sabato 24 maggio 2008

MESSICO, SQUALO UCCIDE SURFISTA.UN MORSO TRANCIA ARTERIA FEMORALE

(foto archivio Australia)

La tragedia nel mare davanti a una spiaggia dello stato di Guerriero
Un morso gli ha tranciato l'arteria femorale. E' morto dissanguato
di Paturnio
Gli squali ricominciano ad attaccare gli uomini. Negli Stati Uniti (escluse LE HAWHAII) nel 2008 ci sono stati 839 attacchi. Anche in Australia l'ultimo attacco, per fortuna non mortale, si è registrato il 12 maggio scorso. Di seguito gli articoli su Messico e Australia

E' il secondo attacco in un mese
Stava facendo surf al largo di una spiaggia nel comune di Zihuatanejo, nello stato di Guerriero a sud del Messico, quando è stato attaccato da un squalo. Per Aldo Mata, uno studente messicano di 24 anni, non c'è stato scampo. Lo squalo, lungo due metri e mezzo, ha prima strappato via una mano al ragazzo, poi lo ha morso alla coscia destra, causandogli la frattura del femore e tranciandogli l'arteria femorale: una ferita di 35 centimetri che ha provocato la morte del ragazzo per dissanguamento. E' accaduto tutto in pochi minuti, sotto gli occhi dei tanti turisti che affollavano la spiaggia di Pantla e di un amico della vittima, che si trovava a pochi metri dalla raccapricciante scena. E' stato lui a raccontare i dettagli dell'aggressione. Si tratta del secondo attacco mortale in meno un mese nella regione, una delle mete messicane predilette dei surfisti. Alla fine di aprile un ragazzo americano di 24 anni è morto durante il trasporto all'ospedale dopo essere stato attaccato da uno squalo al largo di una spiaggia a 20 km da Pantla. (Repubblica 24 maggio 2008)
Australia, gli squali riprendono ad attaccare l'uomo
E’ vivo per miracolo Tom Marron che domenica al largo delle coste di Albany nel sud dell’Australia è stato attaccato e ferito da uno squalo. Lo ha salvato una donna madre di tre figli. Probabilmente ad attirare lo squalo, e poi gli altri tre che sono stati avvistati successivamente, un branco di delfini (in foto si vede la sagoma di uno di loro) venuti a giocare nelle acque antistanti la Middleton Beach.
12 maggio 2008 Perth Now

martedì 20 maggio 2008

Dieci modi di cambiare il mondo attraverso i social network


Un blogger famoso, Max Gladwell, ha elencato i network più importanti

Grazie ai siti social si può anche cambiare il mondo: basta frequentare quelli giusti

(da http://sustainablog.org)
Facebook, MySpace, Digg, Twitter: sono siti della cosiddetta seconda generazione di Internet e sono una fucina di nuove idee, sono laboratori di intuizione e scoperte, sono posti virtuali in grado di dare un orientamento significativo sulla direzione che sta prendendo il mondo, su quello che la gente mediamente pensa e spera. Insomma, ormai l'hanno capito anche gli Amministratori Delegati delle multinazionali e iniziano a prenderli sul serio, ma esistono altri siti meno noti o canali dei siti più famosi, dedicati alle grandi cause ambientali, sociali, etiche. Lì si può innanzitutto sapere quali sono le grandi battaglie in corso per cambiare il mondo e in secondo luogo si possono direttamente supportare le grandi cause.

I SITI GIUSTI -Max Gladwell spiega quali sono i siti sociali più giusti per lasciare un segno nella società, a seconda dell'ideale che sta più a cuore, ed elenca i motivi per cui è utile frequentarli.

ALCUNI ESEMPI – Nella sezione Causes di Facebook si possono sostenere alcune delle grandi campagne ecologiche attualmente in corso, soprattutto in tema di spreco e di riciclo. Su DankApps gli utenti possono invece contribuire, con idee o donazioni, alla lotta contro il riscaldamento climatico o a quella contro l'Hiv e contro i tumori al seno. Anche in campo professionale esiste un sito di nicchia, JustMeans, che pur essendo meno noto di Linkedin, costituisce un'importante community professionale con un taglio decisamente attento alla responsabilità sociale: le informazioni e le iniziative a sostengo di una cultura socialmente responsabile non mancano e gli utenti possono discuterne e sostenere le idee più convincenti. Sempre in tema di ambiente è nato recentemente un nuovo canale di Twitter chiamato greenstream, che raccoglie le iniziative a tema e offre originali opportunità di vivere in modo verde. Poi c'è Hugg.com, versione eco-friendly del più celebre Digg dove gli utenti possono determinare, votare e commentare l'agenda ambientale. C'è un sito di social networking persino per gli artisti, dove le celebrità possono collegarsi alle organizzazioni impegnate nelle grandi cause: si chiama Make the Difference Network ed è stato promosso dall'attrice Jessica Biel proprio per far dialogare il mondo dello spettacolo con i protagonisti dell'impegno sociale. Tra i tanti esempi c'è persino una versione a tema della celeberrima wikipedia: si chiama PlayGreen ed è un luogo virtuale dove ciascuno (nel pieno rispetto della filosofia wiki) può regalare il proprio contributo per un mondo migliore. Si possono scrivere articoli su come costruire un pc eco sostenibile o condividere informazioni su malattie, energie alternative, riscaldamento globale. Ogni idea e ogni tassello di conoscenza è ben accetta, con l'unico obiettivo di un pianeta migliore.

