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domenica 22 febbraio 2009
PD, ELEZIONE FRANCESCHINI:TUTTE LE REAZIONI
Roma, 21 feb. (Adnkronos/Ign) - L'Assemblea del Pd ha eletto il successore di Walter Veltroni alla guida del partito: è Dario Franceschini, già vicesegretario. A stretto giro i commenti del mondo politico."Il successore di Veltroni - dichiara il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri - continua in una politica sbagliata dell'astio e dell'assenza di umilta'. Mini leader di transizione, verso il nulla, piu' che un segretario e' un diminutivo, come il suo nome. Durera' meno dei suoi predecessori sconfitti, come un intervallo in attesa del prossimo perdente. In bocca al lupo.
Anzi in bocca a D'Alema".Per il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto, Franceschini cavalca, ''ancora una volta, le versioni piu' rozze dell'antiberlusconismo, inventandosi che c'e' una dittatura alle porte che va bloccata ad ogni costo. Allo stato, comunque, ci sembra che il Pd abbia piu' un reggente che un leader, i cui problemi e i cui avversari stanno tutti dentro il Pd''.
Sulla stessa linea il commento del ministro per l'Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi. ''Il Pd e' avvitato su se stesso: anche oggi ha scelto l'antiberlusconismo come bandiera. Franceschini ha detto parole indegne su Berlusconi: povero Pd, Di Pietro se lo mangera' a morsi''.
Il presidente dei Deputati della Lega Nord Roberto Cota sostiene che ''il banco di prova per il Pd sara' il federalismo fiscale. Il Paese ha bisogno di riforme''. Ma ''negare l'esistenza della Padania, pero', non e' un buon inizio''.
Mentre il leader dell'Idv Antonio Di Pietro invita il Partito democratico ad una "opposizione intransigente al modello di governo Berlusconi, che si propone la costruzione di un'alternativa, che vede la lotta in favore delle fasce piu' deboli, perche' quello di Berlusconi e' un modello tipo sudamericano, ma di quello di un tempo". "Benedetto quel giorno in cui anche il Pd comincera' a camminare dritto", conclude.
FRANCESCHINI, ALLEANZE? PARLEREMO CON UDC E VECCHI ALLEATI - "Dovremo costruire una alleanza per vincere, parlare con l'Udc, ma anche con i nostri vecchi alleati. Il tutto pero' costruendo un programma di coesione vera in un campo di contrapposizione alla destra". Lo ha detto Dario Franceschini dal palco della nuova Fiera di Roma dove si sta svolgendo l'assemblea nazionale del Pd.
ASSEMBLEA ACCOGLIE IN SILENZIO APERTURA FRANCESCHINI A UDC - Un 'religioso' silenzio che forse suona piu' rumoroso di eventuali applausi o fischi accoglie le parole con le quali il candidato alla segreteria del Partito democratico Dario Franceschini spiega all'assemblea nazionale del Pd la necessita' che il partito si apra, oltre ai vecchi alleati, all'Udc di Casini. Il gelo scende sui quasi duemila delegati e ospiti che reagiscono in assoluto silenzio all'indicazione politica anticipata da Franceschini.
FRANCESCHINI: CHI MI APPLAUDE NON MI CHIEDA POSTI AZZERATI GOVERNO OMBRA E COORDINAMENTO, RESTA DIREZIONE - Dario Franceschini annuncia che dara' vita a nuovi organismi dirigenti, "ispirati alla collegialita' azzerando governo ombra e coordinamento". Ma dal palco dell'assemblea costituente avverte: "Non faro' nessuna trattativa con nessuno, scegliero' io e chi batte le mani adesso non venga domani a chiedere di nominare qualcuno". Rimarra' tuttavia la direzione nazionale "perche' eletta dall'assemblea costituente".
PARISI, NON AFFIDARCI A CHI CI HA PORTATO NEL PANTANO - "Non ritengo, ma lo dico con il massimo rispetto verso le persone, che possiamo ancora affidare i nostri destini politici collettivi a coloro che ci hanno condotto in questo pantano. A coloro che ha torto o ha ragione appaiono incapaci di sollecitare quella fiducia e quella speranza nel futuro senza le quali non potremo uscire dalla crisi. Per questo credo che ci voglia una nuova partenza". Lo ha detto Arturo Parisi nel suo intervento davanti all'assemblea nazionale del Pd. "Se guardiamo al nostro passato - sostiene - se proviamo a leggere nel nostro futuro, ci accorgiamo che questa nuova partenza potra' avvenire solo sotto il segno dell'ulivo". Secondo Parisi, "e' solo utile rimarcare come questo sia un momento in cui ciascuno di noi e' chiamato a interrogarsi su come riprendere la strada bruscamente interrotta. La responsabilita' pesa individualmente sulle scelte che ciascuno di noi fara'. Tanto piu' grave questa responsabilita' - conclude - perche' acuita dalla grave crisi che stiamo vivendo".
MARINI, SCELTA FRANCESCHINI NON SOLO GIUSTA MA OBBLIGATA - L'elezione di Dario Franceschini alla segreteria del Pd e' ''non solo una scelta giusta, ma obbligata''. A sostenere la scelta che l'assemblea nazionale del partito si appresta a fare e' Franco Marini, conversando coi cronisti al termine del discorso dell'attuale vice segretario del Pd. ''Oggi - spiega l'ex presidente del Senato - si elegge solo il segretario e questa, in vista delle prossime scadenze elettorali, non solo e' la strada giusta ma secondo me e' anche obbligata. I tempi sono cosi' stretti che un congresso come quello previsto dal nostro statuto, lungo, che coinvolge simpatizzanti e militanti, non poteva essere liquidato in un mese''.
PARISI, NUOVA PARTENZA SOLO NEL SEGNO DELL'ULIVO - ''Ci vuole una nuova partenza, e questa nuova partenza potra' venire solo sotto il segno dell'Ulivo''. Con queste parole Arturo Parisi conclude il suo intervento all'assemblea costituente del Pd.
BERSANI, STIAMO FACENDO LA COSA GIUSTA - "Stiamo facendo la cosa giusta. Attorno a Franceschini faremo le elezioni di giugno e poi il nostro congresso". Lo ha detto Pierluigi Bersani dopo il discorso con il quale l'attuale vicesegretario del Pd Dario Franceschini ha chiesto all'assemblea nazionale del partito, riunita alla Fiera di Roma, di eleggerlo segretario.
