sabato 16 gennaio 2010

Tangenti ASL BARI: da Tarantini regali a Lea Cosentino

GLI INTERROGATORI PORTANO AGLI ARRESTI DEL CAPO AREA GESTIONE DELL'AZIENDA SANITARIA

I pm: da Tarantini regali alla Cosentino
L'imprenditore svela il meccanismo di tangenti alla Asl di Bari: in ballo due milioni di euro

BARI— Affari da due milioni di euro con la Asl di Bari soltanto nel 2008. Gianpaolo Tarantini collabora con i pubblici ministeri e svela i retroscena degli appalti ottenuti nel settore sanitario in Puglia. Agli arresti domiciliari finiscono così Antonio Colella, capo area gestione della Azienda sanitaria, e il funzionario Antonio Vaira che si sarebbe occupato di predisporre le delibere illegali. Il giudice respinge una nuova richiesta di cattura per Lea Cosentino, la direttrice generale che era stata rimossa dal governatore Nichi Vendola l’estate scorsa quando emerse il suo coinvolgimento nelle inchieste, che rimane comunque indagata per corruzione. Iscritto nel registro anche il direttore amministrativo Francesco Lippolis, che la stessa Cosentino aveva nominato, accusato di aver ricevuto mazzette per 30.000 euro, anche se il giudice evidenzia come la circostanza non sia pienamente provata.
Il provvedimento è il primo atto ufficiale di un’indagine che potrebbe portare nei prossimi giorni altri clamorosi sviluppi. Anche perché l’imprenditore barese diventato famoso per aver portato donne a pagamento alle feste del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe parlato anche dei politici che lo avrebbero aiutato nella sua scalata verso il successo.

Sono due gli interrogatori citati nell’ordinanza: il primo è avvenuto il 17 novembre scorso, l’altro il 23 mentre Tarantini era agli arresti domiciliari per cessione di cocaina. Scrive il giudice motivando la decisione di accogliere la richiesta di arresto dei due manager: «Sicuramente appropriato alla condotte di entrambi è il giudizio dell’accusa in merito alla "naturalezza" e alla disinvoltura con le quali la funzione pubblica è stata utilizzata per i propri affari e per quelli di Tarantini. I due indagati hanno evidenziato la totale mancanza di scrupoli e mostrato di tenere a vile le importanti funzioni pubbliche rivestite. Le loro condotte hanno comportato lo spreco di notevoli risorse pubbliche».

Il fatto che il pubblico ministero non abbia formulato alcuna richiesta nei confronti di Tarantini, pur contestandogli l’associazione a delinquere, sembra dimostrare la volontà di agevolare la sua collaborazione. Anche perchè lo stesso «Gianpi» appare ben disposto a rivelare quali fossero le procedure illecite che gli hanno consentito di assicurarsi le commesse per le forniture a numerose strutture ospedaliere. Secondo l’accusa, Cosentino avrebbe favorito Tarantini e in cambio avrebbe ottenuto «il pagamento di costosi soggiorni in località vacanziere (Roma, Nizza, Montecarlo ecc.), regalie di costosi capi di abbigliamento (per esempio un cappotto «Kiton»), orologi (Rolex «Daytona»), disponibilità di autisti e di autovetture per i suoi viaggi ed altro». L’imprenditore ha raccontato che a Colella avrebbe dato «almeno 100.000 euro», mentre «Vaira prendeva 1.000 euro a delibera».

Le conversazioni intercettate rivelano che nell’ottobre 2008 Tarantini sarebbe stato inserito nella delegazione di imprenditori guidata da Berlusconi in missione a Pechino, ma avrebbe poi rinunciato. «Non sono più partito per coincidenze», confida all’amico Colella.

Angela Balenzano
corriere della sera 16 gennaio 2010

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