domenica 31 maggio 2009

ANTONIO DI PIETRO: VORREI OCCUPARMI DEI PROBLEMI DELLA GENTE E DEL PAESE

30 Maggio 2009

Le responsabilita' di Draghi e Marcegaglia

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Mi accusano di perseguitare un corruttore, di essere “sfascista” e antiberlusconiano. Io, invece, mi sento un partigiano della nuova resistenza. Non ho fretta, il tempo ed i cittadini mi daranno ragione.

Come posso tacere con un Presidente del Consiglio che, nonostante la sua carica, si permette di tacciare come eversivi i magistrati che hanno l'unica colpa di voler fare il proprio dovere e che definisce “grumi sovversivi” coloro che hanno condannato un corrotto, non potendo condannare anche il corruttore? Noi vorremmo occuparci della crisi del Paese, dell'occupazione, di ammortizzatori sociali, di infrastrutture, di energie rinnovabili, di controllo dei flussi migratori ma in Parlamento si mettono in discussione, quando non sono decreti, solo leggi contro le intercettazioni, contro il sistema costituzionale, contro la libera circolazione degli individui in Europa, più simili alle leggi razziali del ventennio fascista che a manovre capaci di risolvere il fenomeno.

Il dibattito politico oggi è in mano alle parti sociali, ai sindacati, alle associazioni industriali e dei consumatori, alla Banca d'Italia, a Legambiente. Il governo ha completamente tolto questo ruolo ai cittadini.

Draghi, governatore della Banca d'Italia, ieri ha dipinto un quadro economico del Paese sconcertante in un contesto in cui il prodotto interno lordo segna un -5% e lascia sperare ben poco senza interventi drastici in tutti i settori. Ha auspicato il completamento degli ammortizzatori sociali, la ripresa degli investimenti pubblici, le azioni di sostegno della domanda e del credito. Ma il governo nicchia e fa la parte dell'asino o semplicemente se ne frega, assorto a gestire il gossip della famiglia Berlusconi e l'informazione è assente, di facciata e defunta.

Quelli di Draghi sono gli stessi auspici fatti da Emma Marcegaglia nell'incontro tra Governo e Confindustria della scorsa settimana. Le risposte di Silvio Berlusconi, alle richieste degli industriali, furono chiacchiere e una vergognosa arringa contro la magistratura. Anche in quell'occasone Berlusconi volle infatti condividere con la platea i suoi problemi giudiziari più che una strategia per uscire dal tunnel della crisi. Vorrei comprendere la preoccupazione sia di Draghi che degli industriali, ma si è credibili quando si bacchetta un sistema che si risiede, solo se si include l'autocritica verso il proprio operato. Dov'era il governatore Draghi quando il crack economico ha investito le banche e la lordura finanziaria che la Banca d'Italia aveva visto crescere? Perché non si è provveduto a tutelare, oltre alle banche anche i risparmiatori, vittime di raggiri che alimentavano ed alimentano compensi da capogiro, stock option di manager e galoppini senza scrupoli?

E il presidente Marcegaglia perché non ha preso le distanze da quegli ignobili applausi che hanno riempito la sala durante l'attacco di Silvio Berlusconi alla magistratura, umiliando così quella parte sana del tessuto imprenditoriale che non si riconosce in un corruttore ed evasore fiscale? I risparmiatori, gli operai, le banche e le imprese aspettano solo un gesto di coraggio per riscattare un sistema ed un Paese in cui è sempre più difficile riconoscersi. Chi ha questa responsabilità, signor Draghi e signora Marcegaglia? Chi ha il dovere di avviare un processo di cambiamento che porti l'Italia verso un futuro migliore dell'attuale drammatica situazione?

FONTE www.antoniodipietro,com 30 maggio 2009

Europee, sondaggi o corse clandestine?: risultati 29 maggio 2009


Berlusconi ha annunciato ieri che il PDL sarebbe al 40% e anche le corse clandestine confermano il dato:3 punti in meno.


fonte:www.notapolitica.it

Corsa Clandestina - Ippodromo del Nord Est/2

Davanti a duemila spettatori, selezionati con il metodo Cavalli Alieni Tentano Inutili rimonte, si corre la gara di rivincita nell'Ippodromo del Nord Est di cui ci siamo occupati appena qualche giorno fa. Una buona occasione per misurare i progressi (e i regressi) di tutti i cavalli, quando manca ormai una sola settimana al tanto atteso Grand Prix d'Europa.

Primo a tagliare il traguardo è il favoritissimo Varenne (41.4), che perde 3 punti decimali rispetto a lunedì ma si conferma su tempi sensibilmente migliori rispetto a quelli fatti registrare in altri ippodromi. Per un cavallo che perde lo 0.3, c'è n'è un altro che guadagna altrettanto. Si tratta di Fan Idole (23.2), che però non riesce a ripetere - qui al Nord Est - le stesse performance di altri circuiti, accusando un distacco di oltre 18 punti dal capofila che, se confermato nella gara ufficiale, provocherebbe senz'altro un putiferio nella Scuderia Nazarena che gestisce il cavallo.

Quasi invariato il tempo del nordico Groom de Bootz (10.0), che occupa ormai stabilmente la terza posizione e continua a trottare su ritmi sostenuti. Quarto posto per Galopin du Ravary (6.8), che rosicchia un punto decimale rispetto a lunedì ma sembra lontano da quell'exploit pronosticato da molti scommettitori.

Tanto che, nella sua scia, emerge la sagoma di Ipson de Mormal (6.2), con una progressione lenta ma costante che - se confermata nel GP ufficiale - potrebbe addirittura portare il cavallo centrista a superare il puledro preferito dai giudici (di gara) proprio sul traguardo.

Resta al palo, lontano dal tempo di qualificazione necessario per il Grand Prix d'Europa, il meticcio Hirosaka (2.7), probabilmente appesantito dalla bufera in corso nella più meridionale delle sue quattro scuderie. E affonda, forse definitivamente, anche General du Pommeau (2.4), superato ormai nettamente dal rivale storico Gebrazac (3.2), che sembra l'unico dei cavalli di coda in grado di sperare nel miracolo-qualificazione.

Malinconicamente ultimo, con lo stesso tempo di lunedì, l'ex grande promessa dell'ippica Grace Ducal (1.0) ormai stanchissimo e demoralizzato.

Da segnalare, a margine della telecronaca, il discreto numero di spettatori che deciderà soltanto all'ultimo momento se partecipare al GP ufficiale (o che non ha ancora deciso su quale cavallo scommettere). Prevista per domani, infine, la cronaca di una gara che si è svolta in un noto ippodromo romano-milanese.

Il mondo contro il Premier, e a destra si pensa alla successione

http://static.blogo.it/tvblog/Miss_italia_2008_finale1.jpg
(foto archivio)

Note: elenco di chi ha contestato Berlusconi in questi ultimi giorni: Confindustria, Confesercenti, sfollati L'Aquila, Cei, stampa estera, stampa italiana di sinistra e cattolica, Veronica Lario, una procura. E poi le 100 fotografie del capodanno a villa Certosa con 50 ragazze.Non saranno troppe per un papi solo?

Ecco l'articolo:


E a destra c'è chi pensa ad un governo senza Berlusconi.

E ora c’è chi pensa ad un Governo senza Berlusconi di F. Rondolino

Maggio 29, 2009 di Redazione

La grande firma della “Stampa” svela i movimenti nella maggioran- za dopo i casi che hanno coinvolto il presidente del Consiglio. «”Le elezioni non sono un problema: le vinciamo. Il problema viene dopo”. Dopo? L’autorevole esponente del centrodestra non frequenta più il premier con l’intensità di una volta, ma è pur sempre una persona molto informata. E confida, quasi a mezza voce, quello che altri non vogliono neppure sentir nominare: un centrodestra senza Berlusconi». Da non perdere.

Nella foto, Fabrizio Rondolino durante una puntata delle precedenti edizioni di “Tetris”, il programma di Luca Telese in onda ogni venerdì alle 21.10 su La7


di FABRIZIO RONDOLINO

“Le elezioni non sono un problema: le vinciamo. Il problema viene dopo”. Dopo? L’autorevole esponente del centrodestra non frequenta più il premier con l’intensità di una volta, ma è pur sempre una persona molto informata. E confida, quasi a mezza voce, quello che altri non vogliono neppure sentir nominare: un centrodestra senza Berlusconi.

“Nessuno sa che cosa ci sia davvero in questa storia - prosegue il nostro interlocutore - e quanta monnezza possa venire a galla. Ma non è questo il punto: per come sono messe le cose, Berlusconi è anche capace di convincere i suoi elettori. Il punto è che per fare un governo non basta soltanto la maggioranza dei voti: se s’incrina il rapporto con la Chiesa, con Confindustria, con le altre potenze occidentali… beh, il governo diventa debole, molto debole”.

Nell’entourage del Cavaliere non manca chi è pronto a giurare sul complotto, magari diretto addirittura dagli americani (non per la battuta sul presidente “abbronzato”, ma per i rapporti un pochino disinvolti con Putin). Altri invece allargano le braccia e sollevano gli occhi al cielo, come a dire: “Prima o poi doveva succedere”. Troppe le ragazze coinvolte, troppo vistoso il loro coinvolgimento: e che non ci sia mai stato nulla di “piccante” tra loro e il premier non modifica di molto la situazione.

Per questo nel Popolo della libertà cresce la preoccupazione: la diga può rompersi, e le conseguenze (non sugli elettori ma sull’establishment italiano e internazionale in senso largo) possono essere molto gravi, a partire dal prossimo G8, oggi visto con autentico terrore. E per questo c’è chi - tanto nella componente ex-Forza Italia, quanto in quella ex-An - comincia a porsi seriamente il problema del dopo-Berlusconi.

Ci sono, per iniziare, alcuni punti fermi: fino all’autunno (salvo un improbabile terremoto elettorale il 7 giugno) non ci sarebbe tempo né modo per fare alcunché; sarebbe recisamente esclusa - anche dal Quirinale, a quanto si sa - ogni forma di ribaltone o cambio di maggioranza; eventuali voti di fiducia dalle opposizioni verrebbero accettati soltanto se non determinanti. All’interno di questo perimetro - ancora del tutto ipotetico - possono naturalmente svilupparsi scenari fra loro differenti.

Tanto per cominciare, e non è poco, nessuno sa se Berlusconi, nel caso questa opzione diventasse necessaria, si farà da parte volontariamente o meno. Una successione naturale risolverebbe la maggior parte dei problemi, a cominciare dalla scelta del nuovo premier, che spetterebbe al Cavaliere. Fatto il passo indietro, Berlusconi resterebbe presidente del Pdl e, si aggiunge, avrebbe tre anni di tempo per prepararsi adeguatamente alla corsa al Quirinale.
Se invece il premier dovesse opporre resistenza, le cose si farebbero davvero difficili, perché bisognerebbe passare per un voto di sfiducia in Parlamento. È uno scenario fantascientifico, che spaccherebbe il Pdl e che nessuno oggi vuol prendere in considerazione.

Fino alle elezioni, in ogni caso, non succederà nulla. E, per quanto se ne sa, non ci sono stati contatti con le opposizioni né è previsto che ce ne siano. Al contrario, la debolezza strutturale del Pd è considerata a destra un problema molto serio. Il ministro Tremonti nei giorni scorsi si è lamentato per la posizione di Franceschini sul referendum: “Ma si rende conto che se dovesse esserci il quorum saremmo in un guaio serio?”. Già, perché la vera alternativa ad un governo senza Berlusconi sono le elezioni anticipate, magari con il “supermaggioritario” uscito dal referendum. È questa la contromossa che il premier metterebbe in campo non tanto contro le opposizioni, quanto soprattutto contro la sua maggioranza.