Corriere della Sera Emanuela Di Pasqua
13 maggio 2008

Sul «Daily Mirror» la foto dell'uomo incinto all'ottavo mese


Cronache La bambina nascerà entro il prossimo 3 luglio

Nato donna, si è sottoposto ad intervento per cambiare sesso, senza ledere i suoi organi riproduttivi


ROMA - Il quotidiano britannico Daily Mirror pubblica in prima pagina una fotografia del transessuale americano Thomas Beatie, il primo uomo incinto che darà alla luce una bambina tra sei settimane. Nato donna, Beatie si è sottoposto a un intervento chirurgico per cambiare sesso, senza però ledere i suoi organi riproduttivi.

LA STORIA - In un articolo pubblicato lo scorso marzo dalla rivista gay «The Advocate», Beatie scrisse: «Sono un transessuale, legalmente un maschio, sposato legalmente a Nancy. Gli interventi di cambiamento del sesso non richiedono la sterilizzazione, per questo decisi di sottopormi alla ricostruzione del seno e alla terapia di testosterone, ma di tutelare i miei diritti riproduttivi».

«VOLEVO UN FIGLIO» - Beatie spiegò quindi che la sua gravidanza era dovuta all’impossibilità della moglie Nancy di avere figli. «Volere avere un figlio naturale non è un desiderio né maschile né femminile, ma umano - scrisse - ho sempre voluto avere dei bambini. Tuttavia, a causa di una grave endometriosi avuta 20 anni fa, Nancy ha subito un intervento di isterectomia e oggi non può portare in grembo un bambino». La coppia avrà una bambina entro il prossimo 3 luglio. Il quotidiano britannico ritrae Beatie alle prese con lavori di giardinaggio nella sua casa di Bend, in Oregon, con indosso una maglietta con il logo «Define normal» dell’azienda di magliera per gay e lesbiche.


CORRIERE DELLA SERA 20 maggio 2008

lunedì 19 maggio 2008

Scienziati Gb: decifrato segreto desiderio sessuale, presto pillola libido



Sara' molto piu' efficace Viagra e cambiera' vita molte persone
(ANSA) - LONDRA, 19 MAG - Decifrato il segreto del desiderio sessuale e creazione di una 'pillola della libido' capace di stimolare il desiderio in uomini e donne. Lo dicono esperti di riproduzione a Edimburgo per i quali la pillola sara' molto piu' efficace del Viagra. Secondo il Daily Mail, questo farmaco potrebbe cambiare la vita di milioni di persone, visto che ha anche la potenzialita' di aumentare la fertilita' e favorire perdita di peso. La perdita di libido colpisce oltre un terzo delle donne e un uomo su sei.

domenica 18 maggio 2008

L'invasione dei ragni giganti:Allerta in Germania, Austria e Svizzera


LO SCRIVE IL Der Spiegel: grandi quasi 20 centimetri, si spostano in gruppi


BERLINO - Sono neri, sono grandi quasi 20 centimetri e si spostano in orde: un'invasione senza precedenti di ragni è in atto in questi giorni in Austria, in Germania e in Svizzera, riportano gli organi di stampa. Sbalorditi anche gli esperti di aracnidi: a quanto sembra, nessuno sa da dove siano arrivati - e gli animaletti diventano sempre più numerosi. Cattive notizie per chi soffre di aracnofobia, scrive Der Spiegel, che racconta in un lungo articolo la curiosa «occupazione» di ragni opilionidi. «I Paesi Bassi e la Germania sono già stati invasi. In questo momento loro presenza si è moltiplicata anche in Svizzera e in Austria», scrive il settimanale sul suo sito. Si intravedono sui muri di casa e sulle pareti. Questi animali hanno otto lunghe ed esili zampe che raggiungono anche i 18 centimetri. Alla loro vista molti cittadini si spaventano, altri invece provano disgusto. Tuttavia, non sono pericolosi e si dileguano appena ci si avvicina a loro.

