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mercoledì 23 dicembre 2009

NUCLEARE: IDV E PD PRESENTANO QUESITI PER REFERENDUM

Nucleare/ Dal governo le norme per individuare siti per centrali

23:02 - ECONOMIA- 22 DIC 2009

Nucleare/ Dal governo le norme per individuare siti per centrali

No del Pd. Idv: presentati questiti per il referendum
Roma, 23 dic. (Apcom) - E' arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo sull'energia nucleare. Il provvedimento definisce i criteri per individuare i siti delle future centrali atomiche e le compensazioni per le comunità locali. Il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, ha poi sottolineato che in questa versione approvata del decreto non ci sono più riferimenti diretti ai siti militari, anche se "questo non vuol dire che i siti militari sono esclusi, nessun sito è escluso". Immediata la reazione negativa del Pd. "Il governo ha deciso di riportare indietro il nostro Paese: il nucleare, allo stato attuale della tecnologia, non è una soluzione adeguata. Ha costi elevati, tempi molto lunghi, rischi per la salute dei cittadini e per l'ambiente" afferma Stella Bianchi responsabile Ambiente della segreteria del Pd. "Non vedo l'utilità e il senso. Credo che questa operazione ci distragga da quello che dovremmo fare" dice il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, durante la registrazione di Porta a Porta. L'Italia dei Valori ha presentato i quesiti per il referendum contro il nucleare annuncia in una nota Paolo Brutti, Responsabile Ambiente dell'Idv. "I quesiti sono stati presentati giovedì della scorsa settimana, certi che il Governo stava per preparare il pacco nucleare per il Natale radioattivo degli italiani. Se il Governo si adoperasse con la stessa determinazione che ostenta sulle centrali nucleari per affrontare i problemi dell'emergenza economica, occupazionale e ambientale, forse la condizione di vita degli italiani non sarebbe così a rischio come lo è ora".

lunedì 17 agosto 2009

PDL: DELL'UTRI, ACCORDI CON UDC IN TUTTA ITALIA PER LE REGIONALI.

note: Qualcuno avverta il PD...


(ASCA) - Roma, 13 ago - ''Alle Regionali del prossimo anno ci sara' certamente in tutta Italia l'accordo con l'Udc. E' normale e giusto che questa alleanza ci sia e la reputo anche assolutamente coerente con la storia del partito e con le persone''. Cosi', Marcello Dell'Utri (Pdl) intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it, non esclude l'ingresso dei centristi di Pierferdinando Casini nel Pdl: ''Tutto e' possibile - dice - in politica nulla e' impossibile''.

Quanto al Partito del Sud, secondo Dell'Utri ''non nascera'''. E se pure nascesse ''nessuno se ne accorgerebbe''.

venerdì 14 agosto 2009

PD: CALEARO, AVREI FATTO ACCORDO CON UDC PIUTTOSTO CHE CON DI PIETRO

giovedì 21 maggio 2009

Europee, sondaggio 21 maggio: avanzano Lega e Di Pietro

Europee, l'ultimo sondaggio :
Pdl vicino al 40%, il Pd tra il 25 e il 27


di Renato Mannheimer

La sede del Parlamento europeo
La sede del Parlamento europeo
Le prossime elezioni europee e amministrative (che coinvolgono comuni e provincie di grandi importanza) hanno acquisito, col passare del tempo un significato politico sempre più ampio e di rilievo. Per molti versi, si tratta di una vera e propria mid-term election, una sorta di verifica — finalmente non basata solo su dati di sondaggio — degli attuali rapporti di forza tra i partiti e della loro popolarità nell'elettorato. È del tutto evidente che gli esiti delle consultazioni che si terranno tra poco più di due settimane condizioneranno nettamente — in un modo o nell'altro — lo scenario politico dei prossimi mesi. In particolare, sono destinati ad essere verificati il consenso attuale per il presidente del Consiglio e il suo partito (messi fortemente in discussione, proprio in questi giorni, dai casi Letizia e Mills che, tuttavia, non sembrano avere incrinato granché la popolarità di Berlusconi) e, dall'altro verso, la «tenuta» del Pd, minato da molteplici fratture e discussioni interne.

GUARDA IL GRAFICO

Nonostante il loro rilievo, si registra sin qui un interesse relativamente modesto per la prossima scadenza elettorale, specie quella europea (le amministrative interessano e coinvolgono infatti localmente gran parte della popolazione). Solo il 36% degli italiani (vale a dire poco più di un cittadino su tre) dichiara di essere «molto o abbastanza» interessato alla campagna elettorale. Si tratta peraltro grossomodo del livello di interesse riscontrato in occasione delle passate elezioni europee (era pari al 34%), molto meno della partecipazione alla campagna che ha caratterizzato le consultazioni politiche dell'anno scorso (si dichiarava interessato il 56%). Appaiono più coinvolti nella campagna i possessori di titoli di studio più elevati, le persone di età dai 55 ai 65 anni (la generazione del '68, tradizionalmente più partecipe politicamente), i residenti al Nord-Est. Sul piano politico, l'interesse per le elezioni risulta molto maggiore tra gli elettori del centrodestra, un altro segno, forse dello smarrimento e della disaffezione presenti nella fila del centrosinistra. L'incognita, a questo punto, sta nella partecipazione al voto. Malgrado l'85% degli intervistati dichiari di volere andare a votare (ma, tra costoro, il 17% confessa di non essere proprio certo e dice che lo farà «probabilmente»), è possibile che una certa quota, all'ultimo momento, rinunci a recarsi alle urne. Va da sé che l'affluenza potrà avere una rilevanza fondamentale nel formare gli equilibri di forza tra i diversi partiti. Per questo, occorre leggere con cautela i dati degli ultimi sondaggi. Infatti, questi strumenti di analisi non sempre riescono a tenere conto appieno degli effetti del livello di partecipazione. In ogni caso, le stime pubblicate più di recente tendono a confermare il successo del Pdl (vicino al 40% anche se, proprio negli ultimi giorni, sembra aver subito un calo relativo di consensi), quello della Lega (stimata attorno al 9%) e dell'Idv (8-9%). Dall'altro verso, pare «tenere» anche il Pd, per il quale le ultime rilevazioni ipotizzano un risultato tra il 25 e il 27%. Per ciò che concerne le amministrative, appaiono sintomatiche le ultime ricerche pubblicate (rispettivamente su Il Resto del Carlino e su La Nazione) riguardo alle consultazioni comunali a Bologna e a Firenze. In entrambi i casi, il candidato principale del centrosinistra (Delbono e Renzi) viene dato per favorito. Ma, sia a Bologna sia a Firenze, il livello dell'indecisione dichiarata non permette sino ad oggi di stabilire definitivamente se si andrà o meno al ballottaggio.

Il connotato delle «regioni rosse» è finito da tempo. Il quadro non appare dunque ancora del tutto privo di incertezze. Peraltro, l'alto livello di indecisione traspare anche dalle stesse risposte degli intervistati nei sondaggi. Solo il 55% sostiene, per ciò che riguarda le europee, di volere, in questa occasione, scegliere nuovamente «il partito che voto di solito». Appaiono da questo punto di vista più certi i maschi, la solita generazione dai 55 ai 65 anni, gli elettori residenti al centro e, quel che è forse più significativo, i votanti per il Pdl e la Lega. A questo gruppo si contrappone quel 42% che si dichiara oggi indeciso tra diversi partiti o, addirittura, «in alto mare» riguardo alla scelta di voto. Si tratta perlopiù di giovanissimi (ove si riscontra addirittura più del 60% di indecisi) e di casalinghe. Una così diffusa incertezza indica che, come sempre accade — ma questa volta il fenomeno sembra ancora più accentuato — gli ultimi quindici giorni di campagna elettorale sono davvero determinanti nel definire il risultato.