Bossi, che è il pesce-pilota di ogni cambiamento, lo ha capito da mesi, ed è giunto a minacciare la crisi proprio sul referendum. Ma il “caso Noemi” non era ancora scoppiato, e a far la fronda al premier all’epoca c’era soltanto Fini. Oggi il presidente della Camera - anche lui, come Tremonti, oggettivamente candidabile a palazzo Chigi - è senz’altro meno isolato, e anzi potrebbe rivelarsi una risorsa anche per chi in questi mesi ha contribuito al suo isolamento. “Il pack comincia a scricchiolare - commenta un ex parlamentare di An - e non vorremmo fare tutti la fine di quell’orso che nuota nell’oceano…”.

FABRIZIO RONDOLINO

sabato 30 maggio 2009

Berlusconi, Sindrome da Alcova: Stampa estera "Sottotappeto della sinistra", Stampa Italiana "Scendiletto del PD"

IL Premier, "Giornali di sinistra scendiletto del Pd"

di Paturnio

Dvvero singolare che solo due giorni fa il premier abbai definito la stampa estera, "sottotappeto della sinistra" e oggi abbia coniato per la stampa di sinistra italiana la definizione, "scendiletto del PD".La sua deve essere un'dea fissa, infatti avrebbe potuto usare tante altre definizioni. Per aiutarlo a guarire da quella che ormai pare diventata un'ossessione, ecco una lista di definizioni per l'ostile stampa estera e l'ostile stampa di sinistra, che Berlusconi potrà intercambiare a piacimento:

Stampa Estera: sottopiatto della sinistra-sottovaso della sinistra-sottobicchiere della sinistra-sottopancia della sinistra-sottogonna della sinistra-salvasuola della sinistra.

Stampa di sinistra italiana: Scaletta del PD, rampa del PD, passerella da yacht del PD, pattina del PD, zerbino del PD, lustrascarpe del PD, lisciapelo del PD.



LA STAMPA 30/5/2009 (12:8) - L'ACCUSA DEL PREMIER
"Giornali di sinistra scendiletto del Pd" Il premier Silvio Berlusconi ieri in Abruzzo

Berlusconi: attaccati da opposizione con una campagna elettorale basata
su insulti e aggressione personale

VICENZA
«Siamo stati attaccati dall’opposizione con una campagna elettorale che ancora una volta si è basata sull’insulto, sull’aggressione personale, sulla giustizia ad orologeria, sulle calunnie volgari che ci hanno e soprattutto mi hanno rivolto, sposate in pieno da tutti i giornali della sinistra che fanno da scendiletto al Pd». Il duro j’accuse è stato lanciato dal premier Silvio Berlusconi, nel corso di un collegamento telefonico con la Fiera di Vicenza dove si è svolta una iniziativa elettorale del Pdl in vista delle prossime elezioni europee.

«Noi abbiamo ritenuto che fosse assolutamente importante opporci alla politica delle porte spalancate verso i clandestini messa in campo dal precedente governo -ha spiegato il premier- non è possibile che noi si continui a lasciare entrare in Italia chi non ha documenti, nè lavoro nè prospettive, perchè questo significa alimentare la disperazione e la delinquenza e alimentare un traffico di esseri umani inaccettabile». Il presidente del Consiglio ha quindi assicurato: «Noi non siamo un paese razzista, ma se non controlliamo questo fenomeno, prima o poi avremo una situazione interna conflittuale che non può che esplodere».

Il premier ha ribadito «quindi, la massima fermezza contro i clandestini vuol dire stare dalla parte dei più deboli, sia che siano nostri concittadini sia che siano stranieri che stanno qui». «Noi siamo accoglienti verso chi vuole integrarsi -ha spiegato Berlusconi assumendo come propri i diritti e i doveri che comporta vivere tra di noi. Mentre, dobbiamo essere assolutamente fermi verso tutti gli altri, anche per difendere la nostra gente che si lamenta e ha ragione di farlo». Il presidente del Consiglio ha concluso: «il decreto sicurezza, recentemente approvato dal Parlamento, è stato voluto da me in prima persona, dal Pdl e dalla Lega Nord e rispetta l’impegno di tutta la maggioranza su un tema che ritengo decisivo per il nostro futuro».

BERLUSCONI: DI PIETRO, IO PARTIGIANO DELLA NUOVA RESISTENZA

(AGI) - Roma, 30 mag. - “Mi accusano di perseguitare un corruttore, di essere ’sfascista’ e antiberlusconiano. Io, invece, mi sento un partigiano della nuova resistenza. Non ho fretta, il tempo ed i cittadini mi daranno ragione”. Lo scrive il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sul suo blog.

“Come posso tacere - aggiunge - con un presidente del Consiglio che, nonostante la sua carica, si permette di tacciare come eversivi i magistrati che hanno l’unica colpa di voler fare il proprio dovere e che definisce ‘grumi sovversivi’ coloro che hanno condannato un corrotto, non potendo condannare anche il corruttore? Noi vorremmo occuparci della crisi del Paese, dell’occupazione, di ammortizzatori sociali, di infrastrutture, di energie rinnovabili, di controllo dei flussi migratori ma in Parlamento si mettono in discussione, quando non sono decreti, solo leggi contro le intercettazioni, contro il sistema costituzionale, contro la libera circolazione degli individui in Europa, piu’ simili alle leggi razziali del ventennio fascista che a manovre capaci di risolvere il fenomeno”. (AGI)

Red/Mgm

Il Pdl sospende i tre 'ribelli' entrati nella nuova giunta Lombardo

Il Pdl sospende i tre 'ribelli' entrati nella nuova giunta Lombardo

Il coordinamento nazionale del Pdl, composto da Bondi, La Russa e Verdini, ha sospeso dal partito i deputati siciliani Gianfranco Bufardeci, Michele Cimino e Luigi Gentile. La loro colpa? Essere entrati nella nuova giunta Lombardo.

La decisione era stata annunciata dal Pdl il giorno che Lombardo ha annunciato la nuova giunta. Ancora qualche minuto prima che il governatore presentasse la sua squadra, Bondi, La Russa e Verdini avevano ammonito che non sarebbero state accettate «furbizie» e tantomeno decisioni definitive prima del voto europeo del 6 e 7 giugno.

Gli assessori incriminati non accettano la decisione del coordinamento nazionale Pdl e chiedono l'intervento di Berlusconi. Che però mostra di non voler prendere nessuna decisione in merito. «Confesso che non ho seguito questa vicenda da vicino proprio perchè impegnato con il G8 e il terremoto: si tratta di questioni locali e di dissensi
personali che si elimineranno con nuove persone capaci di fare le riforme necessarie. Sempre nell'ambito del centro destra e
del Pdl».

Il centrodestra sta comunque studiando un modo per modificare in Parlamento lo Statuto siciliano, in modo da rendere più facile la sfiducia del governatore Lombardo. In Sicilia verrà invece presentata dal Pdl una «mozione di censura» nei confronti del presidente della Regione e della nuova giunta.
lunità 29 maggio 2009

CASINI: C'è BISOGNO DI UN GOVERNO CHE AFFRONTI LA CRISI DI PETTO



Telefonata Berlusconi- Evelina Manna

di Paturnio

Ecco servito Casini: da due giorni, infatti, l'Espresso ha ricominciato a pubblicare intercettazioni e articoli sulla grande passione del Premier: le donne. I giudici e le donne sono, infatti, croce e delizia del Berlusconi pre-elettorale. Ha paura che si ripeta quanto accaduto nel 94 con l'avviso di garanzia che ha minato il risultato elettorale. Oggi a L'Aquila, però, le toghe non c'entrvano nulla e sono stati i cittadini sfollati a contestarlo. Lui promette a tutti le case per settembre, ma tutti sanno che non sarà possibile. Oggi Draghi ha fatto una relazione pesante sulla crisi, ma il pemier e gli altri ministri del governo hanno detto in coro:"Draghi ha detto quello che diciamo noi". E se questo non è vero, fa niente, tanto i tg non lo rileveranno e, magari, ai telespattatori distratti, sembrerà davvero che Draghi e il governo dicano le stesse cose. La giornata di oggi si chiude con Casini a Marghera che dice, "La crisi è vera, c'è" e di questa notizia lo ringraziamo. Ma si era aperta con lo strappo di Lombardo che ha escluso UDC e PDL dalla sua nuova giunta egionale. Casini non commenta, mentre Cuffaro ritiene che la propria esclusione sia una perdita per la Sicilia. C'è rimasto male, Cuffaro, non se lo aspettava. Tre magistrati in una giunta regionale, sono una vera rivoluzione e anche, un affronto per chi ha qualche problema con la giustizia.

E ora, la telefonata di Evelina Manna, per chiudere in bellezza la giornata e non dimenticarci che anche oggi, la stampa estera ha riso di noi.
Ascolta la telefonata

venerdì 29 maggio 2009

Abruzzo: Votate Papi che vi Porta in Crociera

Visita del premier nelle zone colpite dal sisma del 6 aprile
"Stiamo organizzando vacanze per famiglie intere e ragazzi"
Berlusconi di nuovo all'Aquila
"Per sfollati pensiamo a crociere"
"Chi vive nelle tende lo fa per propria scelta, ma entro la fine di novembre saranno tutte tolte"
Oggi l'ospedale del capoluogo ha riaperto il 60% delle sue strutture. "In 47 giorni è un record"

Berlusconi di nuovo all'Aquila "Per sfollati pensiamo a crociere"

Silvio Berlusconi
L'AQUILA - "Per l'estate stiamo organizzando una serie di vacanze nel mare Adriatico e stiamo vedendo anche delle crociere sul Mediterraneo dove intendiamo mandare famiglie intere e ragazzi". E' l'annuncio dato dal premier Silvio Berlusconi, durante il suo tredicesimo sopralluogo all'Aquila, agli sfollati che a causa del sisma hanno perso l'abitazione.

"La Protezione Civile sarebbe stata in grado di dare un alloggio a tutti. Chi vive nelle tende - ha affermato il presidente del Consiglio - lo fa per propria volontà, perché si sente radicato nel territorio e vuole restare vicino alla propria abitazione". Ma dal 15 settembre le tende cominceranno a sparire: "La speranza è che entro la fine di novembre non ci siano più tende, nemmeno una in piedi. Sarebbe un record non solo italiano, ma mondiale".

Il Cavaliere, che ha trascorso una mezz'ora con gli sfollati ospitati nella località di Sant'Elia, frazione dell'Aquila, si è anche recato con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso all'ospedale del capoluogo abruzzese che oggi ha riaperto le sue
strutture al 60 per cento.

"In 47 giorni si può ben parlare di un record", ha detto il premier commentando l'apertura di alcuni padiglioni della struttura, chiusa dopo il sisma del 6 aprile. "Siamo perfettamente in regola con i tempi annunciati - ha proseguito - Credo sia un fatto molto positivo perché gli aquilani credevano che la struttura sarebbe stata posizionata altrove. Invece come è stato detto noi apriamo puntualmente i reparti dell'ospedale che avevamo individuato e quindi sotto questo punto di vista c'è un ritorno alla normalità".

