mercoledì 3 novembre 2010
Nadia: "Marijuana, sesso e soldi. Le mie feste con Berlusconi"
Nadia Macrì, escort emiliana
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3/11/2010 (7:59) - PERSONAGGIO
Il racconto della escort ai pm: dal premier 5 mila euro, da Brunetta 300
RICCARDO ARENA
PALERMO
La terza volta che si videro, il premier decise di soddisfare una curiosità: «Ma lei che fa nella vita?», avrebbe chiesto Silvio Berlusconi a Nadia Macrì. E lei, la ragazza di 27 anni, mora, capelli lunghi, avrebbe risposto un po' stupita, un po' imbarazzata: «Ma come, presidente... Io sono una escort». «E no, questo lei non lo deve dire, eh?». Un incontro per conoscersi, altri due a sfondo prevalentemente sessuale, a pagamento: per le sue prestazioni con il capo del governo la giovane originaria di Reggio Emilia racconta ai pm di essere stata ricompensata con cinquemila euro alla volta. «E poi gioiellini, piccoli Swarovski... La seconda volta i soldi me li ha dati personalmente il presidente, dentro una busta. Quella festa fu in Sardegna e noi ospiti avevamo fumato marijuana...».
Il mondo di Nadia e il mondo del Cavaliere, secondo il racconto che la giovane ha fatto ai pm di Palermo, si sono incontrati tra la primavera del 2009 e poi quest’anno: «A Milano città e poi in una villa che non so dire se fosse Arcore o Macherio... E in Sardegna, credo a Villa Certosa». Nadia, che consumava abitualmente cocaina, ha mostrato, nei suoi verbali, qualche imprecisione e ricordi spesso vaghi.Maha dimostrato pure di non saper distinguere, in perfetta buona fede, un senatore da un assessore e un presidente della Regione da un amministratore di ospedale. Però rimane una ragazza sveglia, capace di cogliere le occasioni al volo. Da quella volta che, giura lei, si sarebbe concessa a Renato Brunetta, l'attuale ministro (che nega). Nadia ha parlato di sesso a pagamento: «Effettivamente mi indicò l'avvocato Taormina, che però non si interessò affatto alla mia causa e il giorno dell' udienza nemmeno si presentò».
Poi però Brunetta «per le mie prestazioni mi diede 300 euro, regalandomi anche alcuni gioielli». Nadia avrebbe voluto rimanere con lui, allacciare una relazione stabile, ma il professore non volle. «A presentarmelo era stata la mia amica Perla, Perla Genovesi. Andammo insieme al suo studio, lo conobbi lì». Perla, che è di Parma, è un'ex assistente del senatore del Pdl (oggi deputato) di Tortona Enrico Pianetta: è la donna che ha aperto il filone palermitano delle indagini sulla escort che si sarebbe inserita nel «giro delle feste del presidente». Coinvolta in un traffico di stupefacenti e arrestata in luglio, nella cosiddetta Operazione Bogotà dei carabinieri di Palermo, la Genovesi, che aveva contatti con trafficanti siciliani, aveva deciso di rendere dichiarazioni ai pmGeri Ferrara e Marcello Viola. E aveva raccontato anche le confidenze che le avrebbe fatto l'amica ex cubista ed ex «ragazza immagine».
Nadia Macrì era stata individuata dai carabinieri del Reparto operativo di Palermo e all'inizio di ottobre i pm Viola e Ferrara l'avevano sentita come testimone. Dopo aver conosciuto Brunetta, Nadia Macrì entrò nell'ambiente che conta: non sa dire con precisione chi, tra un politico emiliano («di cui non ricordo il nome»), un P.R. conosciuto in discoteca, un uomo incontrato per strada e l'agente Lele Mora, la introdusse nell'ambiente del presidente del Consiglio. Forse copre qualcuno. Ma i canali potrebbero essere stati più di uno. Mora, noto per le vicende di vallettopoli, avrebbe portato Nadia da Emilio Fede e il direttore del Tg4 (che smentisce) avrebbe a sua volta portato la bella ragazza da Berlusconi. L'ex cubista afferma che «si diceva tra gli ospiti» che la marijuana consumata in Sardegna fosse stata portata con l'aereo del premier. Parla di un primo incontro «casto» e di feste che sarebbero state «normali».
Una volta concluse, però, avrebbe fatto sesso col presidente in una piscina con l'idromassaggio. Le ragazze, una ventina, sarebbero state distribuite due per stanza. In un’altra occasione il premier, in una stessa notte, avrebbe avuto rapporti con più giovani donne. Vero, falso? Ora toccherà ai magistrati di Milano stabilirlo.
la stampa 3 novembre 2010
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