(la migliore barzelletta di Berlusconi secondo Noemi)
venerdì 29 ottobre 2010
COS'E' IL BUNGA BUNGA?: ECCO IL SIGNIFICATO
(la migliore barzelletta di Berlusconi secondo Noemi)
domenica 19 luglio 2009
LIBRI:"PAPI, UNO SCANDALO POLITICO"
Un instant book tra donne, party e polemiche


JACOPO IACOBONI

L’ ormai celebre Capodanno del 2008 a Villa Certosa. Le telefonate con Agostino Saccà. L’annuncio di divorzio di Veronica Lario. La ricostruzione degli ultimi tre anni di vita privata e pubblica del Cavaliere, passando per il caso Noemi, la polemica sulle veline e le liste europee, l’inchiesta di Bari dalla deposizione di Patrizia D’Addario alla ricostruzione della figura di Giampaolo Tarantini. Ora sono un libro, pubblicato dallla bestia nera di Berlusconi, Marco Travaglio, assieme ai giornalisti dell’Espresso Peter Gomez e Marco Lillo.
Si chiama «Papi. Uno scandalo politico» (per Chiarelettere) e, dicono gli autori, è un instant book perché bisognava far conoscere storie che altrimenti «si conoscerebbero leggendo cinque quotidiani». Travaglio, Gomez e Lillo mettono insieme un rendiconto sistematico di storie che hanno monopolizzato il dibattito pubblico di questa estate, a partire dall’annuncio di divorzio fatto da Veronica Lario, ma con l'aggiunta di episodi meno noti, sconosciuti o, come nello stile degli autori, ri-raccontati dal flusso dell’informazione quotidiana.
Ci sono inediti come quello raccontato da una delle ospiti del party del Capodanno 2008 a Villa Certosa, che spiega di essersi ritratta durante quell’occasione in Sardegna. «La Began (Sabina, detta l’Ape Regina, nda.) mi disse che lui s’era lamentato perché ero stata "scortese, poco carina nei suoi confronti"». Racconta Travaglio «di questa ragazza abbiamo una conversazione esclusiva, l'abbiamo protetta con l'anonimato». Sostiene che il suo no fu tanto energico che a momenti rischiò di rompere un polso a Silvio.
La musica di Mariano Apicella, le ospitate di Simon Le Bon, il cantante dei Duran Duran, in completo bianco, i giri sulle macchinette elettrica a illustrare la collezione di piante di Villa Certosa, i balli e i canti con le giovani, anche una lezione di politica in cui il Cavaliere annuncia alle sue ospiti «così faremo cadere il governo Prodi». Sfilano figure variamente raccontate dalle cronache di questi mesi, da Imma Di Ninni, vincitrice del prestigioso reality "Uno, due tre... stalla!", alle gemelline Ferrera e Siria del Grande Fratello, a Camilla Ferranti, che fu al centro del caso Saccà. Naturalmente, c’è il singer Apicella, e il produttore Guido De Angelis, anche lui (ma in gioventù) cantante; di "Sandokan".
In un capitolo si ricostruisce la storia che ha al centro Antonello Zappadu, l’autore degli scatti segreti in Sardegna, poi parzialmente pubblicati da El Pais. In un altro si ripercorre la vicenda Saccà, le telefonate leggendarie con «Agostino»; sarà il Cavaliere stesso a scherzarci con le sue ospiti, una di loro narra: «Ci disse "visto che mi tocca fare per farvi lavorare?»
Travaglio prosegue una saga sul Cavaliere che è ormai un genere editoriale da oltre un milione di copie, da "Regime" a "Inciucio", "Le mille balle blu" (sempre con Gomez), fino all'ultimo "Italia anno zero" (con Vauro e Beatrice Borromeo). Con Lillo tornano episodi del "Bavaglio", scritto contro la legge sulle intercettazioni. «L’antefatto di tutto - sostiene l'autore - è tre anni fa, l'estate 2006. Con un prologo nella storia dell'annunciatrice Virginia Sanjust che registra le conversazioni con suo marito, in cui lui minaccia il Cavaliere per essere reintegrato nei servizi, e lei gli dice di non preoccuparsi, che sistemerà tutto». L’esplosione, allora, fu simboleggiata dal finto vulcano di Villa Certosa. Molto sarebbe ancora accaduto.
Autore: Marco Travaglio, Peter Gomez, Marco Lillo
Titolo: Papi. Uno scandalo politico
Edizioni: Chiarelettere
Prezzo: 15 euro
giovedì 18 giugno 2009
mercoledì 17 giugno 2009
BERLUSCONI -D'ADDARIO, D'ALEMA: NON FACCIA COME CON NOEMI
Fonti ufficiose della procura di Bari confermano le notizie di stampa su un'indagine
per induzione alla prostituzione che tira in ballo anche Silvio Berlusconi
Il Pdl all'attacco di D'Alema: "Come sapeva?"
L'ex premier: "Non faccia come con Noemi"
"Speculazioni vergognose, ho espresso un giudizio politico". Franceschini: "Vogliono fare le vittime"
Il legale del Cavaliere e il Guardasigilli a Palazzo Grazioli. "Decideremo nei prossimi giorni"

Massimo D'Alema
Bondi, La Russa e Verdini, non parlano dell'indagine nel merito, ma preferiscono invece attaccare D'Alema: "Come faceva a 'immaginare' in anteprima assoluta i contenuti (tutti da verificare) di una nuova inchiesta?", dicono riferendosi alle parole pronunciate dall'ex ministro nella trasmissione di Lucia Annunziata. E D'Alema replica mandando un consiglio al premier: "Faccia quello che non ha fatto nel caso Noemi, chiarisca e risponda". Franceschini: "Gridano al complotto per cercare di trasform
Il Pdl. L'ufficio di presidenza del Pdl esprime, all'unanimità, "vicinanza e totale solidarietà al presidente Silvio Berlusconi, anche oggi oggetto di un attacco scandalistico tanto privo di fondamento quanto estraneo ai temi di una corretta valutazione dell'operato di un leader politico e del suo movimento".
Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini chiedono se "sono questi gli argomenti e i metodi di lotta politica su cui conta l'opposizione per provocare 'la scossa' evocata da D'Alema? E, a proposito, come faceva D'Alema a 'immaginare' in anteprima assoluta i contenuti (tutti da verificare) di una nuova inchiesta della Procura di Bari dopo la sua visita nella città?".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il legale di Silvio Berlusconi e deputato del Pdl, Niccolò Ghedini. Dell'inchiesta della procura di Bari "non sappiamo nulla, ma certamente non può essere un'inchiesta nei confronti del presidente del consiglio". "Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile", sostiene l'avvocatoche aggiunge: "Vicenda inesistente. Non credo che la D'Addario sia mai andata a casa del premier".