Corriere della Sera 21 maggio 2009

domenica 17 maggio 2009

ELEZIONI EUROPEE: PROGRAMMA PARTITO DEMOCRATICO

L'Europa che convince

immagine documento documento Europee, il programma PD


“La crisi economica che ha investito l'Europa pone un obiettivo di archiviare al più presto l’ideologia che l’ha sorretta, ovvero quella di mercati in grado di autoregolarsi e di una globalizzazione all’insegna delle disuguaglianze e dell’assenza di regole.

La crisi ha dimostrato l’importanza, di fronte ad un mondo sempre più complesso, incerto ed imprevedibile, di avere una ‘casa europea’. Senza una forte integrazione ed una moneta unica l’impatto della crisi sulle nostre società ed economie sarebbe stato ben più drammatico. Se si fosse dato ascolto alla destra ostile all’euro e che contrastava l’integrazione, l’Italia si sarebbe trovata in balia della crisi senza interlocutori né mezzi per trovare una risposta coerente”.

Questo è solo un breve stralcio del programma politico del Pd per le prossime elezioni europee del 6 e 7 giugno, presentato oggi alla stampa dal segretario Dario Franceschini.

Il Pd sarà in prima linea per "reimpugnare la bandiera" dell'europeismo. Per il leader del Pd occorre "risvegliare la vocazione europeista degli italiani". In Italia "è una cosa rara che un partito presenti il programma per le elezioni europee, ma normale all'estero", ha ricordato. "E' indubbio che le elezioni abbiano anche un significato politico ma noi vogliamo che restino accesi i riflettori sul tema Europa".

Per queste ragioni “abbiamo candidato persone che resteranno in Europa" ha ribadito Franceschini e questo dovrà essere "un argomento centrale della campagna elettorale”. “Ci sarà' un motivo se in nessun altro Paese europeo un capo di governo si presenta per occupare
un posto in cui non resterà. Perché dobbiamo sempre essere anomali nella furbizia e nel trucco?".

Per il leader del Partito Democratico il concetto di centralità dell'Europa è di fondamentale importanza.”Tra i ragazzi la dimensione è 'Noi siamo europei' e non italiani o francesi. Tra i giovani c'è un'identità che è già più avanti”.

”Il mercato – ha concluso Franceschini è molto più veloce delle sue classi dirigenti. Si è fatta un'intera campagna elettorale sull'italianità di Alitalia non capendo che con altre soluzioni saremmo nella prima compagnia europea. Poi però c'è l'orgoglio per operazioni come Fiat-Opel...''.

Questi i punti principali del programma del Pd:

1. Rilanciare la crescita e l’integrazione interna

Quello di cui ha bisogno l’Europa è l’ avvio di una politica europea di investimenti
per lo sviluppo e di un più forte coordinamento delle politiche economiche e delle
misure di stimolo all’economia.

Le vie da percorrere sono le seguenti:

  • l’adozione da parte della Commissione di un documento di programmazione economica e finanziaria;
  • la modifica del Patto di stabilità e di crescita per scorporare dal calcolo del deficit le spese per investimenti in infrastrutture e attività di ricerca (certificati nella loro rilevanza europea dalla Banca Europea degli Investimenti);
  • la revisione e un adeguamento del bilancio comunitario alle sfide che l’Unione deve affrontare: un bilancio che renda possibili investimenti da concentrare nel campo della ricerca, della formazione superiore, dell’innovazione tecnologica;
  • la emissione di titoli del debito pubblico europeo per finanziare grandi investimenti a favore della crescita. L’obiettivo è consentire ai paesi europei ad un tempo il rafforzamento delle infrastrutture materiali e immateriali e l’innalzamento dei livelli di ricerca scientifica e tecnologica in accordo con il perseguimento della Strategia di Lisbona;
  • un forte sistema di regolazione e supervisione finanziaria e bancaria, integrato con la Bce e con gli Enti nazionali, per esercitare un efficace controllo ai vari livelli incluso quello sugli attori finanziari che operano su scala continentale;
  • limiti sulle retribuzioni e sui bonus dei dirigenti in modo che i loro compensi non prescindano dai risultati e nuove regole per prevenire conflitti d’interesse.


2. Nuove politiche redistributive

  • Mettere a regime e rafforzare il Fondo costituito per sostenere i lavoratori e le imprese colpite dalla concorrenza internazionale: è necessario un finanziamento adeguato se si vuole che il Fondo dia un sostegno effettivo e non si riduca ad interventi simbolici.
  • Adottare ammortizzatori sociali universali, del reddito minimo e dei sostegni ai bassi salari. Si tratta di misure di grande attualità e che danno un senso concreto all’Europa sociale.
  • Promuovere politiche comuni per la buona occupazione, specie dei gruppi più deboli sul mercato del lavoro, riducendo le diseguaglianze sociali nei paesi dell’Unione.


3. Un’Europa protagonista della “green economy”

La Comunità europea era nata anche per l’energia, quella spinta iniziale va rinnovata.
Per l’Italia si tratta di recuperare un ritardo accumulato negli anni di governo del centrodestra, che aveva nell’amministrazione Bush l’unico partner occidentale affine in atteggiamenti scettici e persino negazionisti.

La sfida dell’ambiente si incrocia poi in particolare in Italia con quella dell’innovazione
e della qualità, fondamentali per la competitività della nostra economia e vede nella
vitalità delle nostre imprese un’importante strumento.


4. Un’Europa più vicina alle nuove generazioni

Istruzione, innovazione, mobilità sono alla base di una cittadinanza europea attiva. Questo comporta maggiori sostegni per quelle azioni e quei programmi come Erasmus che contribuiscono a creare una cittadinanza europea autentica e vissuta. Erasmus deve diventare obbligatorio in tutte le università.
La mobilità va estesa oltre l’università, sviluppando programmi Erasmus dei funzionari, degli imprenditori, degli insegnanti. Va inoltre promossa nei paesi membri “una educazione civica europea”
perché si impari da piccoli a vivere e riconoscersi come cittadini europei. Importante sarebbe lanciare un programma per un Servizio civile europeo.


5. Un uguaglianza di genere

Aspetto essenziale del programma europeo dei democratici è l’impegno per realizzare l’uguaglianza di genere in Italia e in Europa. Le donne in media guadagnano ancora il 15% in meno degli uomini a parità di lavoro ed è molto più frequente che siano disoccupate, emarginate dal mercato del lavoro per mancanza di posti di lavoro adeguati, o siano impegnate in lavori sottopagati o di basso livello o a tempo parziale.

Proponiamo di creare una Carta europea dei diritti delle donne in tutta l’Unione Europea e per promuovere meccanismi che garantiscano l’uguaglianza di genere in tutti gli aspetti della vita sociale, economica e politica.