GUALTIERI: C'È UN CAMBIO DI LINEA, VOTO PER FRANCESCHINI - "Ho visto che c'e' un cambio di linea, mi ha convinto. Lo voto". Il 'dalemiano' Roberto Gualtieri scioglie le riserve dopo aver ascoltato il discorso all'assemblea costituente di Dario Franceschini.
"Ho apprezzato- spiega- un cambiamento di linea rispetto ad alcuni punti critici dell'impostazione veltroniana, in particolare sulla politica delle alleanze, sui rapporti con Prodi, sulla concezione del partito. Quanto ai temi etici- conclude- e' stato addirittura piu' incisivo di Veltroni".
PD: VOTO SEGRETO PER SEGRETARIO, URNE APERTE FINO ALLE 17.00 - L'assemblea nazionale del Pd votera' il segretario del partito dalle 15 fino alle 17. Il voto sara' segreto. I due candidati sono Dario Franceschini e Arturo Parisi. Dopo gli interventi dei due candidati, adesso si sta svolgendo il dibattito.
Finito il clima di tensione dei giorni scorsi, ormai tra i delegati si respira un'aria di maggiore tranquillita' dal momento che la stragrande maggioranza ha optato per la soluzione del segretario con mandato sino ad ottobre 2009, bocciando l'ipotesi di ricorrere alle primarie.
E. LETTA, FRANCESCHINI ORA SIA FORTE NELL'INTERPRETARE SUO RUOLO - Dario Franceschini deve essere ora ''forte nell'interpretare fino in fondo il suo ruolo''. E' l'invito rivolto da Enrico Letta a Dario Franceschini nel corso dell'assemblea nazionale del Pd. Quello di Franceschini, sottolinea Letta, e' ''un discorso ben impostato. Le cose che ha detto sono giuste, ora le deve applicare''.
21 febbraio 2009
DA CLANDESTINOWEB
PARISI, NON AFFIDARCI A CHI CI HA PORTATO NEL PANTANO - "Non ritengo, ma lo dico con il massimo rispetto verso le persone, che possiamo ancora affidare i nostri destini politici collettivi a coloro che ci hanno condotto in questo pantano. A coloro che ha torto o ha ragione appaiono incapaci di sollecitare quella fiducia e quella speranza nel futuro senza le quali non potremo uscire dalla crisi. Per questo credo che ci voglia una nuova partenza". Lo ha detto Arturo Parisi nel suo intervento davanti all'assemblea nazionale del Pd. "Se guardiamo al nostro passato - sostiene - se proviamo a leggere nel nostro futuro, ci accorgiamo che questa nuova partenza potra' avvenire solo sotto il segno dell'ulivo". Secondo Parisi, "e' solo utile rimarcare come questo sia un momento in cui ciascuno di noi e' chiamato a interrogarsi su come riprendere la strada bruscamente interrotta. La responsabilita' pesa individualmente sulle scelte che ciascuno di noi fara'. Tanto piu' grave questa responsabilita' - conclude - perche' acuita dalla grave crisi che stiamo vivendo".
MARINI, SCELTA FRANCESCHINI NON SOLO GIUSTA MA OBBLIGATA - L'elezione di Dario Franceschini alla segreteria del Pd e' ''non solo una scelta giusta, ma obbligata''. A sostenere la scelta che l'assemblea nazionale del partito si appresta a fare e' Franco Marini, conversando coi cronisti al termine del discorso dell'attuale vice segretario del Pd. ''Oggi - spiega l'ex presidente del Senato - si elegge solo il segretario e questa, in vista delle prossime scadenze elettorali, non solo e' la strada giusta ma secondo me e' anche obbligata. I tempi sono cosi' stretti che un congresso come quello previsto dal nostro statuto, lungo, che coinvolge simpatizzanti e militanti, non poteva essere liquidato in un mese''.
PARISI, NUOVA PARTENZA SOLO NEL SEGNO DELL'ULIVO - ''Ci vuole una nuova partenza, e questa nuova partenza potra' venire solo sotto il segno dell'Ulivo''. Con queste parole Arturo Parisi conclude il suo intervento all'assemblea costituente del Pd.
BERSANI, STIAMO FACENDO LA COSA GIUSTA - "Stiamo facendo la cosa giusta. Attorno a Franceschini faremo le elezioni di giugno e poi il nostro congresso". Lo ha detto Pierluigi Bersani dopo il discorso con il quale l'attuale vicesegretario del Pd Dario Franceschini ha chiesto all'assemblea nazionale del partito, riunita alla Fiera di Roma, di eleggerlo segretario.
GUALTIERI: C'È UN CAMBIO DI LINEA, VOTO PER FRANCESCHINI - "Ho visto che c'e' un cambio di linea, mi ha convinto. Lo voto". Il 'dalemiano' Roberto Gualtieri scioglie le riserve dopo aver ascoltato il discorso all'assemblea costituente di Dario Franceschini.
"Ho apprezzato- spiega- un cambiamento di linea rispetto ad alcuni punti critici dell'impostazione veltroniana, in particolare sulla politica delle alleanze, sui rapporti con Prodi, sulla concezione del partito. Quanto ai temi etici- conclude- e' stato addirittura piu' incisivo di Veltroni".
PD: VOTO SEGRETO PER SEGRETARIO, URNE APERTE FINO ALLE 17.00 - L'assemblea nazionale del Pd votera' il segretario del partito dalle 15 fino alle 17. Il voto sara' segreto. I due candidati sono Dario Franceschini e Arturo Parisi. Dopo gli interventi dei due candidati, adesso si sta svolgendo il dibattito.
Finito il clima di tensione dei giorni scorsi, ormai tra i delegati si respira un'aria di maggiore tranquillita' dal momento che la stragrande maggioranza ha optato per la soluzione del segretario con mandato sino ad ottobre 2009, bocciando l'ipotesi di ricorrere alle primarie.
E. LETTA, FRANCESCHINI ORA SIA FORTE NELL'INTERPRETARE SUO RUOLO - Dario Franceschini deve essere ora ''forte nell'interpretare fino in fondo il suo ruolo''. E' l'invito rivolto da Enrico Letta a Dario Franceschini nel corso dell'assemblea nazionale del Pd. Quello di Franceschini, sottolinea Letta, e' ''un discorso ben impostato. Le cose che ha detto sono giuste, ora le deve applicare''.
