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mercoledì 23 dicembre 2009

NUCLEARE: IDV E PD PRESENTANO QUESITI PER REFERENDUM

Nucleare/ Dal governo le norme per individuare siti per centrali

23:02 - ECONOMIA- 22 DIC 2009

Nucleare/ Dal governo le norme per individuare siti per centrali

No del Pd. Idv: presentati questiti per il referendum
Roma, 23 dic. (Apcom) - E' arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo sull'energia nucleare. Il provvedimento definisce i criteri per individuare i siti delle future centrali atomiche e le compensazioni per le comunità locali. Il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, ha poi sottolineato che in questa versione approvata del decreto non ci sono più riferimenti diretti ai siti militari, anche se "questo non vuol dire che i siti militari sono esclusi, nessun sito è escluso". Immediata la reazione negativa del Pd. "Il governo ha deciso di riportare indietro il nostro Paese: il nucleare, allo stato attuale della tecnologia, non è una soluzione adeguata. Ha costi elevati, tempi molto lunghi, rischi per la salute dei cittadini e per l'ambiente" afferma Stella Bianchi responsabile Ambiente della segreteria del Pd. "Non vedo l'utilità e il senso. Credo che questa operazione ci distragga da quello che dovremmo fare" dice il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, durante la registrazione di Porta a Porta. L'Italia dei Valori ha presentato i quesiti per il referendum contro il nucleare annuncia in una nota Paolo Brutti, Responsabile Ambiente dell'Idv. "I quesiti sono stati presentati giovedì della scorsa settimana, certi che il Governo stava per preparare il pacco nucleare per il Natale radioattivo degli italiani. Se il Governo si adoperasse con la stessa determinazione che ostenta sulle centrali nucleari per affrontare i problemi dell'emergenza economica, occupazionale e ambientale, forse la condizione di vita degli italiani non sarebbe così a rischio come lo è ora".

venerdì 11 settembre 2009

Nucleare: Ecco la lista dei siti

Nucleare: salta fuori la lista dei siti, pericolosamente vicino alla Lombardia c’è Caorso

nucleare
Sulla stampa è apparsa oggi una lista dei possibili siti dove il governo potrebbe localizzare le due o tre centrali nucleari che ha intenzione di costruire da qui al 2025, spendendo dai 20 ai 25 miliardi di euro pagati da tutti gli italiani.

L’unico sito vicino alla Lombardia è Caorso, nel piacentino. Chiediamo a Formigoni di dichiarare la Lombardia libera dal nucleare e di ribadire che la Lombardia è autosufficiente per quel che riguarda la produzione elettrica e che quindi non c’è bisogno di nuove centrali, tanto meno atomiche. Chiediamo che si intervenga subito per bloccare prima che parta un percorso sbagliato che non risolve i problemi di sicurezza energetica della Lombardia e dell’Italia.

Chiediamo sempre a Formigoni di convincere Berlusconi a fare marcia indietro sull’atomo, perché non conviene agli italiani e alle imprese, e, guarda caso, è anche un filino pericoloso.

Da nostri calcoli, sulla base di studi e stime del Politecnico di Milano, risulta che al 2020 investendo 20 miliardi di euro in iniziative di risparmio energetico, piccola cogenerazione diffusa e rinnovabili potremmo realizzare l’equivalente di 50 mila megawatt di potenza.

Il piano nucleare di Berlusconi con 25 miliardi di euro realizzerebbe solo 6400 megawatt entro il più lontano 2025. L’atomo si vince con i numeri.

Ps: Secondo la lista diffusa da Metronews.it questi i siti dove il governo potrebbe realizzare le quattro centrali secondo uno studio non ufficiale:

1) Monfalcone (Gorizia, Friuli).
2) Scanzano Jonico (Matera)
3) Palma (Agrigento)
4) Oristano (Sardegna)
5) Chioggia (Veneto).
6) Caorso (Piacenza, Emilia Romagna).
7) Trino Vercellese (Vercelli, Piemonte)
8 Montalto di Castro (Lazio)
9) Termini Imerese (Sicilia)
10) Termoli (Molise)

fonte

venerdì 6 marzo 2009

NUCLEARE:LA SARDEGNA E' IL POSTO MIGLIORE PER INSTALLARE LE 4 CENTRALI

cemtrali-nucleari


IL SARDEGNA - Politica: Al Senato la proposta nucleare: tutte nell'Isola le quattro centrali

Note di PATURNIO:

Sono certa che i sardi saranno fieri di essere stati prescelti, anzi di essere considerati "ideali" per tutte e 4 le centrali. Hanno battuto il resto di Italia, sono primi nelle preferenze di un esperto in materia come il geologo Enzo Bosh in audizione al senato. Hanno votato Cappellacci, lo hanno fatto vincere. Mi dispiace solo per chi non lo ha votato, perchè non potrà dire:"Il nucleare? E' anche merito mio".

