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domenica 22 febbraio 2009

PD: Vecchi leader in coma politico, ma guai a staccare la spina

IL NUOVO NON AVANZA

di Paturnio

Ancorati alla loro poltrona, tutti i leader della disfatta. E la Binetti scalpita per una improbabile "svolta a sinistra" del PD. Dove l'avrebbe vista questa "svolta" la Binetti? Ma nel discorso di Franceschini, naturalmente. Eh, sì, perchè Franceschini non ha parlato di "difesa della vita" e delle spine che "non si devono staccare". Strano destino quello del testamento biologico: se ne discute durante la crisi di quello che dovrebbe essere il maggior partito di opposizione. E in questa strenua difesa della "vita-non vita", è come se si intravedesse una difesa altrettanto forte delle persone che hanno portato al disastro il PD, ma alle quali "non si deve staccare la spina". Ma sì, manteniamoli tutti in vita fino alle europee e vediamo se si "risvegliano dal coma politico" in cui sono caduti. Il loro letargo ha fatto già tanti danni, ma uno più o uno meno, cosa volete che sia?


Parterre e strategie
E la nomenklatura si salvò «Rischio nuovismo scongiurato»


Il ruggito del popolo delle primarie non si sente. Fassino: «Valium? Ha vinto la ragione»

ROMA — «Riserveremo a Franceschini e alla nomenklatura un trattamento tipo maggiordomo di Giuliano Soria» sibila all'ingresso un bellicoso delegato di Torino. Resterà l'unico acuto, oltre a qualche strillo — «Tutti a casa!» — molto fotografato ma subito spento da un'urlataccia più forte della Finocchiaro donna d'ordine. Per il resto, la «nomenklatura» se l'è cavata. E il nuovo leader, anziché essere multato come il malcapitato mauriziano per ogni cappuccino mal riuscito (almeno secondo l'accusa), viene festeggiato con la prodiana Canzone popolare, riesumata dopo il fallimento del Mi fido di te di Jovanotti-Veltroni. Alla Fiera di Roma era attesa la mitica base in rivolta. L'irruzione della società civile nelle polverose stanze delle oligarchie. Il ruggito del popolo delle primarie, attraverso i loro rappresentanti qui convocati. Invece tutti silenziosi, miti, placidi. «Secondo me li hanno sedati» ipotizza Lucia Annunziata. In realtà il lavorio dei vecchi leader ha convinto quasi tutti che Franceschini è una necessità, per ora.

LA VERA PARTITA DOPO LE EUROPEE - Dopo le Europee si giocherà la partita, tra lui (o un altro candidato della maggioranza popolari-veltroniani-fassiniani) e Bersani, sostenuto da D'Alema e forse da Enrico Letta, se non andrà con Follini e magari Rutelli a fondare con l'Udc il nuovo partito di centro, nome provvisorio Kadima italiana. Base cloroformizzata, vertice arzillo. Fassino, di ottimo umore: «Ma quale Valium? Ha vinto la ragione». Bersani, lontano da taccuini e telecamere, si lascia andare: «Abbiamo dimostrato che ci siamo ancora. Che siamo un partito. Che noi sappiamo come fare. Le primarie adesso sarebbero state come il festival di Sanremo. O come Miss Italia. Senza piattaforme, senza un congresso, nei gazebo si sarebbe votato come a un concorso di bellezza. Faremo pure i gazebo; ma a suo tempo. Volevate deciderlo voi giornalisti il leader? Già vi vedevo: e i sondaggi, e Internet, e Facebook; quello che vuole la faccia nuova, quello che vuole il trentenne, quello che provoca "il vostro capo ideale è Fini"... Oggi a tutto questo abbiamo detto basta». All'inizio è previsto un certamen tipo Orazi e Curiazi o lotteria dei rigori: cinque oratori per Franceschini, cinque per le primarie subito. Quando parlano i sostenitori della linea ufficiale, a ogni angolo di ogni settore c'è un peone entusiasta che chiama l'applauso. I ribelli, tutti a braccia conserte. Arturo Parisi è andato dal parrucchiere, ma invano: parlerà a una sala semivuota. Gad Lerner confabula a bassa voce, ma non è cospirazione, sta raccontando agli amici che la sua barbera del Monferrato ha preso i tre bicchieri del Gambero Rosso. Poi sale sul podio a chiedere le primarie. D'Alema sorride: «Bravo, intervento ottimo, Lerner ha perfettamente ragione. I nodi da sciogliere al più presto sono quelli che dice lui: Medio Oriente, laicità... Ci sarebbe solo un dettaglio: le elezioni. Non possiamo montare i gazebo mentre ci sono da decidere le candidature e fare la campagna elettorale». Riccardo Barenghi ex direttore del manifesto lo incalza, D'Alema risponde con un buffetto: «Barenghi io non mi occupo di organizzazione. A voi non ve ne frega niente», altro buffetto, «ma noi qui abbiamo problemi seri di cui occuparci».

