Visualizzazione post con etichetta Bertolaso. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bertolaso. Mostra tutti i post

lunedì 21 settembre 2009

Tarantini, ex modella rivela:"Bertolaso con Gianpi a Palazzo Grazioli"

Finora l'impresario aveva cercato di non tirare in ballo gli altri uomini presenti ai party
Il racconto di Stella Novarino: "Ad una cena partecipò anche Del Noce"

Un'ex modella rivela alla Finanza

di CARLO BONINI


Un'ex modella rivela alla Finanza  "Bertolaso con Gianpi a Palazzo Grazioli"
BARI - Della cocaina ha raccontato quello che voleva. Ma più di un indizio, ormai, suggerisce che Gianpaolo Tarantini lo stesso ha fatto con le escort. Ha lavorato alla "riduzione del danno" scommettendo sul silenzio interessato di tutti. E nei suoi ricordi "selettivi", ha aggiustato la scena di Palazzo Grazioli (18 incontri, 30 ragazze) ripulendola da qualche ingombrante testimone, popolandola di due sole presenze maschili. Il Presidente, quale "ignaro utilizzatore finale", e l'innocuo chansonnier di corte, Apicella. Fino a quando - è storia di questi giorni - il gioco ha cominciato a rompersi. E, tanto per cominciare, con le deposizioni delle ragazze sin qui non ancora ascoltate, qualcuno di quegli ospiti "dimenticati", suo malgrado, ha iniziato a fare capolino, tradendone l'imbarazzo. Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. Fabrizio Del Noce, già direttore di Rai1, oggi di Rai fiction.

Già era accaduto che nei ricordi della serata trascorsa nell'autunno 2008 da Terry De Nicolò a Palazzo Grazioli ("Ebbi a retribuirla anticipatamente nella previsione di una sua prestazione sessuale", mette a verbale Tarantini), affiorassero genericamente "un uomo delle istituzioni e un noto imprenditore". Venerdì scorso, a Roma, i militari che interrogano Stella Novarino, nome d'arte Stella Jean, hanno maggiore fortuna. La donna, una ex modella oggi stilista, non ha nulla da nascondere. Non è una escort, non è amica di "Gianpi", non è sul suo libro paga di ruffiano. Finisce per caso a Palazzo Grazioli la sera del 2 dicembre 2008, intruppata con Luciana Francioli, Manuela Arcuri, Francesca Lana e, naturalmente, Tarantini. Di quella "cena formale" - come spiegherà al quotidiano di famiglia "il Giornale" - ha ricordi nitidi. La visione collettiva su maxi-schermo dei successi del Presidente. Le canzoni. Le farfalle, naturalmente. Ma ricorda anche i nomi dei due ospiti che con il Presidente e le ragazze siedono al tavolo. Guido Bertolaso, appunto, e Fabrizio Del Noce.

Il dettaglio non è irrilevante. Non più tardi del 9 settembre, il capo della Protezione Civile era tornato a dire di aver incontrato Tarantini in "due sole occasioni", durante le quali gli erano state "descritte le attività delle aziende legate al gruppo Intini" (imprenditore barese di cui Tarantini era consulente ndr.). "Né - aveva aggiunto - un funzionario dello Stato piò sottrarsi ad essere interlocutore di chi vuole sviluppare il made in Italy". La cena del 2 dicembre 2008 è stata una di quelle occasioni? A palazzo Grazioli si è discusso di sviluppo del made in Italy con Luciana Francioli, Manuela Arcuri, Francesca Lana e Stella Novarino? Rintracciato da "Repubblica", un portavoce dello staff del capo della Protezione Civile, taglia corto. "Il dottor Bertolaso non ha alcun ricordo di quella serata. E comunque, non deve sorprendere che frequenti palazzo Grazioli di sera, perché muovendosi tra un emergenza e l'altra, è quello l'unico momento in cui poter parlare con il Presidente". Detta altrimenti, Bertolaso ha cancellato il volto di Tarantini, come quello delle ragazze e se anche fosse vera la circostanza della sua presenza a Palazzo Grazioli il 2 dicembre 2008, la cosa si può agevolmente spiegare con la necessità di interloquire con il Presidente sulle emergenze del Paese. Stella Novarino, la ricorda diversamente. A tavola non si parla né dei rifiuti a Napoli, né di un terremoto che deve ancora arrivare. Bertolaso siede per l'intera cena insieme a Tarantini e - come spiega Roberto Ruggiero, avvocato della Novarino - quando la ragazza si congeda per tornare a casa, le chiede come mai non abbia preso con sé le farfalle di cui il Presidente ha fatto omaggio le ospiti.

Bertolaso non è fortunato, perché anche Fabrizio Del Noce ha buona memoria. "Certo che c'era. A tavola, Bertolaso era seduto accanto a me. Ricordo che cantammo tutti insieme. Che parlammo di alcuni eventi televisivi da organizzare in vista del G8 della Maddalena". E Tarantini? "Non metto in dubbio i ricordi della ragazza, ma sono un tipo poco fisionomista e comunque capita di non ricordare persone che ti vengono presentate, ma che per te sono perfette sconosciute. Né ricordo di aver mai avuto colloqui con lui. Da quello che ho letto, Tarantini era interessato alla Protezione Civile, non alla televisione". Forse alla tv erano interessate le ragazze. "Con me, sulla rete ammiraglia non hanno mai trovato spazio questuanti. Naturalmente, parlo per me".

(la repubblica 21 settembre 2009)

domenica 5 luglio 2009

RICOSTRUZIONE — Bertolaso a L'Aquila censura i giornalisti.





