RUTELLI: 'ALLEANZA PER L'ITALIA', IL NOME DEL MOVIMENTO
CONDIVIDI: Facebook Google Yahoo Twitter
Altri
Stampa Invia questo articolo
(AGI) - Roma, 11 nov - E''Alleanza per l'Italia' il nome del movimento fondato da Francesco Rutelli, di cui l'ex leader della Margherita e' anche il presidente. Il portavoce e' Bruno Tabacci.
RUTELLI: OGGI INIZIA UN CAMMINO, CASINI? COLLABOREREMO
(AGI) - Roma, 11 nov. - Parte da una saletta al piano terra di palazzo Ruspoli la nuova sfida politica di Francesco Rutelli e della coalizione di volonterosi che gia' ha aggregato.
"Iniziamo un cammino per aggregare quanti vogliono un'Italia democratica, liberale, popolare e riformatrice", ha detto l'ex leader della Margherita e ormai ex dirigente del Pd nel suo piu' che sintetico intervento alla conferenza stampa di presentazione di nome e simbolo del suo movimento 'Alleanza per l'Italia'. L'obiettivo, ha insistito, "e' migliorare questo paese". Accanto a Rutelli, Bruno Tabacci che dell'alleanza e' portavoce e un nugolo di deputati e senatori per la maggior parte freschi di divorzio dal Pd. Nonostante sia uscito dal partito, Rutelli non sembra voler certo rompere i ponti con i democratici. "Non sono d'accordo con un Pd che va a sinistra, ma lo rispetto", ha detto. E quanto ai futuri alleati, c'e' un nome su tutti che gli viene sottoposto con insistenza, quello di Pier Ferdinando Casini. "Con Casini ci sara' una collaborazione molto presto", ha assicurato
Visualizzazione post con etichetta rutelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta rutelli. Mostra tutti i post
mercoledì 11 novembre 2009
sabato 21 febbraio 2009
ASSEMBLEA PD: RUTELLI SI APPELLA AL WWF

di Paturnio
Spero che il PD si liberi dei Rutelli, delle Binetti e di chi non ha ancora capito cosa dovrebbe essere il PD, nè chi dovrebbe rappresentare.Il mio è un augurio sincero.
A ROMA LA COSTITUENTE. Sul gruppo dirigente il pressing della base: subito primarie
Pd al bivio: si va alla conta in assemblea
Pd al bivio: si va alla conta in assemblea
Rutelli: «Rischiamo l'estinzione». D'Alema: «Sono per il ricambio, non aspiro a cariche»
ROMA - È il momento della verità per il Pd, dopo le dimissioni di Walter Veltroni da segretario. Un partito quasi in stato confusionale in vista dell'Assemblea nazionale di sabato a Roma dove si ritroveranno a discutere e a decidere del proprio futuro i 2.800 eletti. Ma più si avvicina l'appuntamento romano più lo scenario appare incerto. E dopo giorni di silenzio, arriva l'affondo di Massimo D'Alema a rendere ancora più incandescente il clima interno al partito, con la base che chiede «tutti a casa» e invoca «primarie subito». Anche Francesco Rutelli non risparmia critiche. Intanto, tra i big cresce il timore per un'Assemblea «ingovernabile». Si va dunque profilando l'ipotesi di aprire l'assise mettendo subito sul piatto la doppia alternativa: nuovo segretario pro tempore o congresso anticipato e primarie, lasciando alla platea di decidere quale strada. Anna Finocchiaro avrà il compito di dirigere i lavori, mentre un esponente del coordinamento dovrebbe illustrare i motivi della scelta di procedere all'elezione di un nuovo segretario. Poi, parlerà chi sostiene l'alternativa congresso. A quel punto, la parola passa all'assemblea.
LE CANDIDATURE - In campo già due candidature, Dario Franceschini appoggiato dai vertici del partito, e Arturo Parisi sostenitore della necessità di andare subito alle primarie. Ma anche i veltroniani annunciano battaglia: Stefano Ceccanti, senatore del Pd e collaboratore di Veltroni, è pronto a presentare una mozione perché si vada subito alla consultazione popolare, mentre cresce il «partito dei sindaci e dei governatori» che chiedono la convocazione in tempi brevi del congresso (e circola anche il nome di Nicola Zingaretti quale possibile terzo candidato).
D'ALEMA ALL'ATTACCO - Intanto D'Alema, in un'intervista, replica alle accuse smentendo qualsiasi complotto, ma rileva che la crisi del Pd «nasce da scelte insufficienti e confuse» e auspica che ora «si creino le condizioni per una migliore collaborazione e si possa finalmente lavorare insieme». Quanto alla guida veltroniana, per D'Alema l'errore è stato aver imboccato una «scorciatoia» incentrando tutto sul rapporto «taumaturgico tra il leader e le masse». Rutelli parla invece delle dimissioni di Veltroni come di un «colpo durissimo al progetto» del Pd il cui futuro «si gioca nei prossimi 100 giorni, o saprà dove andare o c'è l'estinzione» e annuncia che non correrà per la guida del partito, ma non rinuncerà mai a dire la sua. E spunta poi il documento Chiamparino, firmato da altri amministratori, che dice sì a Franceschini ma chiede la costruzione di un organismo straordinario che faccia leva sui segretari regionali e su una rappresentanza significativa dei territori. Da Parisi arriva invece la rievocazione di Prodi, «che segue me - assicura lo stesso Parisi - e tutta la vicenda con il cuore».
LE CANDIDATURE - In campo già due candidature, Dario Franceschini appoggiato dai vertici del partito, e Arturo Parisi sostenitore della necessità di andare subito alle primarie. Ma anche i veltroniani annunciano battaglia: Stefano Ceccanti, senatore del Pd e collaboratore di Veltroni, è pronto a presentare una mozione perché si vada subito alla consultazione popolare, mentre cresce il «partito dei sindaci e dei governatori» che chiedono la convocazione in tempi brevi del congresso (e circola anche il nome di Nicola Zingaretti quale possibile terzo candidato).
D'ALEMA ALL'ATTACCO - Intanto D'Alema, in un'intervista, replica alle accuse smentendo qualsiasi complotto, ma rileva che la crisi del Pd «nasce da scelte insufficienti e confuse» e auspica che ora «si creino le condizioni per una migliore collaborazione e si possa finalmente lavorare insieme». Quanto alla guida veltroniana, per D'Alema l'errore è stato aver imboccato una «scorciatoia» incentrando tutto sul rapporto «taumaturgico tra il leader e le masse». Rutelli parla invece delle dimissioni di Veltroni come di un «colpo durissimo al progetto» del Pd il cui futuro «si gioca nei prossimi 100 giorni, o saprà dove andare o c'è l'estinzione» e annuncia che non correrà per la guida del partito, ma non rinuncerà mai a dire la sua. E spunta poi il documento Chiamparino, firmato da altri amministratori, che dice sì a Franceschini ma chiede la costruzione di un organismo straordinario che faccia leva sui segretari regionali e su una rappresentanza significativa dei territori. Da Parisi arriva invece la rievocazione di Prodi, «che segue me - assicura lo stesso Parisi - e tutta la vicenda con il cuore».
Corriere della Sera 20 febbraio 2009(ultima modifica: 21 febbraio 2009)
Iscriviti a:
Post (Atom)