Marco Mostallino marco.mostallino@epolis.sm

« La Sardegna è l’area italiana migliore per la costruzione di centrali nucleari, perché è la più stabile dal punto di vista sismico», ha riferito ieri E n z o B o s c h i , p r e s i d e n t e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) durante una audizione davanti alla commissione Territorio e ambiente del Senato.

L'audizione è un momento nel quale il Parlamento comincia a farsi delle idee precise su un problema, ascoltando i tecnici di settore prima di esaminare disegni di legge del Governo o proposte di deputati e senatori. E ieri, a Palazzo Madama, è toccato al numero uno della sismologia italiana parlare del ventilato ritorno all'energia figlia dell'atomo. Il responsabile dell'istituto statale è stato chiaro: «La regione Sardegna è una zona con una storia geologica completamente diversa dal resto dell’Italia. Si potrebbero fare tutte e quattro le centrali nucleari che il governo intende costruire lì, anche se poi bisognerebbe risolvere il problema del trasferimento dell’energia - ha aggiunto Boschi - Bisogna evitare che il problema venga affrontato con le informazioni sbagliate», ha proseguito il sismologo: «Ho visto sui giornali che un sito proposto era quello di Augusta, in Sicilia: non potrebbe esserci un’area più sbagliata, perché si trova su una faglia sismica». La Sardegna invece è terra antica, stabile, dove le scosse di terremoto sono rare e leggere. Ecco che un sistema delicato e potenzialmente devastante come una centrale nucleare nell'isola, secondo Boschi, sarebbe sistemato bene, al riparo da eventi sismici catastrofici. Così non una ma quattro centrali potrebbero trovare spazio nella regione. Decidere, comunque, non è in capo a Boschi. Il governo non ha ancora avviato le procedure per i criteri tecnici di scelta dei siti: dopo questi, sulla base di rapporti scientifici, l'esecutivo dovrà stilare una lista di zone candidate e poi procedere alla individuazione delle quattro aree che saranno oggetto di quella che viene chiamata nelle carte ministeriali «servitù nucleare». Nei giorni scorsi, il neo presidente della Regione Ugo Cappellacci aveva assicurato che «nessuna centrale nucleare verrà costruita nell'Isola: se vorranno farlo, dovranno passare sul mio corpo», ha concluso il governatore. Ma la sua resistenza potrebbe non bastare: nel disegno di legge sull'energia (che ancora non è stato votato) il governo è autorizzato a superare il no delle Regioni.

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=78d01a507553f9b8 5 MARZO 2009

venerdì 27 febbraio 2009

BALLE NUCLEARI

Ecco un interessante intervento tratto dal blog di Antonio Di Pietro che ci spiega come mai la Francia vuole rifilarci una tecnologia obsoleta. Berlusconi stringe un accordo di cui nemmeno lui vedrà i frutti, dal momento che le future centrali nucleari vedrebbero la luce solo nel 2050. Insomma, ci ha fatto un regalo tossico, al quale lui scamperà ( a meno che non si faccia ibernare oggi, per tagliare il nastro della prima centrale nucleare italo-francese nel 2050). Berlusconi, però, dimentica il referendum che c'è stato e che, per poter attuare il progetto, dovrà prima essere fatta un'altra legge sul nucleare. A quel punto, sono certa che verrebbe indetto un altro referendum abrogativo e si andrebbe avanti così senza far nulla per le energie alternative.


Nucleare: abbiamo tutto da perdere

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Questa mattina alla trasmissione "Il Caffè" di RaiNew24 ho parlato di economia, di giustizia ed anche di nucleare. Il nucleare è una tecnologia vecchia, superata, che tutti i Paesi d’Europa stanno smantellando. La Francia per rientrare dalle perdite in questo settore, finanziato dal governo per scopi militari prima che civili, sta tentando di vendere ad altri Paesi questa obsoleta tecnologia. Nel 1987 con un referendum abrogativo gli italiani hanno cestinato questa fonte di energia. Se si vuole tornare indietro bisogna ripercorrere lo stesso iter democratico (ignoto al governo). Il nucleare non può essere deciso né da Scajola né da Berlusconi, solo dai cittadini.