Lo stesso Ghedini e il ministro della Giustizia Alfano si sono recati a Palazzo Grazioli circa mezz'ora dopo il rientro del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dal Quirinale, dove aveva partecipato alla colazione di lavoro con il capo dello Stato Giorgio Napolitano sui temi dell'imminente Consiglio europeo. "Strategie nei confronti del Corriere della Sera in questo momento, ovviamente, non ce ne sono, nel senso che cercheremo di approfondire queste notizie che ci appaiono completamente sprovviste di qualsiasi connessione fattuale e logica. Dopodiché decideremo il da farsi nei prossimi giorni", afferma Niccolò Ghedini, alla. Quanto alle dichiarazioni di Patrizia D'Addario, l'avvocato afferma: "A me pare che sia una dichiarazione di una persona che, evidentemente, è delusa dal suo risultato elettorale e forse ha, con questa intervista, un momento di particolare notorietà.
"D'Alema e partito non sono nuovi a contiguità inquietanti con alcuni settori politicizzati della magistratura. Le domande quindi fatte dai coordinatori del Pdl sono più che plausibili e a queste deve rispondere D'Alema", ha detto il presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri, che accusa D'Alema di essere "un grande esperto di manovre e di intrighi".
La replica di D'Alema. Parole alle quali replica a stretto giro di posta lo stesso ex presidente del Consiglio che si dice "colpito" dalla notizia del Corriere della Sera: "Si sta facendo una vergognosa speculazione - spiega D'Alema - Quello da me espresso domenica scorsa nel programma In mezz'ora era un giudizio politico, come è stato del tutto evidente a chi ha visto la trasmissione, riferito al governo e al nervosismo del presidente del Consiglio, il quale aveva appena denunciato oscuri e imprecisati complotti contro di lui. Nessun riferimento, dunque, da parte mia, a vicende giudiziarie di cui non so nulla. Per quanto riguarda, poi, le insinuazioni prive di qualsiasi fondamento di verità e di riscontri, mi riservo di agire su ogni piano nei confronti dei calunniatori".
"Consiglierei a Berlusconi - aggiunge poi D'Alema in una intervista televisiva - di fare ciò che si fa in questi casi: c'è una intervista sul Corriere della Sera dove qualcuno gli fa delle accuse, risponda. Faccia quello che non ha fatto nel caso Noemi, chiarisca e risponda".
Anche Dario Franceschini, segretario del Partito Democratico, interviene nella polemica: "Massimo D'Alema ha risposto con determinazione e indignazione alle accuse assurde del Pdl - afferma con una nota - E ha ragione: tutti quelli che lo hanno ascoltato hanno capito perfettamente che quando parlava di scosse si riferiva a fatti politici. Tutto il resto - dice ancora il segretario del Pd - fa parte del solito copione di Berlusconi e della destra, fatto di attacchi a tutto e tutti, la stampa, l'opposizione, la magistratura, gridando al complotto per cercare di trasformarsi in vittima e raccogliere qualche voto in più ai ballottaggi. Già visto cento volte, non funziona più".
(La Repubblica 17 giugno 2009)
Dopo il Noemi-Gate, ecco il D'Addario-gate: Le foto
Berlusconi, a Bari inchiesta su prostitute a Roma e in Sardegna
tutte le foto
Il premier: «Spazzatura». Alfano e Ghedini a palazzo Grazioli
D'Alema: risponda alle accuse, non faccia come con Noemi
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L'inchiesta, che coinvolge Gianpaolo e Claudio Tarantini, titolari di una società barese che si occupa della fornitura di tecnologie ospedaliere, sarebbe scaturita da elementi acquisiti nell'ambito di accertamenti su presunti episodi di corruzione relativi a forniture di protesi. Secondo indiscrezioni di stampa le ragazze partecipavano a feste organizzate in residenze del presidente del Consiglio.
Immediata la reazione del premier. «Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità. Io non mi farò certo condizionare da queste aggressioni e continuerò a lavorare,come sempre, per il bene del Paese».
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il deputato del Pdl e legale del premier Niccolò Ghedini sono stati oggi a Palazzo Grazioli circa mezz'ora dopo il rientro del presidente del Consiglio dall'incontro con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Ghedini ha parlato di «notizie senza connessione logica», del fatto che il premier non è punibile e ha definito «straordinaria» la coincidenza sul fatto che il giorno in cui D'Alema ha rilasciato le dichiarazioni sulle "scosse" in arrivo si trovasse proprio a Bari.
La storia. La storia - raccontata dal Corriere - è questa: nel corso di un'indagine a Bari sulla sanità pugliese, sarebbero state intercettate conversazioni che riguardano alcune feste organizzate a palazzo Grazioli e villa Certosa, residenze del premier. E i personaggi coinvolti avrebbero fatto cenno al versamento di soldi alle ragazze invitate a partecipare. Gli accertamenti, scrive il Corsera, sono stati avviati qualche mese fa e riguarderebbero l'attività della Tecnohospital, azienda specializzata in tecnologie ospedaliere e guidata dai fratelli Giampaolo e Claudio Tarantini. E sarebbe proprio Giampaolo ad aver parlato durante alcuni colloqui telefonici, delle feste alle quali era invitato dal premier. E in particolare sarebbero stati captati diversi contatti con ragazze che venivano invitate nelle residenze di Berlusconi per partecipare a questi eventi. A suscitare l'interesse dei magistrati è stato il riferimento al versamento di soldi.
D'Alema: non faccia come con Noemi. «Si sta facendo una vergognosa speculazione, io di inchieste non so nulla, era solo un giudizio politico», ha dichiarato oggi in una nota Massimo D'Alema riferendosi alle sue dichiarazioni di domenica scorsa, quando aveva detto: ci saranno delle scosse. «Nessun riferimento, dunque, da parte mia, a vicende giudiziarie - ha sottolineato D'Alema - di cui non so nulla. Per quanto riguarda, poi, le insinuazioni prive di qualsiasi fondamento di verità e di riscontri, mi riservo di agire su ogni piano nei confronti dei calunniatori».
D'Alema ha «consigliato» poi a Berlusconi di rispondere alle accuse che gli sono state mosse in una intervista al Corriere della Sera. «Consiglierei a Berlusconi di fare ciò che si fa in questi casi: c'è una intervista sul Corriere della Sera dove qualcuno gli fa delle accuse, risponda. Faccia quello che non ha fatto nel caso Noemi, chiarisca e risponda».
