sabato 24 maggio 2008

MESSICO, SQUALO UCCIDE SURFISTA.UN MORSO TRANCIA ARTERIA FEMORALE

(foto archivio Australia)

La tragedia nel mare davanti a una spiaggia dello stato di Guerriero
Un morso gli ha tranciato l'arteria femorale. E' morto dissanguato
di Paturnio
Gli squali ricominciano ad attaccare gli uomini. Negli Stati Uniti (escluse LE HAWHAII) nel 2008 ci sono stati 839 attacchi. Anche in Australia l'ultimo attacco, per fortuna non mortale, si è registrato il 12 maggio scorso. Di seguito gli articoli su Messico e Australia

E' il secondo attacco in un mese
Stava facendo surf al largo di una spiaggia nel comune di Zihuatanejo, nello stato di Guerriero a sud del Messico, quando è stato attaccato da un squalo. Per Aldo Mata, uno studente messicano di 24 anni, non c'è stato scampo. Lo squalo, lungo due metri e mezzo, ha prima strappato via una mano al ragazzo, poi lo ha morso alla coscia destra, causandogli la frattura del femore e tranciandogli l'arteria femorale: una ferita di 35 centimetri che ha provocato la morte del ragazzo per dissanguamento. E' accaduto tutto in pochi minuti, sotto gli occhi dei tanti turisti che affollavano la spiaggia di Pantla e di un amico della vittima, che si trovava a pochi metri dalla raccapricciante scena. E' stato lui a raccontare i dettagli dell'aggressione. Si tratta del secondo attacco mortale in meno un mese nella regione, una delle mete messicane predilette dei surfisti. Alla fine di aprile un ragazzo americano di 24 anni è morto durante il trasporto all'ospedale dopo essere stato attaccato da uno squalo al largo di una spiaggia a 20 km da Pantla. (Repubblica 24 maggio 2008)
Australia, gli squali riprendono ad attaccare l'uomo
E’ vivo per miracolo Tom Marron che domenica al largo delle coste di Albany nel sud dell’Australia è stato attaccato e ferito da uno squalo. Lo ha salvato una donna madre di tre figli. Probabilmente ad attirare lo squalo, e poi gli altri tre che sono stati avvistati successivamente, un branco di delfini (in foto si vede la sagoma di uno di loro) venuti a giocare nelle acque antistanti la Middleton Beach.
12 maggio 2008 Perth Now

martedì 20 maggio 2008

Dieci modi di cambiare il mondo attraverso i social network


Un blogger famoso, Max Gladwell, ha elencato i network più importanti

Grazie ai siti social si può anche cambiare il mondo: basta frequentare quelli giusti

(da http://sustainablog.org)
Facebook, MySpace, Digg, Twitter: sono siti della cosiddetta seconda generazione di Internet e sono una fucina di nuove idee, sono laboratori di intuizione e scoperte, sono posti virtuali in grado di dare un orientamento significativo sulla direzione che sta prendendo il mondo, su quello che la gente mediamente pensa e spera. Insomma, ormai l'hanno capito anche gli Amministratori Delegati delle multinazionali e iniziano a prenderli sul serio, ma esistono altri siti meno noti o canali dei siti più famosi, dedicati alle grandi cause ambientali, sociali, etiche. Lì si può innanzitutto sapere quali sono le grandi battaglie in corso per cambiare il mondo e in secondo luogo si possono direttamente supportare le grandi cause.

I SITI GIUSTI -Max Gladwell spiega quali sono i siti sociali più giusti per lasciare un segno nella società, a seconda dell'ideale che sta più a cuore, ed elenca i motivi per cui è utile frequentarli.

ALCUNI ESEMPI – Nella sezione Causes di Facebook si possono sostenere alcune delle grandi campagne ecologiche attualmente in corso, soprattutto in tema di spreco e di riciclo. Su DankApps gli utenti possono invece contribuire, con idee o donazioni, alla lotta contro il riscaldamento climatico o a quella contro l'Hiv e contro i tumori al seno. Anche in campo professionale esiste un sito di nicchia, JustMeans, che pur essendo meno noto di Linkedin, costituisce un'importante community professionale con un taglio decisamente attento alla responsabilità sociale: le informazioni e le iniziative a sostengo di una cultura socialmente responsabile non mancano e gli utenti possono discuterne e sostenere le idee più convincenti. Sempre in tema di ambiente è nato recentemente un nuovo canale di Twitter chiamato greenstream, che raccoglie le iniziative a tema e offre originali opportunità di vivere in modo verde. Poi c'è Hugg.com, versione eco-friendly del più celebre Digg dove gli utenti possono determinare, votare e commentare l'agenda ambientale. C'è un sito di social networking persino per gli artisti, dove le celebrità possono collegarsi alle organizzazioni impegnate nelle grandi cause: si chiama Make the Difference Network ed è stato promosso dall'attrice Jessica Biel proprio per far dialogare il mondo dello spettacolo con i protagonisti dell'impegno sociale. Tra i tanti esempi c'è persino una versione a tema della celeberrima wikipedia: si chiama PlayGreen ed è un luogo virtuale dove ciascuno (nel pieno rispetto della filosofia wiki) può regalare il proprio contributo per un mondo migliore. Si possono scrivere articoli su come costruire un pc eco sostenibile o condividere informazioni su malattie, energie alternative, riscaldamento globale. Ogni idea e ogni tassello di conoscenza è ben accetta, con l'unico obiettivo di un pianeta migliore.

