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giovedì 3 settembre 2009

NyTimes:«Boffo è l'ultima vittima di Berlusconi»


Il NyTimes e il Times commentano le dimissioni del direttore di Avvenire

«Un quotidiano cattolico dovrebbe stare attento a non criticare la vita privata del premier»


ROMA - «Un giornalista italiano è l'ultima vittima di Berlusconi». Questo il titolo con cui l'edizione online del New York Times punta l'attenzione sulle dimissioni del direttore dell'Avvenire Dino Boffo. «Nell'ultimo round di un litigio sempre più feroce, senza usare i guanti, tra Chiesa e Stato, il direttore cattolico si è dimesso, pochi giorni dopo che un quotidiano legato al premier Silvio Berlusconi lo aveva accusato di essere un omosessuale destinatario di una causa legale per molestie», si legge nel New York Times, secondo cui il messaggio dell'attacco del Giornale era stato chiaro: «un quotidiano cattolico dovrebbe stare attento a non criticare la vita privata del premier». Il giornale newyorkese sottolinea poi come «critici ed alleati dicono che Berlusconi si sta gettando in acque pericolose, creando un ambiente dove ogni tipo di criticismo è visto come slealtà ».

IL TIMES: «ATTACCHI OMOFOBICI»
- Anche il sito web del britannico The Times dedica ampio spazio alle dimissioni del responsabile del quotidiano della Cei. «Il direttore cattolico Dino Boffo si dimette dopo gli attacchi "omofobici" del giornale di Berlusconi», è il titolo dell'articolo che riporta le reazioni di politici e alti prelati alle dimissioni. Tra cui quelle di «un esultante» Vittorio Feltri, direttore del Giornale, che ha detto «è la prima vittoria nella battaglia». Giunta tuttavia - evidenzia il Times - «al prezzo di una disastrosa crepa tra Berlusconi e il Vaticano, che aveva sostenuto Boffo».


Corriere della Sera 03 settembre 2009

mercoledì 2 settembre 2009

Boffo, decreto penale di condanna: conosceva la donna molestata

pagò ammenda di 516 euro. Testimoni: «direttore avvenire Conosceva donna molestata»

Il giudice ha autorizzato i giornalisti a farne copia ma ha vietato l'accesso indiscriminato agli atti del procedimento


TERNI - La data è quella del 9 agosto del 2004. L'oggetto è il decreto penale che condannò cinque anni fa il direttore di Avvenire Dino Boffo al pagamento di un'ammenda di 516 euro per molestie personali. Le due pagine di provvedimento, emesso allora dal gip di Terni, Augusto Fornaci, e con il nome della parte offesa che compare cancellato, è stato messo a disposizione dei giornalisti, come disposto dal gip Pierluigi Panariello. Il giudice per le indagini preliminari ha sì autorizzato i cronisti a fare copia del decreto, vietando però un accesso indiscriminato agli atti del procedimento.

IL DECRETO - Nel decreto penale si legge che Dino Boffo è stato imputato «del reato di cui all'articolo 660 c.p. perché, effettuando ripetute chiamate sulle sue utenze telefoniche nel corso delle quali la ingiuriava anche alludendo ai rapporti sessuali con il suo compagno (condotta di reato per la quale è stata presentata remissione di querela) per petulanza e biasimevoli motivi recava molestia a '...omissis...'. In Terni dall'agosto 2001 al gennaio 2002». Il gip Panariello, parlando con i giornalisti, ha specificato che la frase relativa ai rapporti sessuali fa riferimento a quelli tra la denunciante e il proprio compagno e che nel fascicolo processuale non c'è alcun riferimento alle inclinazioni sessuali del direttore di Avvenire. Sempre secondo quanto riferito dal gip nel fascicolo conservato al tribunale di Terni sono presenti anche le deposizioni di alcuni testimoni che confermavano la conoscenza tra Boffo e la donna della denuncia. Il direttore di Avvenire ha sempre sostenuto di non essere l'autore delle telefonate «ma questa tesi - ha detto Panariello - non è stata approfondita poiché evidentemente non ritenuta attendibile da chi indagava».

LA DECISIONE - L'omissis nel testo è quello relativo al nome della donna molestata: il gip ha infatti disposto che dal decreto penale di condanna venga cancellato il nome della persona offesa. Panariello ha reso noto che il procuratore della Repubblica di Terni Fausto Cardella aveva invece espresso parere favorevole alla messa a disposizione dei giornalisti di tutti gli atti del fascicolo, celando comunque il nome della persona offesa. «Ritengo - ha detto il gip - che il diritto di cronaca possa essere soddisfatto attraverso la divulgazione del fatto, cioè di come si è concluso il procedimento». Secondo Panariello la conoscenza degli atti processuali va riservata alle parti coinvolte che, «se lo vogliono possono poi metterli a disposizione». Panariello ha tra l'altro detto che «in questi giorni» i difensori di Boffo hanno chiesto copia degli atti del fascicolo.