Franceschini. «Massimo D'Alema ha risposto con determinazione e indignazione alle accuse assurde del Pdl. E ha ragione: tutti quelli che lo hanno ascoltato hanno capito perfettamente che quando parlava di scosse si riferiva a fatti politici». Lo afferma il segretario del Pd Dario Franceschini in una nota. «Tutto il resto fa parte del solito copione di Berlusconi e della destra, fatto di attacchi a tutto e tutti, la stampa, l'opposizione, la magistratura, gridando al complotto per cercare di trasformarsi in vittima e -conclude il segretario del Pd- raccogliere qualche voto in più ai ballottaggi. Già visto cento volte, non funziona più».
il Messaggero 17 giugno 2009
giovedì 11 giugno 2009
Noemi: Suo padre rinviato a giudizio e mai processato. Aperta un'inchiesta
Dimenticato" da 12 anni il processo al padre di Noemi
Dopo il rinvio a giudizio, la pratica su Elio Letizia si è fermata
Il Tribunale apre un'inchiesta: "Accertare eventuali negligenze"
di CONCHITA SANNINO
NAPOLI - Un fascicolo giudiziario completamente dimenticato. Su un binario morto. O accortamente insabbiato. Per alcuni lustri. Così può accadere che l'ex intraprendente segretario della direzione dell'Annona del Comune di Napoli, arrestato nel 1993 per presunti episodi di concussione, poi rinviato a giudizio nel 1997, non sia mai stato processato. Il presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, ha aperto un'inchiesta amministrativa su un caso che provoca tra i giudici imbarazzo. "Accerteremo eventuali negligenze e responsabilità. Dobbiamo capire cosa è successo e perché", dice Alemi a Repubblica. A segnalargli la vicenda sarebbe stato il presidente dell'Ufficio Gip, Bruno D'Urso. E desta ulteriore sorpresa - ma si tratta di una coincidenza, fino a prova contraria - il fatto che quell'indagato sia Elio Letizia, il padre della diciottenne che chiama papi il premier.
Una storia nella storia. Conferma la strana scoperta anche il suo legale di allora, l'avvocato Fabio Fogliamanzillo. Un "buco nero" della giustizia incrocia il caso politico che ha segnato la campagna elettorale. L'inquisito "dimenticato" è il genitore di Noemi, la studentessa che ha accolto il premier alla sua festa di compleanno a Casoria, il 26 aprile, e che aveva già incontrato il premier a Roma, a Milano e durante la vacanza in Sardegna dello scorso Capodanno.
Vale la pena ricordare che, nella sequenza di bugie e contraddizioni che hanno segnato le spiegazioni sull'origine dell'amicizia con la ragazza, Berlusconi ha sempre sostenuto la tesi di un legame con Elio Letizia: prima facendolo passare come "ex autista di Craxi" (Ansa, 29 aprile), poi come un amico che gli avrebbe segnalato "le candidature alle europee di Martusciello e Malvano" (Porta a Porta, 5 maggio). Poi lo sfondo politico viene sostituito da una privata frequentazione. Elio Letizia afferma (Mattino, 25 maggio) che egli presentò la sua famiglia al premier nel 2001. Il Cavaliere offre un ricordo diverso: "La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata", (Corriere, 25 maggio), a partire almeno dal 2005. Infine, 24 ore prima dell'apertura delle urne, Berlusconi torna su Elio: "Il padre della ragazza, avendo saputo che io sarei stato a Napoli, mi ha chiesto di essere presente alla festa di Noemi" (Ansa, 5 giugno).
Ma che storia aveva Letizia? Nel suo passato giudiziario, ora vuole vederci chiaro anche il presidente del Tribunale. L'impiegato fu arrestato l'11 febbraio del 1993 con il suo direttore dell'assessorato all'Annona, Giovanni De Vecchi, di cui era intimo amico: furono accusati di avere intascato tangenti fino a 35 milioni. I due furono poi rinviati a giudizio, con altri dipendenti e professionisti successivamente arrestati, nell'aprile 1997. Ma qui il fascicolo si polverizza, la posizione di Letizia è stralciata. Gli avvocati ottengono la nullità dell'udienza preliminare.
Così Elio Letizia non sarà mai sottoposto a giudizio (se non per un episodio marginale, per il quale risulta assolto dalla terza sezione penale del Tribunale di Napoli, nel settembre 2003). Tra gli atti sottoposti all'attuale inchiesta amministrativa, ve n'è uno che spinge Alemi a riflettere. È il paradosso per cui, nella sentenza passata in giudicato il 2 novembre 2004, i giudici della Undicesima sezione penale assolvono quattro coindagati di Letizia e scrivono: "Appare evidente che per tutti i reati menzionati - provata la sussistenza di tutti gli elementi oggettivi e soggettivi del reato in contestazione - la descritta illecita condotta risulta certamente ascrivibile al solo Letizia", non agli altri.
(la repubblica 11 giugno 2009)
martedì 9 giugno 2009
EUROPEE, VOTO: QUALCUNO HA SCRITTO "PAPI", MA NON VALE

" Noemi, se hai scritto PAPI il voto non vale.."
DI PATURNIO:
FRA LE COSE PIù DIVERTENTI DI QUESTE ELEZIONI, C'E' CHE ALCUNI SCRUTATORI SEGNALANO DI AVER TROVATO SCHEDE ELETTORALI IN CUI ERA STATO DATO IL VOTO AL PDL E LA PREFERENZA A "PAPI". NATURALMENTE, LA PREFERENZA E' STATA ANNULLATA, MENTRE E' STATO CONSIDERATO VALIDO IL VOTO ALLA LISTA- ECCO UN MESSAGGIO TROVATO SU FACE BOOK:
Il messaggio è tratto dal gruppo: "
" Noemi, se hai scritto PAPI il voto non vale.."
Berlusconi teme strascichi su Noemi e stringe l'asse con la Lega
Accordo con Bossi per i ballottaggi: il Cavaliere in cambio dell'appoggio ai candidati Pdl non spingerà sul referendum
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L’asticella indicata in campagna elettorale dal presidente del Consiglio, si è rivelata un boomerang in grado di alterare anche il risultato aritmetico che indica un -2,4% per il Pdl e un -6,4% per il Pd, senza però tener conto dei Radicali (2,6%) che domenica correvano da soli.
Aumenta anche il numero degli europarlamentari della Pdl che passano da 25 a 29, mentre calano a 21 quelli del Pd. Non va bene a Berlusconi il conteggio delle preferenze personali (2,7 milioni), inferiori ai 3 milioni del ’99 e all’obiettivo di 4 immaginato nelle scorse settimane. Aumenta invece il divario dal Pd che sale dal 4.2% all’8.2% senza contare il 2,6% dei radicali.
L’astensione, specie in Sicilia e Sardegna, ha giocato un brutto scherzo al Cavaliere e la bella giornata di sole non basta a giustificare la flessione di votanti che ha sottratto quasi due milioni di voti alla Pdl. Ieri sera il Cavaliere ha incontrato Umberto Bossi ad Arcore, a dispetto delle polemiche sulla leghizzazione della maggioranza sollevate nei giorni scorsi dall’opposizione - Udc in testa - e rilanciate anche dalla fondazione ”Farefuturo” vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini. Berlusconi considera l’asse con il Carroccio prioritario rispetto ad ogni strategia ed iniziativa. Il rapporto con la Lega non è dei più facili e Bossi non fa sconti, specie quando deve incassare candidature. La difesa sul caso Noemi è costata a Berlusconi quello che Daniela Santanchè definisce «l’abbandono del Nord», perché «il Pdl senza Berlusconi non vince».