Testo dell'intervista

Corradino Mineo: La cosa che abbiamo subito chiarito con Di Pietro, ed è interessante, è che non è a favore di questo accordo italo francese per costruire 4 centrali nucleari di terza generazione perché non sappiamo come smaltire le scorie, il nucleare è una bomba a scoppio ritardato che entrerà in funzione tra molto, molto tempo, quando invece dovremmo investire sulle energie alternative. Quindi, un Di Pietro ecologista che sta con Obama da questo punto di vista.
Antonio Di Pietro: Sono molto orgoglioso di stare con Obama, ma non mi metta troppo sul piedistallo. Voglio dire soltanto questo: le centrali nucleari di terza generazione sono quelle di trent'anni fa. Oggi c'è una tecnologia, che si chiama di quarta generazione post nucleare, su cui si stanno facendo delle sperimentazioni, dove anche l'Italia partecipa. Fare oggi le centrali nucleari vuol dire comunque arrivare ad una soluzione che non arriverà prima del 2050.

Corradino Mineo: Gli impianti saranno costruiti dal 2020, ha detto Berlusconi.
Antonio Di Pietro: Questo lo ha detto lui. Bisogna trovare il sito, bisogna mettere d'accordo le popolazioni, e bisogna sapere dove mettere le scorie. Piaccia o non piaccia, siccome in natura nulla si crea e nulla si distrugge, queste scorie radioattive, che durano migliaia di anni e faranno morire un sacco di persone, da qualche parte dovremo metterle, un posto bisogna trovarlo, e voglio vedere chi è disposto a tenerle sotto casa sua. Fare tutto questo investimento, sprecare tutti questi soldi, mettere a rischio la salute a l'ambiente del nostro Paese per arrivare ad una centrale nucleare già obsoleta nel 2050, e arrivarci quando la scienza e la tecnologia avrà già portato a termine altre soluzioni, come l'ottimizzazione dell'energia solare e dell'energia eolica, energie alternative non inquinanti e con minor dispendio di energie. Per questa ragione, a me pare inopportuno, dispendioso, pericoloso, ambientalmente distruttivo, e sul piano della salute una bomba ad orologeria, altro che bomba nucleare.

dal blog di Di PIETRO 25 febbraio 2009

lunedì 2 febbraio 2009

Regionali Sardegna, Soru: "In Sardegna non c'è spazio per il nucleare"


Meno male che Soru c'è

di Paturnio

Ricordate il terribile motivetto elettorale di Berlusconi, "Meno male che Silvio c'è"? Ecco, basta sostituire Silvio con Soru e trasmetterla a tutto volume per la Sardegna. Leggete questo articolo, e capirete perchè.

Soru: "In Sardegna sviluppare energia da fonti rinnovabili"

Claudio Scajola che, come dice Soru, «non ha risposto a cinque mie lettere formali sulla crisi della chimica e ora, dopo aver fatto riaprire Porto Torres, trova anche il tempo per venire da noi, proprio in campagna elettorale».
Il ministro delle Attività produttive viene chiamato pesantemente in causa sul nucleare. Dice infatti Soru: «Scajola è venuto in Sardegna e non è stato capace di dire che mai una centrale nucleare sarà costruita nell’isola. Evidentemente un argomento molto delicato da tirar fuori in campagna elettorale! Ma lui, fin dal giorno dopo della sua nomina a ministro, non ha fatto altro che parlare della necessità strategica di ricorrere all’energia nucleare. E proprio nei mesi scorsi ha indicato il luogo ideale per la creazione del polo energetico fondato sull’atomo: un’isola, non sismica e meglio ancora se scarsamente popolata. Non ci vuole molto per capire che stava parlando della Sardegna. Poi però viene qui e non dice alcunché. E poi, come possiamo dimenticare che proprio il generale Carlo Jean, che Berlusconi aveva nominato con un discusso decreto commissario straordinario per l’identificazione del sito unico nazionale per le scorie nucleari, aveva parlato esplicitamente della Sardegna?».
A questa impostazione, Soru risponde con una delle sue proposte politiche forti di questa campagna elettorale. E cioé un grande sforzo per sviluppare in Sardegna l’energia da fonti rinnovabili: eolico e solare.
«Io dico - continua infatti - che qui in Sardegna non c’è spazio per il nucleare. C’è invece bisogno di investire molto nell’energia pulita. Per questo abbiamo un programma: arrivare entro il 2013 al 40% del consumo di energia da fonti rinnovabili. Kyoto impone di arrivare al 23% entro il 2020 e noi, con sei anni d’anticipo, puntiamo a un obiettivo ambizioso che aiuterà le famiglie e le imprese, grazie a un fortissimo abbattimento dei costi energetici. La Regione finanzia tutti i progetti nei quali si investe nel fotovoltaico e nell’eolico».


FONTE NUOVA SARDEGNA 2 FEBBRAIO 2009 AUTORE Piero Mannironi







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