BINETTI: FORSE MI ASTENGO, LAICITÀ INCLUDE ANCHE LA VITA - "Non ho ancora deciso, forse potrei astenermi". Cosi' Paola Binetti sintetizza il suo orientamento di voto per il segretario del Partito democratico Dario Franceschini. Critica e' l'esponente teodem del Pd sul passaggio della relazione di Franceschini in cui il candidato segretario ribadisce l'importanza della laicita' e a proposito del testamento biologico, la liberta' di scelta per l'individuo. "Anche io- dice Binetti- credo che la laicita' sia l'unico modo per concepire la politica oggi ma la mia concezione di laicita' prevede anche i valori dei credenti, a partire dalla difesa della vita. Noi vogliamo piena cittadinanza per i nostri valori- aggiunge- e non dobbiamo sentirci in condizione di doverci giustificare".
BINETTI: FRANCESCHINI NON MI E' PIACIUTO - "Sono entrata alla Fiera di Roma con una idea in testa, ma dopo aver sentito Franceschini" l'ho cambiata. Paola Binetti, all'assemblea nazionale del Pd, non nasconde il suo malumore per quanto detto dal candidato segretario sul testamento biologico: "Non mi e' piaciuto per nulla. Oltretutto- critica la 'teodem'- ha dato una interpretazione forzata, che non condivido, della questione dell'idratazione e alimentazione come servizio alla vita".
MATTEO COLANINNO ESORTA A TIRARE FUORI LE 'P.....' - L'ASSEMBLEA NAZIONALE APPLAUDE L'INVITO DELL'IMPRENDITORE - La sorpresa e il disorientamento durano una manciata di secondi, poi scatta l'applauso convinto. L'assemblea nazionale del Pd, riunita alla Nuova Fiera di Roma, probabilmente non si aspettava l'esortazione a "tirare fuori le p..." e soprattutto che questo esplicito invito a far ricorso agli 'attributi' fosse rivolto al Partito democratico non da un semplice militante di base ma da un imprenditore come Matteo Colaninno, per di piu' ministro ombra del Pd dello Sviluppo economico. Ma la sua esortazione viene subito sottolineata positivamente con un battimani.
SORO, MAL POSTO PROBLEMA DISCONTINUITA' CON VELTRONI - ''Il problema e' mal posto, Dario ha affermato una responsabile condivisione della segreteria Veltroni e ha cercato di indicare una via di uscita ai problemi segnalati da Veltroni che con le sue dimissioni ha dato una scossa''. Il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro inquadra cosi' il discorso di Dario Franceschini all'Assemblea nazionale, rispetto all'esperienza veltroniana. ''E' indubbio che - afferma Soro - si parta da alcune criticita' e Franceschini ha cercato di individuare una via di uscita'
CALIPARI: BENE FRANCESCHINI, PROSEGUE PROGETTO VELTRONI - "Bene il discorso di Dario Franceschini. Segna la piena continuita' del progetto del Partito democratico cosi' come finora delineato dalla segreteria di Walter Veltroni". Lo dichiara l'onorevole del Pd, Rosa Villecco Calipari che continua: "Ho sostenuto la candidatura di Franceschini e lo votero' convintamente. E ho trovato di grande rilevanza politica il passaggio del suo intervento in cui ha spiegato che scegliera' gli organismi dirigenti con collegialita' ma, ha precisato, che 'non fara' nessuna trattativa con nessuno'. Se terra' fede alle sue parole - conclude Villecco Calipari - riuscira' a comporre le varie anime del Pd senza dover soggiacere alle oligarchie distruttive del partito".
D'ALEMA, ABBIAMO FATTO LA SCELTA PIU' RAGIONEVOLE = 'ESIGENZA PRINCIPALE ERA DARE UNA RISPOSTA SUBITO' - Con la designazione a larghissima maggioranza di Dario Franceschini alla guida del Pd, "si e' scelta l'unica procedura ragionevole da seguire, al di la' della fondatezza delle altre proposte".
Lo ha sottolineato Massimo D'Alema a margine dell'assemblea nazionale del Pd in corso alla nuova Fiera di Roma. Primarie e congresso, dice in sostanza l'ex ministro degli Esteri, avrebbero allontanato l'obbligo di dare una risposta immediata all'emergenza che si e' creata con le dimissioni di Walter Veltroni.
"Ho apprezzato molto gli interventi di Morando, Lerner e Parisi ma la nostra esigenza era quella di dare una risposta subito al partito". Riguardo poi al discorso di 'investitura' pronunciato da Dario Franceschini, D'Alema osserva: "Mi pare che abbia mostrato in modo serio e responsabile la ragionevolezza della sua candidatura, chiamando tutte le forze del partito a reagire".
LARATTA, DA FRANCESCHINI UN DISCORSO CORAGGIOSO - "Da Dario Franceschini un discorso coraggioso". Ad affermarlo e' il deputato del PD Franco Laratta, dall'assemblea del Partito Democratico a Roma, riunita dopo le dimissioni di Walter Veltroni dalla carica di segretario. "Da lui il PD - ha aggiunto Laratta - deve aspettarsi scelte di grandissimo valore. Finisce un'epoca, Franceschini apre quella del riscatto e dell'orgoglio".
sabato 21 febbraio 2009
Assemblea PD: Franceschini eletto, tanti gli scontenti
Franceschini è il nuovo segretario. «Più spazio ai giovani»
di Cesare Buquicchio
Azzeramento del governo ombra e del coordinamento nazionale. “Silenzio stampa” per i dirigenti del Pd, ovvero mai più interviste per esprimere dissenso sulle decisioni del partito. E una nuova stagione di alleanze, dall’Udc ai partiti della sinistra. Dario Franceschini è il nuovo segretario del Partito democratico e nel suo discorso riparte da questi tre punti forti.
A consegnarli la segreteria ci sono i numeri dell’assemblea nazionale del Partito democratico chiamata a sciogliere la crisi aperta dalle dimissioni irrevocabili di Walter Veltroni. Gli stessi numeri (1.047 preferenze) che hanno scelto nettamente lui contro l’unico candidato alternativo Arturo Parisi (92 voti). Gli stessi numeri che in mattinata avevano respinto il tentativo di un gruppo di delegati di chiedere subito le primarie, di rinnovare il partito a partire dal popolo dei suoi elettori. E così, al momento della conta sono 207, circa il 16% dei votanti, quelli che vorrebbero sciogliere l’assemblea e andare al voto nei circoli e tra i gazebo.
Con Franceschini ha vinto “la responsabilità”. O meglio, è quello che ripetono tanti delegati in platea e tanti dirigenti sul palco. Tra un delegato che gioca al solitario con il suo telefono palmare, altre due che si confrontano sui progressi sciistici compiuti nella settimana bianca trascorsa a St. Moritz e i giovani democratici del Lazio che raccolgono firme per chiedere alle istituzioni europee di stanziare più fondi per la mobilità Erasmus, sono molti i delegati insoddisfatti della scelta Franceschini, per niente fiduciosi sul destino del partito, ma che, “nonostante tutto” hanno votato con la maggioranza per “senso di responsabilità”.