Berlusconi è ancora preoccupato per eventuali strascichi del caso-Noemi e prima di occuparsi del rilancio dell’azione di governo punta a tenere ben saldo il rapporto con l’alleato che nel ’94 si sfilò dal governo e che nel ’96 gli fece perdere le elezioni.
L’astensionismo ha scatenato sul Pdl gli effetti maggiori e la teoria degli effetti «esogeni» (Noemi, Mills, voli di Stato) disegnata da uno dei tre coordinatori del Pdl, Denis Verdini, appare debole perché nella scelta del non-voto pesa anche la volontà di togliere sostegno a un premier in difficoltà. Il Carroccio però non sembra voler approfittare del successo e ieri sera Bossi, lasciando Arcore, ha confermato l’impegno della Lega nei ballottaggi. A cominciare da quello di Milano. In cambio Berlusconi eviterà di spingere per il referendum elettorale anche a costo di lasciare a Fini il ruolo di sostenitore della battaglia che punta ad un sistema bipartitico.
Il presidente del Consiglio ha ovviamente preso atto dello stop, ma non intende considerare il voto di ieri una sconfitta e oltre a puntare il dito sulle percentuali del Pd «sempre più dipietrizzato», come sostiene Paolo Bonaiuti, sottolinea la mancanza di una linea comune nell’opposizione che possa trasformarsi in proposta di governo.
il messaggero 9 giugno 2009
martedì 2 giugno 2009
DI PIETRO: INTERPELLANZA URGENTE SU VOLI DI STATO
Questo Presidente del Consiglio svende l’Italia e racconta frottole agli italiani. Tralascio il degrado nel quale oggi Silvio Berlusconi ha fatto sprofondare il Paese a livello internazionale rendendoci lo zimbello d’Europa.
Tralascio le decine e decine di altre bufale che hanno dimostrato l’inadeguatezza del presidente del Consiglio nel risolvere la crisi economica che, per ora, ci accomuna al resto dei Paesi europei, ma che ben presto gli italiani capiranno essere più profonda, crisi dalla quale vedremo uscire gli altri Stati, ma che in Italia durerà certamente molto più a lungo.
Vorrei soffermarmi, invece, sull’uso personale dei voli di Stato che, per certi versi, nella loro estrema banalità, rispetto ai gravi fatti di cui Berlusconi si è macchiato in questa legislatura, sono la dimostrazione che oggi al governo c’è un pessimo Presidente del Consiglio.
Durante il Governo Prodi, gli allora ministri Mastella e Rutelli si resero autori di una vicenda che finì su tutti i giornali: aver utilizzato i voli di Stato per andarsene al Gran Premio di F1 di Monza. Non fu un bell’esempio e l’Italia dei Valori condannò quell’azione senza mezzi termini.
Dopo quella vicenda, un giro di vite sull’accesso ai voli di Stato mise la parola fine al peculato di governo dimezzando in 2 anni le spese da 50 a 28 milioni di euro.
Appena insediato, Silvio Berlusconi ha ripristinato l’accesso disinvolto ai voli di Stato con la consapevolezza e la premeditazione di volerne fare largo uso per amici, vallette, avvenenti aspiranti GF (Grande Fratello), cantanti, amici e vip da trasportare ovunque ci sia bisogno per un favore personale o per una festicciola in Sardegna, verso quella che oggi appare più una meta di turismo sessuale che non una residenza estiva di un Presidente del Consiglio.
L’Italia va a picco con un Pil a -5% e un tasso di disoccupazione reale al 10% e loro brindano alla faccia dei cittadini.
Oggi l’Italia dei Valori ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere spiegazioni sul peculato governativo dei voli di Stato. L’interrogazione giace in Parlamento, il primo organo in cui un uomo di Stato dovrebbe andare a riferire, ma sappiamo già che la risposta ci giungerà o da ‘Porta a Porta’, in una puntata fatta ad hoc, o da qualche convegno pubblico che Berlusconi strumentalizzerà per l’occasione.
Di una cosa siamo certi, la risposta, se ci sarà, sarà una menzogna.
fonte www.antoniodipietro.comsabato 30 maggio 2009
BERLUSCONI: DI PIETRO, IO PARTIGIANO DELLA NUOVA RESISTENZA
“Come posso tacere - aggiunge - con un presidente del Consiglio che, nonostante la sua carica, si permette di tacciare come eversivi i magistrati che hanno l’unica colpa di voler fare il proprio dovere e che definisce ‘grumi sovversivi’ coloro che hanno condannato un corrotto, non potendo condannare anche il corruttore? Noi vorremmo occuparci della crisi del Paese, dell’occupazione, di ammortizzatori sociali, di infrastrutture, di energie rinnovabili, di controllo dei flussi migratori ma in Parlamento si mettono in discussione, quando non sono decreti, solo leggi contro le intercettazioni, contro il sistema costituzionale, contro la libera circolazione degli individui in Europa, piu’ simili alle leggi razziali del ventennio fascista che a manovre capaci di risolvere il fenomeno”. (AGI)
Red/Mgm
lunedì 25 maggio 2009
Noemi, Berlusconi: spiegherò tutto. Casini consiglia uno psicoanalista a Franceschini

Bossi: vabbè che c'è il viagra, ma ci credo poco
Casini attacca Franceschini: gli serve uno psicanalista
ROMA (25 maggio) - Le polemiche sul caso Noemi non accennano a placarsi, ma non trovano l'opposizione unita nel "fronte" contro Berlusconi che continua a parlare di montatura e si dice certo che «tutti gli italiani» saranno al suo fianco, perché chi «entra in una vicenda privata per farne un caso politico è indegno». Per il Pd è un caso politico, l'Idv rilancia la proposta della mozione di sfiducia per il caso Mills che però non trova i favori né di Franceschini, né di Casini.
Berlusconi. «Reagiro, spiegherò esattamente la situazione e avrò ancora tutti gli italiani con me» spiega alla Cnn. «Non c'è nulla di nulla - ribadisce - che sia minimamente negativo; abbiamo chiarito la situazione e ancora di più la chiariremo in futuro». E oggi sul Mattino Elio Letizia il padre di Noemi ha spiegato come la ragazza ha conosciuto il premier. L'appellativo "papi" è un consiglio innocente del padre («Nonno mi sembra ingeneroso - avrebbe suggerito - meglio che lo chiami papi»). E tutto non ha avuto inizio con un book fotografico ma con una storia triste, legata a un lutto familiare.
Franceschini: dovrebbe dire la verità. «Il mio avversario è sempre più rancoroso e nervoso. Dovrebbe dire - dice quindi Dario Franceschini - la verita».
«Caso politico». «Non si tratta - spiega Pier Luigi Bersani - di guardare dal buco della serratura. Quando emerge con sempre maggiore chiarezza che il premier non sta dicendo la verità, il tema diventa politico».