SALVAGUARDATO DIRITTO DI CRONACA - «Considerato che il diritto di cronaca deve essere inteso come libertà di divulgare e pubblicare fatti - ha scritto il gip nel dispositivo con il quale ha disposto l'accesso per i giornalisti al solo decreto penale di condanna e non a tutti gli atti - e che, pertanto, tale diritto nella fattispecie appare salvaguardato attraverso il rilascio di copia del decreto penale di condanna conclusivo del procedimento, con la cancellazione delle generalità della persona offesa e del suo difensore, a tutela del diritto alla riservatezza di questi ultimi, trattandosi di un fatto oggettivo accertato con decisione irrevocabile e, quindi, suscettibile di essere divulgato anche a mezzo di cronaca giornalistica, nell'interesse generale alla conoscenza di fatti di pubblico interesse, mentre i presupposti per l'esercizio di tale diritto non appaiono ricorrere con riferimento ai singoli atti processuali, suscettibili di varie interpretazioni e che quindi non appare opportuno fare uscire dalla più appropriata sede giudiziaria».

TESTIMONI: CONOSCEVA LA DONNA MOLESTATA - Panariello ha spiegato che nel corso dell'indagine che a Terni ha coinvolto Boffo sono stati sentiti alcuni testimoni che hanno «confermato» la conoscenza tra il direttore di Avvenire e la donna che lo denunciò per molestie personali. Il giudice ha confermato che agli atti non ci sono intercettazioni ma i tabulati telefonici relativi alle udienze di Boffo.

«DONNA MOLESTATA VICINA ALLA CURIA TERNANA» - A tracciare un identikit della donna al centro della vicenda che portò alla condanna per molestie di Boffo ci pensa Panorama. Il settimanale parla di una giovane all'epoca dei fatti poco più che ventenne, appartenente ad una nota famiglia ternana che ha legami molto stretti con la curia cittadina, allora non sposata ma fidanzata con un giovane più grande di lei. Nel numero in edicola giovedì Panorama racconta i retroscena della vicenda che sta infiammando il mondo politico, ricostruendo momento per momento, attraverso testimonianze e documenti, la genesi e l'evoluzione della vicenda che portò alla condanna di Boffo a Terni.


corriere della sera 01 settembre 2009

lunedì 31 agosto 2009

Mogavero: «La nota anonima su Boffo? Sembra un avvertimento mafioso»

CESA, UDC: L'ATTACCO AL DIRETTORE DI AVVENIRE È DEGRADO DELLA POLITICA

Il vescovo di Mazara, presidente del consiglio Cei per gli Affari giuridici: l'ho ricevuta e sono rimasto indignato


DOSSIER ANONIMO CHE ACCUSA BOFFO:GUARDA


Il direttore di «Avvenire» Dino Boffo È sempre giallo sull'origine del «mini dossier» che accusa il direttore di Avvenire Dino Boffo e che è stato reso pubblico da Vittorio Feltri su Il Giornale. L'informativa, una nota anonima, è stata praticamente inviata a tut ti i vescovi d’Italia per posta. A confermarlo all'Ansa è ora il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, presidente del consiglio Cei per gli Affari giuridici, noto per le posizioni espresse sulla questione immigrazione. «Si ho ricevuto l'informativa su Boffo anch'io e ne sono rimasto indignato» ha detto il vescovo, apostrofando l'informativa come «una forma di avvertimento che da siciliano definirei di tipo mafioso». Per Mogavero la vicenda che ha preso il via dalla pubblicazione sul quotidiano diretto da Feltri di un articolo su Boffo «pesa» nelle relazioni tra Chiesa e governo perché «indubbiamente in situazioni come questa c'è uno spirito di corpo che si ricompatta anche se precedentemente vi poteva essere una situazione sfilacciata». «Se si voleva dividere il mondo cattolico certamente così si ottiene il contrario. Se il premier Silvio Berlusconi - continua il vescovo di Mazara - cerca un riavvicinamento con la Chiesa deve semplicemente cambiare stile di vita, deve semplicemente fare il politico e non il manager o l'uomo di spettacolo». Poi, prosegue Mogavero, «il giudizio sulla sua politica lo daranno il Parlamento e la storia ma se cerca la vicinanza con il mondo ecclesiastico deve assumere un rigoroso stile di vita». «Non ci interessa la sua vita privata - conclude - ci interessa che non ne faccia motivo di spettacolo».