Il giovane Andrea Mollica da Luino, Varese, ascolta l'intervento di Fassino e scuote la testa. Sul suo maglione spicca la spilletta di Obama con la scritta "Hope" e rivendica i grandi pensatori nati nella sua città: Piero Chiara e Vittorio Sereni. «Non sapevo che fare - dice -. La tentazione di mandarli tutti a casa è stata forte, ma c'era il rischio che con le primarie si riorganizzassero i dalemiani o qualche altro gruppo molto strutturato e vincessero le primarie legittimandosi con ancora più forza. A quel punto potevamo dire definitivamente addio al rinnovamento».
Insomma, paura, responsabilità, voglia di evitare ulteriori dolorose lacerazioni, mancanza di alternative serie. Il popolo di Facebook, che aveva provato ad organizzare su Internet una linea alternativa a quella della dirigenza del partito, battuto dal popolo delle telefonate, dei capannelli, dei richiami agli anni di militanza comune.
La palla passa ora a Dario Franceschini, secondo segretario del giovane Partito Democratico. In pochi mesi dovrà fare quello che non è riuscito a fare Veltroni. Radicare il partito creando e rendendo attivi migliaia di circoli in tutta Italia. Rinnovare gli organismi dirigenti puntando sul merito, sui giovani, sugli amministratori e sui dirigenti locali. Riuscire a “sopravvivere” al turno elettorale di giugno e portare il Pd verso il congresso di ottobre. “Adesso è il momento dell’unità, di guardare al futuro” ha detto subito dopo l’elezione Franceschini. Che domani andrà a giurare sulla Costituzione a Ferrara. “Di fronte al castello Estense dove furono trucidati nel 1943 tredici cittadini innocenti farò quello che un segretario di partito non ha mai fatto. Chiederò a mio padre che ha 87 anni ed è un partigiano di portare la Costituzione e le giurerò fedeltà”. E proprio la Carta assieme all’unità sindacale saranno i valori fondanti del Pd.
“Dario è la persona giusta” ha detto Walter Veltroni con una nota d’augurio, “è la persona giusta per guidare il partito verso le nuove sfide che penso potranno vedere per il Pd quei successi che merita. A lui – ha concluso Veltroni voglio dare un abbraccio e rivolgere il più caloroso e affettuoso augurio di buon lavoro”.
Che si annuncia arduo. Ma se tutto andrà in porto potrebbe anche smentire una delle sue affermazioni di questa mattina: “Il mio lavoro finirà ad ottobre. Interpreto questo ruolo come un servizio. Non sono qui per preparare un mio futuro personale, il mio lavoro finisce ad ottobre con il congresso e le primarie”.
L'unità 21 febbraio 2009
Di Pietro: ora opposizione vera a questo governo "sudamericano"
ROMA (21 febbraio) - «Sia benedetto quel giorno che anche il Pd finirà di fare svolte e incomincerà a camminare dritto verso un'opposizione intransigente al potere di Berlusconi, che rappresenta un governo di tipo sudamericano, come quelli di una volta - dice il leader di Idv, Antonio Di Pietro - Dobbiamo andare verso la costruzione di un'alternativa per la difesa delle classi sociali più deboli e alla lotta alla criminalità, quella vera, non quella che il governo fa con le norme sulle intercettazioni, che impediscono di mettere in galera gli stupratori». Ancora a proposito di Franceschini, Di Pietro ha concluso: «Noi sappiamo che abbiamo bisogno dell'aiuto degli altri. Mentre si decidono, non possiamo stare ad aspettare, andiamo a fortificare le postazioni per fare la resistenza e difendere la democrazia».
21 febbraio 2009
di Cesare Buquicchio
Azzeramento del governo ombra e del coordinamento nazionale. “Silenzio stampa” per i dirigenti del Pd, ovvero mai più interviste per esprimere dissenso sulle decisioni del partito. E una nuova stagione di alleanze, dall’Udc ai partiti della sinistra. Dario Franceschini è il nuovo segretario del Partito democratico e nel suo discorso riparte da questi tre punti forti.
A consegnarli la segreteria ci sono i numeri dell’assemblea nazionale del Partito democratico chiamata a sciogliere la crisi aperta dalle dimissioni irrevocabili di Walter Veltroni. Gli stessi numeri (1.047 preferenze) che hanno scelto nettamente lui contro l’unico candidato alternativo Arturo Parisi (92 voti). Gli stessi numeri che in mattinata avevano respinto il tentativo di un gruppo di delegati di chiedere subito le primarie, di rinnovare il partito a partire dal popolo dei suoi elettori. E così, al momento della conta sono 207, circa il 16% dei votanti, quelli che vorrebbero sciogliere l’assemblea e andare al voto nei circoli e tra i gazebo.
Con Franceschini ha vinto “la responsabilità”. O meglio, è quello che ripetono tanti delegati in platea e tanti dirigenti sul palco. Tra un delegato che gioca al solitario con il suo telefono palmare, altre due che si confrontano sui progressi sciistici compiuti nella settimana bianca trascorsa a St. Moritz e i giovani democratici del Lazio che raccolgono firme per chiedere alle istituzioni europee di stanziare più fondi per la mobilità Erasmus, sono molti i delegati insoddisfatti della scelta Franceschini, per niente fiduciosi sul destino del partito, ma che, “nonostante tutto” hanno votato con la maggioranza per “senso di responsabilità”.
Il giovane Andrea Mollica da Luino, Varese, ascolta l'intervento di Fassino e scuote la testa. Sul suo maglione spicca la spilletta di Obama con la scritta "Hope" e rivendica i grandi pensatori nati nella sua città: Piero Chiara e Vittorio Sereni. «Non sapevo che fare - dice -. La tentazione di mandarli tutti a casa è stata forte, ma c'era il rischio che con le primarie si riorganizzassero i dalemiani o qualche altro gruppo molto strutturato e vincessero le primarie legittimandosi con ancora più forza. A quel punto potevamo dire definitivamente addio al rinnovamento».
Insomma, paura, responsabilità, voglia di evitare ulteriori dolorose lacerazioni, mancanza di alternative serie. Il popolo di Facebook, che aveva provato ad organizzare su Internet una linea alternativa a quella della dirigenza del partito, battuto dal popolo delle telefonate, dei capannelli, dei richiami agli anni di militanza comune.
