lunedì 16 febbraio 2009
Elezioni Sardegna:Niente exit-poll e proiezioni.
Alle quindici si sono chiuse le urne e da un po' è cominciata la lunga attesa. Niente exit-poll e proiezioni. Ci sarà da aspettare i numeri reali dello scrutinio sfornati dalla Regione. La volta scorsa si fece l’alba.
Riguardo la paura del voto disgiunto, il PD pare non ne abbia affatto. Infatti, è di ieri questa dichiarazione di Achille Passoni, spedito da Veltroni a mettere ordine nel rissoso Partito democratico, che minimizza il pericolo. ‘Nessuna ombra nel Pd. E poi, la vedo dura mettere in piedi un voto disgiunto organizzato. Se colpisce, di certo colpisce il centrodestra’.
Secondo il sondaggio di Crespi, però, sarebbe proprio il voto disgiunto che, alla fine, incoronerà Soru governatore della Sardegna, con la maggioranza dei voti che andrebbero, però, alla coalizione guidata dal PDL. Avrà ragione lui o il PD?
Fonte: www.clandestinoweb.it
Sardegna: Buona l'affluenza, si vota fino alle 15.
Urne di nuovo aperte dalle ore 7 alle 15 in Sardegna per il rinnovo del Consiglio regionale e l'elezione diretta del Governatore. Un test che riveste una grande importanza politica a livello nazionale. Cinque i candidati alla guida della Regione, ma la sfida è tra Renato Soru, presidente uscente appoggiato da Pd, Prc, Pdci, Idv, La sinistra e Rossomori, e Ugo Cappellacci, sostenuto da Pdl, Udc, Mpa, Riformatori, Uds-Nuovo Psi e Psd'Az.
Il dato più recente sull'affluenza, rilevato domenica sera alle 22, vede una partecipazione del 44,93% per cento, pari a 662.045 elettori su 1.473.054 aventi diritto, di cui 721.432 uomini e 751.622 donne, distribuiti in 1.786 sezioni. L'affluenza più alta si è registrata a Nuoro con il 47,86%, la più bassa nel Carbonia Iglesias (42,52%). Rispetto al 2004 il raffronto non è possibile perché, allora si votò in giugno e di sabato e domenica. Rispetto al 1999 ci sarebbe un lieve incremento. Comunque la partecipazione viene ritenuta bassa e inferiore alle previsioni.
Oltre a Soru e Cappellacci sono in corsa per la carica di presidente Peppino Balia (Partito Socialista); Gavino Sale (Irs Indipendentzia Repubrica de Sardigna); Gianfranco Sollai (Unidade indipendentista). Tra i candidati, il primo a recarsi al seggio è stato Cappellacci, che ha votato a Cagliari alle 9,30. Soru ha votato nella tarda mattinata di domenica a Sanluri, il suo paese d'origine.
Gli aspiranti onorevoli sono 908, mentre gli elettori sono quasi un milione e mezzo. Il nuovo Consiglio sarà composto da almeno 80 consiglieri: 64 seggi, i quattro quinti, sono attribuiti a livello provinciale in base alla popolazione residente (21 per Cagliari, 13 per Sassari, 7 per Nuoro e Oristano, 5 per Carbonia-Iglesias e Olbia-Tempio, 4 per il Medio Campidano, 2 per l'Ogliastra); i restanti 16 seggi saranno assegnati su base regionale. Diventa presidente della Regione il candidato che in ambito regionale ottiene più voti. Lo scrutinio comincerà subito dopo la chiusura dei seggi: dalle ore 15 lo speciale di Affaritaliani.it con tutti i risultati in tempo reale.
Affari Italiani 16 febbraio 2009
martedì 20 gennaio 2009
Regionali Sardegna 009: il programma elettorale di Renato Soru
Autogoverno e riforma della Regione
Una Sardegna capace di autogovernarsi e assumersi responsabilità rivendicando diritti e competenze nei confronti dello Stato, una Regione più chiara, più semplice, più trasparente e meno costosa, al servizio del cittadino.
La vertenza sulle entrate e quella sulle servitù militari sono state tra i momenti più alti della legislatura: hanno significato avere a disposizione gli strumenti finanziari per dare sostanza alla nostra autonomia e investire nello sviluppo, hanno significato pretendere di riavere intere parti del nostro territorio da troppo tempo sottratte. Le riforme istituzionali, a cominciare dalla legge statutaria, sono lo specchio di una società che si mette in moto e si responsabilizza.
Abbiamo raggiunto tanti obiettivi risanando i nostri conti, riformando e semplificando l’amministrazione regionale, nel rispetto della valorizzazione e qualificazione delle risorse umane.
Identità e cultura
Una terra è il suo paesaggio, la sua cultura, la sua lingua, la sua storia, la sua musica. Lo sviluppo della Sardegna non può che partire dall’identità, mai autoreferenziale e chiusa verso l’esterno ma aperta e dialogante, in grado di fare valere capacità e diversità.