Forse iniziativa parlamentare. Il Pd discuterà domani se la richiesta di verità, avanzata al premier, sarà ribadita con un'iniziativa parlamentare, magari adottando a nome di tutto il partito l'interpellanza del deputato Pd Franco Laratta che, sulla falsariga delle 10 domande di Repubblica, ne rivolge sei per chiarire i rapporti con la diciottenne campana.
Probabile mozione Pd su Mills e riforme. È probabile che il caso Mills e le riforme parlamentari diventeranno oggetto di una mozione Democratica che sarà votata dopo le europee visto che le Camere chiudono mercoledì per la campagna elettorale. Ma che servirà ai Democratici a mobilitare il proprio elettorato contro i rischi per la democrazia in caso di una vittoria straripante del Pdl.
L'Idv insiste sulla proposta della mozione di sfiducia ma Pd e Udc sono contrarie. Franceschini la giudica «un boomerang» e pensa ad altre iniziative parlamentari; mentre Pier Ferdinando Casini sbatte la porta in faccia a Di Pietro «Fregoli della politica». Il che vuol dire che la mozione non approderà in Aula, dal momento che le firme degli uomini di Antonio Di Pietro non sono sufficienti.
Casini: risponda dei problemi degli italiani. «Berlusconi dovrebbe rispondere alle domande che gli rivolgono l'opinione pubblica e la stampa - afferma il leader centrista Pier Ferdinando Casini -. Detto questo noi in Parlamento vogliamo che risponda dei problemi degli italiani». L'Udc è quindi contrario alla linea dell'Idv ma anche a quella del Pd. Casini resta critico verso Franceschini al quale consiglia «un buono psicanalista» visto che, pur vedendo in Berlusconi «un pericolo per la democrazia, poi vota il referendum».
D'Alema. «Non sono molto interessato alle sue risposte perché grosso modo si capisce...» ha detto Massimo D'Alema rispondendo ad una domanda dei giornalisti sul fatto che il premier non abbia ancora dato risposte alle domande che gli sono state poste in merito alla vicenda.
L'intervista di papà Elio «taglia la testa al toro», dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Ergo - spiega- al Pd non resta che vergognarsi: «Siccome non riescono a competere con il presidente Berlusconi sul terreno del normale confronto politico, ecco che - spiega Cicchitto - una parte della sinistra ricorre alle toghe rosse ed a gossip accompagnati da interrogativi miserabili».
Una «montatura» secondo Umberto Bossi, costruita ad arte dai giornalisti. «È una cosa esagerata, pompata. Ai politici - dice il Senatur - avanza troppo poco tempo e poi onestamente Berlusconi i suoi anni li ha. Vabbè che c'è il viagra, ma ci credo poco».
«Chiacchericcio da settimanale rosa» le polemiche targate centrosinistra, niente di più, anche per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti.
Napoli (Pdl): D'Alema è "grosso modo" un calunniatore. «Posso dire in tutta serenità che l'on. Massimo D'Alema è grosso modo un calunniatore, di scuola e di professione - dice il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli - Non avendo più nulla da dire al Paese o da dare al suo partito, si affida all'unica arte appresa nella sua lunga militanza comunista: la calunnia. Non è interessato ad avere risposte, perché preferisce non averle. Meglio, molto meglio per lui che sia il venticello della calunnia a circolare in campagna elettorale. Si può dire che dopo un secolo di battaglie, il comunismo non è morto ma sopravvive nei baffi di Massimo D'Alema».
domenica 24 maggio 2009
BERLUSCONI: ROTONDI "E' OGGETTO DI UN'OPERAZIONE DI DESTABILIZZAZIONE"
(IRIS) - ROMA, 24 MAG - "La partita non e' tra 'La Repubblica', il premier e Noemi. Dico quello che tutti pensano nella maggioranza: il premier è oggetto di un'operazione di destabilizzazione. Essa avviene con gli strumenti di tutti i casi precedenti, dal caso Piccioni-Montesi al caso Cossiga-Donat Cattin per non parlare di Giovanni Leone. Allora si parlava di servizi deviati, oggi anche in questo settore c'è una proficua privatizzazione" Gianfranco Rotondi, ministro dell'Attuazione del programma, commenta così la polemica tra il quotidiano diretto da Ezio Mauro e il Presidente del Consiglio.
Noemi, puntata 24 maggio 2009: "Gino e l'Observer"
L'INCHIESTA. Parla Gino, l'ex fidanzato della ragazza di Portici
La prima telefonata del Cavaliere: "Sono colpito dal tuo viso angelico"
"Così papi Berlusconi
entrò nella vita di Noemi"
di GIUSEPPE D'AVANZO e CONCHITA SANNINO

Gino Flaminio e Noemi Letizia
Al contrario, la domanda posta dalla signora Lario - se ne può convenire - è crudamente politica e mostra le pratiche del "potere" di Silvio Berlusconi, pericolosamente degradate quando a rappresentare la sovranità popolare vengono chiamate "veline" senza altro merito che un bell'aspetto e l'amicizia con il premier, legami nati non si sa quando, non si sa come. "Ciarpame politico" dice la moglie del premier.
Silvio Berlusconi non ha ritenuto di rispondere ad alcuna delle domande di Repubblica.
E, dopo dieci giorni, Repubblica prova qui a offrire qualche traccia e testimonianza per risolvere almeno alcuni dei quesiti proposti. Per farlo bisogna raggiungere Napoli, una piccola fabbrica di corso San Giovanni e poi un appartamento, allegramente affollato di amici, nel popolare quartiere del Vasto a ridosso dei grattacieli del Centro Direzionale. Sono i luoghi di vita e di lavoro di Gino Flaminio.
Gino, 22 anni, operaio, una passione per la kickboxing, è stato per sedici mesi (dal 28 agosto del 2007 al 10 gennaio del 2009) l'"amore" di Noemi Letizia, la minorenne di cui il premier ha voluto festeggiare il diciottesimo anno in un ristorante di Casoria, il 26 aprile. Gino e Noemi si sono divisi, per quel breve, intenso, felice periodo le ore, i sogni, il fiato, le promesse. "Quando non dormivo da lei a Portici - è capitato una ventina di volte - o quando lei non dormiva qui da me, il sabato che non lavoravo mi tiravo su alle sei del mattino per portarle la colazione a letto; poi l'accompagnavo a scuola e ci tornavo poi per riportarla indietro con la mia Yamaha. Lei qualche volta veniva a prendermi in fabbrica, la sera, quando poteva".
Gino Flaminio è in grado di dire quando e come Silvio Berlusconi è entrato nella vita di Noemi. Come quel "miracolo" (così Gino definisce l'inatteso irrompere del premier) ha cambiato - di Noemi - la vita, i desideri, le ambizioni e più tangibilmente anche il corpo, il volto, le labbra, gli zigomi; in una parola, dice Gino, "i valori". Il ragazzo può raccontare come quell'ospite inaspettato dal nome così importante che faceva paura anche soltanto a pronunciarlo nel piccolo mondo di gente che duramente si fatica la giornata e un piatto caldo, ha deviato anche la sua di vita. Quieto come chi si è ormai pacificato con quanto è avvenuto, Gino ricorda: "Mi è stato quasi subito chiaro che tra me e la mia memi non poteva andare avanti. Era come pretendere che Britney Spears stesse con il macellaio giù all'angolo...".