La palla passa ora a Dario Franceschini, secondo segretario del giovane Partito Democratico. In pochi mesi dovrà fare quello che non è riuscito a fare Veltroni. Radicare il partito creando e rendendo attivi migliaia di circoli in tutta Italia. Rinnovare gli organismi dirigenti puntando sul merito, sui giovani, sugli amministratori e sui dirigenti locali. Riuscire a “sopravvivere” al turno elettorale di giugno e portare il Pd verso il congresso di ottobre. “Adesso è il momento dell’unità, di guardare al futuro” ha detto subito dopo l’elezione Franceschini. Che domani andrà a giurare sulla Costituzione a Ferrara. “Di fronte al castello Estense dove furono trucidati nel 1943 tredici cittadini innocenti farò quello che un segretario di partito non ha mai fatto. Chiederò a mio padre che ha 87 anni ed è un partigiano di portare la Costituzione e le giurerò fedeltà”. E proprio la Carta assieme all’unità sindacale saranno i valori fondanti del Pd.
“Dario è la persona giusta” ha detto Walter Veltroni con una nota d’augurio, “è la persona giusta per guidare il partito verso le nuove sfide che penso potranno vedere per il Pd quei successi che merita. A lui – ha concluso Veltroni voglio dare un abbraccio e rivolgere il più caloroso e affettuoso augurio di buon lavoro”.
Che si annuncia arduo. Ma se tutto andrà in porto potrebbe anche smentire una delle sue affermazioni di questa mattina: “Il mio lavoro finirà ad ottobre. Interpreto questo ruolo come un servizio. Non sono qui per preparare un mio futuro personale, il mio lavoro finisce ad ottobre con il congresso e le primarie”.
L'unità 21 febbraio 2009
Di Pietro: ora opposizione vera a questo governo "sudamericano"
ROMA (21 febbraio) - «Sia benedetto quel giorno che anche il Pd finirà di fare svolte e incomincerà a camminare dritto verso un'opposizione intransigente al potere di Berlusconi, che rappresenta un governo di tipo sudamericano, come quelli di una volta - dice il leader di Idv, Antonio Di Pietro - Dobbiamo andare verso la costruzione di un'alternativa per la difesa delle classi sociali più deboli e alla lotta alla criminalità, quella vera, non quella che il governo fa con le norme sulle intercettazioni, che impediscono di mettere in galera gli stupratori». Ancora a proposito di Franceschini, Di Pietro ha concluso: «Noi sappiamo che abbiamo bisogno dell'aiuto degli altri. Mentre si decidono, non possiamo stare ad aspettare, andiamo a fortificare le postazioni per fare la resistenza e difendere la democrazia».
21 febbraio 2009
PD, FRANCESCHINI APRE A UDC E L'ASSEMBLEA SI GELA
PD: ASSEMBLEA ACCOGLIE IN SILENZIO APERTURA FRANCESCHINI A UDC
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Un 'religioso' silenzio che forse suona piu' rumoroso di eventuali applausi o fischi accoglie le parole con le quali il candidato alla segreteria del Partito democratico Dario Franceschini spiega all'assemblea nazionale del Pd la necessita' che il partito si apra, oltre ai vecchi alleati, all'Udc di Casini.
Il gelo scende sui quasi duemila delegati e ospiti che reagiscono in assoluto silenzio all'indicazione politica anticipata da Franceschini.
PD: PER FRANCESCHINI APPLAUSO PIU' FORTE SU AZZERAMENTO CARICHE E GOVERNO OMBRA
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - L'applauso piu' vigoroso il candidato alla segreteria del Partito democratico Dario Franceschini lo raccoglie, nell'assemblea nazionale del Pd, quando fa una promessa che suona come suo primo impegno concreto in caso di elezione: l'azzeramento di tutte le cariche nel partito, ad eccezione della direzione, e la cancellazione del governo ombra.
E alla platea che applaude convinta nella sua larghissima maggioranza, Franceschini lancia anche un avviso, anch'esso accolto dagli applausi dei delegati: "Scegliero' io le persone. Chi ora batte le mani, non venga dopo da me a chiedermi di nominare qualcuno".
«Se sarò eletto restero' solo fino al prossimo congresso»
Franceschini: «E' il momento della verità, dobbiamo capire i nostri errori»
Il discorso: «Azzererò il coordinamento, il governo ombra, non la direzione che è stata eletta»
Dario Franceschini (Ap)ROMA - «Questo è il momento della verità e non delle emozioni, serve chiarezza ed il momento in cui tutti insieme ci rimbocchiamo le maniche»: così il vicesegretario uscente del Pd Dario Franceschini, aprendo il suo discorso all'Assemblea nazionale del Pd subito dopo il via libera dei delegati all'elezione di un nuovo segretario. «Sono stato descritto come debole, dilettante, un signor nessuno - dice Franceschini, che è il più accreditato candidato per essere eletto alla guida del partito fino al congresso in autunno - e così mi hanno consigliato di fare un discorso ricco di calore, in grado di portare l'Assemblea all'emotività. Ma questo non è il momento delle emozioni, è il momento della verità. Dobbiamo capire i nostri errori ed avere l'orgoglio - afferma ancora Franceschini - delle cose belle». «Non posso nascondere la crisi in cui siamo, ma abbiamo costruito non solo un contenitore ma una nuova appartenenza ed è questa che crea dolore, delusioni perchè è dettata dal sentimento di essere in una casa nuova, in una casa comune. Non ci saranno crisi - ha aggiunto Franceschini - che ci possano far rinunciare all'idea che il nostro è un futuro comune».
LA CANDIDATURA - Franceschini spiega di aver accettato di candidarsi a segretario del Pd come un mandato di servizio assicurando di non avere mire personali per il futuro, e che quindi a ottobre terminerà il suo lavoro. «Io non l'ho chiesto - ha spiegato - volevo rifiutare. Ma poi sarebbe sembrata una fuga. Interpreto questo ruolo come servizio, sarà come un compito difficilissimo». Spiega che si occuperà di gestire questa delicata fase «per affrontare le europee e garantire poi lo svolgimento del congresso». Ribadisce «io non l'ho chiesto, non ho fatto patti, non ho padrini, nè protettori. Non sono qui per preparare il mio destino personale - garantisce - il mio lavoro finisce ad ottobre». Franceschini ha annunciato che convocherà al più presto la direzione «per stabilire le nuove regole».