Tra i reparti che sono di nuovo operativi c'è il punto nascita che ha riaperto con la sala parto, l'ostetricia e la terapia intensiva neonatale. E' stata poi disposta la riapertura parziale, con la presenza di posti letto, dei reparti di medicina interna, pneumologia, ortopedia, cardiologia, chirurgia, rianimazione ed endoscopia.

Il premier ha quindi fatto un giro per i padiglioni del San Salvatore, confortando alcuni ricoverati e parlando con numerosi medici. "Non ci sono più persone nell'ospedale da campo - ha quindi sottolineato il presidente del Consiglio - e avremo 247 posti letto: posti in più rispetto a esigenze reali, l'importante è che gli aquilani possono stare qui per curarsi senza andare altrove".

Il presidente del Consiglio ha inoltre elogiato l'attività della Protezione Civile e in particolare del responsabile Guido Bertolaso: "E' una struttura che sta funzionando benissimo, ne dobbiamo essere orgogliosi".

Nel capoluogo abruzzese, il presidente del Consiglio aveva in programma anche la consegna delle lauree ad honorem agli studenti di ingegneria morti nel sisma. Ma Berlusconi nella caserma della Guardia di finanza di Coppito non c'era, malgrado la sua presenza fosse stata annunciata ieri in un comunicato di Palazzo Chigi. Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha spiegato che il premier ''era stato trattenuto da impegni improvvisi a Roma'', e dunque era partito per l'Aquila in ritardo. Le famiglie di alcuni dei ragazzi morti per il terremoto, inoltre, avevano anche espresso la loro contrarietà alla consegna delle lauree: "Non ha nessun valore morale e affettivo", hanno detto.

Al suo arrivo all'Aquila, Berlusconi è stato anche contestato da uno sfollato che gli ha gridato: "Presidente fatti processare, rispondi alle domande!". Non sono peraltro mancati gli applausi, nei confronti del premier, da quanti lo attendevano per la cerimonia inaugurale.

Il premier, a una domanda su timori di intimidazioni da parte di magistrati per la ricostruzione in Abruzzo come denunciato dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso a proposito dell'emergenza rifiuti in Campania, Berlusconi ha garantito: "Non mi risulta che ci siano intimidazioni e comunque non ci saranno". Prima di andare via e recarsi alla tendopoli di Sant'Elia per pranzare con gli sfollati, Berlusconi ha ringraziato medici e infermieri e tutti coloro che assistono gli sfollati: "State facendo dei miracoli, fate ben sperare".

(La Repubblica 29 maggio 2009) Tutti gli articoli di cronaca

Sicilia, la nuova giunta di Lombardo:in campo tre magistrati, fuori Cuffaro

Sicilia, la nuova giunta di Lombardo: in campo tre magistrati, fuori Cuffaro

Nella nuova squadra del Governatore
l'imprenditore anti pizzo. L'ira del Pdl
"Niente furberie, il giudizio è negativo"
PALERMO
Ci sono anche Caterina Chinnici (procuratore del Tribunale dei minori di Palermo e figlia del giudice antimafia Rocco ucciso nel 1983) e Marco Venturi (vice presidente della Confidustria siciliana noto per le battaglie anti racket) nella nuova giunta regionale varata oggi dal Governtore della Sicilia Raffaele Lombardo.

Il leader dell'Mpa dà il via dunque al suo governo-bis chiudendo così la crisi che si era aperta lunedì quando aveva azzerato la giunta in seguito agli scontri con gli alleati. Il nuovo esecutivo siciliano vede schierati cinque "tecnici": oltre a Venturi e alla Chinnici ci sono anche i magistrati Massimo Russo e Giovanni Ilarda e il presidente della fondazione del Banco di Sicilia, Gianni Puglisi. Dell’esecutivo fanno parte anche Titti Bufardeci, Michele Cimino, Luigi Gentile e Roberto Di Mauro e Giuseppe Sorbello (questi ultimi due esponenti dell'Mpa). Il presidente Lombardo terrebbe per se alcune deleghe. Ma tranne due assessori legati a Miccichè (Bufardeci e Cimino) dal nuovo governo di Lombardo restano fuori gli esponenti del Pdl.

Dinnanzi alla nuova richiesta di Pdl e Udc di rinviare a dopo le elezioni europee la formazione del Lombardo bis, il governatore ha dunque deciso di tirare dritto per la sua strada, evidenziando la spaccatura interna al Pdl, dove la corrente che fa capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè e che sostiene il presidente della Regione, si contrappone a quella del coordinatore regionale del partito Giuseppe Castiglione, vicino all’area Alfano-Schifani. Il Pd insorge e come ammonimento a Lombardo scendono in campo direttamente i tre coordinatori nazionali del partito che invitano il Governatore ad evitare «eccessi e furbizie» nel definire la nuova Giunta regionale e ad attendere le elezioni per arrivare poi a una soluzione condivisa con i «vertici nazionali e regionali» del Pdl. Si smarca invece l'Udc siciliana di Cuffaro che conferma l'intenzione di non voler partecipare alla nuova giunta.

la stampa 29 maggio 2009

Noemi denuncia il furto delle password di Facebook e Msn

La giovane Noemi Letizia, al centro di mille polemiche per la misteriosa amicizia con Silvio Berlusconi, è spaventata perché qualcuno le ha rubato le password e si starebbe spacciando per lei in Rete.

[ZEUS News - www.zeusnews.com - 28-05-2009]
Rubate password Facebook Messenger Letizia Noemi

Il "caso" di Noemi Letizia - di cui abbiamo parlato anche noi non tanto per la vicenda in sé quanto per i risvolti sulle politiche delle Rete - sembra non riuscire a sgonfiarsi: l'ultima novità è il furto delle password che la ragazza usava per accedere a Messenger e Facebook.

Secondo l'avvocato della famiglia Letizia, le password "sono state intercettate e sul web c'è chi le sta usando".

Che qualcun altro si spacci per la ragazza, scrivendo a suo nome, è un dato di fatto, tant'è che la Noemi originale dice di aver paura: "Non posso uscire e ora non posso nemmeno dialogare in rete con i miei amici. Anzi, mi trovo a firmare messaggi che non sono scritti di mio pugno".

Che qualcuno abbia "intercettato" le password è invece un'ipotesi dell'avvocato, buona come un'altra in quanto non verificata: quanta gente usa password banali che chiunque, con un minimo di ricerca, può indovinare?

Già qualcuno parla di "attacco informatico", di hacker (o cracker che sia) e di sicurezza della Rete. Onestamente sembra più probabile che si tratti di un ennesimo caso di "trascuratezza informatica", da segnalare perché utile come promemoria.

FONTE:http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=10439&numero=907

L'Espresso: "Cinquanta ragazze a Villa Certosa". Ghedini querela


Le ragazze portate con aerei privati a Villa La Certosa: gioielli in regalo, shopping pagato, il pranzo in pizzeria con Silvio Berlusconi e l'accompagnamento della chitarra di Mariano Apicella. Ghedini azioni giudiziarie contro l'Espresso. Che puntualizza: le intercettazioni esistono.
Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

Roma, 28-05-2009

Cinquanta ragazze tra i venti e i trent'anni portate con aerei privati a Villa La Certosa: gioielli in regalo, shopping pagato, il pranzo in pizzeria con Silvio Berlusconi e l'accompagnamento della chitarra di Mariano Apicella. Poi due ore di chiacchierata sulle questioni politiche (in cui Berlusconi "se la prende anche con Fini"), quindi via ai festeggiamenti per l'ultimo dell'anno, con canti, balli e bagni nella piscina riscaldata. E' la festa per l'ultimo dell'anno del 2007 nella villa in Sardegna di Berlusconi, raccontata dal settimanale L'Espresso in un articolo basato sui racconti raccolti "dietro garanzia dell'anonimato".

Regali per tutte
La festa descritta dal settimanale precede di un anno quella cui ha partecipato Noemi Letizia. Secondo la ricostruzione, il gruppo delle ragazze era composto da "veline, attricette, ragazze immagine e hostess". Almeno una ventina, scrive il settimanale, alcune "hanno una diaria garantita di 1.500 euro al giorno". Queste ultime, secondo L'Espresso, sono state reclutate nelle discoteche, dove ballano a pagamento, da Sabina Began, "una bellissima modella slavo-tedesca soprannominata l'Ape Regina nelle cronache mondane della capitale" e che sarebbe un'amica di Berlusconi (la Began, pero', ha rifiutato di rispondere alle domande del settimanale). Secondo la cronaca dell'Espresso, Berlusconi avrebbe regalato a ciascuna delle sue ospiti un kit di ciondoli e braccialetti. Le ragazze furono poi accompagnate a visitare gli shopping center della zona: gli uomini della sicurezza le accompagnano, "e coprono le spese delle ospiti fino a 2mila euro". Per la sera, "le ragazze si dividono in gruppi di cinque nelle varie dependance".

Gli scandali minacciati
L'Espresso sostiene che le frequentazioni femminili di Berlusconi avrebbero provocato parecchi problemi al premier perche' le ragazze che non vengono aiutate a lavorare nel mondo dello spettacolo reagiscono con "la minaccia, piu' o meno velata, di far scoppiare uno scandalo". A sostegno di questa tesi, il settimanale cita il procuratore aggiunto di Napoli Paolo Mancuso che, nel rinvio a Roma delle carte dell'inchiesta sul caso Sacca', riferisce di "quattro telefonate che avrebbero potuto configurare un ricatto ai danni del premier". Sono telefonate dell'attrice Evelina Manna al premier, che i giudici romani hanno pero' interpretato come un semplice "sfogo". Una telefonata inedita dell'attrice a Berlusconi e' pubblicata dal settimanale.

Ghedini: fantasie assolute di anonimi e facilmente smentibili
L'avvocato del premier, Niccolo' Ghedini, annuncia azioni giudiziarie contro il settimanale 'L'espresso' per l'articolo che sara' pubblicato domani in cui fonti anonime raccontano della festa di capodanno 2007 a villa La Certosa di Silvio Berlusconi in compagnia di ragazze che avrebbero ricevuto doni e denaro da spendere in shopping durante il soggiorno. "Le notizie apparse quali anticipazioni di un articolo che dovrebbe essere pubblicato nel prossimo numero del settimanale 'L`espresso' - afferma Ghedini- sono destituite di ogni fondamento e saranno oggetto di tutte le azioni giudiziarie del caso. Trattasi di ricostruzioni di assoluta fantasia asseritamente narrate da anonomi e non riscontrabili frequentatori di Villa Certosa e del Presidente Berlusconi che saranno facilmente smentibili nelle sedi appropriate".

"Vengono addirittura riportate - accusa Ghedini- sintesi o stralci di conversazioni telefoniche che sono, come gia' accaduto in un recente passato, del tutto inesistenti e inventate. Conversazioni siffatte non sono mai esistite e gli interlocutori citati potranno ampiamente testimoniarlo. E del resto non e' dato comprendere come 'L`espresso' potrebbe essere in possesso di intercettazioni mai depositate e ad oggi completamente distrutte dall'autorita' giudiziarie. Trattasi, all'evidenza, anche in tal caso, di una operazione di mera fantasia che riveste ovvi connotati di antigiuridicita' e per cui si procedera' in ogni sede. Tutto l`articolo, sia per le parti citate sia per tutte le altre, fra le quali vi e' un'assurda ricostruzione della vicenda Saint Just del tutto contraria alla realta' dei fatti cosi' come accertati dalla autorita' giudiziaria con provvedimento definitivo, e' interamente volto a diffamare il Presidente del Consiglio con il chiaro intento di incidere negativamente sulla campagna elettorale in corso".