I DIVIETI DI BERTOLASO

L’Aquila. Impossibile documentare cosa racconta Bertolaso ai terremotati. La gestione dell’informazione somiglia sempre più al modello Baghdad. Per la seconda volta in una settimana ci è stato impedito, come giornalisti, l’accesso a uno degli incontri che da qualche tempo il commissario di governo intrattiene, a porte chiuse, con gli sfollati.

Nel campo 3 di Paganica sta per iniziare l’assemblea. All’ingresso ci bloccano uomini in divisa: «Giornalisti o residenti del campo? - Poi aggiungono gentili - È un incontro privato tra Bertolaso e gli sfollati sugli interventi per la ricostruzione. Scusateci, l’ordine è che i giornalisti non possono entrare ». Un funzionario della Protezione civile precisa categorico: «L’ordine è di Bertolaso».

Ci appelliamo alla Costituzione, ma alla fine siamo costretti a chiamare il 113. Accorre una pattuglia della squadra mobile che identifica tutti e accerta che l’ordine è stato dato proprio da lui, Bertolaso, che subito dopo vediamo chiudere un’animosa telefonata con la frase: «Questa è un ingiustizia». Alla fine il suo addetto stampa si scusa: «Se volete - aggiunge conciliante -, possiamo inviarvi le riprese del nostro operatore autorizzato ».

Inviato da redazione il Sab, 04/07/2009 - 12:46
fonte: www.terra.it

martedì 30 giugno 2009

Strage a Viareggio, Berlusconi atteso sul luogo del disastro


  • 30 giugno 2009 - 11.08 (Ultima Modifica: 30 giugno 2009)

VIAREGGIO - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato costantemente informato del disastro ferroviario dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, e dal responsabile della Protezione, Civile Guido Bertolaso, sul disastro ferroviario a Viareggio che ha causato la morte di almeno 30 persone ed il ferimento di altre cinquanta, 30 delle quali in gravi o gravissime condizioni.

Il presidente del Consiglio è atteso a Viareggio nel pomeriggio. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha inoltre nominato una Commissione di inchiesta. Sul luogo del disastro sono presenti alcuni funzionari dell'Agenzia per la Sicurezza Ferroviaria per le prime verifiche. Presente per un sopralluogo con le autorità locali anche il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

giovedì 4 giugno 2009

Rifiuti: Ecco l'inchiesta che spaventa Berlusconi


di Claudia Fusani

Questione di ore. Forse di giorni. Magari se ne riparla dopo il voto. E poi, quella che da settimane Berlusconi e il suo staff chiamano «l’incubo Napoli» tanto da far dire al premier «sono vicino a scoppiare ma non mollo», potrebbe materializzarsi. Nella forma, è l’ipotesi temuta a palazzo Chigi, di un provvedimento giudiziario che potrebbe coinvolgere Guido Bertolaso, il sottosegretario per l’emergenza rifiuti a Napoli a cui Berlusconi ha affidato le chiavi del paese e delle due scommesse cardine del mandato politico: rifiuti e terremoto. Il premier lo ha detto e ripetuto, «non ci sarà un altro 1994», un altro «golpe giudiziario». Il premier è teso, i suoi anche. Gli alleati sembrano in difficoltà. Bastava vedere, ieri mattina, l’imbarazzo con cui da La Russa a Fini, da Letta a Schifani, hanno glissato sul ritardo del premier alla parata ai Fori e sui frequenti pisolini in diretta tv.

L’incubo Napoli, quindi. Più che altro un intrigo che vede sul tavolo quattro inchieste sui rifiuti.

1) Il governatore Bassolino e i vertici Fibe e Impregilo sono a processo per frode, truffa, falso e abuso nella gestione dello smaltimento di rifiuti.

2) A gennaio sono state rinviate a giudizio 25 persone con l’accusa di non aver mai lavorato le ecoballe e averle smaltite illecitamente. È il processo “Rompiballe” dove è a giudizio anche il braccio destro di Bertolaso Marta di Gennaro.

3) Nello stesso procedimento sono indagati, per le stesse ipotesi di reato, anche Bertolaso e il prefetto di Napoli Alessandro Pansa. La loro posizione però è stata stralciata e avocata il 24 luglio 2008 dal procuratore Lepore. «Perché servono altri approfondimenti» disse il n°1 della procura a cui, tra l’altro, la legge speciale sui rifiuti per la Campania affida la competenza esclusiva di tutte le inchieste. Diversa la versione data dall’aggiunto De Chiara: «Lepore mi ha detto che la sua scelta è stata compiuta per non intralciare l’attività del governo sull’emergenza spazzatura». Un contenzioso che ha coinvolto 64 sostituti della procura (su 86) contro il procuratore e che stamani sarà discusso dalla Prima Commissione del Csm. Dello stralcio deciso da Lepore non si sa più nulla. Se non che Bertolaso è stato interrogato in aprile, ha ammesso «di sapere che gli impianti non realizzavano ecoballe» ma che «le attività tecniche erano tutte gestite dalla vice De Gennaro». I sostituti chiedono al Csm di verificare, temono pressioni politiche sulla procura, denunciano che il 26 marzo, all’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, Berlusconi «ha elogiato i vertici di Impregilo perché hanno resistito agli attacchi della procura». Il procuratore era lì. E c’è rimasto.

4) Infine la quarta inchiesta, quella per cui Bertolaso nei giorni scorsi ha accusato la procura di aver interrogato i due generali a capo della missione rifiuti trattandoli «come delinquenti». I sostituti Noviello e Sirleo, e non il procuratore, indagano sul fatto che oltre agli impianti Cdr sono stati commissariati anche i siti di stoccaggio. Questo non era previsto nel decreto rifiuti. E a capo dei generali c’è il sottosegretario Bertolaso.

l'Unità 03 giugno 2009

Yoox

0.1 Special banner