LA MAPPA DELLE CORRENTI - La disposizione in sala riproduce la mappa delle correnti, capi e sottocapi si siedono vicini a comporre pacchetti di mischia: a sinistra D'Alema con Bersani, Latorre e Livia Turco; più distante Minniti ormai emancipato; al centro Fassino tra Marina Sereni e Damiano; a destra Realacci, Enzo Bianco, Gentiloni e altri della Margherita; i veltroniani in giro a ricevere solidarietà; un po' defilato Letta; Rutelli ancora più distante, decima fila, in direzione dell'uscita. «Tutti a casaaa!» ci riprovano gli urlatori, D'Alema si volta a guardare, sul viso una smorfia involontaria come fissasse una mosca su un cuscino di broccato bianco. L'ex ministro Bianchi, che è qui in quota Castro, sciarpa rossa e capelli bianchi lunghi, vaga su e giù da solo, anima in pena. Si vota. Non in segreto: per alzata di tessera. Le «scrutatrici di settore», come le chiama la Finocchiaro, sono nel pallone: «Compagno siediti te ti ho già contato, amico scusa ti spiace alzare di nuovo la mano?»; Morando, che vorrebbe le primarie adesso, si lamenta: «Ma come si fa a votare così, non si capisce niente, è una presa in giro»; gli dicono di lasciar perdere, ormai è tutto deciso. Barenghi, fuori dal raggio dei buffetti di D'Alema, provoca: sempre bulgari, eh? «Magari. Questa non è la Bulgaria, questo è un suq arabo. A Roma si dice 'na caciara. Io voto segretario il primo che fa piazza pulita: noi chiusi in una saletta riservata, con ogni confort; voi fuori, via, a guardarci sulla tv a circuito chiuso. Al massimo lasciamo aperto l'audio». D'Alema finge di arrabbiarsi, in realtà pare rilassato: Veltroni non c'è più, tutti gli altri sì.


