rinviati a giudizio. Attualmente il movente ipotizzato per l’omicidio è quello della rapina.

Per arrivare a loro fu decisivo l’aiuto fornito agli inquirenti da parte di Patrizia D’Addario, che permise di ricostruire gli ultimi giorni di Marisa e soprattutto raccontò della paura di morire che aveva assalito la ragazza. Forse si era messa nei guai e voleva provare ad uscirne, ma la quarantaduenne escort barese ha sempre dichiarato di non conoscere i motivi del timore di Marisa.

Quando, però, fu vittima di un furto in casa, la D’Addario iniziò a temere per la sua vita e per quella dei suoi cari. In concomitanza con la sua chiamata in Questura per essere interrogata come persona informata dei fatti dal pm Giuseppe Scelsi a proposito delle tangenti nella sanità pugliese, la D’Addario iniziò a raccontare delle sue frequentazioni e delle registrazioni degli incontri. Secondo lei l’obiettivo dei ladri che si erano intrufolati in casa sua non erano i soldi, ma quei nastri, e che per averli avrebbero fatto di tutto: proprio per questo aveva provveduto a metterli al sicuro.

Vicende torbide, fatte di prostituzione e violenza, di malaffare e criminalità che si intrecciano. Forse, però, sono solo coincidenze, singoli episodi che casualmente hanno avuto come protagonista una donna, Patrizia D’Addario. Forse non c’è nessun collegamento tra l’omicidio di Marisa Scopese ed il giro dei festini del Presidente del Consiglio; forse è un caso che l’auto di Barbara Montereale sia stata data alle fiamme dopo che il suo nome sia finito su tutti i giornali per il sexygate berese; forse non esiste nessun piano occulto e nessun complotto, ma sono solo illazioni, costruzioni di coloro a cui piacciono i gialli e le storie di misteri.


fonte 28 giugno 2009

Yoox

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