Corriere della Sera Emanuela Di Pasqua
13 maggio 2008

Sul «Daily Mirror» la foto dell'uomo incinto all'ottavo mese


Cronache La bambina nascerà entro il prossimo 3 luglio

Nato donna, si è sottoposto ad intervento per cambiare sesso, senza ledere i suoi organi riproduttivi


ROMA - Il quotidiano britannico Daily Mirror pubblica in prima pagina una fotografia del transessuale americano Thomas Beatie, il primo uomo incinto che darà alla luce una bambina tra sei settimane. Nato donna, Beatie si è sottoposto a un intervento chirurgico per cambiare sesso, senza però ledere i suoi organi riproduttivi.

LA STORIA - In un articolo pubblicato lo scorso marzo dalla rivista gay «The Advocate», Beatie scrisse: «Sono un transessuale, legalmente un maschio, sposato legalmente a Nancy. Gli interventi di cambiamento del sesso non richiedono la sterilizzazione, per questo decisi di sottopormi alla ricostruzione del seno e alla terapia di testosterone, ma di tutelare i miei diritti riproduttivi».

«VOLEVO UN FIGLIO» - Beatie spiegò quindi che la sua gravidanza era dovuta all’impossibilità della moglie Nancy di avere figli. «Volere avere un figlio naturale non è un desiderio né maschile né femminile, ma umano - scrisse - ho sempre voluto avere dei bambini. Tuttavia, a causa di una grave endometriosi avuta 20 anni fa, Nancy ha subito un intervento di isterectomia e oggi non può portare in grembo un bambino». La coppia avrà una bambina entro il prossimo 3 luglio. Il quotidiano britannico ritrae Beatie alle prese con lavori di giardinaggio nella sua casa di Bend, in Oregon, con indosso una maglietta con il logo «Define normal» dell’azienda di magliera per gay e lesbiche.


CORRIERE DELLA SERA 20 maggio 2008

lunedì 19 maggio 2008

Scienziati Gb: decifrato segreto desiderio sessuale, presto pillola libido



Sara' molto piu' efficace Viagra e cambiera' vita molte persone
(ANSA) - LONDRA, 19 MAG - Decifrato il segreto del desiderio sessuale e creazione di una 'pillola della libido' capace di stimolare il desiderio in uomini e donne. Lo dicono esperti di riproduzione a Edimburgo per i quali la pillola sara' molto piu' efficace del Viagra. Secondo il Daily Mail, questo farmaco potrebbe cambiare la vita di milioni di persone, visto che ha anche la potenzialita' di aumentare la fertilita' e favorire perdita di peso. La perdita di libido colpisce oltre un terzo delle donne e un uomo su sei.

domenica 18 maggio 2008

L'invasione dei ragni giganti:Allerta in Germania, Austria e Svizzera


LO SCRIVE IL Der Spiegel: grandi quasi 20 centimetri, si spostano in gruppi


BERLINO - Sono neri, sono grandi quasi 20 centimetri e si spostano in orde: un'invasione senza precedenti di ragni è in atto in questi giorni in Austria, in Germania e in Svizzera, riportano gli organi di stampa. Sbalorditi anche gli esperti di aracnidi: a quanto sembra, nessuno sa da dove siano arrivati - e gli animaletti diventano sempre più numerosi. Cattive notizie per chi soffre di aracnofobia, scrive Der Spiegel, che racconta in un lungo articolo la curiosa «occupazione» di ragni opilionidi. «I Paesi Bassi e la Germania sono già stati invasi. In questo momento loro presenza si è moltiplicata anche in Svizzera e in Austria», scrive il settimanale sul suo sito. Si intravedono sui muri di casa e sulle pareti. Questi animali hanno otto lunghe ed esili zampe che raggiungono anche i 18 centimetri. Alla loro vista molti cittadini si spaventano, altri invece provano disgusto. Tuttavia, non sono pericolosi e si dileguano appena ci si avvicina a loro.

INVASIONE - Gli opilionidi, vengono spesso scambiati per ragni, sono invece solo loro parenti: assieme agli scorpioni; gli pseudoscorpioni; gli acari e i ragni appartengono alla famiglia degli aracnidi. Sono privi di strutture capaci di emettere fili di seta e non posseggono ghiandole velenifere, quindi non sono potenzialmente pericolosi, spiega Jochen Martens, professore di zoologia all'Università di Mainz. Si spostano in orde di centinaia, a volte migliaia: «Tutto il gruppo comincia poi a muoversi», descrive Martens il loro comportamento in caso di difesa. Sono degli onnivori, ovvero si nutrono di piccoli insetti, ingerendo anche materiale solido e semisolido. La cosa più incredibile, spiegano però gli esperti, è che questa particolare specie non è ancora stata identificata, pur essendo stati effettuati dei test genetici. Anche la causa della loro espansione in questi paesi rimane per il momento un mistero: per gli esperti questi "aliens" potrebbero essere arrivati in Europa via mare, con ogni probabilità su dei container. Infatti, sussiste un rapporto diretto tra l'intensità degli scambi di merci con un continente e il numero delle specie di ragni importate. La maggior parte è originaria dell'Asia, ma anche dal Sudamerica.