«DECIDO IO» -Il discorso di Franceschini lancia la parola-chiave «decido io», affronta i temi irrisolti della collocazione europea e del testamento biologico, suscita gli applausi più alti quando evoca con efficacia la Resistenza: la lunga notte del '43, la strage fascista nella sua Ferrara, la corrispondenza in romagnolo tra Boldrini e Zaccagnini, il comunista e il cattolico che considera il suo maestro. Marini, a pipa spenta: «La faccetta sorridente di Dario trae in inganno. Lui sembra buono. In realtà è un duro. Determinato». Fassino, ormai euforico: «Franceschini c'ha due palle così!». Davanti a Bersani si forma una processione di diessini: «Noi avremmo votato per te...». «Tranquilli: a ottobre». Poi, al cronista: «In questi giorni i quotidiani hanno trattato Franceschini in modo vergognoso. E Franceschiello di qui, e dilettante di là. Il signor nessuno, la mammoletta. Io voglio un partito che reagisca a queste vergogne. Dario ha una figlia piccola, la mia ha quindici anni: dobbiamo nasconderle i giornali?». Di Bersani hanno detto che somiglia a Ferrini, il venditore di pedalò di Quelli della Notte. «Perché no? Ferrini è simpatico, e del resto io dico sempre che Berlusconi è come i pedalò: esce solo con il bel tempo». Dicono pure che con Bersani finisce il Pd e comincia un partito socialdemocratico. «Dalle mie parti socialdemocratico è quasi un insulto. Io semmai sono stato liberale...». Chi ha dubbi li esprime a voce bassa. Lerner: «Le primarie sarebbero state un ottimo lancio per le Europee, con il Pd in prima pagina per due mesi. Ma qui ho visto gente spaventata». Vincenzo Cerami, quota Benigni, si avventura nei labirinti della politica: «Allora, oggi hanno votato Franceschini, ma la prossima volta votano Bersani? È così? Ho capito bene? O no?». L'ex ministro Bianchi parlotta da solo. Franceschini raccomanda: «Mai più interviste, gli scontri risolviamoli tra di noi, non sui giornali». Bersani: «Sia chiaro che non ho dato un'intervista». Marini: «C'era un rischio nuovismo». Un rischio che pure ieri è stato evitato.
Corriere della Sera Aldo Cazzullo22 febbraio 2009

PD, ELEZIONE FRANCESCHINI:TUTTE LE REAZIONI


Roma, 21 feb. (Adnkronos/Ign) - L'Assemblea del Pd ha eletto il successore di Walter Veltroni alla guida del partito: è Dario Franceschini, già vicesegretario. A stretto giro i commenti del mondo politico."Il successore di Veltroni - dichiara il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri - continua in una politica sbagliata dell'astio e dell'assenza di umilta'. Mini leader di transizione, verso il nulla, piu' che un segretario e' un diminutivo, come il suo nome. Durera' meno dei suoi predecessori sconfitti, come un intervallo in attesa del prossimo perdente. In bocca al lupo.
Anzi in bocca a D'Alema".Per il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto, Franceschini cavalca, ''ancora una volta, le versioni piu' rozze dell'antiberlusconismo, inventandosi che c'e' una dittatura alle porte che va bloccata ad ogni costo. Allo stato, comunque, ci sembra che il Pd abbia piu' un reggente che un leader, i cui problemi e i cui avversari stanno tutti dentro il Pd''.

Sulla stessa linea il commento del ministro per l'Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi. ''Il Pd e' avvitato su se stesso: anche oggi ha scelto l'antiberlusconismo come bandiera. Franceschini ha detto parole indegne su Berlusconi: povero Pd, Di Pietro se lo mangera' a morsi''.

Il presidente dei Deputati della Lega Nord Roberto Cota sostiene che ''il banco di prova per il Pd sara' il federalismo fiscale. Il Paese ha bisogno di riforme''. Ma ''negare l'esistenza della Padania, pero', non e' un buon inizio''.

Mentre il leader dell'Idv Antonio Di Pietro invita il Partito democratico ad una "opposizione intransigente al modello di governo Berlusconi, che si propone la costruzione di un'alternativa, che vede la lotta in favore delle fasce piu' deboli, perche' quello di Berlusconi e' un modello tipo sudamericano, ma di quello di un tempo". "Benedetto quel giorno in cui anche il Pd comincera' a camminare dritto", conclude.

FRANCESCHINI, ALLEANZE? PARLEREMO CON UDC E VECCHI ALLEATI - "Dovremo costruire una alleanza per vincere, parlare con l'Udc, ma anche con i nostri vecchi alleati. Il tutto pero' costruendo un programma di coesione vera in un campo di contrapposizione alla destra". Lo ha detto Dario Franceschini dal palco della nuova Fiera di Roma dove si sta svolgendo l'assemblea nazionale del Pd.