6. Contribuire alla definizione di nuove regole della finanza internazionale

Una efficace regolazione pubblica è necessaria per il buon andamento dei mercati finanziari. Quindi nuove regole per:

  • rinsaldare la coerenza della sua azione esterna unificando la rappresentanza delle sue posizioni nelle istituzioni globali, dalle Nazioni Unite, al G8, alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale, fino ad arrivare ad avere una voce unica in molte di queste istituzioni. ndispensabile, in ogni caso, è unificare la rappresentanza internazionale della zona euro;
  • promuovere la ripresa e la conclusione positiva del negoziato multilaterale sul commercio. L’Europa ricaverebbe solo svantaggi da un indebolimento dell’Organizzazione mondiale del commercio e delle sue regole multilaterali.

7. Tutelare il nostro tessuto agricolo

Occorre incrementare il protagonismo internazionale della nostra offerta alimentare. Obiettivo primario è continuare nella valorizzazione del nostro patrimonio di qualità, tradizioni e legami con il territorio. Il Partito democratico è impegnato nella ricerca di soluzioni che preservino e accrescano un patrimonio economico, sociale e ambientale di straordinaria importanza come quello agricolo, anche nell’ottica del processo di partenariato mediterraneo, per fare del Mezzogiorno d’Italia una piattaforma di valorizzazione dell’intera offerta alimentare mediterranea.


8. Governare il fenomeno migratorio

L’immigrazione è una sfida di carattere economico, sociale e culturale di tale portata da richiedere politiche di ampio respiro e soprattutto una gestione comunitaria e non unilaterale della questione.
La cooperazione europea è essenziale per governare il fenomeno migratorio e promuovere una giusta e responsabile politica rispondente ai bisogni economici dell’Europa e rispettosa dei diritti degli immigrati. Una politica che sia percepita dai cittadini come un’opportunità e non una sfida alla loro sicurezza.

L’immigrazione legale e controllata è la più efficiente forma di contrasto all’immigrazione clandestina. La risposta non è nei ghetti o nella xenofobia ma in politiche che combattano severamente l’immigrazione clandestina, il lavoro nero, il traffico di esseri umani e assicurino l’integrazione. Ciò che ha iniziato a fare l’Europa in questo campo va nella direzione giusta ma è ancora troppo poco. Non si può delegare il controllo delle frontiere esterne dell’Unione e la politica degli accordi internazionali (gli strumenti più efficaci) solo agli Stati membri.

  • Occorre una comune politica di controllo delle frontiere esterne dell’Unione e vanno stipulati da parte dell’Unione Europea accordi di cooperazione e riammissione con i paesi extra europei;
  • va impostata una politica di integrazione fondata sul rispetto dei doveri e sul progressivo riconoscimento di diritti di partecipazione, rappresentanza e cittadinanza;
  • va sostenuta una politica comune sull’asilo basata su regole giuste e condivise dai paesi membri dell’Unione per coloro che fuggono da regimi tirannici e da persecuzioni.


9. Contrastare il crimine e il terrorismo

Più sicurezza per i cittadini europei significa anche più cooperazione contro il crimine organizzato e il terrorismo. La libera circolazione dei cittadini europei attraverso il sistema di Schengen è una della più importanti realizzazioni europee: non va rimessa in discussione ma va efficacemente garantita attraverso una più forte cooperazione delle autorità giudiziarie e delle forze di polizia e di sicurezza europee.

La difesa rigida delle competenze nazionali in materia di sicurezza è una forma di miopia che riduce la risposta alla domanda di sicurezza dei cittadini. Ecco perché occorre:

  • consolidare la cooperazione delle forze giudiziarie e di polizia degli stati membri al fine di combattere e prevenire la criminalità organizzata, le minacce alla vita e alle libertà dei cittadini;
  • rafforzare energicamente l’Europol, perché diventi presto una vera e propria Polizia Europea, in grado di contrastare efficacemente le grandi multinazionali del crimine e irrobustire Eurojust e lo spazio giudiziario europeo;
  • individuare, nella lotta terrorismo, che resta una grave minaccia, più efficaci forme di collaborazione tra le intelligence dei Paesi europei, sino ad un coordinamento stabile sul modello di Europol, dove scambiare informazioni, compiere analisi condivise, promuovere iniziative di prevenzione.


10. Dare maggiore consistenza e coerenza all’azione internazionale dell’Unione e costruire una politica di sicurezza e difesa europea

L’Unione europea deve essere sempre di più protagonista nel promuovere la pace, la prevenzione e la risoluzione dei conflitti. Per il nostro paese è essenziale costruire una effettiva Unione euromediterranea basata sui principi di cooperazione e solidarietà regionale.

Far sì che il nuovo multipolarismo rafforzi e non indebolisca la cooperazione. L’Unione europea dovrà aumentare gli sforzi per sradicare la povertà nei paesi in via di sviluppo. La nuova legislatura europea 2009/2014 coincide con il tempo rimanente per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Occorre mettere in campo oltre ai programmi di aiuto dell’Unione già esistenti, fonti ulteriori di finanziamento allocando almeno lo 0,7 del prodotto nazionale lordo alla politica di sviluppo e realizzando i programmi in modo più coordinato, efficace e mirato.

A.Dra

mercoledì 13 maggio 2009

Europee/ Franceschini smentisce Franceschini: Mai detto che voto a IDV è inutile

(Franceschini si volta per ascoltare un "suggerimento")

La sindrome Berlusconi ha colpito anche Franceschini, eppure le possibilità di contagio fra i due dovrebbero essere scarsissime. Insomma, dovrebbe dividerli una distanza siderale, incolmabile, non misurabile...non è che qualcuno ha voluto rendergli il favore e gli ha inviato un pizzino? Lo spirito mai domo di La Torre aleggia sulle europee.


Europee/ Franceschini: Nessun voto inutile ma sfida è Pd-Pdl

di Apcom

Ad amministrative nostri candidati migliori

Roma, 12 mag. (Apcom) - "Non ho mai detto che i voti dati all'Idv sono inutili, nessun voto lo è. Ho fatto una considerazione politica: ossia che il risultato elettorale si misurerà nella distanza tra Pd e Pdl". Dario Franceschini a Panorama del giorno, risponde così a Maurizio Belpietro a proposito delle polemiche con l'Idv sul voto europeo. Il segretario del Pd si dice ottimista anche sul voto amministrativo: "Nel 2009 non si vota più in base all'appartenenza politica - spiega - e noi abbiamo messo in campo candidati in grado di guidare meglio le amministrazioni locali, perciò sul merito non potremo che vincere noi".