La Stampa 17 maggio 2008

Fannulloni, le malattie professionali: Agorafobia, allergia alla polvere e stress da traffico




EMANUELA MINUCCI
TORINO
L’impiegata dell’anagrafe afflitta da «improvvisa, totale afonia» solo quando sta dietro lo sportello. Il vigile assegnato al lavoro domenicale che si presenta con un certificato medico in cui sta scritto: «Al soggetto in questione nuoce gravemente il lavoro festivo». La dipendente che finisce nella lista degli spostamenti coatti e chiede di non finire a contatto con il pubblico «perché afflitta da sociofobia». Salvo poi accettare il ruolo, perché comporta qualche soldino in più in busta. Anche il Comune di Torino, nonostante sia fra le amministrazioni più virtuose d’Italia in quanto a numero di permessi-mutua, produce ogni anno parecchi certificati curiosi nati per sollevare il lavoratore da una mansione sgradita. Basti pensare che su 36 dipendenti finiti nella famosa «Vaciago-list» (i trasferimenti forzosi studiati qualche mese fa dal direttore generale) ben 9 si sono presentati con una richiesta di dispensa stilata dal medico curante. Spiega Emilio Agagliati, vicedirettore delle Risorse Umane del Comune: «Non ne riceviamo molte, nel 2007 per esempio, i casi di “dispensa in esito a visita medica” sono stati soltanto 42». Quarantadue su 12.300 dipendenti non sono tanti. Ma se si pensa che nel 2004, quando i dipendenti erano oltre 14 mila, quel tipo di richiesta era stata avanzata soltanto da 12 dipendenti va da sé che il fenomeno è a dir poco triplicato. Ma è soprattutto la fantasia, che galoppa, alla faccia del giro di vite contro i fannulloni annunciato dal ministro Brunetta: «Quando qualcuno arriva con un certificato medico noi possiamo soltanto dare il via ai controlli di routine dell’Asl - spiega ancora Agagliati - ma è molto raro che le patologie stilate dal medico curante vengano contestate». Anche perché, come ricordava ieri proprio su «La Stampa», il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, si tratta di valutare una zona «grigia» che sfugge a tutti gli esami obiettivi. Come dire: se uno accusa attacchi di «sociofobia» quando si siede dietro uno sportello e dice che gli sudano le mani e gli scompare la voce, è davvero difficile dimostrare che mente.

Ansia da coda
Non c’era scritto proprio così sul certificato medico che è stato presentato da un’impiegata distaccata - dopo anni di lavoro liscio come l’olio - da Palazzo civico all’anagrafe di una circoscrizione di periferia. Il medico era stato molto più tecnico. Aveva scritto: «Ansia da prestazione legata al ritmo alienante della professione». Traducendo: la signorina in questione non sopportava di dover smaltire una montagna di certificati di residenza o di nascita a un ritmo da «Tempi Moderni». E’ riuscita a non essere trasferita? No, ma soltanto perché non ha voluto rinunciare all’indennità che aveva maturato in tempi non sospetti (in gioventù era stata assunta proprio come sportellista). Quindi, obtorto collo, ha cestinato il certificato del medico della mutua.

Solo feriali please
Ha scatenato un bel po’ di commenti al convegno sulla pubblica amministrazione che si è tenuto giovedì a Roma, il caso di quel vigile che ha chiesto attraverso un bel certificato medico al comandante Mauro Famigli di essere esentato dal lavoro domenicale. «In realtà di richieste strane ne ho ricevute molte altre - spiega il comandante - da chi non vuole lavorare di notte a chi chiede di essere trasferito dietro una scrivania perché patisce lo stress da traffico».

Allergia da polvere
Quanto a originalità, però, ha battuto tutti quella dipendente che, stanca di lavorare fra le scartoffie, un bel giorno si è presentata in ufficio con un certificato di «sick building syndrome», la malattia dell’edificio malato. Massì, quella vecchia struttura che abbina infissi e impianti di condizionamento vetusti, in cui si possono sviluppare parecchi agenti patogeni. In effetti Palazzo Civico ha un bel po’ di annetti. L’alternativa è soltanto una: il Lingottino. Sempre che, come punizione non la mandino a Palazzo Reale.

Padova, licenziato "fannullone".Dormiva sul tavolo dell'ufficio


Il Comune allontana un dipendente dei servizi scolastici già richiamato più volte
Nel Messinese arrestato centralinista, a Firenze postino getta nel cassonetto le lettere


PADOVA - Aveva l'abitudine di schiacciare un pisolino sul tavolo dell'ufficio. E' stato licenziato il "fannullone" del Comune di Padova. Dipendente dei servizi scolastici, era stato già richiamato e una volta anche sospeso dal lavoro. Un campione di assenteismo, capace di sommare parecchie assenze, un vero e proprio "fannullone" come lo definirebbe il neoministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Licenziato con preavviso di sei mesi. Lui neppure ha fatto ricorso forse conscio delle proprie responsabilità.