È utile ricordare, a questo punto, che il primo degli enigmi del "caso politico" è proprio questo: come Berlusconi ha conosciuto Noemi, la sua famiglia, il padre Benedetto "Elio" Letizia, la madre Anna Palumbo?
A Berlusconi è capitato di essere inequivocabile con la Stampa (4 maggio): "Io sono amico del padre, punto e basta. Lo giuro!". Con France2 (6 maggio), il capo del governo è stato ancora più definitivo. Ricordando l'antica amicizia di natura politica con il padre Elio, Berlusconi chiarisce: "Ho avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori. Questo è tutto".
Un affetto che il presidente del consiglio ha ripetuto ancor più recentemente quando ha presentato Noemi "in società", per così dire, durante la cena che il governo ha offerto alle "grandi firme" del made in Italy a Villa Madama, il 19 novembre 2008: "È la figlia di miei cari amici di Napoli, è qui a Roma per uno stage" (Repubblica, 21 maggio). All'antico vincolo politico, accenna anche la madre di Noemi, Anna: "[Berlusconi] ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista".
Berlusconi, qualche giorno dopo (e prima di essere smentito da Bobo Craxi), conferma. "[Elio] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l'autista di Craxi". (Ansa, 29 aprile, ore 16,34). Più evasiva Noemi: "[Di come è nato il contatto familiare] non ricordo i particolari, queste cose ai miei genitori non le ho chieste". (Repubblica, 29 aprile). Decisamente inafferrabile e chiuso come un riccio, il padre Elio (ha rifiutato di prendere visione di quest'ultima ricostruzione di Repubblica). Chiedono a Letizia: ci spiega come ha conosciuto Berlusconi? "Non ho alcuna intenzione di farlo" (Oggi, 13 maggio).
Gino ascolta questa noiosa tiritera con un sorriso storto sulle labbra, che non si sa se definire avvilito o sardonico. C'è un attimo di silenzio nella stanza al Vasto, un silenzio lungo, pesante come d'ovatta, rispettato dagli amici che gli stanno accanto; dalla sorella Arianna; dal padre Antonio; dalla madre Anna. È un silenzio che si fa opprimente in quella cucina, fino a un attimo prima rumorosa di risate e grida. La madre, Anna, si incarica di spezzarlo: "Quando un giorno Gino tornò a casa e mi disse che Noemi aveva conosciuto Berlusconi, lo presi in giro, non volli chiedergli nemmeno perché e per come. Mi sembrava ridicolo. Berlusconi dalle nostre parti? E che ci faceva, Berlusconi qui? Ripetevo a Gino: Berlusconi, Berlusconi! (gonfia le guance con sarcasmo). Un po' ne ridevo, mi sembrava una buffonata di ragazzi".
Gino la guarda, l'ascolta paziente e finalmente si decide a raccontare:
"I genitori di Noemi non c'entrano niente. Il legame era proprio con lei. È nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente. Vi dico come è cominciata questa storia e dovete sapere che almeno per l'inizio - perché poi quattro, cinque volte ho ascoltato anch'io le telefonate - vi dirò quel che mi ha raccontato Noemi. Il rapporto tra Noemi e il presidente comincia più o meno intorno all'ottobre 2008. Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune foto per un "book" di moda. Lo aveva consegnato a un'agenzia romana, importante - no, il nome non me lo ricordo - di quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare spettacolo. Noemi mi dice che, in quell'agenzia di Roma, va Emilio Fede e si porta via questi "book", mica soltanto quello di Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il fatto è - ripeto, è quello che mi dice Noemi - che, proprio quel giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena - non me lo ricordo - da Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del presidente. È così che Berlusconi chiama Noemi. Quattro, cinque mesi dopo che il "book" era nelle mani dell'agenzia, dice Noemi. È stato un miracolo, dico sempre. Dunque, dice Noemi che Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo "viso angelico", dalla sua "purezza"; le dice che deve conservarsi così com'è, "pura". Questa fu la prima telefonata, io non c'ero e vi sto dicendo quel che poi mi riferì Noemi, ma le credo. Le cose andarono così perché in altre occasioni io c'ero e Noemi, così per gioco o per convincermi che davvero parlava con Berlusconi, m'allungava il cellulare all'orecchio e anch'io sentii dalla sua voce quella cosa della "purezza", della "faccia d'angelo". E poi, una volta, ha aggiunto un'altra cosa del tipo: "Sei una ragazza divina". Berlusconi, all'inizio, non ha detto a Noemi chi era. In quella prima telefonata, le ha fatto tante domande: quanti anni hai, cosa ti piacerebbe fare, che cosa fanno tua madre e tuo padre? Studi? Che scuola fai? Una lunga telefonata. Ma normale, tranquilla. E poi, quando Noemi si è decisa a chiedergli: "Scusi, ma con tutte queste domande, lei chi è?", lui prima le ha risposto: "Se te lo dico, non ci credi". E poi: "Ma non si sente chi sono?". Quando Noemi me lo raccontò, vi dico la verità, io non ci credevo. Poi, quando ho sentito le altre telefonate e ho potuto ascoltare la sua voce, proprio la sua, di Berlusconi, come potevo non crederci? Noemi mi diceva che era sempre il presidente a chiamarla. Poi, non so se chiamava anche di suo, non me lo diceva e io non lo so. Lei al telefono lo chiamava papi tranquillamente. Anche davanti a me. Magari stavamo insieme, Noemi rispondeva, diceva papi e io capivo che si trattava del presidente. Quando ho assistito ad alcune telefonate tra Berlusconi e Noemi, ho pensato che fosse un rapporto come tra padre e figlia. Una sera, Emilio Fede e Berlusconi - insieme - hanno chiamato Noemi. Lo so perché ero accanto a lei, in auto. Ora non saprei dire perché il presidente le ha passato Emilio Fede, non lo so. Pensai che Fede dovesse preparare dei "provini" per le meteorine, quelle robe lì". (Ieri, a tarda sera, durante Studio Aperto, Fede ha affermato di aver conosciuto la nonna di Noemi. Repubblica ha chiesto a Gino se, in qualche occasione, Noemi avesse fatto cenno a questa circostanza. "Mai, assolutamente", è stata la risposta del ragazzo).