La dichiarazione di ieri di Franceschini:

Europee: è scontro Franceschini-Di Pietro

Il primo: verso l'Idv "un voto inutile". Per Donadi "ridotto ad attaccare gli alleati per rubare quattro voti"

E' muro contro muro tra Pd e Italia dei Valori, in prospettiva delle elezioni europee. Ad accendere la miccia è il segretario del Pd, Dario Franceschini: ''Non votate per protesta Di Pietro, è in gioco la democrazia. Rischiamo di risvegliarci in un Paese con un padrone assoluto. No all'astensione o al voto di protesta, perché quello per Antonio Di Pietro non può essere altro che un voto di protesta. [...] Il paese corre il rischio di cadere in uno squilibrio troppo forte. Attenzione perché l'8 potremmo svegliarci in paese diverso da quello che ci hanno consegnato i nostri padri. Le europee sono uno spartiacque: il giorno dopo si misurerà la distanza tra il Pdl e il Pd e si capirà se Berlusconi ha stravinto o se l'Italia ha ancora un equilibrio di forza''. La replica dell'Idv è immediata e arriva dapprima con il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi: "le parole di Franceschini sono desolanti e rendono palese la disperazione di un partito nato con vocazione maggioritaria e che un anno dopo è ridotto ad attaccare gli alleati per rubare quattro voti, per rendere meno imbarazzante un tracollo elettorale cui il gruppo dirigente si è già rassegnato''. Gli fa eco Antonio Di Pietro: "L'unico vero voto utile, oggi, è quello a favore di quei partiti e di quelle persone che si oppongono allo strapotere razzista, fascista e xenofobo di Berlusconi. Non certo quello di chi se ne ricorda, ipocritamente, soltanto sotto le elezioni e solo per fini elettorali. Men che meno ha titolo a chiedere il voto utile, per combattere Berlusconi, chi non ha avuto il coraggio di sfidarlo in prima persona, né di porsi come partito di resistenza. Noi dell'Italia dei Valori siamo il vero voto utile perché testimoniamo la lotta di chi, negli ultimi anni, ha combattuto in tutti i modi in difesa della democrazia di questo Paese e delle sue istituzioni...''.
L'ESSENZIALE

giovedì 7 maggio 2009

Europee, sondaggio 7 maggio: Cala il PDL

Sondaggio di Affari Italiani e Termometro Politico


PDL 37,4

PD 26,9

lEGA QUASI AL 10%

IDV QUASI 8%

UDC SOTTO6%

SINISTRA E LIBERTA' DI VENDOLA 3,1

LISTA COMUNISTA (Rifondazione, Comunisti Italiani 2,7

DESTRA, PIONATI 3,5

SONDAGGIO: TERMOMETRO POLITICO, LIEVE CALO PER IL PDL, MEGLIO IL PD MA TANTI I SUOI INDECISI

Pdl al 37,4; Pd al 26,9; lega 10%; Idv 8%; Udc 5 - 6%; Mpa, Destra, Pionati 3, 5%; SL 3, 1%; Lista comunista 2, 7%

FONTE
(IRIS) - ROMA, 7 MAG - Pdl al 37,4. Pd al 26,9. E’ il sondaggio sulle intenzioni di voto alle prossime elezioni europee di Termometro politico in collaborazione con il quotidiano Affari Italiani. La metodologia e' quella Cawi (Computer-Aided Web Interviewing) e si basa su un campione di 1.819 casi, raccolti tra il 30 aprile e il 7 maggio 2009. Il monitoraggio rileva che il Pdl è in lieve calo rispetto ai precedenti sondaggi ma andrebbe, comunque, meglio delle scorse elezioni politiche. Il calo è dovuto al fatto che il partito del premier cederebbe l’1% specie al Nord, a favore della Lega e quasi mezzo punto al Centro-Sud a favore del polo autonomista costituito da Mpa, La Destra, Pensionati e Alleanza di Centro. Meglio delle precedenti rilevazioni il Partito Democratico, che sta poco sotto il 27%, ancora lontano, però, dal 33, 2% delle scorse politiche. Quasi un quarto degli intervistati che si dicono indecisi proviene proprio dalle file del Pd, mentre quasi il 2% degli elettori si riversa su Di Pietro; dall’altra parte Sinistra e Liberta' e Rifondazione-Comunisti Italiani prendono circa mezzo punto ciascuna ai danni del partito di Franceschini. La Lega Nord è in leggera contrazione, ma rimane comunque quasi al 10 per cento. Di Pietro con l’Idv e' in crescita e si porta vicino all'8% dei consensi, superando nettamente l'Udc che si attesterebbe al di sotto del 6%; Mpa - Destra - Pensionati – Pionati con la loro lista, per questo sondaggio non supererebbero lo sbarramento, attestandosi al 3, 5% e registrando un calo rispetto alla precedente rilevazione. Sinistra e Liberta', il movimento politico capeggiato da Vendola è al 3, 1% rimanendo comunque al di sopra della lista comunista (Rifondazione, Comunisti italiani) che sta al 2, 7%. Rimane comunque alta, secondo il sondaggio, la quota di chi, ex elettore della Sinistra Arcobaleno, si dichiara indeciso: motivo che potrebbe invitare, secondo Termometro Politico, le liste della sinistra a qualche timida speranza

mercoledì 11 marzo 2009

Sandaggio elezioni europee marzo 2009

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=71614821889bd246


sondaggio elettorale condotto dal 23 febbraio al 6 marzo e realizzato con metodologia CATI (Computer-Assisted Telephone Interviewing). Il campione - particolarmente significativo (circa 3500 contatti) - è stato anche «ponderato per circoscrizione elettorale» e «costruito su uno schema custom delle ultime tornate elettorali», per cercare di «prevenire errori di stima e campionatura» (come quelli delle ultime elezioni regionali in Sardegna). Ma bando alle ciance, ecco i numeri
:PdL 39,7% (+2,3%)
Lega 8,2% (-0,1%)
Mpa 1% (-0,1%)
TOT cdx 48,9% (+2,1%)
Pd 25,9% (-7,2%)
Idv 6,5% (+2,1)
TOT csx 32,4% (-5,1%)
Udc 6,7% (+1,1%)
Socialisti 1% (=)
Altri sinistra 5,5% (+2,5%)

lunedì 9 marzo 2009

Pd, Enrico Letta: "Alleati? Meglio Casini che Di Pietro"

Roma - Come alleato del Pd l’Udc di Pier Ferdinando Casini è meglio dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro? "Sicuramente sì", ha risposto l’esponente del Pd Enrico Letta partecipando alla registrazione della trasmissione tv Telecamere. "Se noi del Pd facciamo sì che l’Udc ritorni tra le braccia di Berlusconi - ha sottolineato - possiamo anche chiudere bottega e tornare a casa".
La compatibilità con i centristi Enrico Letta ha rilevato che "c’è una compatibilità" anche sui programmi tra il Pd e l’Udc. Ed ha ricordato che nelle ultime amministrative "l’unica regione in cui il Pd ha vinto" è stata il Trentino Alto Adige dove correva affianco al partito di Casini. "Anche se nel Pd sono stato criticato per questo - ha aggiunto Enrico Letta - io continuo a dirlo chiaramente: voglio un partito che punti al governo, per farlo deve avere il 51%, e per avere il 51% bisogna fare dei compromessi. Come Berlusconi ha fatto con la Lega e l’Mpa". In questo senso una alleanza con l’Udc di Casini »credo che sia naturale".
Il futuro del Partito democratico Quanto al futuro del Partito democratico, per Enrico Letta, è "assolutamente necessaria una cesura netta" con il passato: "Credo che il Pd debba rifarsi come modello di novità alle due uniche novità che ci sono state nella politica in Italia: l’Ulivo di Prodi e Forza Italia di Berlusconi, due casi di cesura netta, mentre in tutti gli altri casi di cambiamento c’è sempre stata una continuità". Andare avanti senza cambiamenti netti "sarà un fallimento". Letta ha detto di essere convinto che "i due anni di governo Prodi saranno rivalutati" per tutte le cose che sono state fatte e che "non sono state capite perchè coperte dalla litigiosità". Sul segretario del partito Dario Franceschini, Enrico Letta dice che "sta facendo bene".