Il sindaco di Padova, Flavio Zanonato del Partito democratico, commenta con pragmatismo: "A noi non piace fare proclami, ma fatti. Nessuna crociata contro i fannulloni ma rispetto delle regole. Se una persona non rispetta le regole, glielo si fa rilevare. Ma se nulla cambia, arriva la punizione conseguente".

E non è neppure il primo caso di dipendenti assenteisti messi alla porta dal Comune. A fine febbraio era stata licenziata una sindacalista accusata di aver usufruito di alcuni permessi senza averne titolo. Questa volta, l'ex dipendente ha presentato ricorso al giudice del lavoro.

E se a Padova chi dorme in ufficio viene licenziato, a Scaletta Zanclea, comune del messinese, la linea scelta è ancora più dura. Il centralinista del Comune è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di truffa aggravata. S. G. 58 anni, secondo le indagini dei carabinieri, era solito allontanarsi dal posto di lavoro senza chiedere autorizzazione dopo aver timbrato il cartellino. Fuori dall'ufficio si dedicava ad un altro lavoro, andava a giocare al video poker o a fare la spesa.

Casi limite che si vanno ad aggiungere ad un altro episodio accaduto questa volta a Firenze: un altro dipendente "fannullone". Un postino di una ditta di recapiti espresso, al suo primo giorno di lavoro dopo una vita da precario, è stato sorpreso a scaricare la posta nel cassonetto della raccolta differenziata. Ad accorgersene è stato un uomo poco dopo è andato allo stesso cassonetto per gettare vecchi giornali. Le lettere, 211, erano ancora legate con un elastico. Il 27enne è stato denunciato per soppressione di corrispondenza.



(La Stampa 17 maggio 2008)

sabato 17 maggio 2008

Mara Carfagna: "Io, pentita dalla Tv salvata dalla politica"




La neo-ministra: le foto osé? Rispondo lavorando per tutte le donne
AMEDEO LA MATTINA
ROMA
La ministra più bella del mondo (il copyright è del quotidiano tedesco «Bild») è seduta nel salotto del suo ufficio con le finestre che si affacciano su Palazzo Chigi. Dall’altra parte di via del Corso c’è colui che l’ha voluta ministra delle Pari Opportunità. «Spero di essere all’altezza della mia responsabilità: alterno momenti di gioia a momenti di preoccupazione. E tra queste preoccupazioni non c’è quella di dover dimostrare di non essere solo una bella donna, ma di fare bene e seriamente il lavoro che mi ha affidato il presidente Berlusconi».

Mara Carfagna sa bene che i giornalisti vogliono sapere tutto sul suo fascino, sull’harem del premier che non manca occasione per fare battute salaci sulle donne. E su quelle foto desnuda ricomparse su Internet il giorno in cui ha giurato da ministra. Si è arrabbiata? «No, mi sono messa serenamente al lavoro. Confido molto sulla mia volontà e testardaggine. Penso che avere un aspetto fisico gradevole non sia un reato, una colpa, e che non debba necessariamente precludere il dedicarsi alla politica, alla società e alle istituzioni. Chi vuole soffermarsi sull’aspetto fisico, lo faccia, si diverta... Non so quale divertimento ci possa essere: io sono abituata a scendere più a fondo».

Non ci dica che i complimenti non le piacciono...
«I complimenti lusingano, ma in quel momento ero talmente incredula dell’incarico che mi era stato affidato, che il giudizio estetico è passato in secondo piano».

Dalla scrivania di ministro il suo passato televisivo come lo vede?
«Non è una cosa di cui vado orgogliosa. Ho sempre fatto il lavoro in televisione con grande serietà e dignità ma non era una scelta di vita in quel momento: è stato un percorso obbligato che mi si è presentato davanti. Oggi che faccio politica e mi è stata data questa grandissima possibilità, mi sono resa conto che ci sono ben altre cose che possono gratificare e darti soddisfazione. Mi pento di non averlo scoperto prima, di non essermi dedicata prima all’attività politica. Questo è un messaggio che mi permetto di dare alle donne e ragazze: non è soltanto aspirando a fare la conduttrice, la cantante o la velina che si può raggiungere la massima soddisfazione nella vita. Ho rispetto per le aspirazioni di chiunque, ma ho paura che molto spesso si trasmette il messaggio che fare televisione e cinema sia la cosa che più si possa desiderare dalla vita».

La bellezza aiuta o penalizza in politica?
«L’aspetto gradevole facilita la rapidità delle relazioni e il mondo politico è un segmento di società fortemente maschilista, dominato da alcuni stereotipi: non si crede che la donna sia in grado di fare politica, con serietà e impegno. E questo riguarda sia la destra sia la sinistra. Non è la bellezza che deve attirare l’attenzione sul mio impegno politico: si perderebbe molto tempo e in politica è una cosa che non ci si può permettere».