L'Espresso: le intercettazioni esistono
L'Espresso conferma la ricostruzione pubblicata sul numero in edicola domani. "Contrariamente a quanto dichiarato dall'onorevole Ghedini, le intercettazioni telefoniche riportate da L'Espresso esistono e sono state fedelmente trascritte - si legge in una nota. - La conversazione tra Silvio Berlusconi ed Evelina Manna è depositata agli atti della richiesta di archiviazione della procura di Roma: non ne è stata chiesta la distruzione perché ritenuta un elemento che scagiona Berlusconi dall'accusa di corruzione. La conversazione numero 794 di Guido De Angelis è stata depositata alle parti nel procedimento per corruzione della procura di Napoli: da un anno è nella disponibilità di almeno cinque avvocati, incluso l'onorevole Ghedini".

Ghedini: sarebbero intercettazioni con divieto di pubblicazione
"In relazione alle affermazioni de l'Espresso - replica Ghedini - sulla sussistenza delle intercettazioni si ribadisce che quelle pubblicate non sono mai state nella disponibilità della difesa del Presidente Berlusconi e che sono state smentite nel contenuto dai diretti interessati. Se comunque alcune fossero esistenti e da noi non conosciute, ve ne sarebbe l' ovvio divieto di pubblicazione ai sensi dell'art. 684 c.p.".

Berlusconi torna sul caso Noemi "Mai avuto rapporti piccanti, lo giuro sui miei figli"

http://blog.tregima.it/wp-content/uploads/2009/01/sottotap-300x300.jpg

(il sottotappeto, ovvero come Berlusconi giudica la stampa straniera)

l premier: "Lo giuro sui miei figli. E se lo avessi fatto mi sarei dimesso"
Poi torna ad attaccare la stampa straniera: "Sottotappeto della sinistra"

E Franceschini insiste: "Giusta la battaglia sui valori, continueremo a farla"


Berlusconi torna sul caso Noemi "Mai avuto rapporti piccanti"

Silvio Berlusconi

ROMA - "Io non ho mai più detto niente di niente. Ho risposto da subito alla sola domanda se avessi mai avuto rapporti 'piccanti'. E ho risposto: 'Assolutamente no'. Ci ho messo anche il carico del giuramento sui miei figli. Non ho mai più detto assolutamente niente. E invece guardate che cosa tocca leggere su certi giornali...".

Così Silvio Berlusconi, davanti alle telecamere ammesse a Palazzo Chigi alla firma di un protocollo per l'Abruzzo, commenta l'incalzare della stampa sulla vicenda Noemi. "C'è qualcuno che ha domande da farmi?" è la domanda retorica usata dal premier per introdurre la sua dichiarazione. In riferimento alle "dieci domande" a cui da giorni Repubblica gli chiede di rispondere. Poi aggiunge che se fosse accaduta una cosa del genere - rapporto intimi con una minorenne - si sarebbe dimesso "immediatamente".

Più tardi, dal palco dell'assemblea di Confesercenti, Berlusconi torna sui temi legati in qualche modo al divorzio con la moglie. Continuando ad attaccare la stampa. "Mussolini aveva il nucleo delle camice nere - dice, riferendosi a quanto scritto ieri dal Financial Times - io, secondo i giornali sottotappeto della nostra sinistra all'estero, avrei il nucleo delle veline. Grazie a dio è meglio".

Ma sulla vicenda oggi torna anche Dario Franceschini, che ieri aveva duramente attaccato il premier dicendo "Fareste educare i vostri figli da quest'uomo?". E che questa mattina dice: "La battaglia sui valori è giusta e continueremo a farla, nonostante tutti i polveroni che solleveranno per fermarci". E ancora, tornando alle sue parole di 24 ore fa: "Mi dispiace davvero se i figli del premier si sono sentiti offesi, loro non c'entrano, non ho mai parlato di loro, nè lo farei". E ancora: "Sulle vicende personali del premier non ho detto una parola nè la dirò. Ogni cittadino si fa una sua idea. Il mio confronto con Berlusconi vorrei fosse sul piano politico".

E contro Franceschini interviene Pier Ferdinando Casini: "Noi consigliamo da sempre al Presidente del Consiglio di rispondere alle domande di Repubblica - ricorda - ma il fatto di oggi sono le polemiche di ieri: è molto triste che quando si è accecati nei confronti di qualche avversario politico dall'odio si usino espressioni che feriscono le famiglie ed i sentimenti dei figli".

Poco più tardi arriva anche il commento di Antonio Di Pietro: "Sul giuramento del presidente del Consiglio ogni italiano può fare la sua valutazione, noi vogliamo inchiodarlo alle sue responsabilità, all'assenza di una politica economica. Mentre il gossip impazza, i poliziotti scioperano perchè non hanno mezzi e non gli pagano gli straordinari".

(la repubblica 28 maggio 2009)

Il Mondo di Noemi, Puntata 28 maggio: Vi presento mia zia

Noemi, parla Benedetto Letizia "La zia? Non conosce tutti i fatti"

Anche la zia di Noemi si espone...

Gino Flaminio è un ragazzo coraggioso, ha detto com'è andata
"Da tre mesi si sapeva che il presidente sarebbe venuto alla festa dei 18 anni"

La zia di Noemi: "Così Berlusconi è entrato nella nostra famiglia"

"Ho visto antiche amicizie nate dalla notte al giorno, eventi dolorosi usati per sostenere nuove versioni"

di GIUSEPPE D'AVANZO e CONCHITA SANNINO


NAPOLI - Signora Francesca D. F., che grado di parentela ha con i genitori di Noemi?
"Sono la zia, moglie del fratello di Anna Palumbo, la madre di Noemi".

Ha precedenti penali, signora? Sa, dobbiamo chiederglielo perché, per alcuni, il testimone non va valutato per quel che dice, ma per quel che è.
"Non ho precedenti penali".

Qualcuno nella sua famiglia ne ha?
"No".

Ha motivo di risentimento nei confronti di sua cognata o della sua famiglia, o della ragazza?
"Assolutamente no. Ho ottimi rapporti con Anna, con i genitori di Anna e con i suoi fratelli. Anzi, ho condiviso finora con altri membri della famiglia l'imbarazzo, il disagio e la sofferenza che questa situazione non del tutto limpida, sta provocando. Ci sono troppe bugie. Circostanze che contrastano con quello che abbiamo sentito e visto in famiglia".

Gino Flaminio fa parte delle bugie o della realtà vissuta in casa Letizia?
"Gino è stato il fidanzato di Noemi esattamente per il periodo da lui descritto al vostro giornale. Gino fa parte della realtà della famiglia Letizia e tutti noi lo abbiamo conosciuto e soprattutto apprezzato fino a quando i rapporti tra loro si sono deteriorati. È un bravo ragazzo. Amava davvero Noemi e Noemi gli era molto legata".

Vi incontravate anche con Gino?
"Certo, è accaduto più di una volta. Con l'andar del tempo, è nato un legame tra questo ragazzo e la nostra famiglia. Non mi pento di averlo avuto in casa".

Lei sa che il padre di Noemi ha minacciato querela per quello che Gino ha ricordato?
"Sì, purtroppo l'ho sentito ai tg, e ancora mi chiedo come sia stato possibile questo. Gino ha avuto parole di assoluto rispetto per tutti, per Noemi, per i suoi genitori, per noi. E anche per Berlusconi. Qual è la sua colpa? E perché accanirsi contro un ragazzo senza alcuna difesa?".

Lei sa che Gino nel 2005 è stato condannato per rapina?
"Quando lo abbiamo conosciuto era già un operaio. Ma sapevamo che c'era una macchia nel suo passato. E in ogni caso, il suo errore, quale che sia stato, non ha mai costituito un ostacolo al loro affetto, né all'amicizia che il ragazzo ha dimostrato ad Anna e ad Elio, peraltro venendone ricambiato".

Lei ha letto la testimonianza di Gino?
"Certo, e mi ha provocato una grande emozione. Perché ho visto per la prima volta, in questa storia di bugie, una persona dire le cose come stanno, con un coraggio che nessuno finora nella mia famiglia ha avuto".

E lei perché solo adesso ha deciso di offrire la sua testimonianza?
"E ancora avrei voluto tacere. Ma dopo aver visto la violenza della discussione a Ballarò, ho deciso di farmi viva. Ho visto troppe cose che non vanno. "Antiche amicizie" nate dalla notte al giorno. Fidanzati comparsi dal nulla. Dolorosi eventi che hanno afflitto la famiglia, utilizzati per sostenere nuove versioni dei fatti che hanno coinvolto mia nipote Noemi: come il riferimento a una lettera di cordoglio. E' con molto strazio che mi sono decisa ora a parlare. Mi sono tormentata in queste settimane".

Perché lo fa?
"Se devo dire la verità, lo faccio per i miei figli perché devono poter credere che esiste il vero e il falso, il buono e il cattivo. Voglio che sia chiaro che, per quanto mi riguarda, in questa storia non c'entra nulla la politica, nulla i complotti, ma solo la necessità di non vergognarsi quando ci si guarda allo specchio perché si è dovuto avallare una storia che, se non fosse così dolorosa, in famiglia sarebbe una barzelletta di cui ridere".

Lei, quando ha sentito per la prima volta di Berlusconi in famiglia?
"Alla fine del 2008, tra novembre e dicembre, ho visto per la prima volta durante un pranzo familiare Noemi alzarsi da tavolo allo squillo del suo cellulare, e l'ho ascoltata dire papi. Non avevo assolutamente idea, all'epoca, chi potesse essere. Ho pensato a un gioco tra ragazze. Notai soltanto che intorno a lei ci si dava da fare per evitare ogni curiosità".

Quando ha sentito per la prima volta indicare Berlusconi come una presenza familiare?
"Posso dirlo con certezza. L'11 gennaio 2009, il giorno del compleanno di mio figlio. Io organizzai una piccola festicciola. E seppi, quella sera, che si stavano preparando grandi festeggiamenti per i diciotto anni di Noemi. E che alla festa avrebbe partecipato, a meno di impegni improvvisi, anche Silvio Berlusconi".
Addirittura tre mesi prima, si contava sulle presenza a quel tavolo del presidente del Consiglio?
"A me fu detto che dovevamo "prepararci" per quello. La conferma della presenza del capo del governo sarebbe arrivata solo a Pasqua".

E poi?
"Mi fu detto che Berlusconi chiese espressamente a Noemi di essere invitato e pretese di ricevere dalle sue mani l'invito. Non so se poi Noemi lo abbia raggiunto a Roma e come siano andate le cose. In ogni caso, nella nostra riunione di famiglia al pranzo di Pasqua, ci fu confermato ancora di "prepararci" perché avremmo conosciuto il presidente il 26 aprile, alla festa organizzata nel ristorante di Casoria".

Che idea si è fatta della conoscenza tra Berlusconi e Noemi?
"So soltanto quel che mi ha raccontato Anna, mia cognata, la madre di Noemi. Anna sosteneva che il presidente del Consiglio aveva per mia nipote l'affetto di un padre. Ricordo l'espressione: "l'ha presa a cuore". Io non ne dubitai. Noemi è sempre stata una brava ragazza, dolce, buona. Con un grande sogno: fare la ballerina, l'attrice o la showgirl. Ricordo che in famiglia si diceva: "Magari così, Noemi entrerà dalla porta principale". Si intendeva dalla porta principale nel mondo dello spettacolo. E d'altronde la stessa Noemi - ho letto - lo ha già detto in un'intervista. Come peraltro Anna. Nelle primissime interviste, mia nipote e mia cognata sono state sincere e hanno raccontato in pubblico ciò che dicevano a noi in privato. E stato dopo che ho visto troppe cose confondersi".

