domenica 14 dicembre 2008

Roma. L'onda umana del precariato sfida cielo e Governo


Roma. Nonostante lo stato di allerta per maltempo, e la défaillance di molti telegiornali che hanno proclamato la revoca dello sciopero generale romano, invece della sola sospensione di quello del trasporto pubblico locale, l’onda umana del precariato italiano si è riversata nello scenario torbido e acquoso della Capitale, marciando decisa e compatta nella protesta contro le misure anticrisi varate dal Governo, ritenute "insufficienti" ad affrontare quella che ormai quasi tutti riconoscono come la prima grande recessione globale del millennio. Secondo la Cgil infatti, nonostante i primi segni di vera apertura dimostrati dal Ministero dell’Istruzione, come il rinvio della riforma delle superiori al 2010/2011, e la decisione di rendere facoltativa la scelta del tempo pieno e del maestro unico alle elementari, la politica adottata dal Governo contro la crisi dilagante appare ancora ben lontana dall’ atteggiamento intrapreso da altri Paesi come la Francia e L’Inghilterra, dove rilancio degli investimenti e agevolazione dei consumi stanno aiutando le famiglie ad affrontare la depressione occupazionale e il drastico rallentamento dei ritmi produttivi dell’industria. Tanti i manifestanti non iscritti al sindacato che si sono sentiti rappresentati da questa giornata di pacifica aggregazione sociale contro la precarietà: 200 mila persone a Bologna, 80 mila a Milano, 50 mila a Venezia e Torino. Circa 40 mila a Roma, Firenze, Napoli, Bari e Cagliari, 25 mila ad Ancona e Genova,15 mila a Catania. Stando ai dati della Cgil ad aver onorato le 108 manifestazioni sparse nel Paese sono state un milione e mezzo di persone. Un risultato “ottimo” per il segretario confederale e responsabile d’organizzazione Cgil Enrico Panini, che in una nota ha fatto sapere come in “ tantissime aziende del Paese si sia andati ben oltre il doppio del numero degli iscritti alla Cgil, in alcuni casi persino il triplo”. Di diverso avviso il ministro della Funzione pubblica Brunetta che, in risposta all’accusa da parte di alcune frange del mondo sindacale di manipolare le cifre relative allo sciopero nazionale, ha commentato: “Non esiste alcuna cifra artefatta, i numeri dello sciopero [...] sono consultabili da chiunque, sia sul sito Internet sia presso gli uffici del dipartimento. Se non fanno piacere a qualcuno il problema è suo, non mio”. Cifre più ristrette anche per Confcommercio la quale ha riscontrato, complice il Natale, un adesione inferiore all’1% all’interno degli esercizi commerciali rimasti quasi tutti aperti. La Confederazione ha parlato di sciopero "inesistente", perlomeno relativamente al proprio settore.Ma ieri la gente si è mobilitata. A Roma erano presenti tutte le categorie. Anche gli stessi insegnanti e studenti che avevano avuto il loro momento di gloria nelle scorse tappe della mobilitazione sindacale. “Segno che la strada è ancora lunga e che non ci accontenteremo di un piatto di lenticchie”, è quanto ha detto una supplente di lingue alle superiori, citando lo slogan più volte ripetuto da Epifani sull’importanza di non arrendersi, non prima di aver ottenuto "risultati concreti ed equi" per tutti quei precari italiani che lottano ogni giorno per mantenere dignitosa la propria identità professionale, e per conservare intatto il sogno della famiglia, quella che ancora non hanno e che vorrebbero formare. Nel corso della manifestazione gli studenti si sono uniti ai Cobas, per poi dividersi e raggiungere il Ministero dell’Istruzione in forma di protesta contro la 133. Molto sentita la tragedia di Atene, come dimostra anche l’enorme striscione in memoria del 17 enne ucciso dalla polizia greca nei giorni scorsi “ Lavoro e università, stessa rabbia stessa precarietà. Con Alexis nel cuore”.La giornata romana si è svolta a ritmo accelerato, la pioggia incessante e gelata, e le piene di Tevere e Aniene hanno abbreviato significativamente il comizio finale della segretaria generale Spi Cgil Carla Cantone, che dopo aver esposto la gravità della situazione occupazionale del Paese, e l’assoluta contrarietà del sindacato a toccare le pensioni in un momento di tale fragilità sociale, ha posto fine ad una mattinata di grande adesione e partecipazione, nonostante i disagi arrecati dal tempo avverso. Mescolati alla folla e ai piedi del palco di fonte al Colosseo, l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e l'ex segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano, hanno sostenuto l’urgenza di “garantire l'occupazione e creare un modello di sviluppo economico e sociale alternativo”, che dia speranza all’Italia, e la risollevi dallo stato di grave recessione ed emergenza occupazionale dilagante in tutto il territorio. Presenti all’appuntamento romano, nei pressi del Colosseo, anche alcuni rappresentanti sindacali dei dipendenti Telecom Italia. L’azienda ha da poco proclamato altri 4000 esuberi, oltre i 5000 decisi la scorsa estate. Una situazione definita “gravissima” dalla Cgil, decisa a “rispedire al mittente” una misura giudicata “miope e pericolosa” per la stabilità economica e sociale dei tanti dipendenti dell’azienda che a breve rischiano di ritrovarsi senza lavoro.
Abruzzo.it 13 dicembre 2008

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