lunedì 18 gennaio 2010

Tarantini,"Lady Asl" stava per diventare assessore alla sanità

Secondo Gianpi, "lady Asl" stava
per diventare assessore alla Sanità

BARI - Da giovedì è agli arresti domiciliari nella sua casa di Bari, eppure, a detta di Tarantini, lo scorso anno era in prima linea per diventare assessore regionale alla sanità. Dalla guida della Asl di Bari, Lea Cosentino, sempre secondo Tarantini, stava per fare il grande salto: il governatore Nichi Vendola le avrebbe prospettato la possibilità di entrare in giunta per sostituire Alberto Tedesco. La circostanza è stata raccontata da Gianpaolo Tarantini in uno degli interrogatori che l’ex re delle protesi ha reso nello scorso novembre.

Alla fine di settembre 2007 Alberto Tedesco finisce sotto il fuoco delle critiche dell’Italia dei Valori: il segretario regionale Pierfelice Zazzera lo accusa di avere interessi patrimoniali nella sanità tramite le società intestate ai figli. È più o meno in quel periodo che Vendola, dicono le cronache, comincia a pensare all’avvicendamento dell’assessore. Tra i possibili candidati, nelle settimane successive, circoleranno anche i nomi di Mario Loizzo e di Lea Cosentino.

«Già si sapeva - fa mettere a verbale Tarantini, ricostruendo l’episodio - dell’esistenza di un’indagine a carico di Tedesco, e Vendola le aveva proposto la nomina ad assessore. Lei mi chiedeva una sponsorizzazione su De Santis e Frisullo che erano miei amici». Gli avvenimenti, però, prenderanno un’altra piega. «Quell’avvicendamento non è mai avvenuto - racconta alla Gazzetta una fonte molto vicina alle vicende di quei giorni - per la forte contrarietà di un’ala del Pd, con in testa l’ex segretario Michele Emiliano: dicevano che sostituire Tedesco equivaleva ad ammettere che quelle accuse erano vere».

Il 6 febbraio 2008, poi, l’Ansa batte la notizia dell’avviso di garanzia a Tedesco. Quel pomeriggio l’assessore rassegna le dimissioni nelle mani di Vendola, che immediatamente nomina Tommaso Fiore.

L’argomento della nomina ad assessore della Cosentino torna in un altro passaggio dell’interrogatorio di Gianpi, quello in cui si parla della proposta di un incontro tra la manager e Berlusconi. Tarantini dice che la Cosentino «non ha mai accettato i miei inviti», ma cambiò idea «solo verso febbraio-marzo 2009» cioè «quando era sfumata la possibilità di diventare assessore ed era stata resa nota l’indagine su Tedesco che riguardava anche lei».

Le dichiarazioni di Gianpaolo Tarantini sono alla base dell’ordinanza che venerdì ha portato ai domiciliari due dipendenti della Asl, Antonio Colella e Michele Vaira. I pm avevano chiesto l’arresto in carcere anche per Lea Cosentino (ai domiciliari per un’altra inchiesta) e per il direttore amministrativo della Asl, Francesco Lippolis, ma non per Tarantini, accusato di associazione per delinquere e reo confesso di numerosi episodi di corruzione. Anche questa scelta investigativa - premiare Tarantini per aver parlato, evitandogli la richiesta di arresto - potrebbe, secondo alcuni dietrologi, aver «sorpreso» il gip Vito Fanizzi, che per due volte ha respinto l’arresto di Cosentino e Lippolis ritenendo non sufficientemente provate le accuse di Tarantini.

Tra i pm del pool sanità e l’ufficio del gip i rapporti sono freddi. Fanizzi, in particolare, ha smontato l’ipotesi secondo cui la Cosentino si sarebbe fatta corrompere attraverso «costosi regali»: il Rolex, il cappotto, i viaggi sarebbero - dice l’esper to magistrato - soltanto regali tra due amanti. «Al di là di un rapporto sentimentale che ho avuto con lei - fa mettere a verbale Gianpi - io ero veramente amico della Cosentino, ho tentato di corromperla, ma senza risultati (...). Era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti».

Oggi, intanto, cominciano gli interrogatori di garanzia. L’investigatore Antonio Coscia sarà ascoltato in tribunale a Lucera. Domani, a Bari, sarà la volta di Lea Cosentino. L’inchiesta è quella sul concorso da primario di allergologia ad Altamura e sulla presunta «bonifica» degli uffici dell’Asl per verificare se ci fossero state microspie.
di GIOVANNI LONGO e MASSIMILIANO SCAGLIARINI



GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 18 GENNAIO 2010

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