"Comunque, quella sera, sentii prima la voce del presidente e poi quella di Emilio Fede - continua Gino - Non voglio essere frainteso o creare confusione in questa tarantella, da cui voglio star lontano. Nelle telefonate che ho sentito io, Berlusconi aveva con Noemi un atteggiamento paterno. Le chiedeva come era andata a scuola, se studiava con impegno, questa roba qui. Io però ho cominciato a fuggire da questa situazione. Non mi piaceva. Non mi piaceva più tutto l'andazzo. Non vedevo più le cose alla luce del giorno, come piacevano a me. Mi sentivo il macellaio giù all'angolo che si era fidanzato con Britney Spears. Come potevo pensare di farcela? Gliel'ho detto a Noemi: questo mondo non mi piace, non credo che da quelle parti ci sia una grande pulizia o rispetto. Mi dispiaceva dirglielo perché io so che Noemi è una ragazza sana, ancora infantile che non si separa mai dal suo orsacchiotto, piccolo, blu, con una croce al collo, "il suo teddy". Una ragazza tranquilla, semplice, con dei valori. Con i miei stessi valori, almeno fino a un certo punto della nostra storia".
Intorno a Gino, questo racconto devono averlo già sentito più d'una volta perché ora che il ragazzo ha deciso di raccontare a degli estranei la storia, la tensione è caduta come se la famiglia, i vicini di casa, gli amici già l'avessero sentita in altre occasioni o magari a spizzichi e bocconi. C'è chi si distrae, chi parlotta d'altro, chi parla al telefono, chi si prepara a uscire per il venerdì notte. Gino sembra non accorgersene. Non perde il filo e a tratti pare ricordare, ancora una volta, a se stesso come sono andate le cose.
"Ho cominciato a distaccarmi da Noemi già a dicembre. Però la cosa che proprio non ho mandato giù è stata la lunga vacanza di Capodanno in Sardegna, nella villa di lui. Noemi me lo disse a dicembre che papi l'aveva invitata là. Mi disse: "Posso portare un'amica, un'amica qualunque, non gli importa. Ci saranno altre ragazze". E lei si è portata Roberta. E poi è rimasta con Roberta per tutto il periodo. Io le ho fatto capire che non mi faceva piacere, ma lei da quell'orecchio non ci sentiva. Così è partita verso il 26-27 dicembre ed è ritornata verso il 4-5 gennaio. Quando è tornata mi ha raccontato tante cose. Che Berlusconi l'aveva trattata bene, a lei e alle amiche. Hanno scherzato, hanno riso... C'erano tante ragazze. Tra trenta e quaranta. Le ragazze alloggiavano in questi bungalow che stavano nel parco. E nel bungalow di Noemi erano in quattro: oltre a lei e a Roberta, c'erano le "gemelline", ma voi sapete chi sono queste "gemelline"? Penso anche che lei mi abbia detto tante bugie. Lei dice che Berlusconi era stato con loro solo la notte di Capodanno. Vi dico la verità, io non ci credo. Sono successe cose troppo strane. Io chiamavo Noemi sul cellulare e non mi rispondeva mai. Provavo e riprovavo, poi alla fine mi arrendevo e chiamavo Roberta, la sua amica, e diventavo pazzo quando Roberta mi diceva: no, non te la posso passare, è di là - di là dove? - o sta mangiando: e allora?, dicevo io, ma non c'era risposta. Per quella vacanza di fine anno, i genitori accompagnarono Noemi a Roma. Noemi e Roberta si fermarono prima in una villa lì, come mi dissero poi, e fecero in tempo a vedere davanti a quella villa tanta gente - giornalisti, fotografi? - , poi le misero sull'aereo privato del presidente insieme alle altre ragazze, per quello che mi ha detto Noemi... Al ritorno, Noemi non è stata più la mia Noemi, la mia alicella (acciuga, ndr), la ragazza semplice che amavo, la ragazza che non si vergognava di venirmi a prendere alla sera al capannone. A gennaio ci siamo lasciati. Eravamo andati insieme, prima di Natale, a prenotare per la sua festa di compleanno il ristorante "Villa Santa Chiara" a Casoria, la "sala Miami" - lo avevo suggerito io - e già ci si aspettava una "sorpresa" di Berlusconi, ma nessuno credeva che la sorpresa fosse proprio lui, Berlusconi in carne e ossa. Ci siamo lasciati a gennaio e alla festa non ci sono andato. L'ho incontrata qualche altra volta, per riprendermi un oggetto di poco prezzo ma, per me, di gran valore che era rimasto nelle sue mani. Abbiamo avuto il tempo, un'altra volta, di avere un colloquio un po' brusco. Le ho restituito quasi tutte le lettere e le foto. Le ho restituito tutto - ho conservato poche cose, questa lettera che mi scrisse prima di Natale, qualche foto - perché non volevo che lei e la sua famiglia pensassero che, diventata Noemi Sophia Loren, io potessi sputtanarla. Oggi ho la mia vita, la mia Manuela, il mio lavoro, mille euro al mese e va bene così ché non mi manca niente. Certo, leggo di questo nuovo fidanzato di Noemi, come si chiama?, che non s'era mai visto da nessuna parte anche se dice di conoscerla da due anni e penso che Noemi stia dicendo un sacco di bugie. Quante bugie mi avrà detto sui viaggi. A me diceva che andava a Roma sempre con la madre. Per dire, per quella cena del 19 novembre 2008 a Villa Madama mi raccontò: "Siamo stati a cena con il presidente, io, papà e mamma allo stesso tavolo". Non c'erano i genitori seduti a quel tavolo? Allora mi ha detto un'altra balla. Quella sera le sono stati regalati una collana e un bracciale, ma non di grosso valore. E il presidente ha fatto un regalo anche a sua madre. Sento tante bugie, sì, e comunque sono fatti di Noemi, dei suoi genitori, di Berlusconi, io che c'entro?".
Le parole di Gino Flaminio appaiono genuine, confortate dalle foto, dalla memoria degli amici (che hanno le immagini di Noemi e Gino sui loro computer), da qualche lettera, dai ricordi dei vicini e dei genitori, ma soprattutto dall'ostinazione con cui il ragazzo per settimane si è nascosto diventando una presenza invisibile nella vita di Noemi. Repubblica lo ha rintracciato con fatica, molta pazienza e tanta fortuna nella fabbrica di corso San Giovanni dove tutti i suoi compagni di lavoro conoscono Noemi, la storia dell'amore perduto di Gino. Compagni di lavoro che - fino alla fine - hanno provato a proteggerlo: "Gino? E chi è 'sto Gino Flaminio?" e Gino se ne stava nascosto dietro un muro.
La testimonianza del ragazzo consente di liquidare almeno cinque domande dalla lista di dieci che abbiamo proposto al capo del governo. La ricostruzione di Gino permette di giungere a un primo esito: Silvio Berlusconi ha mentito all'opinione pubblica in ogni passaggio delle sue interviste. Nei giorni scorsi, come quando disse a France2 di aver "avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori". O ancora ieri a Radio Montecarlo dove ha sostenuto di essersi addirittura "divertito a dire alla famiglia, di cui sono amico da molti anni, che non desse risposte su quella che è stata la nostra frequentazione in questi anni". Come di cartapesta è la scena - del tutto artefatta - disegnata dalle testate (Chi) della berlusconiana Mondadori.