Vuole darci la sua opinione su questa storia?
"Sono molto preoccupata per la mia famiglia. Se mi espongo così, lo faccio perché siamo una famiglia di gente semplice e per bene. Parlo dei fratelli di Anna, dei suoi genitori, degli altri cognati, dei nostri figli e nipoti, tutti ragazzi sani. Tutti trascinati, dalla mancanza di chiarezza e sincerità, in una situazione che ci imbarazza moltissimo".

(28 maggio 2009)

link: http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-3/zia-di
-noemi/zia-di-noemi.html

Il padre della ragazza dopo l'intervista alla cognata: "Nessuna querela, prende giorni per mesi"
Poi la "doppia delusione" per Gino, ex fidanzato della figlia: "Ho saputo della rapina dai media"

Noemi, parla Benedetto Letizia
"La zia? Non conosce tutti i fatti"

L'Espresso: "Quella festa in Sardegna con cinquanta veline e starlette"


Noemi Letizia

NAPOLI - "Vedo tante persone con la pala in mano, escono e vanno in giro a scavare, nella vita della mia famiglia, approfittando anche della vulnerabilità delle persone". Benedetto Letizia parla con l'agenzia Ansa dopo aver letto su Repubblica le parole della zia di Noemi. Una lunga intervista in cui la cognata conferma la versione di Gino Flaminio, ex fidanzato della figlia, su come e quando sia nata l'amicizia tra la ragazza e il premier. Un legame che invece, secondo la versione del padre di Noemi, si è saldato in occasione della tragica morte del figlio, avvenuta nel 2001 in un incidente stradale.

Benedetto Letizia parla anche della "doppia" delusione ricevuta dal giovane fidanzato della figlia. Perché, sostiene, "è stato proprio dai giornali che ha saputo della rapina in cui è stato coinvolto in passato". Insomma, quella che fino a poco tempo fa era una famiglia normale, dice Letizia, "ora è accerchiata". E sua figlia, 18 anni, è una normale studentessa che sta vivendo con difficoltà la fine della scuola mentre la stampa di tutto il mondo chiede di parlare con lei.

Una pressione che coinvolge anche i parenti acquisiti come la cognata. "Anche lei è vulnerabile - dice Letizia all'Ansa. "Sta vivendo con sofferenza e sotto pressione il clima che ci ha travolti". Intendete querelarla? "Per carità, e perché dovremmo?" magari perché ha difeso Gino e confermato la sua versione dei fatti. "No, non è così - replica -. Si è limitata a dire che Gino è un bravo ragazzo, e ha reagito alla violenza della puntata di Ballarò".

Nella sua intervista la zia di Noemi spiega anche che ha sentito dell'amicizia con Berlusconi solo a Natale. "Perché conosce solo parzialmente i fatti", è la replica di Benedetto. E la presenza del premier alla festa di compleanno di Noemi annunciata da mesi e non quindi un'improvvisata? Letizia liquida la questione: "Prende giorni per mesi".

L'Ansa chiede: 'E' delusa Noemi?'. Il padre dice che "vuole alla zia un bene dell'anima. L'ha compresa. I nostri rapporti non cambieranno. Anche se tutto questo si poteva evitare". In che modo? "Se mi avessero fatto dire la mia a Ballarò, per esempio. Lei avrebbe sentito la nostra voce, la voce della famiglia, e si sarebbe rasserenata. Ma non è stato possibile, ci avevano invitato a intervenire telefonicamente e poi non ci hanno fatto parlare".

Anche lei pensa che l'ex fidanzato di sua figlia sia un bravo ragazzo? "Io di quella rapina ho appreso a mia volta dai media. Non ne sapevo nulla prima". Che ha pensato? "Mi sono rattristato moltissimo. Non è bello sapere così certe cose. Voglio dire che avremmo potuto parlarne, confrontarci anche con lui che è stato accolto come tutti gli amici di mia figlia, nella mia casa. Ma io credo che i giovani possano sempre recuperare. I ragazzi, quando sono immaturi, devono anche sbagliare proprio per maturare".

Quell'intervista, comunque, non è affatto piaciuta alla famiglia: "Siamo rimasti molto turbati dalle cose che ha detto. Non so perché le ha dette, non so quale sia il motivo. Noi non ce lo aspettavamo da lui. Mi ha deluso due volte. Non va però neppure ingigantito questo rapporto - precisa. "Gino e mia figlia si saranno frequentati per un annetto, complessivamente, e in un primo periodo solo da amici".

Espresso: "Quelle feste in Sardegna..".
Cinquanta ragazze tra i venti e i trent'anni portate con aerei privati a Villa La Certosa. Ed ancora gioielli in regalo, shopping pagato, il pranzo in pizzeria con Silvio Berlusconi e l'accompagnamento della chitarra di Mariano Apicella. Compresi i festeggiamenti per l'ultimo dell'anno, con canti, balli e bagni nella piscina riscaldata. E' la festa per l'ultimo dell'anno del 2007 nella villa in Sardegna di Berlusconi, raccontata dal settimanale L'Espresso, in edicola domani, in un articolo basato sui racconti raccolti "dietro garanzia dell'anonimato". La festa descritta dal settimanale precede di un anno quella cui ha partecipato Noemi Letizia. Secondo la ricostruzione, il gruppo delle ragazze era composto da "veline, attricette, ragazze immagine e hostess".

(la repubblica 28 maggio 2009)

giovedì 28 maggio 2009

EUROPEE:FAC SIMILE SCHEDA ELETTORALE






MI DISPIACE MA HO TROVATO SOLO SCHEDE DELL'IDV, NON ERA MIA INTENZIONE PUBBLICARE UN FAC SIMILE CONTRASSEGNATO DA UN PARTITO, MA DI VUOTE NON NE HO TROVATE.

Europee: Sondaggi 26 maggio o corse ippiche?

ANDREA MANCIA, SONDAGGI O CORSE CLANDESTINE?

AGGIORNAMENTO CORSE 4 GIUGNO 2009

28 mag. - Andrea Mancia dal suo sito notapolitica.it pubblica sondaggi clandestini sotto forma di risultati di corse ippiche:

Ecco i risultati di una corsa che si è svolta lunedì nel celebre Ippodromo di Frizzy, un tempo orgoglio dell'ippica milanese e recentemente trasferitosi a Roma. Alla corsa hanno assistito circa mille spettatori, selezionati con il classico metodo Cavalli Alieni Tentano Inutili rimonte.
I rilevamenti cronometrici ci sono arrivati sotto forma di "forchette" con un dato minimo e uno massimo di previsione.
Davanti a tutti, naturalmente, il favorito Varenne (39/41) che sembra ormai essersi stabilizzato intorno al 40, dopo per qualche settimana aveva addirittura dato l'impressione di poter andare oltre.
Piuttosto stabili anche i numeri di Fan Idole (25/27), in grave ritardo rispetto alle performance dell'ultimo Grand Prix d'Europa,ma meno in difficoltà che nel recentissimo passato.
Terza posizione per l'alleato nordico di Varenne, Groom de Bootz (9/10), che si mantiene sui tempi superiori al GP nazionale dello scorso anno, confermando un eccellente stato di forma.
Chi, invece, compie un vero exploit rispetto al 2008 è Galopin du Ravary (7/9), il cavallo più amato dai giudici (di gara), che ha ormai superato il quarto classificato dello scorso anno - Ipson de Mormal (5/6) - che pure si conferma sui suoi ritmi di gara abituali.
Le sorprese più ghiotte, dall'Ippodromo di Frizzy, arrivano dalle retrovie. Hirosaka (3.5/4,5) sembra davvero sulla soglia del tempo di qualificazione per il Gran Prix d'Europa.
Un risultato che sarebbe importantissimo (soprattutto economicamente) per le quattro scuderie che allevano il cavallo.
Vicine al traguardo della qualificazione, anche le due scuderie che sostengono General du Pommeau (3/4). Gebrazac, il cavallo del fantino pugliese (2/3), in qualche ippodromo aveva superato di slancio il rivale, ma a Frizzy è stato ricacciato in penultima posizione.
Dietro a lui, soltanto Grace Ducal (1/2), che sembra però in leggerissima ripresa rispetto alle ultime prestazioni.
Domani mattina (o stanotte, per i sonnambuli) pubblicheremo i risultati di un'altra gara che si è svolta, sempre lunedì, nel più celebre Ippodromo del Nord Est (non questo), noto per essere uno dei preferiti di Fan Idole. (notapolitica.it )

paturnio.blogspot.com 28 maggio 2009

mercoledì 27 maggio 2009

IL "MONDO DI NOEMI", PUNTATA 27 MAGGIO 2009: BERLUSCONI NON INTERVERRA' IN PARLAMENTO


Berlusconi cambia strategia: basta chiacchiere su Noemi, niente più intervento in Parlamento /

Caso Noemi, la falange rosa del governo:siamo con Silvio, ma lui si difende da solo

di Marco Conti


ROMA (27 maggio) - «Io sarei l’unità di crisi? Ma mi faccia il piacere... qui l’unica crisi che vedo è quella che non riesco a fare un giorno di vacanza». Niccolò Ghedini ieri pomeriggio è rientrato da Milano insieme a Silvio Berlusconi. Sull’aereo che portava a Roma, i due hanno fatto nuovamente il punto su quella che il principale avvocato del presidente del Consiglio definisce «un’ignobile campagna-stampa». A Montecitorio l’avvocato e onorevole Ghedini trascorre pochi minuti.

Il tempo di raccogliere alcune carte e tornare a palazzo Grazioli. «Sono convinto che tutto questo can-can finirà il 7 giugno - sostiene il superconsulente - ma si illudono se pensano di guadagnarci qualcosa». Poi l’annuncio di un vero e proprio cambio di strategia da parte del premier sull’intera vicenda: «Ritengo che a questo punto la strada migliore sia quella del silenzio».

Un cambio di passo deciso, che punta a levare benzina dalle mani di chi «non cerca chiarimenti, ma solo argomenti pretestuosi per nuove polemiche». L’avvocato rientra a palazzo Grazioli dove lo attende il premier leggermente sollevato dal dolore al collo che lo assedia da giorni e dai sondaggi che non fanno registrare scosse significative. Il cambio di linea è stato deciso da Berlusconi ieri mattina dopo il solito giro di telefonate con un ristretto giro collaboratori. Ribattere punto su punto alle accuse e a nuove testimonianza non paga e l’accoglienza riservata all’intervista del papà di Noemi pubblicata ieri l’altro dal ”Mattino”, è stata per Berlusconi la conferma che «non si cercano verità ma solo tesi».

Più o meno la tesi di coloro che sin dall’inizio sconsigliavano al premier il passaggio a ”Porta a Porta”. «E’ stato un errore. Questo non è un processo dove l’acquisizione delle prove è soggetta a termini precisi. Questo è un attacco politico dove ogni giorno si rimescolano le carte e spuntano nuove indiscrezioni e insinuazioni», spiegava ieri pomeriggio un deputato della Pdl.