Possediamo un patrimonio culturale antico e prezioso, che ci siamo impegnati a sottrarre all’incuria e alla cattiva gestione attraverso leggi, azioni di tutela e una forte azione di divulgazione. Le nostre campagne e i nostri paesi custodiscono risorse e saperi, e per questo abbiamo valorizzato i territori con progetti di sviluppo locale di qualità. La nostra memoria e il nostro modo di interpretarla oggi, anche attraverso ciò che sappiamo produrre, sono quanto di diverso, di antico e di nuovo insieme, possiamo offrire al mondo.
Solo così è possibile avviare uno sviluppo duraturo, che nasce dall’ascolto della nostra terra e crea vere opportunità di crescita.
Conoscenza
Un futuro diverso è possibile solo se sappiamo mettere al primo posto il sapere e la conoscenza.
I nostri giovani, qualunque sia la loro condizione, qualunque età abbiano e ovunque risiedano, devono avere l’opportunità di soddisfare il diritto fondamentale a un’istruzione e formazione di qualità aumentando le competenze, facendo esperienza, imparando le lingue e la cultura del lavoro.
Crediamo in una scuola pubblica di qualità, condizione indispensabile per superare il grave ritardo che la Sardegna ancora soffre nell’istruzione. Con questa consapevolezza il governo regionale ha investito energie e risorse per un diritto allo studio effettivo.
Ci dobbiamo confrontare con l’Europa e per questo ne abbiamo adottato gli standard, puntando a rafforzare la qualità e l’offerta dell’insegnamento. L’obiettivo è duplice: superare il grave fattore di debolezza rappresentato dal basso livello di istruzione e promuovere la ricerca scientifica e l’innovazione, per farle diventare un motore di sviluppo per l’economia e l’occupazione.
Sistemi produttivi e politiche del lavoro
L’obiettivo, oggi, è la competitività. Abbiamo lavorato per ridurre la disoccupazione e insieme favorire un’occupazione migliore, incentivando gli investimenti in capitale umano attraverso un mercato del lavoro che riconosca e premi meriti e capacità delle persone. È un modello di sviluppo coerente con le vocazioni del territorio: coglie i vantaggi economici del turismo nel rispetto della sostenibilità ambientale e favorisce un sistema agricolo forte, autonomo, competitivo e differenziato, in grado di valorizzare le diversità della Sardegna.
Il nostro modello di sviluppo difende l’industria esistente e punta ad invertire il processo di reindustrializzazione, contando sull’innovazione tecnologica, sulla qualità del lavoro e dell’ambiente, su un sistema fondato sulla convenienza all’insediamento produttivo e la pratica competitiva d’impresa.
Il lavoro nasce attraverso le imprese, e compito delle istituzioni è creare tutte le migliori opportunità affinché i posti di lavoro possano nascere: con la creazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), oggi in Sardegna, prima Regione in Italia, è possibile aprire un cantiere o un’attività in 20 giorni, capovolgendo il rapporto tra la pubblica amministrazione e le imprese.
Infrastrutture e reti di servizio
Per costruire una Regione più veloce, sono state investite ingenti risorse nelle infrastrutture interne: strade migliori e più sicure e un sistema di trasporto pubblico locale in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Grazie alla nuova continuità territoriale e all’incremento dei voli low cost i sardi possono viaggiare di più, in tempi brevi e a costi contenuti. Oggi, con l’aumento dei collegamenti nazionali e internazionali, è possibile raggiungere con voli diretti 53 città e 14 nazioni.
Entro il 2009 tutti i Comuni della Sardegna avranno Internet su banda larga e i cittadini e le imprese di tutto il territorio regionale potranno dialogare con enti e istituzioni e utilizzare i servizi on line.
Abbiamo lavorato per garantire il diritto di accesso alla rete del gas e un costo accettabile dell’energia e riformato il sistema idrico, razionalizzando l’utilizzo dell’acqua.
Solidarietà e coesione sociale
Investire sul sistema pubblico di tutela della salute e del benessere di tutti i sardi: con questa scelta abbiamo messo al primo posto i bisogni delle persone, soprattutto dei più deboli, intervenendo nella sanità, nell’assistenza sociale, nella casa, nei trasporti. Nella sanità, pur partendo da una situazione di grave ritardo, gli obiettivi sono stati quelli di riqualificare i servizi e di risanare i conti, contrastando sprechi e inefficienze. Il percorso avviato è stato complesso e contrastato, ha richiesto uno sforzo culturale, organizzativo e programmatorio del tutto eccezionale, mirato a superare vecchie logiche e interessi economici, politici e professionali.