lunedì 23 febbraio 2009

SONDAGGIO MANNHEIMER: ELETTORI PD DIVISI SULL'ADDIO DI WALTER

Il nuovo segretario può contare su un 70 per cento di votanti fiduciosi nel partito


Riuscirà il neoeletto — sia pure tra qualche contrasto — segretario del Pd Franceschini a ridare vigore — e unità — al suo partito, a rafforzare il ruolo ricoperto dall'opposizione nello scenario politico, a incidere maggiormente sulla vita del Paese e riconquistare così i numerosi consensi perduti dal Pd in questi mesi? Nessuno, ovviamente, lo può prevedere con certezza. Alcuni elementi giocano a favore del neosegretario, altri, più numerosi, rendono assai problematico il suo difficile compito.
Tra questi ultimi c'è, in primo luogo, la drammatica situazione di partenza. Il giudizio della popolazione sull'operato concretamente seguito dall'opposizione negli ultimi mesi è pessimo. Solo poco più del 10% degli italiani dichiara di valutare positivamente l'azione svolta sin qui e, di converso, più dell'80% ne dà un giudizio negativo (i restanti non esprimono un'opinione). Una valutazione di questo genere comporta, naturalmente, una forte erosione nelle intenzioni di voto per il partito oggi guidato da Franceschini. In questo momento il Pd può contare, grossomodo, sul 25-26% dei consensi espressi (poiché molti, specie tra chi ha votato Pd l'anno scorso, manifestano indecisione e disorientamento), a fronte del 33% raccolto in occasione delle ultime elezioni.
Una critica di queste dimensioni coinvolge, ovviamente, anche una parte considerevole — la netta maggioranza — di chi aveva comunque scelto il Pd alle Politiche dell'anno scorso. Il 70% di costoro esprime oggi un giudizio critico nei confronti dell'azione dell'opposizione e si aspetta di conseguenza un mutamento più o meno radicale delle scelte e degli atteggiamenti tenuti sin qui. Per questo, una parte considerevole degli elettori del Pd dichiara di ritenere giusta la decisione di Veltroni di dimettersi. Anche se molti (la lieve maggioranza) la giudicano invece una scelta errata, perché finisce, a loro avviso, col minare ancor più la solidità del partito.

È proprio l'affetto («Vogliamo bene al Pd» ha detto Fassino all'Assemblea di sabato) e, in parte, l'orgoglio di partito a muovere ancora la maggioranza degli elettori del Pd. È vero che di fronte alla domanda «lei ha fiducia nel partito che ha votato alle ultime elezioni?» solo il 13% dei votanti per il Pd risponde «molta ». Ma un altro 58% afferma di continuare comunque ad avere «abbastanza » fiducia. Insomma, buona parte (più del 70%) confida, ancora oggi, nel partito, ciò che rappresenta un importante elemento positivo per il lavoro di Franceschini. Anche se quest'ultimo dovrà tenere conto di quel restante 30% che manifesta poco o nessun affidamento al partito e avrebbe voluto, forse, un rinnovamento più incisivo fin da ora. Il nuovo segretario dovrà tentare, rivolgendosi anche a costoro, di ricostituire un tessuto di consenso unitario in modo da risalire così la china discendente percorsa sin qui.
Renato Mannheimer
Corriere della Sera 23 febbraio 2009

PD, DI PIETRO: NON VOGLIAMO RUBARGLI VOTI, MA FERMARE INVOLUZIONE DEMOCRATICA

PD: DI PIETRO, IL SUO POPOLO GUARDA A IDV. PARTITO IN MEZZO AL GUADO

(ASCA) - Roma, 23 feb - ''Piaccia o non piaccia noi di Italia dei Valori siamo un punto di riferimento anche per il popolo del Pd''. Lo afferma Antonio Di Pietro in una intervista a La Repubblica due giorni dopo l'elezione di Dario Franceschini a segretario del Partito democratico. Un partito, sostiene Di Pietro, ''rimasto in mezzo al guado in ogni decisione importante, sul testamento biologico come sulle riforme costituzionali e istituzionali, in materia di difesa del lavoro delle fasce sociali piu' deboli''. Per l'ex pm e' poi ''incomprensibile che il Pd veda in Berlusconi un avversario e poi ci treschi insieme come e' accaduto per il Cda della Rai''. La nuova situazione, assicura Di Pietro, non cambia ruolo e strategie dell'Idv. ''A noi - dice - interessa rinnovare il paese non la logica delle convenienze. Per ora resto alle parole di Franceschini, e non vogliamo essere 'sparring partner' di nessuno. Dobbiamo offrire un'alternativa a Berlusconi e Italia dei valori si rivolge al paese reale non alle nomenklature. Siamo un'opposizione chiara e netta. Il nostro obiettivo non e' rubare voti al nostro vicino di casa bensi' fermare l'involuzione anti democratica che Berlusconi sta portando avanti''. Di Pietro, in ogni caso, non mette in dubbio l'alleanza con il Pd di Franceschini, ma avverte che ''noi non possiamo aspettare che decidano cosa fare da grandi, perche' vogliamo fermare subito il presidente del Consiglio e dobbiamo fare resistenza. Riflettano i Democratici sul perche' Idv ha tanto consenso: loro discutono di contenitori e noi prepariamo il referendum contro la legge-truffa sul testamento biologico che questo centrodestra fara' passare''.

domenica 22 febbraio 2009

PD, ELEZIONE FRANCESCHINI:TUTTE LE REAZIONI


Roma, 21 feb. (Adnkronos/Ign) - L'Assemblea del Pd ha eletto il successore di Walter Veltroni alla guida del partito: è Dario Franceschini, già vicesegretario. A stretto giro i commenti del mondo politico."Il successore di Veltroni - dichiara il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri - continua in una politica sbagliata dell'astio e dell'assenza di umilta'. Mini leader di transizione, verso il nulla, piu' che un segretario e' un diminutivo, come il suo nome. Durera' meno dei suoi predecessori sconfitti, come un intervallo in attesa del prossimo perdente. In bocca al lupo.
Anzi in bocca a D'Alema".Per il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto, Franceschini cavalca, ''ancora una volta, le versioni piu' rozze dell'antiberlusconismo, inventandosi che c'e' una dittatura alle porte che va bloccata ad ogni costo. Allo stato, comunque, ci sembra che il Pd abbia piu' un reggente che un leader, i cui problemi e i cui avversari stanno tutti dentro il Pd''.

Sulla stessa linea il commento del ministro per l'Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi. ''Il Pd e' avvitato su se stesso: anche oggi ha scelto l'antiberlusconismo come bandiera. Franceschini ha detto parole indegne su Berlusconi: povero Pd, Di Pietro se lo mangera' a morsi''.

Il presidente dei Deputati della Lega Nord Roberto Cota sostiene che ''il banco di prova per il Pd sara' il federalismo fiscale. Il Paese ha bisogno di riforme''. Ma ''negare l'esistenza della Padania, pero', non e' un buon inizio''.

Mentre il leader dell'Idv Antonio Di Pietro invita il Partito democratico ad una "opposizione intransigente al modello di governo Berlusconi, che si propone la costruzione di un'alternativa, che vede la lotta in favore delle fasce piu' deboli, perche' quello di Berlusconi e' un modello tipo sudamericano, ma di quello di un tempo". "Benedetto quel giorno in cui anche il Pd comincera' a camminare dritto", conclude.