STOP A GOVERNO-OMBRA - Se verrà eletto segretario Franceschini azzererà il governo ombra e il coordinamento nazionale: «Se mi eleggerete ricominceremo da lunedì. Azzererò il coordinamento, il governo ombra, non la direzione che è stata eletta. Metterò in piedi nuove forme di collegialità con aperture al territorio, ai sindaci, ai segretari regionali». Ma, ha avvertito, «non farò trattative con nessuno, sceglierò io. Sceglierò io e chi batte le mani adesso non venga domani a chiedere di nominare qualcuno. Sentirò gli uomini del partito ma senza coinvolgerle nella gestione del partito».
L'ATTACCO A BERLUSCONI - «Silvio Berlusconi non vuole governare, ma diventare il padrone d’Italia» ha detto ancora Franceschini. «Berlusconi ha in mente una forma moderna di autoritarismo, e ho misurato le parole. Non vuole governare il Paese, vuole diventare padrone d’Italia». Secondo Franceschini, il premier «vive come un ingombro il Parlamento e il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica, arriva al cinismo di attaccare la Costituzione attorno al letto di un ragazza morente, al cinismo di sfruttare la paura per legalizzare le ronde, contro tutti i diritti umani». Per questo, «le nostre divisioni sono più colpevoli perchè in Europa - fa notare - solo nel nostro Paese abbiamo un presidente del Consiglio che offende la Costituzione, disprezza i principi della democrazia. Di fronte a ciò, e i riformisti alzano la voce e mettono in campo tutte le forze per difendere la Costituzione».
CORRIERE DELLA SERA 21 febbraio 2009
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Un 'religioso' silenzio che forse suona piu' rumoroso di eventuali applausi o fischi accoglie le parole con le quali il candidato alla segreteria del Partito democratico Dario Franceschini spiega all'assemblea nazionale del Pd la necessita' che il partito si apra, oltre ai vecchi alleati, all'Udc di Casini.
Il gelo scende sui quasi duemila delegati e ospiti che reagiscono in assoluto silenzio all'indicazione politica anticipata da Franceschini.
PD: PER FRANCESCHINI APPLAUSO PIU' FORTE SU AZZERAMENTO CARICHE E GOVERNO OMBRA
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - L'applauso piu' vigoroso il candidato alla segreteria del Partito democratico Dario Franceschini lo raccoglie, nell'assemblea nazionale del Pd, quando fa una promessa che suona come suo primo impegno concreto in caso di elezione: l'azzeramento di tutte le cariche nel partito, ad eccezione della direzione, e la cancellazione del governo ombra.
E alla platea che applaude convinta nella sua larghissima maggioranza, Franceschini lancia anche un avviso, anch'esso accolto dagli applausi dei delegati: "Scegliero' io le persone. Chi ora batte le mani, non venga dopo da me a chiedermi di nominare qualcuno".
«Se sarò eletto restero' solo fino al prossimo congresso»
Franceschini: «E' il momento della verità, dobbiamo capire i nostri errori»
Il discorso: «Azzererò il coordinamento, il governo ombra, non la direzione che è stata eletta»
Dario Franceschini (Ap)ROMA - «Questo è il momento della verità e non delle emozioni, serve chiarezza ed il momento in cui tutti insieme ci rimbocchiamo le maniche»: così il vicesegretario uscente del Pd Dario Franceschini, aprendo il suo discorso all'Assemblea nazionale del Pd subito dopo il via libera dei delegati all'elezione di un nuovo segretario. «Sono stato descritto come debole, dilettante, un signor nessuno - dice Franceschini, che è il più accreditato candidato per essere eletto alla guida del partito fino al congresso in autunno - e così mi hanno consigliato di fare un discorso ricco di calore, in grado di portare l'Assemblea all'emotività. Ma questo non è il momento delle emozioni, è il momento della verità. Dobbiamo capire i nostri errori ed avere l'orgoglio - afferma ancora Franceschini - delle cose belle». «Non posso nascondere la crisi in cui siamo, ma abbiamo costruito non solo un contenitore ma una nuova appartenenza ed è questa che crea dolore, delusioni perchè è dettata dal sentimento di essere in una casa nuova, in una casa comune. Non ci saranno crisi - ha aggiunto Franceschini - che ci possano far rinunciare all'idea che il nostro è un futuro comune».
LA CANDIDATURA - Franceschini spiega di aver accettato di candidarsi a segretario del Pd come un mandato di servizio assicurando di non avere mire personali per il futuro, e che quindi a ottobre terminerà il suo lavoro. «Io non l'ho chiesto - ha spiegato - volevo rifiutare. Ma poi sarebbe sembrata una fuga. Interpreto questo ruolo come servizio, sarà come un compito difficilissimo». Spiega che si occuperà di gestire questa delicata fase «per affrontare le europee e garantire poi lo svolgimento del congresso». Ribadisce «io non l'ho chiesto, non ho fatto patti, non ho padrini, nè protettori. Non sono qui per preparare il mio destino personale - garantisce - il mio lavoro finisce ad ottobre». Franceschini ha annunciato che convocherà al più presto la direzione «per stabilire le nuove regole».
STOP A GOVERNO-OMBRA - Se verrà eletto segretario Franceschini azzererà il governo ombra e il coordinamento nazionale: «Se mi eleggerete ricominceremo da lunedì. Azzererò il coordinamento, il governo ombra, non la direzione che è stata eletta. Metterò in piedi nuove forme di collegialità con aperture al territorio, ai sindaci, ai segretari regionali». Ma, ha avvertito, «non farò trattative con nessuno, sceglierò io. Sceglierò io e chi batte le mani adesso non venga domani a chiedere di nominare qualcuno. Sentirò gli uomini del partito ma senza coinvolgerle nella gestione del partito».
L'ATTACCO A BERLUSCONI - «Silvio Berlusconi non vuole governare, ma diventare il padrone d’Italia» ha detto ancora Franceschini. «Berlusconi ha in mente una forma moderna di autoritarismo, e ho misurato le parole. Non vuole governare il Paese, vuole diventare padrone d’Italia». Secondo Franceschini, il premier «vive come un ingombro il Parlamento e il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica, arriva al cinismo di attaccare la Costituzione attorno al letto di un ragazza morente, al cinismo di sfruttare la paura per legalizzare le ronde, contro tutti i diritti umani». Per questo, «le nostre divisioni sono più colpevoli perchè in Europa - fa notare - solo nel nostro Paese abbiamo un presidente del Consiglio che offende la Costituzione, disprezza i principi della democrazia. Di fronte a ciò, e i riformisti alzano la voce e mettono in campo tutte le forze per difendere la Costituzione».
