martedì 9 marzo 2010

SALVALISTE:LAZIO E TOSCANA RICORRONO ALLA CONSULTA

Martini impugna il decreto salvaliste
Martini vuole il giudizio della Consulta sul decreto. La destra: "Propaganda"
di Simona Poli
Dopo il Lazio anche la Toscana ricorre alla Corte costituzionale per impugnare il decreto "salvaliste". Lo annuncia il presidente Claudio Martini, che ricorda come «la legge elettorale regionale sia materia di competenza della Regione e non dello Stato e quel decreto non vale solo per Lazio o Lombardia ma per tutte le regioni italiane. Quindi va contestato». Il decreto, dice ancora Martini, «rappresenta una vergogna e un vulnus di cui è interamente responsabile il governo nazionale. Napolitano non c´entra», dice Martini, «il presidente della Repubblica non esprime giudizi di merito ma esamina solo la compatibilità costituzionale di un provvedimento».

Cita degli esempi il presidente toscano: «Perché a Bologna si è stabilito che non potessero essere anticipate le elezioni comunali? E perché nessuno ha fatto niente quando l´anno scorso in Trentino è stata esclusa la lista dell´Udc? La verità è che le regole non valgono solo quando fa comodo non farle valere. E per di più senza nessuna assunzione di responsabilità da parte di chi ha commesso errori chiari che è solo competenza dei tribunali valutare e giudicare». L´iniziativa di Martini viene subito bollata con l´etichetta di «deriva propagandistica grave e inquietante» dal capogruppo del Pdl in consiglio regionale Alberto Magnolfi. «La giunta toscana», dice, «si pone al rimorchio delle posizioni più oltranziste espresse da Di Pietro con accenti eversivi».

Invece il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli teme che il caos scoppiato in questi giorni sulla questione delle liste rischi di oscurare i programmi e gli obiettivi della campagna elettorale del centrosinistra. «Il nostro dovere è quello di riportare la discussione sui temi reali della società, che sono il lavoro, l´economia, la sanità, il welfare, la scuola. La vera manifestazione pro o contro il decreto del governo Berlusconi sarà il voto del 28 e 29 marzo». In vista di quella scadenza il candidato alla presidenza della Toscana Enrico Rossi ha fatto stampare un volantino che sarà distribuito da oggi in cui si parla di "Resistenza civile per la democrazia" e si citano i primi dodici articoli della Costituzione.

«Voglio vivere e fare politica al fianco della Costituzione repubblicana», spiega. «Negli ultimi giorni della campagna elettorale ogni mio evento pubblico sarà aperto dalla lettura di alcuni articoli e principi fondamentali e per il 25 marzo spero che alla manifestazione di chiusura possa partecipare un padre costituente».

Ma anche in Toscana è stato avanzato un ricorso al Tar sulle regionali, quello dei Radicali che contestano il fatto che sulla scheda elettorale non sarà stampato il nome del loro candidato presidente Alfonso De Virgiliis in quelle province (Prato, Lucca, Livorno e Grosseto) in cui non si presenta la lista Bonino Pannella. «La legge elettorale toscana consente il voto disgiunto ma di fatto impedisce agli elettori di scegliere il proprio presidente, nonostante dica di basarsi sul principio del suffragio diretto. Effetto paradossale di un´illegittima e burocratica interpretazione della legge».
(la repubblica 09 marzo 2010)

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