FRANCESCHINI, ALLEANZE? PARLEREMO CON UDC E VECCHI ALLEATI - "Dovremo costruire una alleanza per vincere, parlare con l'Udc, ma anche con i nostri vecchi alleati. Il tutto pero' costruendo un programma di coesione vera in un campo di contrapposizione alla destra". Lo ha detto Dario Franceschini dal palco della nuova Fiera di Roma dove si sta svolgendo l'assemblea nazionale del Pd.

ASSEMBLEA ACCOGLIE IN SILENZIO APERTURA FRANCESCHINI A UDC - Un 'religioso' silenzio che forse suona piu' rumoroso di eventuali applausi o fischi accoglie le parole con le quali il candidato alla segreteria del Partito democratico Dario Franceschini spiega all'assemblea nazionale del Pd la necessita' che il partito si apra, oltre ai vecchi alleati, all'Udc di Casini. Il gelo scende sui quasi duemila delegati e ospiti che reagiscono in assoluto silenzio all'indicazione politica anticipata da Franceschini.

FRANCESCHINI: CHI MI APPLAUDE NON MI CHIEDA POSTI AZZERATI GOVERNO OMBRA E COORDINAMENTO, RESTA DIREZIONE - Dario Franceschini annuncia che dara' vita a nuovi organismi dirigenti, "ispirati alla collegialita' azzerando governo ombra e coordinamento". Ma dal palco dell'assemblea costituente avverte: "Non faro' nessuna trattativa con nessuno, scegliero' io e chi batte le mani adesso non venga domani a chiedere di nominare qualcuno". Rimarra' tuttavia la direzione nazionale "perche' eletta dall'assemblea costituente".
PARISI, NON AFFIDARCI A CHI CI HA PORTATO NEL PANTANO - "Non ritengo, ma lo dico con il massimo rispetto verso le persone, che possiamo ancora affidare i nostri destini politici collettivi a coloro che ci hanno condotto in questo pantano. A coloro che ha torto o ha ragione appaiono incapaci di sollecitare quella fiducia e quella speranza nel futuro senza le quali non potremo uscire dalla crisi. Per questo credo che ci voglia una nuova partenza". Lo ha detto Arturo Parisi nel suo intervento davanti all'assemblea nazionale del Pd. "Se guardiamo al nostro passato - sostiene - se proviamo a leggere nel nostro futuro, ci accorgiamo che questa nuova partenza potra' avvenire solo sotto il segno dell'ulivo". Secondo Parisi, "e' solo utile rimarcare come questo sia un momento in cui ciascuno di noi e' chiamato a interrogarsi su come riprendere la strada bruscamente interrotta. La responsabilita' pesa individualmente sulle scelte che ciascuno di noi fara'. Tanto piu' grave questa responsabilita' - conclude - perche' acuita dalla grave crisi che stiamo vivendo".

MARINI, SCELTA FRANCESCHINI NON SOLO GIUSTA MA OBBLIGATA - L'elezione di Dario Franceschini alla segreteria del Pd e' ''non solo una scelta giusta, ma obbligata''. A sostenere la scelta che l'assemblea nazionale del partito si appresta a fare e' Franco Marini, conversando coi cronisti al termine del discorso dell'attuale vice segretario del Pd. ''Oggi - spiega l'ex presidente del Senato - si elegge solo il segretario e questa, in vista delle prossime scadenze elettorali, non solo e' la strada giusta ma secondo me e' anche obbligata. I tempi sono cosi' stretti che un congresso come quello previsto dal nostro statuto, lungo, che coinvolge simpatizzanti e militanti, non poteva essere liquidato in un mese''.

PARISI, NUOVA PARTENZA SOLO NEL SEGNO DELL'ULIVO - ''Ci vuole una nuova partenza, e questa nuova partenza potra' venire solo sotto il segno dell'Ulivo''. Con queste parole Arturo Parisi conclude il suo intervento all'assemblea costituente del Pd.

BERSANI, STIAMO FACENDO LA COSA GIUSTA - "Stiamo facendo la cosa giusta. Attorno a Franceschini faremo le elezioni di giugno e poi il nostro congresso". Lo ha detto Pierluigi Bersani dopo il discorso con il quale l'attuale vicesegretario del Pd Dario Franceschini ha chiesto all'assemblea nazionale del partito, riunita alla Fiera di Roma, di eleggerlo segretario.

GUALTIERI: C'È UN CAMBIO DI LINEA, VOTO PER FRANCESCHINI - "Ho visto che c'e' un cambio di linea, mi ha convinto. Lo voto". Il 'dalemiano' Roberto Gualtieri scioglie le riserve dopo aver ascoltato il discorso all'assemblea costituente di Dario Franceschini.
"Ho apprezzato- spiega- un cambiamento di linea rispetto ad alcuni punti critici dell'impostazione veltroniana, in particolare sulla politica delle alleanze, sui rapporti con Prodi, sulla concezione del partito. Quanto ai temi etici- conclude- e' stato addirittura piu' incisivo di Veltroni".

PD: VOTO SEGRETO PER SEGRETARIO, URNE APERTE FINO ALLE 17.00 - L'assemblea nazionale del Pd votera' il segretario del partito dalle 15 fino alle 17. Il voto sara' segreto. I due candidati sono Dario Franceschini e Arturo Parisi. Dopo gli interventi dei due candidati, adesso si sta svolgendo il dibattito.
Finito il clima di tensione dei giorni scorsi, ormai tra i delegati si respira un'aria di maggiore tranquillita' dal momento che la stragrande maggioranza ha optato per la soluzione del segretario con mandato sino ad ottobre 2009, bocciando l'ipotesi di ricorrere alle primarie.

E. LETTA, FRANCESCHINI ORA SIA FORTE NELL'INTERPRETARE SUO RUOLO - Dario Franceschini deve essere ora ''forte nell'interpretare fino in fondo il suo ruolo''. E' l'invito rivolto da Enrico Letta a Dario Franceschini nel corso dell'assemblea nazionale del Pd. Quello di Franceschini, sottolinea Letta, e' ''un discorso ben impostato. Le cose che ha detto sono giuste, ora le deve applicare''.

21 febbraio 2009



DA CLANDESTINOWEB

PARISI, NON AFFIDARCI A CHI CI HA PORTATO NEL PANTANO - "Non ritengo, ma lo dico con il massimo rispetto verso le persone, che possiamo ancora affidare i nostri destini politici collettivi a coloro che ci hanno condotto in questo pantano. A coloro che ha torto o ha ragione appaiono incapaci di sollecitare quella fiducia e quella speranza nel futuro senza le quali non potremo uscire dalla crisi. Per questo credo che ci voglia una nuova partenza". Lo ha detto Arturo Parisi nel suo intervento davanti all'assemblea nazionale del Pd. "Se guardiamo al nostro passato - sostiene - se proviamo a leggere nel nostro futuro, ci accorgiamo che questa nuova partenza potra' avvenire solo sotto il segno dell'ulivo". Secondo Parisi, "e' solo utile rimarcare come questo sia un momento in cui ciascuno di noi e' chiamato a interrogarsi su come riprendere la strada bruscamente interrotta. La responsabilita' pesa individualmente sulle scelte che ciascuno di noi fara'. Tanto piu' grave questa responsabilita' - conclude - perche' acuita dalla grave crisi che stiamo vivendo".