Adesso che è ministro, ha l’opportunità di dimostrare quello che sta dicendo.
«Sono onorata di guidare questo dicastero: ho scoperto un mondo che non mi aspettavo potesse esistere. Mi riferisco alle competenze che ci sono. Io credo che fino ad oggi le Pari Opportunità siano state considerate solo sul versante delle donne rispetto agli uomini e degli omosessuali rispetto agli eterosessuali. Ma visto che in questo campo sono stati fatti passi avanti, voglio occuparmi di più di altre questioni. Al centro del mio impegno ci sarà sempre la famiglia e la denatalità. Servono incentivi salariali e fiscali per le aziende che assumono personale femminile: è la proposta che Ichino aveva avanzato per raggiungere quel 60% di occupazione femminile che il Trattato di Lisbona ha fissato. Poi flessibilità degli orari di lavoro per consentire alla donna di occuparsi della famiglia che è sempre più allargata: l’età media si allunga, non ci sono solo i bambini di cui occuparsi, ma anche molti anziani che necessitano di cure».

Giovanardi ha detto che la circolare Turco sull’inseminazione va cancellata. Lei è d’accordo?
«Io dico che le priorità del Paese sono altre senza dimenticare che il problema sollevato da Giovanardi non può essere trascurato. Non servono scontri: si deve aprire un confronto. La legge 40 provoca delle contraddizioni: non consente la diagnosi preimpianto ma poi la 194 prevede l’aborto entro i primi tre mesi nel caso di malformazioni. Per cui una donna non fa la diagnosi ma poi ricorre all’aborto».

Quando ha scoperto che la politica è meglio della televisione?
«Quando Sandro Bondi mi ha offerto l’incarico di azzurro donna regionale. Nelle stesse settimane avevo firmato un contratto per Raidue ma in una telefonata dissi a mio padre: sono molto più contenta per l’incarico politico. Lui era molto contento: non ha mai visto di buon occhio la mia carriera in tv».

A Berlusconi piacciono molto le donne e non risparmia le battute. Ma così non danneggia la vostra immagine?
«No. Guardi, Berlusconi nei confronti delle donne ha sempre dimostrato stima e lo ha fatto anche adesso candidando personalità come Fiamma Nirenstein, Suad Usbai, Eugenia Roccella, Barbara Contini. La stima nelle donne la dimostra quando si tratta di fare le scelte serie. Quanto alle battute e ai complimenti, è un suo modo di fare».

Pensa di fare dei figli?
«Mi piacerebbe moltissimo averne, ma non lo farei tanto per soddisfare un egoismo. Mi piacerebbe fare un figlio con un uomo che abbia le caratteristiche di un padre responsabile e che creda quanto me nella famiglia».

Il suo fidanzato Marco Mezzaroma ha queste caratteristiche?
«Ci stiamo conoscendo. Non sono il tipo che si sposa nel giro di sei mesi. Capire se un uomo possa essere un marito e un padre responsabile necessita di tempo».

Sarebbe andata in missione all’estero incinta come ha fatto la ministra spagnola?
«Mai. Avrei privilegiato mio figlio. Mettere a rischio la gravidanza, mettersi su un aereo con il medico al seguito non è il massimo. Le donne non devono cadere nei tranelli della politica».

Ha ricevuto molti inviti nei salotti romani da quando è ministra?
«Preferisco passare il mio tempo libero con gli amici».
La Stampa 16 maggio 2008

Ammalati di bugie per non lavorare


16/5/2008 (7:14) - INCHIESTA

Strane malattie per non andare a lavorare

Ecco il libro nero: dall’afonia allo stress domenicale
EMANUELA MINUCCI
TORINO
Il dirigente del Comune di Roma era in malattia. Da mesi: al riparo di un impeccabile certificato medico. Fino al giorno in cui l’hanno visto far lezione. Sì, far lezione, circondato da una folla di studenti adulanti. In aula magna, all’Università: un professore in perfetta forma, vitale, fin istrionico. Qualcuno gliel’ha fatto notare, qualche giorno dopo, al Comune di Roma, ventilandogli pure la possibilità di essere licenziato. Ma ciò non è accaduto. Motivo? L’accademico si è prontamente presentato con un secondo certificato medico, in cui si leggeva, testualmente: «Il contatto con i giovani possiede un essenziale valore terapeutico e consentirà al dirigente di superare lo stato patologico che lo prostra».

Caso più unico che raro? Macché. Bastava partecipare ieri mattina al Forum sulla pubblica amministrazione che si è svolto alla Nuova Fiera di Roma, dal titolo «Storia di un impiegato e di una bomba, il lavoro pubblico e la crisi di credibilità», per scoprire che il dirigente romano è in ottima compagnia. E che il certificato medico facile è uno degli assi nella manica dei vituperati fannulloni contro cui il neo-ministro Brunetta intende scagliarsi. C’è chi, ad esempio, appena sente aria di trasferimento, si fa produrre dal medico curante un certificato ad hoc che lo renderà intoccabile: «Quando si profila lo spostamento da un semplice lavoro alla scrivania ad un lavoro a contatto con la gente - spiegavano ieri al convegno - ecco un fiorire di nuove patologie invalidanti: afonia da sportello, stress da traffico, depressione da lavoro notturno o festivo». Guarda caso, soltanto quando il nuovo lavoro piace meno del vecchio. A Torino, su una base di 35 impiegati che quest’anno dovevano essere spostati dal city manager Cesare Vaciago (ieri in piena bufera, perché ha denunciato che su 12 mila dipendenti il Comune di Torino conta ben 1200 fannulloni), almeno 8 si sono presentati con un certificato medico in cui si dichiara l’incompatibilità del lavoratore con il nuovo incarico.