CORRIERE DELLA SERA 21 febbraio 2009
ASSEMBLEA PD: GLI INTERVENTI
PD: CINQUE INTERVENTI PRO FRANCESCHINI, CINQUE PER PRIMARIE
(ASCA) - Roma, 21 feb - Dieci interventi, cinque per parte, per sostenere la tesi dell'elezione subito del nuovo segretario del Pd o andare alle primarie. Cinque quelli a favore, tra cui Piero Fassino, Vasco Errani, Rosy Bindi, ed un giovane segretario di una sezione di Livorno. A favore, invece, delle primarie subito, parleranno Arturo Parisi, Franco Monaco, Gad Lerner, Paola Concia e per ultimo Enrico Morando. Le candidature invece potranno essere annunciate entro le 13.15, come ha spiegato il presidente dell'assemblea, Anna Finocchiaro.
dnp/uda/ss
PD: PARISI, ASSEMBLEA DI RATIFICA NON SUFFICIENTE. SERVONO PRIMARIE
(ASCA) - Roma, 21 feb - ''Tutto sembra gia' deciso, ma non e' queto il modo di costruire un partito: il nuovo segretario deve avere la stessa forza del segretario dimissionario. No, questa assemblea di ratifica non e' sufficiente. Non basta una riesumazione frettolosa (dell'assemblea) per dare forza al segretario''.
E' quanto ha affermato Arturo Parisi, intervenendo all'Assemblea costituente del Pd per proporre la convocazione, subito, delle primarie per eleggere il nuovo segretario del partito.
Parisi ha ribadito le sue critiche a Veltroni per le dimissioni che pure ha detto di capire ''umanamente'' vista la ''solitudine'' in cui e' stato lasciato.
''Occorre una linea politica nitida -ha detto- che ci e' stata negata dalle dimissioni di Veltroni. Questa assemblea aveva il diritto di sentirne le ragioni che sono state rese pubbliche in una conferenza stampa. E' un comportamento che umanamente capisco e non mi sento di ergermi a giudice.
Dimissioni causate dalla solitudine''. In questo senso, ha aggiunto Parisi ''mi scuso con Walter''. ''Ma in politica -ha pe'oi aggiunto Parisi- questo non puo' essere il metodo da indicare agli iscritti''.
min/uda/ss
PD: FASSINO, FRANCESCHINI SEGRETARIO VERO NON REGGENTE
(ASCA) - Roma, 21 feb - Il partito democratico ha bisogno di un segretario vero, con pieni poteri, non di un reggente. A sostenerlo e' Piero Fassino, nel suo intervento all'assemblea nazionale del Pd.
''Noi qui non eleggiamo un reggente, una figura di transizione, ma un segretario vero'', ha detto Fassino ribadendo che il nuovo leader del Pd deve poter agire ''nella pienezza dei suoi poteri''. Al partito serve ''un segretario capace di accelerare il processo di rinnovo generazionale, e io penso che se l'assemblea decide di votare Franceschini lui e', per qualita' umane e politiche, l'uomo che puo' guidarci in questa fase'', ha aggiunto l'esponente del Pd, seguito da un lungo applauso della platea di delegati. Il problema del Pd non e' stato quello di ''essere troppo partito'', ma il fatto che ''ce n'e' stato troppo poco''. Ecco perche', continua Fassino, ''noi abbiamo bisogno di una guida forte subito''.
Per l'ex segretario dei Ds solo dopo aver affrontato questa fase ''noi potremo arrivare al passaggio congressuale che culminera' nelle primarie''. Quanto alle primarie, Fassino ha spiegato il perche' del suo ''no' al ricorso alle consultazioni. ''Capisco la spinta genuina a chiedere le primarie subito, che e' poi una voglia di assumersi le responsabilita' ma le primarie non sono un esercizio plebiscitario''. Scindere le primarie dal congresso, quindi, conclude l'esponente del Pd, sarebbe ''un esercizio democratico slegato dal dibattito politico''.
dnp/uda/ss
(ASCA) - Roma, 21 feb - Dieci interventi, cinque per parte, per sostenere la tesi dell'elezione subito del nuovo segretario del Pd o andare alle primarie. Cinque quelli a favore, tra cui Piero Fassino, Vasco Errani, Rosy Bindi, ed un giovane segretario di una sezione di Livorno. A favore, invece, delle primarie subito, parleranno Arturo Parisi, Franco Monaco, Gad Lerner, Paola Concia e per ultimo Enrico Morando. Le candidature invece potranno essere annunciate entro le 13.15, come ha spiegato il presidente dell'assemblea, Anna Finocchiaro.
dnp/uda/ss
PD: PARISI, ASSEMBLEA DI RATIFICA NON SUFFICIENTE. SERVONO PRIMARIE
(ASCA) - Roma, 21 feb - ''Tutto sembra gia' deciso, ma non e' queto il modo di costruire un partito: il nuovo segretario deve avere la stessa forza del segretario dimissionario. No, questa assemblea di ratifica non e' sufficiente. Non basta una riesumazione frettolosa (dell'assemblea) per dare forza al segretario''.
E' quanto ha affermato Arturo Parisi, intervenendo all'Assemblea costituente del Pd per proporre la convocazione, subito, delle primarie per eleggere il nuovo segretario del partito.
Parisi ha ribadito le sue critiche a Veltroni per le dimissioni che pure ha detto di capire ''umanamente'' vista la ''solitudine'' in cui e' stato lasciato.
''Occorre una linea politica nitida -ha detto- che ci e' stata negata dalle dimissioni di Veltroni. Questa assemblea aveva il diritto di sentirne le ragioni che sono state rese pubbliche in una conferenza stampa. E' un comportamento che umanamente capisco e non mi sento di ergermi a giudice.
Dimissioni causate dalla solitudine''. In questo senso, ha aggiunto Parisi ''mi scuso con Walter''. ''Ma in politica -ha pe'oi aggiunto Parisi- questo non puo' essere il metodo da indicare agli iscritti''.
min/uda/ss
PD: FASSINO, FRANCESCHINI SEGRETARIO VERO NON REGGENTE
(ASCA) - Roma, 21 feb - Il partito democratico ha bisogno di un segretario vero, con pieni poteri, non di un reggente. A sostenerlo e' Piero Fassino, nel suo intervento all'assemblea nazionale del Pd.