MARINI, SCELTA FRANCESCHINI NON SOLO GIUSTA MA OBBLIGATA - L'elezione di Dario Franceschini alla segreteria del Pd e' ''non solo una scelta giusta, ma obbligata''. A sostenere la scelta che l'assemblea nazionale del partito si appresta a fare e' Franco Marini, conversando coi cronisti al termine del discorso dell'attuale vice segretario del Pd. ''Oggi - spiega l'ex presidente del Senato - si elegge solo il segretario e questa, in vista delle prossime scadenze elettorali, non solo e' la strada giusta ma secondo me e' anche obbligata. I tempi sono cosi' stretti che un congresso come quello previsto dal nostro statuto, lungo, che coinvolge simpatizzanti e militanti, non poteva essere liquidato in un mese''.

PARISI, NUOVA PARTENZA SOLO NEL SEGNO DELL'ULIVO - ''Ci vuole una nuova partenza, e questa nuova partenza potra' venire solo sotto il segno dell'Ulivo''. Con queste parole Arturo Parisi conclude il suo intervento all'assemblea costituente del Pd.

BERSANI, STIAMO FACENDO LA COSA GIUSTA - "Stiamo facendo la cosa giusta. Attorno a Franceschini faremo le elezioni di giugno e poi il nostro congresso". Lo ha detto Pierluigi Bersani dopo il discorso con il quale l'attuale vicesegretario del Pd Dario Franceschini ha chiesto all'assemblea nazionale del partito, riunita alla Fiera di Roma, di eleggerlo segretario.

GUALTIERI: C'È UN CAMBIO DI LINEA, VOTO PER FRANCESCHINI - "Ho visto che c'e' un cambio di linea, mi ha convinto. Lo voto". Il 'dalemiano' Roberto Gualtieri scioglie le riserve dopo aver ascoltato il discorso all'assemblea costituente di Dario Franceschini.
"Ho apprezzato- spiega- un cambiamento di linea rispetto ad alcuni punti critici dell'impostazione veltroniana, in particolare sulla politica delle alleanze, sui rapporti con Prodi, sulla concezione del partito. Quanto ai temi etici- conclude- e' stato addirittura piu' incisivo di Veltroni".
PD: VOTO SEGRETO PER SEGRETARIO, URNE APERTE FINO ALLE 17.00 - L'assemblea nazionale del Pd votera' il segretario del partito dalle 15 fino alle 17. Il voto sara' segreto. I due candidati sono Dario Franceschini e Arturo Parisi. Dopo gli interventi dei due candidati, adesso si sta svolgendo il dibattito.
Finito il clima di tensione dei giorni scorsi, ormai tra i delegati si respira un'aria di maggiore tranquillita' dal momento che la stragrande maggioranza ha optato per la soluzione del segretario con mandato sino ad ottobre 2009, bocciando l'ipotesi di ricorrere alle primarie.
E. LETTA, FRANCESCHINI ORA SIA FORTE NELL'INTERPRETARE SUO RUOLO - Dario Franceschini deve essere ora ''forte nell'interpretare fino in fondo il suo ruolo''. E' l'invito rivolto da Enrico Letta a Dario Franceschini nel corso dell'assemblea nazionale del Pd. Quello di Franceschini, sottolinea Letta, e' ''un discorso ben impostato. Le cose che ha detto sono giuste, ora le deve applicare''.


BINETTI: FORSE MI ASTENGO, LAICITÀ INCLUDE ANCHE LA VITA - "Non ho ancora deciso, forse potrei astenermi". Cosi' Paola Binetti sintetizza il suo orientamento di voto per il segretario del Partito democratico Dario Franceschini. Critica e' l'esponente teodem del Pd sul passaggio della relazione di Franceschini in cui il candidato segretario ribadisce l'importanza della laicita' e a proposito del testamento biologico, la liberta' di scelta per l'individuo. "Anche io- dice Binetti- credo che la laicita' sia l'unico modo per concepire la politica oggi ma la mia concezione di laicita' prevede anche i valori dei credenti, a partire dalla difesa della vita. Noi vogliamo piena cittadinanza per i nostri valori- aggiunge- e non dobbiamo sentirci in condizione di doverci giustificare".

BINETTI: FRANCESCHINI NON MI E' PIACIUTO - "Sono entrata alla Fiera di Roma con una idea in testa, ma dopo aver sentito Franceschini" l'ho cambiata. Paola Binetti, all'assemblea nazionale del Pd, non nasconde il suo malumore per quanto detto dal candidato segretario sul testamento biologico: "Non mi e' piaciuto per nulla. Oltretutto- critica la 'teodem'- ha dato una interpretazione forzata, che non condivido, della questione dell'idratazione e alimentazione come servizio alla vita".

MATTEO COLANINNO ESORTA A TIRARE FUORI LE 'P.....' - L'ASSEMBLEA NAZIONALE APPLAUDE L'INVITO DELL'IMPRENDITORE - La sorpresa e il disorientamento durano una manciata di secondi, poi scatta l'applauso convinto. L'assemblea nazionale del Pd, riunita alla Nuova Fiera di Roma, probabilmente non si aspettava l'esortazione a "tirare fuori le p..." e soprattutto che questo esplicito invito a far ricorso agli 'attributi' fosse rivolto al Partito democratico non da un semplice militante di base ma da un imprenditore come Matteo Colaninno, per di piu' ministro ombra del Pd dello Sviluppo economico. Ma la sua esortazione viene subito sottolineata positivamente con un battimani.

SORO, MAL POSTO PROBLEMA DISCONTINUITA' CON VELTRONI - ''Il problema e' mal posto, Dario ha affermato una responsabile condivisione della segreteria Veltroni e ha cercato di indicare una via di uscita ai problemi segnalati da Veltroni che con le sue dimissioni ha dato una scossa''. Il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro inquadra cosi' il discorso di Dario Franceschini all'Assemblea nazionale, rispetto all'esperienza veltroniana. ''E' indubbio che - afferma Soro - si parta da alcune criticita' e Franceschini ha cercato di individuare una via di uscita'

CALIPARI: BENE FRANCESCHINI, PROSEGUE PROGETTO VELTRONI - "Bene il discorso di Dario Franceschini. Segna la piena continuita' del progetto del Partito democratico cosi' come finora delineato dalla segreteria di Walter Veltroni". Lo dichiara l'onorevole del Pd, Rosa Villecco Calipari che continua: "Ho sostenuto la candidatura di Franceschini e lo votero' convintamente. E ho trovato di grande rilevanza politica il passaggio del suo intervento in cui ha spiegato che scegliera' gli organismi dirigenti con collegialita' ma, ha precisato, che 'non fara' nessuna trattativa con nessuno'. Se terra' fede alle sue parole - conclude Villecco Calipari - riuscira' a comporre le varie anime del Pd senza dover soggiacere alle oligarchie distruttive del partito".