Tre anni in maternità
Il secondo caso di studio illustrato ieri mattina a Roma riguarda una giovane e brillante funzionaria comunale - con ottima laurea e solido curriculum - che è riuscita ad assentarsi per tre anni consecutivi dal lavoro. Come era riuscita nel miracolo (fra l’altro consentito dalla legge) di eclissarsi per tutto quel tempo? Prima il congedo per maternità, poi i permessi per assistere il bambino nelle prime malattie esantematiche, poi nuovi permessi studio finalizzati alla specializzazione post-laurea, con un sapiente dosaggio di altri istituti contrattuali. «Insomma nulla di illegittimo - ha commentato ieri Pietro Barrera, ex direttore Risorse Umane del Comune di Roma - ma con un effetto finale sconcertante». Il bello arriva dopo, però. L’interessata, chiamata a colloquio, ha confessato che quella scelta era frutto di una logica stringente: «Dopo anni di lavoro in imprese private, grandi soddisfazioni, ma vita dura, ho scelto il buen retiro nell’amministrazione pubblica. Stipendio più basso, limitate chances di carriera, ma la possibilità di sottrarmi al lavoro senza tante difficoltà».

Mai di domenica
Un’altra bella scoperta in materia di certificati bizzarri è toccata al comandante dei vigili urbani di Torino, Mauro Famigli, che qualche mese fa si è visto arrivare un certificato medico in cui c’era scritto che al vigile in questione «nuoceva il lavoro domenicale». Sorride, il comandante: «In tanti anni di professione una giustificazione così non l’avevo mai vista, lo confesso. Ma non è certo l’unica. Ho visto impegnative che spiegavano che il vigile in questione doveva smontare non appena faceva buio».

In galera, ma in organico
L’ultimo eclatante caso, illustrato ieri, non riguarda un certificato facile, ma, con i dipendenti «distaccati a vita per impegni sindacali», merita di essere raccontato. E’ la storia di X, che dal 2003 non si era più presentato al lavoro, ma aveva continuato a percepire regolare stipendio sino al 2007. Com’è potuto accadere? «All’inizio ci fu un provvedimento restrittivo della libertà personale del dipendente - spiega ancora Barrera - insomma finì in galera. Noi lo scoprimmo per caso, nel momento in cui lo convocammo per un adempimento contrattuale. Poi la confusione tra procedimento penale e procedimento disciplinare. Al fondo l’evidente sciatteria di tanti, troppi uffici. Dirigenti che si erano dimenticati di avere un dipendente...».
La Stampa 16 maggio 2008

mercoledì 14 maggio 2008

Studentessa e attrice porno su Le Parisien


Rachel (foto da myspace)

«Non è vero che faccio film hard per per pagarmi gli studi, lo faccio perché mi piace»

E lei dal blog attacca: «È antigiornalismo»
La storia di Rachel finisce sul giornale francese. Ma lei critica l'intervistatore: «Ha alterato le mie risposte»



MILANO - Laureanda in cinema alla Sorbona e attrice porno debuttante. La storia di Rachel, raccontata da Le Parisien, potrebbe ricordare da vicino quella delle studentesse di Cambridge, con la loro «carriera» da prostitute e le loro esibizioni nei locali di striptease. O ancora di più quella di Laura D., la 19enne studentessa la mattina e lucciola sensuale la sera che ha fatto scandalo in Francia. Rachel però, a differenza delle colleghe di Cambridge o della connazionale Laura, dopo l'intervista concessa a Le Parisien non ci ha pensato su molto prima di accusare il quotidiano francese per aver riportato notizie «non vere» apostrofando il giornale come esempio di «antigiornalismo».

«AMO IL MESTIERE» - Rachel, 26 anni, ha appena finito di girare un nuovo porno. Le Parisien spiega che la studentessa modello si presterebbe a pellicole hard per sostenere i suoi studi. Sul suo sito («Blog ufficiale di un'attrice porno debuttante») spiega invece di non fare questo mestiere per soldi o per pagarsi gli studi. «È vero - scrive Rachel - che ho rischiato di finire in strada. Ho vissuto otto mesi senza una casa... Ma non faccio questo lavoro per denaro.. È vero - prosegue . che ci sono delle studentesse precarie che si prostituiscono per pagarsi gli studi. Ma non è il mio caso - sottolinea Rachel -. Io - aggiunge - faccio questo film porno perché amo questo mestiere».