ASSEMBLEA ACCOGLIE IN SILENZIO APERTURA FRANCESCHINI A UDC - Un 'religioso' silenzio che forse suona piu' rumoroso di eventuali applausi o fischi accoglie le parole con le quali il candidato alla segreteria del Partito democratico Dario Franceschini spiega all'assemblea nazionale del Pd la necessita' che il partito si apra, oltre ai vecchi alleati, all'Udc di Casini. Il gelo scende sui quasi duemila delegati e ospiti che reagiscono in assoluto silenzio all'indicazione politica anticipata da Franceschini.

FRANCESCHINI: CHI MI APPLAUDE NON MI CHIEDA POSTI AZZERATI GOVERNO OMBRA E COORDINAMENTO, RESTA DIREZIONE - Dario Franceschini annuncia che dara' vita a nuovi organismi dirigenti, "ispirati alla collegialita' azzerando governo ombra e coordinamento". Ma dal palco dell'assemblea costituente avverte: "Non faro' nessuna trattativa con nessuno, scegliero' io e chi batte le mani adesso non venga domani a chiedere di nominare qualcuno". Rimarra' tuttavia la direzione nazionale "perche' eletta dall'assemblea costituente".
PARISI, NON AFFIDARCI A CHI CI HA PORTATO NEL PANTANO - "Non ritengo, ma lo dico con il massimo rispetto verso le persone, che possiamo ancora affidare i nostri destini politici collettivi a coloro che ci hanno condotto in questo pantano. A coloro che ha torto o ha ragione appaiono incapaci di sollecitare quella fiducia e quella speranza nel futuro senza le quali non potremo uscire dalla crisi. Per questo credo che ci voglia una nuova partenza". Lo ha detto Arturo Parisi nel suo intervento davanti all'assemblea nazionale del Pd. "Se guardiamo al nostro passato - sostiene - se proviamo a leggere nel nostro futuro, ci accorgiamo che questa nuova partenza potra' avvenire solo sotto il segno dell'ulivo". Secondo Parisi, "e' solo utile rimarcare come questo sia un momento in cui ciascuno di noi e' chiamato a interrogarsi su come riprendere la strada bruscamente interrotta. La responsabilita' pesa individualmente sulle scelte che ciascuno di noi fara'. Tanto piu' grave questa responsabilita' - conclude - perche' acuita dalla grave crisi che stiamo vivendo".

MARINI, SCELTA FRANCESCHINI NON SOLO GIUSTA MA OBBLIGATA - L'elezione di Dario Franceschini alla segreteria del Pd e' ''non solo una scelta giusta, ma obbligata''. A sostenere la scelta che l'assemblea nazionale del partito si appresta a fare e' Franco Marini, conversando coi cronisti al termine del discorso dell'attuale vice segretario del Pd. ''Oggi - spiega l'ex presidente del Senato - si elegge solo il segretario e questa, in vista delle prossime scadenze elettorali, non solo e' la strada giusta ma secondo me e' anche obbligata. I tempi sono cosi' stretti che un congresso come quello previsto dal nostro statuto, lungo, che coinvolge simpatizzanti e militanti, non poteva essere liquidato in un mese''.

PARISI, NUOVA PARTENZA SOLO NEL SEGNO DELL'ULIVO - ''Ci vuole una nuova partenza, e questa nuova partenza potra' venire solo sotto il segno dell'Ulivo''. Con queste parole Arturo Parisi conclude il suo intervento all'assemblea costituente del Pd.

BERSANI, STIAMO FACENDO LA COSA GIUSTA - "Stiamo facendo la cosa giusta. Attorno a Franceschini faremo le elezioni di giugno e poi il nostro congresso". Lo ha detto Pierluigi Bersani dopo il discorso con il quale l'attuale vicesegretario del Pd Dario Franceschini ha chiesto all'assemblea nazionale del partito, riunita alla Fiera di Roma, di eleggerlo segretario.