D'ALEMA, ABBIAMO FATTO LA SCELTA PIU' RAGIONEVOLE = 'ESIGENZA PRINCIPALE ERA DARE UNA RISPOSTA SUBITO' - Con la designazione a larghissima maggioranza di Dario Franceschini alla guida del Pd, "si e' scelta l'unica procedura ragionevole da seguire, al di la' della fondatezza delle altre proposte".
Lo ha sottolineato Massimo D'Alema a margine dell'assemblea nazionale del Pd in corso alla nuova Fiera di Roma. Primarie e congresso, dice in sostanza l'ex ministro degli Esteri, avrebbero allontanato l'obbligo di dare una risposta immediata all'emergenza che si e' creata con le dimissioni di Walter Veltroni.
"Ho apprezzato molto gli interventi di Morando, Lerner e Parisi ma la nostra esigenza era quella di dare una risposta subito al partito". Riguardo poi al discorso di 'investitura' pronunciato da Dario Franceschini, D'Alema osserva: "Mi pare che abbia mostrato in modo serio e responsabile la ragionevolezza della sua candidatura, chiamando tutte le forze del partito a reagire".

LARATTA, DA FRANCESCHINI UN DISCORSO CORAGGIOSO - "Da Dario Franceschini un discorso coraggioso". Ad affermarlo e' il deputato del PD Franco Laratta, dall'assemblea del Partito Democratico a Roma, riunita dopo le dimissioni di Walter Veltroni dalla carica di segretario. "Da lui il PD - ha aggiunto Laratta - deve aspettarsi scelte di grandissimo valore. Finisce un'epoca, Franceschini apre quella del riscatto e dell'orgoglio".

giovedì 19 febbraio 2009

RAI NOMINE CDA, DI PIETRO: L'INFORMAZIONE VERRA' AMMAZZATA

Di Pietro: ennesima spartizione della Rai

dopo le nomine del nuovo cda. butti: «non conosce la legge gasparri»
Di Pietro: ennesima spartizione della Rai
«Ognuno si è scelto un controllore e così l'informazioneè stata ammazzata. L'IdV si farà sentire in Vigilanza»

Rai, nominati i 7 membri del nuovo Cda (18 febbraio 2009)

ROMA - Ennesima spartizione della Rai, omicidio dell'informazioni. Antonio Di Pietro come d'abitudine usa parole forti. Questa volta contro le nomine del nuovo Cda Rai. Lo fa in conferenza stampa a Montecitorio, affiancato da Leoluca Orlando, Massimo Donadi, Beppe Giulietti e Pancho Pardi. «In questo governo di regime abbiamo assistito all'ennesima spartizione lottizzatoria della Rai - attacca -. Con quest'atto spartitorio l'informazione è stata ammazzata. Questo significa che quando si tratta di gestire il poltronificio, le varie forze politiche diventano un unico partito».

«SODALI DI OMBRELLONE» - «È una cosa sconcia - continua Di Pietro parlando alla trasmissione Omnibus su La7 -. Se tu mandi al Coda Rai ex parlamentari, trombati della vecchia politica, sodali di partito, se non d'ombrellone, e te li spartisci tra maggioranza e opposizione, hai fatto un inciucio di comunicazione. Se si mettono d'accordo maggioranza e opposizione, allora nel Paese l'opposizione non c'è più. Io mi sento meno opposizione e più resistente. Io non credo che in questo momento ci sia una maggioranza al governo, io credo che ci sia una dittatura in costruzione e una resistenza in azione». Per l'ex pm la nomina del Cda sarebbe dovuta avvenire «almeno dopo» la pronuncia della Consulta sulla legge Gasparri.

«CI FAREMO SENTIRE» - Di Pietro ce l'ha anche con il Pd che - nonostante il terremoto e le dimissioni di Veltroni - ha preso parte all'"occupazione" della Rai: «Ognuno ha fatto in modo di scegliersi il proprio controllore. E questo trovo che sia profondamente sbagliato. Non volevamo che la Rai fosse asservita ancora una volta alle logiche di partito. Ed è per questo che abbiamo deciso tempo fa di non prendere più parte ai lavori della commissione di Vigilanza. Non volevamo essere complici del delitto dell'informazione che si è perpetrato. Ma ora che il delitto è compiuto, torneremo a far sentire la nostra voce in commissione di Vigilanza». I due esponenti dell'Idv scelti per sedere al secondo piano di San Macuto, al posto dei capigruppo di Camera e Senato Donadi e Belisario nominati d'ufficio dai presidenti delle Camere, sono il deputato indipendente Giuseppe Giulietti e il senatore Pancho Pardi. Anche Massimo Donadi, capogruppo alla Camera, non risparmia critiche al Pd: «Veltroni la mattina lascia il partito e la politica e poi il pomeriggio nomina il suo uomo di fiducia in Rai...».
PETRUCCIOLI - «Commissione di vigilanza e nomina del Cda sono stati due sequenze di delitti seriali che proseguirà con le nomine dei direttori generali e a cascata con le nomine degli altri dirigenti» prosegue Di Pietro, che qualcosa da dire anche sulla eventuale riconferma di Claudio Petruccioli a presidente della Rai: «Non ne faccio una questione di persone, ma di metodo. Noi dell'Idv riteniamo che queste persone non debbano essere nominate in questo modo, con i partiti che scelgono i vicini di ombrellone. È il metodo che non funziona, ma per il momento non ho ancora la maggioranza relativa. Quando l'avrò mi comporterò di conseguenza».

BUTTI: «SE RESTA FUORI SI LAMENTA» - Dura la replica del Pdl alle parole del leader dell'Italia dei Valori, per bocca di Alessio Butti, capogruppo in commissione di Vigilanza: «Nello sfascio complessivo che coinvolge da mesi il centrosinistra, giunto al parossismo con la soap opera veltroniana, Di Pietro rappresenta in assoluto la parte più negativa. Non esprime concetti politici e quando ci prova lo fa con proverbi popolari, spesso poco pertinenti. Litiga con tutti e poi si lamenta se resta fuori dal gioco, ricordando al mondo intero la storiella della volpe e dell'uva. Di Pietro ignora totalmente lo spirito della legge Gasparri». E Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia: «L'onorevole Di Pietro si lagna. Fossi in lui, mi dedicherei piuttosto a capire come mai, nonostante questa super-esposizione televisiva, i suoi risultati elettorali restino comunque così modesti».
Corriere della Sera 19 febbraio 2009

domenica 1 febbraio 2009

Sondaggi TV: VELTRONI PEGGIOR POLITICO


NOTE DI PATURNIO: I SONDAGGI TELEVISIVI NON HANNO VALORE STATISTICO MA, CERTO, NON FANNO PIACERE A TUTTI.

Pd/ Sondaggio Ecotv: Veltroni peggior politico, D'Alema migliore

Trecentomila votanti alla tv dei Verdi sul comportamento nel 2008

Roma, 1 feb. (Apcom) - E' Walter Veltroni il peggior politico del 2008 secondo i 300mila votanti del sondaggio EcoTv. Massimo D'Alema, invece, è il "miglior politico 2008".

Per i votanti il peggior politico dell'anno passato "è risultato essere Walter Veltroni (31%) che precede Silvio Berlusconi (28%) e Giulio Tremonti (19%). Tra le donne primo posto per Anna Finocchiaro (21%) seguita da Mariastella Gelmini (19%) e Giovanna Melandri (16%).

Miglior politico 2008 è invece risultato essere Massimo D'Alema (28%) che precede Nichi Vendola (23%) ed Antonio Di Pietro (18%). Tra le donne primo posto per Emma Bonino (33%) seguita da Rosy Bindi (21%) e Grazia Francescato (18%).

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