L'ARTE DEL PORNO - In ateneo molti professori non hanno accolto di buon grado il racconto di Rachel, che però fa intendere di voler continuare per la sua strada, considerando il porno un'arte. La sensuale studentessa ci tiene a tal proposito a precisare che è bene distinguere la sua attività, girare film porno, dalla prostituzione: «Anche se - sottolinea Rachel - rispetto le ragazze che esercitano quel mestiere e sono per la riapertura delle case chiuse».


Corriere della Sera 14 maggio 2008

Venezia: Preso il collezionista di sederi. Telecamera nascosta nella borsa



Carlo Mion
La cattura. Scoperto dai carabinieri mentre all’imbarcadero di Rialto filmava dal basso il fondoschiena di una ragazza
In casa aveva una collezione con oltre tremila immagini «rubate»
Chi è. Si tratta di un trentottenne dirigente d’azienda E’ padovano è sposato e ha anche due figli A mandolino, alto da brasiliana, con il perizoma o con la culotte. Molti pure senza nulla a ricoprirli.
Culi. Tanti culi. Oltre tremila tutti ripresi in video e catalogati in dischetti da un 38enne padovano, dirigente di azienda sposato e con due figli.
Nel fine settimana, armato di telecamera nascosta in un borsone, l’uomo partecipava ad una personale «Su e zò per i ponti» con lo scopo di riprendere, da sotto, i fondoschiena delle turiste, in genere di età compresa tra i 20 e i 25 anni.
Sabato gli è andata male. Due carabinieri del Nucleo natanti impegnati in un servizio antirapina lo hanno individuato a Rialto. Denunciato, ora deve rispondere di «Interferenza illecita nella vita privata»: un reato che forse non riusciranno mai a dimostrare nei suoi confronti.
Tinto Brass, il veneziano che più di ogni altro ha celebrato questa parte femminile, lo ha già definito un «genio». E naturalmente lo difende a spada tratta. Del resto il padovano, oltre alla grande passione per il fondoschiena in tutte le sue forme, ha mostrato col tempo di aver affinato una tecnica di ripresa notevole.
Sabato pomeriggio però è stato un giorno sfortunato per questo «ladro di culi». L’uomo in giacca è cravata è sbarcato nel pomeriggio in centro storico e si è messo a caccia nella zona di Rialto. Qui il ponte è il perfetto palcoscenico che agevola la sua passione voyeuristica consentendo da dietro, mentre le donne salgono gli scalini, riprese impareggiabili.
I militari del capitano Mario Marino lo hanno notato mentre da molto vicino seguiva una giovane turista che indossava un corto gonellino svolazzante. In un primo momento pensavano fosse un borseggiatore che aveva individuato la sua preda. E lo hanno seguito. Si stava muovendo da campo San Bartolomeo verso il mercato. Ad un certo punto ha abbandonato la ragazza che seguiva da vicino e si è diretto all’imbarcadero della Linea 1 a San Silvestro. E qui una zoommata gli è costata cara: nota una giovane turista china, si avvicina al «lato b» della ragazza e quasi appoggia alle gambe della donna il borsone nero che tiene in mano. Lo alza leggermente da un lato. A quel punto i carabinieri intervengono e lo controllano. Il distinto giovane, con giacca e cravatta, all’inizio si mostra meravigliato per quell’intervento e quelle domande, ma poi comincia a preoccuparsi. Infatti i militari, aperto il borsone, trovano una videocamera con l’obiettivo che esce da un foro praticato sulla tela. Controllata la videocamera, in memoria i carabinieri trovano un filmato che mostra la «danza» di un giovane sedere che sale un ponte. Alla fine l’uomo ammette che la sua passione sono i «culi delle turiste» che riprende per la sua collezione privata. Portato in caserma, il pm Gianni Pipeschi ha autorizzato la perquizione della sua abitazione. E qui la conferma della passione. In decine di dischetti sono stati trovati oltre tremila video di altrettanti fondoschiena: nudi o con le mutante, con la cellulite e le smagliature, ma pure perfettamente in forma e da celebrare come quelli di Jennifer Lopez o, ai suoi tempi, Nadia Cassini.
L’uomo ha quindi spiegato che ha cominciato a mettere assieme la collezione dal 2004. E questo all’oscuro della moglie che sabato ha scoperto la passione del consorte grazie ai carabinieri. Si è resa conto che nei continui viaggi a Venezia del marito, non c’era la passione per i monumenti della Serenissima, ma per una parte del corpo femminile a volte veramente monumentale.
( Nuova Venezia 13 maggio 2008)

giovedì 8 maggio 2008

A Milano 300 alloggi "a luci rosse".Sgominata la rete del sesso estremo



Sequestrati dodici monolocali: fino a 2mila euro per le prestazioni
MILANO
Una rete con decine di appartamenti in affitto, apparentemente insospettabili ma in realtà a luci rosse, frequentati da centinaia di clienti appassionati di sesso estremo. È quanto emerge da un’indagine appena conclusa, a Milano, dalla Polizia, che ha portato alla denuncia di 18 persone e al sequestro di 12 abitazioni oltre a una quantità di oggetti dall’uso inequivocabile.