Se ribattere colpo su colpo alle ricostruzioni di amici ed ex fidanzati non paga, meglio è, secondo il Cavaliere, schiacciare sempre più il Pd sulle posizioni più radicali e riprendere a girare l’Italia in vista delle elezioni Europee e delle amministrative. «Noi dobbiamo ancora cominciare la campagna elettorale - spiegava ieri l’azzurro Sestino Giacomoni - la sinistra è alla canna del gas. Hanno visto che Franceschini non funziona e hanno deciso di affidare ad altri la campagna elettorale».

Fatto sta che la voglia di ridimensionare il caso-Noemi comincia ad essere trasversale. Infatti se per Paolo Bonaiuti «il polverone al giorno» serve per nascondere l’incapacità del Pd, l’Udc di Casini e il Prc di Ferrero si ritrovano nel sostenere che «il ”caso-Noemi” nasconde la crisi economica e le mozioni di Pd e Idv rafforzano il governo». Più o meno lo stesso ragionamento della Radicale Bonino secondo la quale l’attuale can-can serve «alla partitocrazia per nascondere che si vota per l’Europa».

Berlusconi che, non vede l’ora di archiviare un argomento che lo irrita più per la serie di insinuazioni connesse che per le conseguenze elettorali, è pronto a fare la sua parte e ieri sera prometteva ai suoi di non parlare più dell’argomento. Altro che andare in Parlamento.
il messaggero 27 maggio 2009

Caso Noemi, la falange rosa del governo:siamo con Silvio, ma lui si difende da solo

Carfagna, Gelmini e Prestigiacomo con Berlusconi (foto Alessandra Tarantino - Ap)

di Mario Ajello
ROMA (27 maggio) - La ”falange rosa” che cosa fa: non si mobilita, non fa scudo al generale accerchiato dai cecchini del gossip, recalcitra a combattere la battaglia di Silvio e Noemi? «Tacciamo per proteggerlo», dice una ministra, che sente di poter parlare anche in nome delle quattro colleghe. Che leggono il comunicato di smentita di Palazzo Chigi - «Non è vero che Berlusconi, come insinua un giornale, ha detto: le ministre non mi difendono» - e si sentono con l’anima in pace. Poco loquaci, ma fieramente al fianco del premier.

«Berlusconi ha sempre detto, anche a noi in consiglio dei ministri, che si sarebbe occupato lui di respingere questo fango dal quale uscirà perchè contiene solo cose false», è l’opinione di Mara Carfagna. La quale l’altro giorno s’è espressa così: «Io mi occupo di fare bene il mio lavoro, mentre quelli che escono sui giornali sono solo cattiverie inutili e strumentali».

E la Gelmini? Ecco il ministro della pubblica istruzione, ieri: «Quante sciocchezze, quanti attacchi ingiustificati, quanti gossip di basso profilo» sulla questione Noemi. «Ma alla fine, la verità verrà a galla» e intanto, incalza la Gelmini, «è davvero paradossale l’accusa a Berlusconi di considerare poco e male le donne. Visto che è l’unico politico che promuove i giovani e le donne in un mondo gerontocratico e maschilista. Berlusconi crede davvero nelle donne».

E la Meloni («Non tiratemi dentro questa vicenda») e la Brambilla e la Prestigiacomo: se finora hanno evitato il tema Noemi, è perchè «sono questioni di Berlusconi e Berlusconi vuole difendersi personalmente». In più, assicurano: niente imbarazzo, si tratta soltanto di non voler contribuire al bla bla, al chiacchiericcio, alla «indegna campagna» che dalla vicenda del divorzio con Veronica fino alla costruzione della soap opera di «Casa Casoria» si sta abbattendo addosso al loro premier.

Nell’entourage della Meloni, si fa notare: «E poi, anche i ministri maschi su queste vicende giustamente non intervengono». In ogni caso, la ”falange rosa” sta mantenendo un affettuoso pudore («E le ringrazio tutte», avrebbe detto ieri Berlusconi) e non per una scelta di aventinismo in cui si nasconderebbe un giudizio morale anti-Silvio ma perché considerano il privato come un fatto privato. E tutto il resto è spazzatura. Politicamente di nessun rilievo. Osserva la Gelmini: «I consensi dei cittadini verso Berlusconi sono immutati. Anzi, c’è una grande solidarietà verso il presidente del consiglio, oggetto di una campagna diffamatoria che la sinistra sta portando avanti da quindici anni». E si spera che i prossimi quindici non siano nel segno di Noemi.
il messaggero 27 maggio 2009

Sposa scappa con un amico sull'auto nuziale dopo aver pronunciato il "sì"



Adesso il marito vuole richiedere tramite avvocato il risarcimento dei danni materiali e morali
TRIESTE

Dopo aver pronunciato il fatidico sì al municipio di Trieste, Sara, la sposa, presa da un repentino ripensamento è scappata in Grecia con un amico comune, che guidava per l’occasione la Bmw nuziale. La surreale vicenda è accaduta il 16 maggio scorso ed è raccontata oggi sulle pagine de "Il Piccolo" di Trieste. Andrea, impiegato bancario triestino di 34 anni, e la quasi coetanea Sara, che lavora per una finanziaria di Monfalcone, si erano conosciuti circa 10 mesi fa e già convivevano nell’abitazione di lui. Poi, la decisione di convolare a nozze.

Dopo essere stata sposata dal consigliere comunale Salvatore Porro, la coppia si è recata nel parco del Castello di Miramare per il rituale servizio fotografico. Poi, Sara ha manifestato l’intenzione di cambiarsi d’abito. Con la scusa del vestito nuziale troppo voluminoso per il ricevimento, si è allontanata, naturalmente a bordo della Bmw addobbata per lo sposalizio guidata dall’amico, che da alcuni mesi giocava anche a calcio con Andrea. Lo sposo è andato con una trentina di invitati al ristorante. E via con un brindisi, e poi un altro e un altro ancora. Quando i cin cin sono diventati troppi e la sposa non si vedeva all’orizzonte, Andrea l’ha cercata al cellulare. Inutilmente.

Allora il "marito per un giorno" ha telefonato all’amico, anche lui irragiungibile. Dopo un’ora e mezza di insistenti chiamate, finalmente Sara ha risposto e vuotato il sacco, raggelando Andrea, riporta il quotidiano con queste parole: «Ho capito solo ora di aver fatto un errore. Mi dispiace, il mio cuore mi porta da un’altra parte».

27/5/2009 (9:41) La Stampa

«Oil», il film-inchiesta sulla Saras riferiva dei rischi ma l'azienda ne ha chiesto il sequestro

L'AZIENDA HA SEMPRE SMENTITO L'ESISTENZA DI PERICOLI

«Oil», il film-inchiesta sulla raffineria

Un documentario uscito in gennaio riferiva di rischi per salute e sicurezza. La Saras ne ha chiesto il sequestro

MILANO - La Saras di Sarroch, la raffineria dove martedì sono morti tre operai impegnati nella pulizia di una cisterna nell'impianto di desolforazione, è finita appena sei giorni fa sotto la lente della procura di Cagliari. A suscitare l'attenzione dei pm, si legge su La Nuova Sardegna, un documentario che racconta le attività della raffineria e le presunte conseguenze sulla salute degli operai e degli abitanti di Sarroch. Il film-inchiesta, già nel gennaio 2009, denunciava i rischi per la sicurezza degli operai all'interno dello stabilimento e quelli legati all'inquinamento. Nel film di 70 minuti prodotto e diretto dal regista Massimiliano Mazzotta, un ricercatore fiorentino, Annibale Biggeri, sia pure con estrema prudenza, mette in relazione la percentuale dei decessi dovuti a malattie tumorali nella zona industriale attorno alla raffineria con l'attività degli stabilimenti. La Saras, che ha sempre assicurato di rispettare al massimo le norme di sicurezza nello stabilimento, ha presentato ricorso per chiedere il sequestro del film al fine di verificare se danneggiasse l'immagine della raffineria. A fine mese è fissata l'udienza in tribunale a Cagliari, davanti al giudice civile, sul ricorso per il sequestro.

IL FASCICOLO - Il procuratore capo di Cagliari, Mauro Mura, non ha confermato l'apertura di un'inchiesta giudiziaria, scrive La Nuova Sardegna, che però dà per certa l'apertura di un fascicolo. Confermata tra l'altro dallo stesso Mazzotta a Corriere.it (il video). Mura, aggiunge il giornale sardo, avrebbe visto il lungometraggio di Mazzotta in una delle proiezioni pubbliche e avrebbe subito incaricato due sostituti: «Dovranno - si legge - valutare se gli elementi di informazione contenuti nel film siano fondati e se possano emergere ipotesi di reato».

«NESSUN PERICOLO» - C'è da dire, come sottolinea il giornale sardo, che i vertici della Saras «hanno sempre smentito con decisione l’esistenza di pericoli per la salute legati all’attività produttiva dell’impianto di raffinazione. Nel corso degli anni - si legge su La Nuova Sardegna - altre rilevazioni epidemiologiche condotte dall’università di Cagliari e da autorevoli centri di ricerca hanno dato ragione all’azienda dei fratelli Moratti, i cui investimenti sulla sicurezza e sulla prevenzione sono stati sempre molto alti».

SEQUESTRO - A fine maggio intanto è prevista l’udienza davanti al giudice civile Vincenzo Amato sul ricorso per sequestro giudiziario del film-documento presentato dai legali della Saras. Gli avvocati della raffineria hanno precisato davanti al magistrato che la richiesta al tribunale civile riguarda il sequestro probatorio del dvd. In sostanza i vertici della Saras vorrebbero esaminare il contenuto del documentario per stabilire se danneggia l’immagine dell’azienda.


26 maggio 2009





























martedì 26 maggio 2009

NOEMI / BERLUSCONI: LA FOTO PIU' BELLA

PlayBoy è in svendita: il porno online ha vinto



Pubblicato il: 26.05.2009 di: Luigi Mango

Hugh Hefner, il fondatore e arzillo proprietario della rivista PlayBoy che ha segnato più di una generazione, rivoluzionando quelli che erano i tabù in fatto di sesso sino a pochi anni fa, ha messo in vendita la sua creatura....troppo forte la pornografia free di internet.

PlayBoy è in svendita: il porno online ha vinto

E’ evidentemente finita un’epoca, la rivista più erotica degli ultimi decenni nacque infatti nel 1953, da allora è sempre stata ricca di conigliette e di nudi integrali di bellissimi donne. Nonostante questo, deve cedere il passo alla concorrenza spietata di internet e dei tanti siti pornografici gratuiti.

A partire dal 2002, la rivista ha continuato a perdere colpi, si stimano circa 600.000 lettori in meno, pur rimanendo la rivista per adulti più acquistata, ma tanto è bastato per decretarne la fine. Christie Hefner, figlia di Hugh, che di fatto è a capo dell’azienda, ha deciso di mettere in vendita l’impero per circa 300 milioni di dollari. Pur non volendo chiudere i battenti, si spera di trovare degli acquirenti che possano sfruttare in modo più proficuo il celebre logo della coniglietta, noto in tutto il mondo.

Tra i possibili interessati all’acquisizione vi sono alcuni gruppi di investimento e Sir Richard Branson, che però giudicano eccessiva la cifra richiesta, visto anche l’attuale periodo di crisi globale.