GUALTIERI: C'È UN CAMBIO DI LINEA, VOTO PER FRANCESCHINI - "Ho visto che c'e' un cambio di linea, mi ha convinto. Lo voto". Il 'dalemiano' Roberto Gualtieri scioglie le riserve dopo aver ascoltato il discorso all'assemblea costituente di Dario Franceschini.
"Ho apprezzato- spiega- un cambiamento di linea rispetto ad alcuni punti critici dell'impostazione veltroniana, in particolare sulla politica delle alleanze, sui rapporti con Prodi, sulla concezione del partito. Quanto ai temi etici- conclude- e' stato addirittura piu' incisivo di Veltroni".

PD: VOTO SEGRETO PER SEGRETARIO, URNE APERTE FINO ALLE 17.00 - L'assemblea nazionale del Pd votera' il segretario del partito dalle 15 fino alle 17. Il voto sara' segreto. I due candidati sono Dario Franceschini e Arturo Parisi. Dopo gli interventi dei due candidati, adesso si sta svolgendo il dibattito.
Finito il clima di tensione dei giorni scorsi, ormai tra i delegati si respira un'aria di maggiore tranquillita' dal momento che la stragrande maggioranza ha optato per la soluzione del segretario con mandato sino ad ottobre 2009, bocciando l'ipotesi di ricorrere alle primarie.

E. LETTA, FRANCESCHINI ORA SIA FORTE NELL'INTERPRETARE SUO RUOLO - Dario Franceschini deve essere ora ''forte nell'interpretare fino in fondo il suo ruolo''. E' l'invito rivolto da Enrico Letta a Dario Franceschini nel corso dell'assemblea nazionale del Pd. Quello di Franceschini, sottolinea Letta, e' ''un discorso ben impostato. Le cose che ha detto sono giuste, ora le deve applicare''.

21 febbraio 2009



DA CLANDESTINOWEB

PARISI, NON AFFIDARCI A CHI CI HA PORTATO NEL PANTANO - "Non ritengo, ma lo dico con il massimo rispetto verso le persone, che possiamo ancora affidare i nostri destini politici collettivi a coloro che ci hanno condotto in questo pantano. A coloro che ha torto o ha ragione appaiono incapaci di sollecitare quella fiducia e quella speranza nel futuro senza le quali non potremo uscire dalla crisi. Per questo credo che ci voglia una nuova partenza". Lo ha detto Arturo Parisi nel suo intervento davanti all'assemblea nazionale del Pd. "Se guardiamo al nostro passato - sostiene - se proviamo a leggere nel nostro futuro, ci accorgiamo che questa nuova partenza potra' avvenire solo sotto il segno dell'ulivo". Secondo Parisi, "e' solo utile rimarcare come questo sia un momento in cui ciascuno di noi e' chiamato a interrogarsi su come riprendere la strada bruscamente interrotta. La responsabilita' pesa individualmente sulle scelte che ciascuno di noi fara'. Tanto piu' grave questa responsabilita' - conclude - perche' acuita dalla grave crisi che stiamo vivendo".

MARINI, SCELTA FRANCESCHINI NON SOLO GIUSTA MA OBBLIGATA - L'elezione di Dario Franceschini alla segreteria del Pd e' ''non solo una scelta giusta, ma obbligata''. A sostenere la scelta che l'assemblea nazionale del partito si appresta a fare e' Franco Marini, conversando coi cronisti al termine del discorso dell'attuale vice segretario del Pd. ''Oggi - spiega l'ex presidente del Senato - si elegge solo il segretario e questa, in vista delle prossime scadenze elettorali, non solo e' la strada giusta ma secondo me e' anche obbligata. I tempi sono cosi' stretti che un congresso come quello previsto dal nostro statuto, lungo, che coinvolge simpatizzanti e militanti, non poteva essere liquidato in un mese''.