''Noi qui non eleggiamo un reggente, una figura di transizione, ma un segretario vero'', ha detto Fassino ribadendo che il nuovo leader del Pd deve poter agire ''nella pienezza dei suoi poteri''. Al partito serve ''un segretario capace di accelerare il processo di rinnovo generazionale, e io penso che se l'assemblea decide di votare Franceschini lui e', per qualita' umane e politiche, l'uomo che puo' guidarci in questa fase'', ha aggiunto l'esponente del Pd, seguito da un lungo applauso della platea di delegati. Il problema del Pd non e' stato quello di ''essere troppo partito'', ma il fatto che ''ce n'e' stato troppo poco''. Ecco perche', continua Fassino, ''noi abbiamo bisogno di una guida forte subito''.
Per l'ex segretario dei Ds solo dopo aver affrontato questa fase ''noi potremo arrivare al passaggio congressuale che culminera' nelle primarie''. Quanto alle primarie, Fassino ha spiegato il perche' del suo ''no' al ricorso alle consultazioni. ''Capisco la spinta genuina a chiedere le primarie subito, che e' poi una voglia di assumersi le responsabilita' ma le primarie non sono un esercizio plebiscitario''. Scindere le primarie dal congresso, quindi, conclude l'esponente del Pd, sarebbe ''un esercizio democratico slegato dal dibattito politico''.
dnp/uda/ss
ASSEMBLEA PD: RUTELLI SI APPELLA AL WWF

di Paturnio
Spero che il PD si liberi dei Rutelli, delle Binetti e di chi non ha ancora capito cosa dovrebbe essere il PD, nè chi dovrebbe rappresentare.Il mio è un augurio sincero.
A ROMA LA COSTITUENTE. Sul gruppo dirigente il pressing della base: subito primarie
Pd al bivio: si va alla conta in assemblea
Pd al bivio: si va alla conta in assemblea
Rutelli: «Rischiamo l'estinzione». D'Alema: «Sono per il ricambio, non aspiro a cariche»
ROMA - È il momento della verità per il Pd, dopo le dimissioni di Walter Veltroni da segretario. Un partito quasi in stato confusionale in vista dell'Assemblea nazionale di sabato a Roma dove si ritroveranno a discutere e a decidere del proprio futuro i 2.800 eletti. Ma più si avvicina l'appuntamento romano più lo scenario appare incerto. E dopo giorni di silenzio, arriva l'affondo di Massimo D'Alema a rendere ancora più incandescente il clima interno al partito, con la base che chiede «tutti a casa» e invoca «primarie subito». Anche Francesco Rutelli non risparmia critiche. Intanto, tra i big cresce il timore per un'Assemblea «ingovernabile». Si va dunque profilando l'ipotesi di aprire l'assise mettendo subito sul piatto la doppia alternativa: nuovo segretario pro tempore o congresso anticipato e primarie, lasciando alla platea di decidere quale strada. Anna Finocchiaro avrà il compito di dirigere i lavori, mentre un esponente del coordinamento dovrebbe illustrare i motivi della scelta di procedere all'elezione di un nuovo segretario. Poi, parlerà chi sostiene l'alternativa congresso. A quel punto, la parola passa all'assemblea.
LE CANDIDATURE - In campo già due candidature, Dario Franceschini appoggiato dai vertici del partito, e Arturo Parisi sostenitore della necessità di andare subito alle primarie. Ma anche i veltroniani annunciano battaglia: Stefano Ceccanti, senatore del Pd e collaboratore di Veltroni, è pronto a presentare una mozione perché si vada subito alla consultazione popolare, mentre cresce il «partito dei sindaci e dei governatori» che chiedono la convocazione in tempi brevi del congresso (e circola anche il nome di Nicola Zingaretti quale possibile terzo candidato).
D'ALEMA ALL'ATTACCO - Intanto D'Alema, in un'intervista, replica alle accuse smentendo qualsiasi complotto, ma rileva che la crisi del Pd «nasce da scelte insufficienti e confuse» e auspica che ora «si creino le condizioni per una migliore collaborazione e si possa finalmente lavorare insieme». Quanto alla guida veltroniana, per D'Alema l'errore è stato aver imboccato una «scorciatoia» incentrando tutto sul rapporto «taumaturgico tra il leader e le masse». Rutelli parla invece delle dimissioni di Veltroni come di un «colpo durissimo al progetto» del Pd il cui futuro «si gioca nei prossimi 100 giorni, o saprà dove andare o c'è l'estinzione» e annuncia che non correrà per la guida del partito, ma non rinuncerà mai a dire la sua. E spunta poi il documento Chiamparino, firmato da altri amministratori, che dice sì a Franceschini ma chiede la costruzione di un organismo straordinario che faccia leva sui segretari regionali e su una rappresentanza significativa dei territori. Da Parisi arriva invece la rievocazione di Prodi, «che segue me - assicura lo stesso Parisi - e tutta la vicenda con il cuore».
LE CANDIDATURE - In campo già due candidature, Dario Franceschini appoggiato dai vertici del partito, e Arturo Parisi sostenitore della necessità di andare subito alle primarie. Ma anche i veltroniani annunciano battaglia: Stefano Ceccanti, senatore del Pd e collaboratore di Veltroni, è pronto a presentare una mozione perché si vada subito alla consultazione popolare, mentre cresce il «partito dei sindaci e dei governatori» che chiedono la convocazione in tempi brevi del congresso (e circola anche il nome di Nicola Zingaretti quale possibile terzo candidato).
D'ALEMA ALL'ATTACCO - Intanto D'Alema, in un'intervista, replica alle accuse smentendo qualsiasi complotto, ma rileva che la crisi del Pd «nasce da scelte insufficienti e confuse» e auspica che ora «si creino le condizioni per una migliore collaborazione e si possa finalmente lavorare insieme». Quanto alla guida veltroniana, per D'Alema l'errore è stato aver imboccato una «scorciatoia» incentrando tutto sul rapporto «taumaturgico tra il leader e le masse». Rutelli parla invece delle dimissioni di Veltroni come di un «colpo durissimo al progetto» del Pd il cui futuro «si gioca nei prossimi 100 giorni, o saprà dove andare o c'è l'estinzione» e annuncia che non correrà per la guida del partito, ma non rinuncerà mai a dire la sua. E spunta poi il documento Chiamparino, firmato da altri amministratori, che dice sì a Franceschini ma chiede la costruzione di un organismo straordinario che faccia leva sui segretari regionali e su una rappresentanza significativa dei territori. Da Parisi arriva invece la rievocazione di Prodi, «che segue me - assicura lo stesso Parisi - e tutta la vicenda con il cuore».
Corriere della Sera 20 febbraio 2009(ultima modifica: 21 febbraio 2009)
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