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EUROPEE, SONDAGGI 21 MAGGIO 2009

SONDAGGI AL 21 MAGGIO, LA MEDIA FRA I DIVERSI ISTITUTI DI RICERCHE


PD 26,3

PDL 39,5

IDV 7,5

UDC 5,8

LEGA 9,7

SINISTRA E LIBERTà 2,8

RC 3,1

AUTONOMIA 3,0

FONTE TERMOMETRO POLITICO

IL "MONDO DI NOEMI", PUNTATA 26 MAGGIO 2009: PAPA' LETIZIA, NOEMI E' ILLIBATA



di seguito i principali articoli di oggi sulla telenovela che tiene il mondo con il fiato sospeso. Oggi dichiarazioni di Veronica e Berlusconi e lo sfogo di papà Letizia: "Basta fango, Noemi è illibata"

Veronica: "Il problema non è quella ragazza"

E il Cavaliere accusa le ministre: "Non mi difendono". Giovedì incontrerà Gianfranco Fini
di CLAUDIO TITO

Da sinistra, Luisa Ippolita Ghedini e Vittoria Nicoletta Ghedini: sono avvocatesse, sorelle del legale del premier. E assisteranno il Cavaliere nella causa di separazione

ROMA - "Niente e nessuno mi farà tornare indietro". L'ultima puntata della saga "Noemi-Silvio" ha di nuovo lasciato il segno in casa Berlusconi. Sia sul versante del premier, sia su quello di Veronica. Così, mentre il Cavaliere è furibondo e se la prende pure con le donne del Pdl che "non mi difendono", la signora Lario è rimasta esterrefatta dopo aver letto l'intervista all'ex fidanzato di Noemi. Da circa un mese non parla con il marito. I rapporti si sono azzerati. E, ancora ieri, ha confermato i suoi propositi: "Niente e nessuno mi farà tornare indietro".

Per stemperare il nervosismo, ha visitato la mostra di Monet in corso a Palazzo Reale a Milano. Il pressing degli "amici", la tensione in famiglia e i "suggerimenti disinteressati" sono le tappe di tutte le giornate da un mese a questa parte. "Non accetto i consigli di Emilio Fede", si è sfogata con un'amica. Il divorzio insomma resta il suo obiettivo. E non la famiglia Letizia. Che tiene lontana dalla crisi matrimoniale. "Non ho mai voluto accusare Noemi e la sua famiglia - si è lasciata andare con l'amica che la accompagnava -. Questo non è il "caso Noemi"". Un modo, forse, per ribadire che la questione riguarda solo il presidente del consiglio. Tanto da citare anche le osservazioni di Dario Fo: "Questi sono i comportamenti di un uomo pubblico che è a capo del governo".

Tra Macherio e Arcore, dunque, il filo della comunicazione sembra inesorabilmente interrotto. Ieri Berlusconi è rimasto chiuso a Villa San Martino. È infuriato. La "querelle Casoria" lo sta davvero disturbando. Con Gianni Letta e Nicolò Ghedini sta studiando le contromosse. "Dobbiamo ribaltare la situazione", è il suo refrain. Si sente "sotto assedio". Un "accerchiamento" di cui scarica la responsabilità anche sugli alleati. A cominciare dalle donne del Pdl.

Le "ministre", in particolare. Che dal 28 aprile, da quando cioè Veronica ha rilasciato la dichiarazione all'Ansa sul "ciarpame politico", non hanno speso una parola in sua difesa. Il suo dito indice è puntato contro Stefania Prestigiacomo che il 4 maggio scorso si è limitata solo a sottolineare che "lui ha bisogno della famiglia. Spero che non si separino, per Berlusconi la famiglia è un grande rifugio". Ce l'ha con Mara Carfagna che ha evitato con cura qualsiasi presa di posizione. Ma pure con Michela Vittoria Brambilla, promossa di recente ministro, e con Giorgia Meloni. Quest'ultima, consultata sull'argomento, ha sempre cercato di dribblare: "non tiratemi in questa vicenda".

Le uniche voci in difesa del premier sono state quelle di Daniela Santanché ("Veronica ha fatto un danno agli italiani") e di due parlamentari "semplici": Beatrice Lorenzin ("il Pd ha inaugurato la quarta via: il gossip casereccio") e Barbara Saltarmartini ("la sinistra utilizza le donne, infangandole e attaccandole, per colpire il presidente Berlusconi").

Il premier dunque si sente "isolato", "lasciato solo" da molti dei partner di maggioranza. Sta studiando una via d'uscita. Prima delle elezioni proverà a sminare il terreno. Con una controffensiva mediatica. Le parole di Elio Letizia sono state solo la prima mossa. Non è escluso che nei prossimi giorni possa intervenire anche l'amica di Noemi, Roberta. Così come a Via del Plebiscito è stata presa in considerazione la possibilità di un "messaggio" tv alla nazione e di una lettera "elettorale" agli italiani. Sta di fatto che i collaboratori più stretti del Cavaliere stanno vagliando le diverse opzioni. E si rincorrono anche tante voci incontrollate sulle origini del legame tra Berlusconi e la famiglia Letizia. Alcuni dei fedelissimi del presidente del consiglio, ad esempio, addirittura accennano ad una antica amicizia tra il Cavaliere e la nonna di Noemi. Nata quando il futuro premier ancora intratteneva gli ospiti sulle navi da crociera.

In vista del voto del 7 giugno, intanto, l'inquilino di Palazzo Chigi cerca di stringere i bulloni della coalizione. Giovedì prossimo, ad esempio, incontrerà a pranzo Gianfranco Fini. Per rasserenare il clima, Gianni Letta ieri ha parlato a lungo con il presidente della Camera e con il capo dello Stato. Ma a Palazzo Chigi l'allarme è ancora rosso.

(lA rEPUBBLICA 26 maggio 2009)

Lo sfogo del padre sotto assedio: "Basta fango, Noemi è illibata"
di Francesco Cramer

Roma - Dopo l’ennesimo schizzo di fango a mezzo stampa sulla figlia Noemi e la sua famiglia, Benedetto Letizia decide di togliere un po’ di melma dalla vicenda raccontando la sua verità. Lo fa a fatica perché rievocando il passato spesso si devono aprire anche cassetti gonfi di dolore che si vorrebbero lasciare chiusi, blindati. Ma la misura è colma e il suo privato in fondo è già pubblico: setacciato, vivisezionato, sparacchiato su tv e giornali a colpi di fionda. Si sa mai che qualche dardo vada a segno e faccia male al premier. E così, l’umile babbo partenopeo, suo malgrado decide di dire quello che non avrebbe voluto dire. Forse per pudore, forse per non ricordare e rivangare quello che fa più male: un figlio schiantato in auto sulla Salaria, a Roma, una notte di otto anni fa.

Benedetto Letizia, dopo lo scoop stile Novella 2000 di Repubblica in cui l’ex fidanzato della figlia, Gino Flaminio, racconta che nel legame tra Berlusconi e Noemi i genitori della ragazza non c’entrano nulla, decide di parlare. E lo fa in una lunga intervista al quotidiano il Mattino perché «devo difendere la mia famiglia e fermare questo fiume di falsità che da un mese ha travolto l’esistenza di una ragazza che ha appena compiuto 18 anni». L’amaro sfogo è messo nero su bianco: «Siamo braccati, ora basta. Abbiamo querelato e quereleremo tutti i giornali che raccontano bugie sul nostro conto». Ma prima di svelare come il presidente del Consiglio Berlusconi sia entrato nella sua vita, il padre di Noemi vuole scacciare due oscene «illazioni» che da settimane insudiciano il nome della sua famiglia.

La prima: «Dico chiaro e tondo che mia figlia è illibata. Ricordatevi questa parola: illibata. E ne sono orgoglioso - dice con fierezza -. Siamo orgogliosi di lei e di come si comporta. Nessuno lo può smentire, da Veronica Lario in giù. Per il resto - conclude - credo che ognuno debba guardare dentro casa sua e non in quella degli altri». La seconda: «Voi dei giornali ne avete dette di tutti i colori e sa che rispondo? Se vogliono si può fare sempre la prova del Dna».
Poi, il racconto di come è nata l’amicizia con il Cavaliere. Il primo incontro è una semplice stretta di mano, 1990. Berlusconi non è ancora in politica, è un imprenditore di successo ma soprattutto è presidente del Milan. Il secondo incontro nel maggio 2001, a Napoli.

In piazza del Plebiscito ci sono Berlusconi e Fini per un comizio a sostegno di Antonio Martusciello, candidato sindaco contro Rosa Russo Iervolino. «Dopo il comizio - racconta Letizia - lo seguii con alcuni amici all’hotel Vesuvio dove si fermò a cena. Sapevo che gli piacevano libri e cartoline antiche. La mia era ancora in parte una famiglia di librai. Mi avvicinai e chiesi se potevo portagli in dono delle cartoline antiche. Mi disse di prendere contatti con la segreteria attraverso la guardia del corpo e così feci». È il primo contatto tra i due. Poi, il secondo. Quello più intimo ma soprattutto più penoso e doloroso. «A luglio di quell’anno la mia famiglia è colpita da una tragedia infinita, la cosa più terribile che possa capitare a un padre».

Yuri Letizia, 19 anni, allora soldato di leva, la notte del 28 luglio 2001 si schianta con la sua Fiat Punto sulla Salaria assieme a un commilitone. «Un dolore indescrivibile, uno choc. Feci arrivare la notizia al presidente e due giorni dopo mi viene recapitata una lettera scritta a mano da Berlusconi in persona, una lettera accorata, toccante. Lo sentii sincero, vicino, partecipe. Poi seguì una telefonata: fui colpito dalla sua straordinaria sensibilità». Spiegata pure la genesi del «papi». Noemi ha dieci anni. Verso Natale tutta la famiglia Letizia è a Roma. Incontrano Berlusconi e rievocano la tragedia di Yuri: «Per sdrammatizzare (Berlusconi ndr) disse a Noemi: “Considerami come il tuo nonnino”. Intervenni io dicendo “Nonno mi sembra ingeneroso, meglio che lo chiami papi”».
E la cena a Villa Madama? Alcun mistero neppure lì: «Noemi aveva espresso il desiderio di vedere una sfilata di moda dal vivo e avevo chiesto al presidente se poteva accontentarla. Fummo invitati a Roma. Noemi andò a Villa Madama pensando di trovare una sfilata e invece era una cena». Ultimo «scandalo»: la festa del Milan dove Noemi appare assieme alla madre accanto a Confalonieri: «Noemi era stata convocata per il provino a Rete4 con Emilio Fede per diventare “meteorina”. Dopo il provino furono invitate alla festa e ci andarono. Qual è lo scandalo? Ah, per la cronaca: Noemi fu bocciata al provino».
Il Giornale 26 maggio 2009


LA STORIA. La "verità" del padre di Noemi e le falsità del Cavaliere
Il ricordo di Elio Letizia non coincide con quello di Berlusconi
La prima ammissione in un rosario di bugie
"L'ho vista sempre in compagnia dei genitori". Ma poi è il premier stesso a dire...


di GIUSEPPE D'AVANZO

La prima ammissione in un rosario di bugie

Berlusconi alla Cnn
Si può immaginare che a Palazzo Grazioli ci sia come "un'unità di crisi", per lo meno dal 3 maggio quando Veronica Lario ha lanciato il suo j'accuse politico contro il marito premier. Si può immaginare uno staff (ne ha preso le redini l'avvocato Niccolò Ghedini?) che mette insieme i cocci delle troppe contraddizioni; tiene i contatti con i protagonisti e sotto controllo coloro che potrebbero diventarlo; influenza il lavoro delle redazioni e la comunicazione politica; coordina le dichiarazioni pubbliche e le interviste dei co-protagonisti; distribuisce servizi fotografici, utili a fabbricare una realtà artefatta: lo si è visto con le performance di Chi (Mondadori).