PARISI, NUOVA PARTENZA SOLO NEL SEGNO DELL'ULIVO - ''Ci vuole una nuova partenza, e questa nuova partenza potra' venire solo sotto il segno dell'Ulivo''. Con queste parole Arturo Parisi conclude il suo intervento all'assemblea costituente del Pd.

BERSANI, STIAMO FACENDO LA COSA GIUSTA - "Stiamo facendo la cosa giusta. Attorno a Franceschini faremo le elezioni di giugno e poi il nostro congresso". Lo ha detto Pierluigi Bersani dopo il discorso con il quale l'attuale vicesegretario del Pd Dario Franceschini ha chiesto all'assemblea nazionale del partito, riunita alla Fiera di Roma, di eleggerlo segretario.

GUALTIERI: C'È UN CAMBIO DI LINEA, VOTO PER FRANCESCHINI - "Ho visto che c'e' un cambio di linea, mi ha convinto. Lo voto". Il 'dalemiano' Roberto Gualtieri scioglie le riserve dopo aver ascoltato il discorso all'assemblea costituente di Dario Franceschini.
"Ho apprezzato- spiega- un cambiamento di linea rispetto ad alcuni punti critici dell'impostazione veltroniana, in particolare sulla politica delle alleanze, sui rapporti con Prodi, sulla concezione del partito. Quanto ai temi etici- conclude- e' stato addirittura piu' incisivo di Veltroni".
PD: VOTO SEGRETO PER SEGRETARIO, URNE APERTE FINO ALLE 17.00 - L'assemblea nazionale del Pd votera' il segretario del partito dalle 15 fino alle 17. Il voto sara' segreto. I due candidati sono Dario Franceschini e Arturo Parisi. Dopo gli interventi dei due candidati, adesso si sta svolgendo il dibattito.
Finito il clima di tensione dei giorni scorsi, ormai tra i delegati si respira un'aria di maggiore tranquillita' dal momento che la stragrande maggioranza ha optato per la soluzione del segretario con mandato sino ad ottobre 2009, bocciando l'ipotesi di ricorrere alle primarie.
E. LETTA, FRANCESCHINI ORA SIA FORTE NELL'INTERPRETARE SUO RUOLO - Dario Franceschini deve essere ora ''forte nell'interpretare fino in fondo il suo ruolo''. E' l'invito rivolto da Enrico Letta a Dario Franceschini nel corso dell'assemblea nazionale del Pd. Quello di Franceschini, sottolinea Letta, e' ''un discorso ben impostato. Le cose che ha detto sono giuste, ora le deve applicare''.


BINETTI: FORSE MI ASTENGO, LAICITÀ INCLUDE ANCHE LA VITA - "Non ho ancora deciso, forse potrei astenermi". Cosi' Paola Binetti sintetizza il suo orientamento di voto per il segretario del Partito democratico Dario Franceschini. Critica e' l'esponente teodem del Pd sul passaggio della relazione di Franceschini in cui il candidato segretario ribadisce l'importanza della laicita' e a proposito del testamento biologico, la liberta' di scelta per l'individuo. "Anche io- dice Binetti- credo che la laicita' sia l'unico modo per concepire la politica oggi ma la mia concezione di laicita' prevede anche i valori dei credenti, a partire dalla difesa della vita. Noi vogliamo piena cittadinanza per i nostri valori- aggiunge- e non dobbiamo sentirci in condizione di doverci giustificare".

BINETTI: FRANCESCHINI NON MI E' PIACIUTO - "Sono entrata alla Fiera di Roma con una idea in testa, ma dopo aver sentito Franceschini" l'ho cambiata. Paola Binetti, all'assemblea nazionale del Pd, non nasconde il suo malumore per quanto detto dal candidato segretario sul testamento biologico: "Non mi e' piaciuto per nulla. Oltretutto- critica la 'teodem'- ha dato una interpretazione forzata, che non condivido, della questione dell'idratazione e alimentazione come servizio alla vita".