«I SERVIZI NON C'ENTRANO» - Entrando nel merito della vicenda Boffo, il presidente del Copasir Francesco Rutelli ha escluso un coinvolgimento dei Servizi, assicurando la «massima attenzione contro eventuali deviazioni». «A proposito degli articoli di stampa che ipotizzano la formazione di documentazione illecita nell'ambito delle polemiche in corso, il presidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica Francesco Rutelli - si legge in un comunicato- ha reso noto che il comitato non ha ricevuto finora alcuna segnalazione su coinvolgimenti diretti o indiretti di persone legate ai servizi di informazione. Il Copasir dedicherà il massimo di attenzione ad ogni notizia a questo proposito e vigilerà perché non si registrino deviazioni, in qualunque direzione, dai compiti istituzionali in un momento molto delicato per la vita democratica».

IL FASCICOLO A TERNI - Informativa a parte, negli archivi del tribunale di Terni è conservato il fascicolo processuale che riguarda il direttore di Avvenire e che lo costrinse a pagare un'ammenda di 516 euro. Sulla vicenda lunedì mattina il procuratore della Repubblica Fausto Cardella non ha voluto fare commenti. Il magistrato, che all'epoca dei fatti non guidava ancora l'ufficio, è rimasto nella sua stanza impegnato nella normale attività. Con i giornalisti non è voluto entrare nel merito della vicenda. Si è limitato a confermare che nessuna iniziativa è stata presa dalla Procura in seguito alla pubblicazione della notizie riguardanti Boffo da parte de Il Giornale. Da parte sua il gip di Terni Pierluigi Panariello ha spiegato che nel fascicolo riguardante il procedimento per molestie a carico di Dino Boffo «non c'è assolutamente alcuna nota che riguardi le sue inclinazioni sessuali». Il giudice si sta occupando della vicenda essendo stato chiamato a decidere in merito alle richieste di accesso agli atti presentate oggi da diversi giornalisti. Non si trovano invece più a Terni il pubblico ministero che coordinò l'inchiesta e il gip che firmò il decreto penale di condanna nei confronti di Boffo per molestie.

CESA E ROTONDI - A sostegno di Boffo scende ancora in campo il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa: «L'attacco ad un giornale libero come Avvenire che per tutti noi cattolici è un punto di riferimento è vergognoso ed è un segno del degrado della politica dei nostri tempi» spiega il leader centrista a margine del sit-in di protesta davanti l'Ambasciata libica di via Nomentana a Roma contro la visita del premier Silvio Berlusconi a Tripoli. Cesa si augura che venga fatta luce «sul dossier che è girato tra le redazioni e lo si faccia in Parlamento nella commissione competente che è il Copasir». Per il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi «questo è uno dei casi in cui serve solo la preghiera per tutti i protagonisti di questo doloroso capitolo della vita nazionale». «Il livello di imbarbarimento nel rapporto tra politica e informazione è tale che necessita di un momento di riflessione e di responsabilità» sostiene Piero Fassino. all'esponente del Pd replica il presidente dei deputati del Pdl Farbizio Cicchitto. «Quello che afferma Fassino sull'imbarbarimento dello scontro politico-giornalistico è condivisibile se riguarda ciò che è successo in Italia da alcuni mesi a questa parte e se si rivolge a trecentosessanta gradi a tutti i mezzi di comunicazione di massa, giornali e trasmissioni televisive, che si sono esibiti su questo terreno».


corriere della sera 31 agosto 2009

BOFFO: PARLA IL GIP DI TERNI SU CONTENUTO ATTI

» 2009-08-31 15:27

Nel fascicolo nessuna nota su inclinazioni sessuali
(ANSA) - TERNI, 31 AGO - Nel fascicolo riguardante Dino Boffo 'non c'e' assolutamente alcuna nota che riguardi le sue inclinazioni sessuali', dice il gip di Terni. Il giudice Pierluigi Panariello ha parlato oggi con i giornalisti del procedimento per molestie a carico del direttore di Avvenire dopo una serie di richieste di accesso agli atti presentate da diversi giornalisti. Tra gli atti non figurano intercettazioni telefoniche. Ci sono invece i tabulati relativi al telefono di Boffo.

BOFFO: FASCICOLO IN ARCHIVIO
No comment del procuratore di Terni
(ANSA) - TERNI, 31 AGO - E' conservato negli archivi del tribunale di Terni il fascicolo processuale riguardante il direttore di Avvenire Dino Boffo. Una vicenda sulla quale stamani non ha voluto fare commenti il procuratore della Repubblica Fausto Cardella. Il magistrato, che all'epoca dei fatti non guidava ancora l'ufficio, si e' limitato a confermare che nessuna iniziativa e' stata presa dalla Procura in seguito alla pubblicazione della notizie riguardanti Boffo da parte de Il Giornale

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