Gli agenti del commissariato Monforte-Vittoria, coordinati dal Pm Massimiliano Carducci, hanno potuto eseguire solo verifiche a campione, perquisendo in tutto una cinquantina di appartamenti. In 42 casi le ragazze hanno ammesso di prostituirsi liberamente. Ma gli appartamenti che venivano gestiti dalle due agenzie immobiliari coinvolte nell’inchiesta, nel capoluogo lombardo e nell’hinterland, erano quasi 300. «Quanto scoperto è solo della punta dell’iceberg - ammette uno degli investigatori - A Milano questo genere di agenzie si stanno moltiplicando a vista d’occhio».

Il sistema era semplice: l’agenzia, spesso grazie all’ intermediazione di un geometra quarantenne, incensurato e sposato con una prostituta straniera con precedenti, reclutava le ragazze, tutte dell’Est e giovanissime, che venivano collocate negli appartamenti. Pagavano 1.500 euro per esercitare nelle case messe loro a disposizione, all’insaputa dei proprietari, i quali, ovviamente, percepivano poi dall’agenzia un affitto molto inferiore, talvolta meno della metà. Gli incontri erano pubblicizzati tramite due riviste specializzate e un noto quotidiano di annunci, e pubblicizzavano massaggiatrici abili in giochi d’ogni tipo, etero, bisex, trans, sadomaso e quant’altro la fantasia dei clienti richiedesse.

Uomini prevalentemente agiati, dato che le tariffe partivano da duecento euro e arrivavano a superare i duemila. Professionisti e impiegati che nell’intimità e nella riservatezza di un appartamento gradivano travestirsi da donna, farsi frustare, partecipare a giochi particolari, assistere a spettacoli hard, magari fatti da altri clienti e prostitute. «A Milano - dice il vice sindaco Riccardo de Corato - si sta creando una pericolosa saldatura tra clandestinità e prostituzione. Un mix che amplifica l’ illegalità e attira la criminalità, favorito dalla disponibilità di 40 mila irregolari presenti in città. I nefasti effetti causati dallo sfruttamento rendono necessaria l’approvazione di una nuova legge che aggiorni la Merlin, che quest’anno ha compiuto mezzo secolo. L’Italia non può continuare a essere l’unico Paese che ha lucciole sia per le strade, sia negli appartamenti».

Sono stati denunciati anche i cinque conduttori delle agenzie, una delle quali piuttosto nota. Erano intestatari di alcuni degli appartamenti dove le prostitute esercitavano. Uno di questi si trova paradossalmente a due passi dal commissariato, ed è stato il primo in cui gli agenti sono entrati. Ma esposti che riguardavano appartamenti della rete, però, erano confluiti a vari commissariati sin dal 2005. Un appartamento di quelli sequestrati, ad esempio, era attivo da dieci anni e gli inquilini, alla vista degli agenti, hanno tirato un sospiro liberatorio. Dentro, nell’abitazione, i poliziotti hanno trovato una camera da letto con un bagno-palcoscenico per fare la lap dance nella vasca mentre il cliente si intratteneva con un’altra prostituta.
La Stampa 7 maggio 2008

domenica 4 maggio 2008

Ben Underwook: il ragazzo sonar

I supereroi non esistono solo nei film. Anche nella vita reale ci sono persone che hanno capacità fuori dal comune. Ecco alcuni esempi.

Ben è cieco ed i suoi occhi sono stati rimossi quando aveva 3 anni a causa del cancro. Ma nonostante questo, gioca a basket, corre in bicicletta e conduce una vita abbastanza normale. Ha imparato ad utilizzare l’eco per orientarsi nel mondo. Non ha bisogno di un cane guida e neanche di un bastone. Usa la bocca per emettere un piccolo suono, una specie di click, che rimbalza sugli oggetti che si trovano attorno. Le sue orecchie sono in grado di analizzare il modo in cui il suono rimbalza e di ricostruire l’ambiente che lo circonda, come fanno i delfini o i pipistrelli.

Darzava: la porta per l’inferno



Nel 1971 una compagnia petrolifera stava effettuando delle trivellazione in Turkmenistan, nel cuore del deserto del Karakum. Qualcosa andò male ed un’enorme trivella precipitò nel cratere attorno al quale stavano trivellando. Il gas naturale cominciò a fuoriuscire dal profondo della terra e, per evitare che la popolazione locale venisse uccisa, il gas fu incendiato.
Dopo 36 anni il cratere continua a bruciare ed è diventato un’attrazione turistica visibile da chilometri di distanza durante la notte. Il cratere è chiamato Darvaza o “The Burning Gate”.

Carlos Camejo, un uomo venezuelano di 33 anni, fu coinvolto in un grave incidente stradale e dichiarato morto a causa dei gravissimi traumi subiti. Fu condotto all’obitorio ed i medici iniziarono l’autopsia. Si accorsero subito che qualcosa non andava perchè dopo aver inciso il volto le ferite iniziarono a sanguinare in modo anomalo. Carlos si risvegliò prima che i medici potessero ricucire le incisioni e raccontò di aver provato un dolore indescrivibile.
Nel frattempo sua moglie era stata convocata all’obitorio per il riconoscimento del corpo ma incontrò suo marito nel corridoio, vivo.

Yoox

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