MATTEO COLANINNO ESORTA A TIRARE FUORI LE 'P.....' - L'ASSEMBLEA NAZIONALE APPLAUDE L'INVITO DELL'IMPRENDITORE - La sorpresa e il disorientamento durano una manciata di secondi, poi scatta l'applauso convinto. L'assemblea nazionale del Pd, riunita alla Nuova Fiera di Roma, probabilmente non si aspettava l'esortazione a "tirare fuori le p..." e soprattutto che questo esplicito invito a far ricorso agli 'attributi' fosse rivolto al Partito democratico non da un semplice militante di base ma da un imprenditore come Matteo Colaninno, per di piu' ministro ombra del Pd dello Sviluppo economico. Ma la sua esortazione viene subito sottolineata positivamente con un battimani.

SORO, MAL POSTO PROBLEMA DISCONTINUITA' CON VELTRONI - ''Il problema e' mal posto, Dario ha affermato una responsabile condivisione della segreteria Veltroni e ha cercato di indicare una via di uscita ai problemi segnalati da Veltroni che con le sue dimissioni ha dato una scossa''. Il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro inquadra cosi' il discorso di Dario Franceschini all'Assemblea nazionale, rispetto all'esperienza veltroniana. ''E' indubbio che - afferma Soro - si parta da alcune criticita' e Franceschini ha cercato di individuare una via di uscita'

CALIPARI: BENE FRANCESCHINI, PROSEGUE PROGETTO VELTRONI - "Bene il discorso di Dario Franceschini. Segna la piena continuita' del progetto del Partito democratico cosi' come finora delineato dalla segreteria di Walter Veltroni". Lo dichiara l'onorevole del Pd, Rosa Villecco Calipari che continua: "Ho sostenuto la candidatura di Franceschini e lo votero' convintamente. E ho trovato di grande rilevanza politica il passaggio del suo intervento in cui ha spiegato che scegliera' gli organismi dirigenti con collegialita' ma, ha precisato, che 'non fara' nessuna trattativa con nessuno'. Se terra' fede alle sue parole - conclude Villecco Calipari - riuscira' a comporre le varie anime del Pd senza dover soggiacere alle oligarchie distruttive del partito".

D'ALEMA, ABBIAMO FATTO LA SCELTA PIU' RAGIONEVOLE = 'ESIGENZA PRINCIPALE ERA DARE UNA RISPOSTA SUBITO' - Con la designazione a larghissima maggioranza di Dario Franceschini alla guida del Pd, "si e' scelta l'unica procedura ragionevole da seguire, al di la' della fondatezza delle altre proposte".
Lo ha sottolineato Massimo D'Alema a margine dell'assemblea nazionale del Pd in corso alla nuova Fiera di Roma. Primarie e congresso, dice in sostanza l'ex ministro degli Esteri, avrebbero allontanato l'obbligo di dare una risposta immediata all'emergenza che si e' creata con le dimissioni di Walter Veltroni.
"Ho apprezzato molto gli interventi di Morando, Lerner e Parisi ma la nostra esigenza era quella di dare una risposta subito al partito". Riguardo poi al discorso di 'investitura' pronunciato da Dario Franceschini, D'Alema osserva: "Mi pare che abbia mostrato in modo serio e responsabile la ragionevolezza della sua candidatura, chiamando tutte le forze del partito a reagire".

LARATTA, DA FRANCESCHINI UN DISCORSO CORAGGIOSO - "Da Dario Franceschini un discorso coraggioso". Ad affermarlo e' il deputato del PD Franco Laratta, dall'assemblea del Partito Democratico a Roma, riunita dopo le dimissioni di Walter Veltroni dalla carica di segretario. "Da lui il PD - ha aggiunto Laratta - deve aspettarsi scelte di grandissimo valore. Finisce un'epoca, Franceschini apre quella del riscatto e dell'orgoglio".

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