Se questa "unità di crisi" è davvero al lavoro a Palazzo Grazioli, va detto che il suo impegno è mediocre e dannoso per Berlusconi che dovrebbe avvantaggiarsene per uscire dal cul de sac in cui lo hanno cacciato, dopo dodici giorni, le troppe parole bugiarde scandite nei primi giorni dell'affaire e l'imbarazzato silenzio opposto alle dieci domande che Repubblica ha ritenuto di dovergli rivolgere.

Lunedì 25 maggio, ieri, avrebbe dovuto essere il giorno della riscossa. Domenica, i ricordi di Gino Flaminio, l'operaio di 22 anni legato sentimentalmente a Noemi Letizia dal 28 agosto 2007 al 10 gennaio 2009, aveva mandato per aria il tableau manipolato senza sapienza (Repubblica, 24 maggio). Non era vero che la famiglia Letizia né tanto meno il padre di Noemi, Elio, avevano una lunga amicizia con Berlusconi, sostiene Gino. Il premier telefonò alla minorenne Noemi per la prima volta soltanto nell'ottobre del 2008, soltanto sette mesi fa. Le telefonò direttamente. Nessuna segreteria. Nessun centralino. Le disse parole di ammirazione per la sua "purezza" in un pomeriggio, per la ragazza, di studio. Dopo quel primo contatto ne seguirono altri, e poi - come ha ammesso la giovane Noemi - incontri a Roma, a Milano e la vacanza di dieci giorni a Villa Certosa in Sardegna (26/27 dicembre - 4/5 gennaio) a ridosso del Capodanno 2008, rivelata da Gino.

Questa verità andava prontamente contrastata. L'"unità di crisi" decide che ad opporvisi subito debba essere il padre della ragazza. Berlusconi approva l'iniziativa e l'anticipa alla stampa. "Vedrete che il padre della ragazza chiarirà ogni cosa in un'intervista, dirà lui della genesi dei nostri rapporti" (Corriere, 25 maggio).

Così è stato. Il signor Elio Letizia, dopo categorici rifiuti ["Non ho alcuna intenzione (di spiegare come ho conosciuto Berlusconi)", Oggi, 13 maggio] decide di offrire al Mattino la ricostruzione dell'incontro con il premier, il come e il quando, il ricordo del primo incontro tra il presidente del consiglio e la giovane figlia. Contemporaneamente, anche il premier rievoca con il Corriere quel primo incontro con Noemi. Ne vengono fuori due racconti divergenti, l'ennesima verità che cancella le precedenti versioni pubbliche, altre gravi incoerenze.

Forse si ricorderà che Berlusconi ha detto di aver conosciuto Elio Letizia perché questi era "l'autista di Craxi" (Ansa, 29 aprile). La familiarità politica era stata, in quei giorni, invocata anche da Anna Palumbo, madre di Noemi: "Berlusconi ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista" (Repubblica, 28 aprile).

Ancora Berlusconi, nella puntata di Porta a porta del 5 maggio (titolo, "Ora parlo io") aveva ripetuto che quell'amicizia antica aveva il colore della passione politica. Il premier ha rivelato di essere volato a Napoli per discutere con Elio Letizia di candidature alle Europee. Dunque, in questa prima versione "congiunta", i riferimenti sono Craxi (fugge ad Hammamet il 5 maggio del 1994) e il partito socialista (si scioglie il 13 novembre del 1994). Se ne deve dedurre che l'amicizia di Berlusconi con Elio Letizia, nata "ai tempi del partito socialista", risale a un periodo precedente al 1994, ad oltre quindici anni fa.

Nell'intervista al Mattino, Elio Letizia liquida per intero la quinta politica dell'amicizia. Non azzarda a dire che è stato un militante socialista né conferma di aver discusso con il presidente del consiglio chi dovesse essere spedito al parlamento di Strasburgo. La prima, insignificante stretta di mano, "nulla di più", avviene nel 1990 (Berlusconi si occupa di tv e calcio), dice Letizia, mentre la "vera conoscenza ci fu nel 2001" quando Craxi non c'è più e il suo partito è liquefatto, dunque sette anni dopo "i tempi del partito socialista". Elio sa - racconta - che a Berlusconi piacciono "libri e cartoline antiche" e nelle sale dell'hotel Vesuvio (maggio 2001) gli propone di regalargliene qualche esemplare. L'idea piace a Berlusconi e Letizia lo raggiunge, poco dopo, a Roma per mostrargli le più belle "cartoline di Secondigliano", dove Elio è nato e vive. Nasce così un legame che diventa un'affettuosa e partecipata amicizia quando Anna e Elio Letizia sono colpiti dalla crudele sventura di perdere il figlio Yuri in un incidente stradale. Berlusconi si fa vivo con una "lettera accorata e toccante". Letizia decide di presentare la sua famiglia al presidente del consiglio nel "dicembre del 2001": "A metà dicembre io e mia moglie andammo a Roma per acquisti e, passando per il centro storico, pensai che fosse la volta buona per presentare a Berlusconi mia moglie e mia figlia"
(il Mattino, 25 maggio).

Questa è la versione dalla viva voce di Elio Letizia, dunque: il capo del governo "per la prima volta vide Anna e Noemi" nel dicembre del 2001 non in pubblico ma nella residenza privata del premier, a palazzo Grazioli, o a Palazzo Chigi. Noemi ha soltanto dieci anni.

Il ricordo di Elio Letizia non coincide con quello di Silvio Berlusconi.

La memoria del capo del governo disegna un'altra scena decisamente differente da quella che ha in mente Elio Letizia. Quando Berlusconi ha incontrato per la prima volta Noemi? "La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata", risponde il premier (Corriere, 25 maggio). Quindi, in un luogo pubblico e non nei suoi appartamenti pubblici o privati. Non nel 2001, come dice Elio, ma più avanti nel tempo perché Noemi avrebbe avuto l'età adatta per "sfilare" (quattordici, quindici, sedici anni, 2005, 2006, 2007).

Non è il solo pasticcio che combina l'"unità di crisi" immaginata.

Le incoerenze che si ricavano dalla lettura dei due racconti consegnati alla stampa per "il lunedì della verità" sono almeno altre due.

Berlusconi sostiene di conoscere "la famiglia di quella ragazza da più di 10 anni", quindi da molto più tempo di quel che ricorda Elio che ammette di aver conosciuto personalmente il presidente del consiglio nel maggio 2001 e gli presenta la sua famiglia (la moglie Anna e la figlia Noemi) in dicembre. Otto anni fa e "non più di dieci".

Contraddittorie anche le ricostruzioni della serata del 19 novembre 2008 quando il premier invita Noemi a Roma in occasione della cena offerta dal governo alle griffe del made in Italy, raccolte nella Fondazione Altagamma. La ragazza siede al "tavolo numero 1" accanto al presidente e a Leonardo Ferragamo, Santo Versace, Paolo Zegna.

Dice il capo del governo: "Ho visto Noemi non più di quattro volte, l'ho già detto, e tre volte in pubblico. A Roma, accompagnata dalla madre. A Villa Madama". Nella rievocazione di Berlusconi, Elio non c'è, non è presente. Noemi è accompagnata dalla madre Anna.
Nei ricordi di Elio, Anna non c'è e le cose andarono così: "[Noemi] più volte aveva espresso il desiderio di vedere una sfilata di moda dal vivo e avevo chiesto al presidente di accontentarla. Fummo invitati a Roma. Noemi andò subito a Villa Madama. Io rimasi a palazzo Grazioli con Alfredo, il maggiordomo, con il quale vedemmo la partita dell'Italia, un'amichevole con la Grecia". (il Mattino, 25 maggio).

Nel racconto di Elio, non c'è alcun accenno ad Anna, la moglie non è presente a Roma quel giorno, il 19 novembre, né durante il viaggio in treno né a Villa Madama né a palazzo Grazioli dinanzi alla tv con Alfredo, il maggiordomo.

Se le incoerenze di questo affaire invece di sciogliersi s'ingarbugliano ulteriormente con l'ultima puntata, si deve registrare la prima ammissione di Silvio Berlusconi dopo dodici giorni. Nel corso del tempo, il capo del governo ha sempre detto di aver visto Noemi "non più di quattro volte e sempre accompagnata dai genitori". Oggi concede, dopo le rivelazioni di Gino Flaminio, l'ex-fidanzato di Noemi, di aver ospitato la ragazza a Villa Certosa per il Capodanno 2008 senza i genitori: "E' vero, è stata ospite a casa mia a Capodanno insieme a tanti altri ospiti, non capisco perché debba costituire uno scandalo".

Vale la pena ragionare ora sulla parola "scandalo" scelta da Berlusconi. Scandalo non è una festa di Capodanno, naturalmente. Scandalose sono le troppe scene contraddittorie, alcune inventate di sana pianta ("Elio era l'autista di Craxi"; "Ho discusso con Elio di candidature"; "Ho sempre visto Noemi accompagnata dai genitori"), che il premier ha proposto all'opinione pubblica per giustificare il suo legame con una minorenne e smentire le accuse di Veronica Lario. Ma c'è in queste ore un altro scandalo e prende forma giorno dopo giorno quando un "caso politico" che interpella il presidente del consiglio - quindi, un "caso Berlusconi" - si trasforma in un "caso Noemi" che piomba come un macigno sulle spalle di una famiglia senza potere, nascosta in un angolo di Portici, alle porte di Napoli. Una famiglia oggi smarrita dal clamore che l'assedia, disorientata nell'affrontare una tensione che non è pronta a fronteggiare, priva di punti di riferimento nell'impresa di proteggere se stessa e il futuro di una figlia. C'è uno squilibrio evidente che non rende onore al più potente che chiede al più debole di difenderlo. Uno squilibrio che diventa impudente quando gli avvocati del premier minacciano di "azioni civili" e quindi economiche Gino Flaminio, un operaio che guadagna mille euro al mese, "colpevole" di aver raccontato una "verità" che centinaia di persone hanno avuto per sedici mesi sotto gli occhi.

Appare cinico il calcolo di Berlusconi e la pretesa dei consiglieri dell'"unità di crisi": deve essere la famiglia Letizia a spiegare, a raccontare, a dimostrare. Quest'urgenza, che con ogni evidenza è di Berlusconi non dei Letizia, spinge alla luce del sole una famiglia sempre riservata e gelosa della sua privacy. La obbliga ad affrontare la visibilità delle copertine dei settimanali e la curiosità dei media.

I Letizia non devono spiegare niente a nessuno, in realtà. Non sono né Noemi né Anna né Elio i protagonisti di questo affaire. Il "caso politico" ha un unico mattatore, Silvio Berlusconi, "incaricato di un pubblico servizio". E' questa responsabilità che rende necessario che il presidente del consiglio risponda alle domande che Repubblica gli ha posto. Quelle domande non nascono da un ghiribizzo, ma dalle incoerenze di una versione che non ha retto, finora, alle verifiche ed è apparsa presto soltanto un rosario di menzogne.

Sono le tre accuse di Veronica Lario ("frequenta minorenni", "non sta bene", fa eleggere "vergini che si offrono al drago") e le repliche bugiarde del capo del governo all'origine di questo "caso" politico. Non una ragazza e una famiglia di Portici.

(lA rEPUBBLICA 26 maggio 2009)

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