INVASIONE - Gli opilionidi, vengono spesso scambiati per ragni, sono invece solo loro parenti: assieme agli scorpioni; gli pseudoscorpioni; gli acari e i ragni appartengono alla famiglia degli aracnidi. Sono privi di strutture capaci di emettere fili di seta e non posseggono ghiandole velenifere, quindi non sono potenzialmente pericolosi, spiega Jochen Martens, professore di zoologia all'Università di Mainz. Si spostano in orde di centinaia, a volte migliaia: «Tutto il gruppo comincia poi a muoversi», descrive Martens il loro comportamento in caso di difesa. Sono degli onnivori, ovvero si nutrono di piccoli insetti, ingerendo anche materiale solido e semisolido. La cosa più incredibile, spiegano però gli esperti, è che questa particolare specie non è ancora stata identificata, pur essendo stati effettuati dei test genetici. Anche la causa della loro espansione in questi paesi rimane per il momento un mistero: per gli esperti questi "aliens" potrebbero essere arrivati in Europa via mare, con ogni probabilità su dei container. Infatti, sussiste un rapporto diretto tra l'intensità degli scambi di merci con un continente e il numero delle specie di ragni importate. La maggior parte è originaria dell'Asia, ma anche dal Sudamerica.

La Stampa 17 maggio 2008

Fannulloni, le malattie professionali: Agorafobia, allergia alla polvere e stress da traffico




EMANUELA MINUCCI
TORINO
L’impiegata dell’anagrafe afflitta da «improvvisa, totale afonia» solo quando sta dietro lo sportello. Il vigile assegnato al lavoro domenicale che si presenta con un certificato medico in cui sta scritto: «Al soggetto in questione nuoce gravemente il lavoro festivo». La dipendente che finisce nella lista degli spostamenti coatti e chiede di non finire a contatto con il pubblico «perché afflitta da sociofobia». Salvo poi accettare il ruolo, perché comporta qualche soldino in più in busta. Anche il Comune di Torino, nonostante sia fra le amministrazioni più virtuose d’Italia in quanto a numero di permessi-mutua, produce ogni anno parecchi certificati curiosi nati per sollevare il lavoratore da una mansione sgradita. Basti pensare che su 36 dipendenti finiti nella famosa «Vaciago-list» (i trasferimenti forzosi studiati qualche mese fa dal direttore generale) ben 9 si sono presentati con una richiesta di dispensa stilata dal medico curante. Spiega Emilio Agagliati, vicedirettore delle Risorse Umane del Comune: «Non ne riceviamo molte, nel 2007 per esempio, i casi di “dispensa in esito a visita medica” sono stati soltanto 42». Quarantadue su 12.300 dipendenti non sono tanti. Ma se si pensa che nel 2004, quando i dipendenti erano oltre 14 mila, quel tipo di richiesta era stata avanzata soltanto da 12 dipendenti va da sé che il fenomeno è a dir poco triplicato. Ma è soprattutto la fantasia, che galoppa, alla faccia del giro di vite contro i fannulloni annunciato dal ministro Brunetta: «Quando qualcuno arriva con un certificato medico noi possiamo soltanto dare il via ai controlli di routine dell’Asl - spiega ancora Agagliati - ma è molto raro che le patologie stilate dal medico curante vengano contestate». Anche perché, come ricordava ieri proprio su «La Stampa», il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, si tratta di valutare una zona «grigia» che sfugge a tutti gli esami obiettivi. Come dire: se uno accusa attacchi di «sociofobia» quando si siede dietro uno sportello e dice che gli sudano le mani e gli scompare la voce, è davvero difficile dimostrare che mente.

Ansia da coda
Non c’era scritto proprio così sul certificato medico che è stato presentato da un’impiegata distaccata - dopo anni di lavoro liscio come l’olio - da Palazzo civico all’anagrafe di una circoscrizione di periferia. Il medico era stato molto più tecnico. Aveva scritto: «Ansia da prestazione legata al ritmo alienante della professione». Traducendo: la signorina in questione non sopportava di dover smaltire una montagna di certificati di residenza o di nascita a un ritmo da «Tempi Moderni». E’ riuscita a non essere trasferita? No, ma soltanto perché non ha voluto rinunciare all’indennità che aveva maturato in tempi non sospetti (in gioventù era stata assunta proprio come sportellista). Quindi, obtorto collo, ha cestinato il certificato del medico della mutua.

Solo feriali please
Ha scatenato un bel po’ di commenti al convegno sulla pubblica amministrazione che si è tenuto giovedì a Roma, il caso di quel vigile che ha chiesto attraverso un bel certificato medico al comandante Mauro Famigli di essere esentato dal lavoro domenicale. «In realtà di richieste strane ne ho ricevute molte altre - spiega il comandante - da chi non vuole lavorare di notte a chi chiede di essere trasferito dietro una scrivania perché patisce lo stress da traffico».

Allergia da polvere
Quanto a originalità, però, ha battuto tutti quella dipendente che, stanca di lavorare fra le scartoffie, un bel giorno si è presentata in ufficio con un certificato di «sick building syndrome», la malattia dell’edificio malato. Massì, quella vecchia struttura che abbina infissi e impianti di condizionamento vetusti, in cui si possono sviluppare parecchi agenti patogeni. In effetti Palazzo Civico ha un bel po’ di annetti. L’alternativa è soltanto una: il Lingottino. Sempre che, come punizione non la mandino a Palazzo Reale.

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