Nel sociale abbiamo moltiplicato gli interventi a favore delle persone con disabilità, degli anziani non autosufficienti, delle vecchie e delle nuove povertà, dei migranti, dei detenuti, dei sofferenti mentali. Per la prima volta sono state adottate politiche a favore delle famiglie, raddoppiando il sostegno ai bisogni reali, dalla casa alle difficoltà economiche, dall’assistenza agli anziani sino al conciliare il lavoro con l’educazione dei figli. Oggi il sistema di welfare sviluppato in Sardegna può con orgoglio vantare risultati che testimoniano che il cambiamento non solo è necessario, ma è anche possibile.
lunedì 19 gennaio 2009
Regionali Sardegna:Programma elettorale di Cappellacci
SRTICOLI CORRELATI: SORU CAPIRà CHI SONO DOPO IL VOTO
Una serie di interventi per affrontare le emergenze economico-sociali dell'isola e un piano strategico per le nuove generazioni “il capitale umano su cui puntare per il rilancio della Sardegna”. Sono i punti chiave dell'azione politico-programmatica del centrodestra per le regionali del 15-16 febbraio, illustrati dal candidato Governatore Ugo Cappellacci nell'incontro a Villa Certosa con Silvio Berlusconi.
CAGLIARI - Cappellacci ha rappresentato al Premier la situazione di grave crisi in cui si trova il sistema economico e sociale dell'Isola, sottolineando che “la Sardegna nei cinque anni di Governo Soru ha peggiorato in tutti fondamentali dell'Economia”. L'economia è ferma, il Pil cresce pochissimo ed in ogni caso meno di quello medio nazionale ed oggi non è differente da quello medio delle altre Regioni del Sud – ha spiegato - aggiungendo il calo degli occupati che nei settori portanti dell' economia (agricoltura, industria, edilizia), che la Pubblica amministrazione non è in grado di assorbire mentre nel terziario l'occupazione aggiuntiva risulta fortemente precaria ed instabile. A questo si accompagna la crescita della povertà (oltre 100.000 famiglie, per un totale di oltre 260.000 persone, con un aumento di circa 50.000 unità nell'arco degli ultimi tre anni, nonostante i precisi impegni dell'attuale giunta di centrosinistra). Sottolineata la crescita anche della disoccupazione, Cappellacci ha poi messo l'accento sul crollo dei consumi delle famiglie e ha ricordato che la Sardegna è la regione con il più alto il tasso di indebitamento pro capite verso banche e finanziarie. Se i debiti verso banche e finanziarie ammontavano -nei primi anni 2000 a circa il 20% del nostro reddito mensile, oggi questa percentuale e più che raddoppiata passando al 45%. Ciò significa che se un Sardo percepisce un reddito mensile di 1500 euro, vuol dire che circa 700 euro (675 euro) deve utilizzarli per pagare le rate dei prestiti che ha dovuto contrarre. L'obiettivo di Cappellacci è quello o di ipotizzare fin da subito quali misure mettere in campo assieme al Governo per far uscire la Sardegna dalla crisi o di proporre la prima priorità da porre al centro del programma di medio lungo periodo per consentire alla Sardegna di competere nei complessi scenari dell'economia globale. “Sul primo aspetto, per far uscire la Sardegna da questa grave crisi - ha spiegato Cappellacci - vi è l'esigenza di costruire con il Governo un piano straordinario per le emergenze economiche e sociali. Si è concordato sulla urgenza di questo piano straordinario per il rilancio dell'economia costruito in particolare su due aspetti – investimenti infrastrutturali (inserimento di alcune grandi opere nel piano nazionale delle opere strategiche) e misure per contrastare la povertà e rilanciare i consumi delle famiglie”.Per il candidato Governatore bisogna fare poche cose importanti, utilizzando lo strumento fondamentale dello Statuto: il Piano di Rinascita, con cui costruire e condividere con il Governo il rilancio vero dell'Isola. E' inaccettabile che ancora oggi, dal confronto dei dati internazionali (dati OCSE), la Sardegna - ha rilevato – sia fra le ultime regioni in Europa per dispersione e abbandono della scuola da parte dei giovani che poi si traduce in uno degli indici piu' bassi sulla competenza nel confronto con i pari età dei Paesi europei. Anche questa è - ha aggiunto – una sfida a Soru ed centrosinistra che su questi temi hanno clamorosamente fallito. Cappellacci ha proposto al premier di ''lanciare un piano strategico sul capitale umano, sulla istruzione e la formazione dei giovani come variabile chiave dello sviluppo futuro dell'isola. La priorità sulla quale concentrare l'attenzione e' proprio su una delle risorse più importanti: il capitale umano, i giovani”. Istruzione, formazione, conoscenza delle lingue, specializzazione internazionale con ampio riconoscimento del merito, cultura d'impresa sono i principali aspetti su cui costruire - ha concluso - la proposta di piano strategico per i giovani della Sardegna.
Ultimo aggiornamento: 30-12-2008 20:14:26
fonte Sardegna oggi 30 12 2008