Il fatto è che Berlusconi non ha mai conosciuto Elio Letizia né negli "anni passati", né negli "ambienti socialisti". Mai Berlusconi ha discusso con Elio Letizia di politica e tantomeno delle candidature delle Europee (Porta a porta, 5 maggio). Berlusconi ha conosciuto Noemi. Le ha telefonato direttamente, dopo averne ammirato le foto e aver letto il numero di cellulare su un "book" lasciatogli da Emilio Fede. Poi, nel corso del tempo, l'ha invitata a Roma, in Sardegna, a Milano.
Le evidenti falsità, diffuse dal premier, gli sarebbero costate nel mondo anglosassone, se non una richiesta di impeachment, concrete difficoltà politiche e istituzionali. Nell'Italia assuefatta di oggi, quella menzogna gli vale un'altra domanda: perché è stato costretto a mentire? Che cosa lo costringe a negare ciò che è evidente? È vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l'accesso alla scena politica (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)? Dieci giorni dopo, ci sono altre ragionevoli certezze. È confermato quel che Veronica Lario ha rivelato a Repubblica (3 maggio): il premier "frequenta minorenni". Noemi, nell'ottobre del 2008, quando riceve la prima, improvvisa telefonata di Berlusconi ha diciassette anni, come Roberta, l'amica che l'ha accompagnata a Villa Certosa. La circostanza rinnova l'ultima domanda: quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?
(La Repubblica 24 maggio 2009)
ll giornale domenicale inglese titola: "Come le 'vergognose
domande' di un giornale hanno innervosito Berlusconi"
Noemi, l'Observer rilancia
"Il premier irritato"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

Silvio Berlusconi
Quello che è in gioco a questo punto, scrive Tom Kington, corrispondente da Roma dell'Observer, "va ben oltre i dettagli degli incontri di Berlusconi con una giovane napoletana apparentemente in cerca di una carriera nello show business". Nei mesi recenti, continua il giornale di Londra, "ci sono state numerose accuse da parte della sinistra italiana secondo cui Berlusconi sta creando una forma di populismo autoritario che ha scarso rispetto per il parlamento, ancora meno per i giudici e domina facilmente i media". La vicenda di Noemi Letizia e la maniera in cui viene riportata dai media, afferma l'Observer, "sta diventando un test". In proposito, il domenicale londinese cita Dario Franceschini, leader del Pd, che dice: "Berlusconi ha un pensiero fisso in mente. 'Sono stato eletto dal popoloi e nessuno mi può giudicare'. Reagisce così duramente al giornalismo investigativo perché ritiene immorale avere una stampa libera e un'opposizione".
L'Observer riporta quindi le parole di Ezio Mauro, direttore di "Repubblica", che osserva: "Quando Veronica Lario ha detto quello cose pubblicamente" - ovvero che suo marito "frequenta minorenni" e "non sta bene" - la vicenda non è più stata un affare privato". Il giornale cita quindi Giuseppe D'Avanzo, il giornalista di "Repubblica" che ha preparato le dieci domande per Berlusconi, il quale afferma: "Nel mondo anglosassone, i giornali avrebbero fatto a gare per scoprire" i legami tra Berlusconi e Noemi, mentre in Italia "parlano di altre cose". L'Observer interpella in proposito anche Maurizio Belpietro, direttore di "Panorama", descritto come un settimanale "controllato da Berlusconi". Dice Belpietro: "Il punto è che la Repubblica conduce una campagna contro Berlusconi e il premier ha fatto bene a ignorare domande che sono una provocazione politica più che una ricerca della verità".
L'Observer riporta in un riquadro affermazioni fatte da Berlusconi nei confronti di altri suoi "nemici", come li definisce il giornale londindese, i giudici, "è diritto di ogni cittadino criticare i magistrati e sostenere che nessuno nominerebbe Mourinho come arbitro di Inter-Milan"; e il parlamento, "il primo ministro praticamente non ha poteri, tutti i poteri sono dati al parlamento, ci sono 630 deputati, ne basterebbero 100, serve un'iniziativa popolare per arrivare a questo, non puoi aspettarti che i tacchini chiedano di anticipare il Natale". Il problema per la Repubblica, scrive l'Observer, è che per il momento gli italiani sono apparentemente con Berlusconi, a giudicare dai sondaggi sulle elezioni europee del mese prossimo. "I deputati dell'opposizione intendono presentare una richiesta formale che Berlusconi chiarisca i misteri della vicenda Letizia con un discorso al parlamento", si conclude l'articolo, "ma a giudicare dall'attuale umore del premier, la Repubblica dovrà aspettare a lungo le risposte alle sue 10 domande".
(La Repubblica 24 maggio 2009)
Noemi, puntata del 23 maggio 2009: Papino il breve
Papino il breve
di Marco TravaglioEnnesima puntata di «Casa Letizia», la sit-com destinata a soppiantare «Casa Vianello». Il 19 novembre 2008 Noemi Letizia - figlia di un messo comunale di Secondigliano che inspiegabilmente conosce e frequenta «papi» (o «Papino il Breve», come lo chiama Enrico Mentana) da tre anni per tirargli su il morale con appositi «karaoke» a domicilio fa il suo ingresso trionfale a Villa Madama, dove il premier ha invitato a cena sessanta fra ministri e grandi firme della moda. Noemi, non essendo (ancora) ministro né stilista, è al seguito di papi. Siede con lui al tavolo centrale, insieme a Ferragamo, Versace e Zegna. Lo racconta Repubblica. Siccome nessuno la conosce, Papi spiega che «Noemi sta facendo una stage» (un tempo si sarebbe detto «è venuta a visitare la mia collezione di farfalle», oggi si chiama «karaoke», o «stage»). L’allora segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Masi, confida a un curioso che la fanciulla «non era prevista fra gli invitati, ma il presidente l’ha voluta a tutti i costi e abbiamo dovuto rivedere il placement del tavolo 1». Dopo cena la Cenerentola di Casoria si allontana su un’autoblu dietro l’Audi nera del premier. Si spengono le luci e si riaccendono l’indomani, quando rivela il Corriere del Mezzogiorno - Papino il Breve dedica una sua foto alla mamma di Noemi: «Ad Anna con gli auguri più affettuosi. Silvio Berlusconi, 20-11-2008». Siccome mamma Letizia non era presente la sera prima, si può dedurre che l’indomani Noemi, allora minorenne, fosse ancora con papi. Ora Masi è direttore generale della Rai. Prossima puntata: Noemi al Tg2.
venerdì 8 maggio 2009
NOEMI: TESTO INTERVISTA ANNO ZERO

La replica del premier: io legato da vecchia amicizia con la sua famiglia
Ecco la bella Noemi, la diciottenne che chiama Berlusconi «papi»
«Per me Silvio è un secondo papà: mi telefona e lo raggiungo. Poi insieme cantiamo le canzoni di Scugnizzi»
PORTICI — Il suo motto è «Amali tutti, ma non sposar nessuno». Noemi Letizia è una statuaria ragazza, di scintillante bellezza, figlia di un dipendente comunale di Napoli e di una bella signora di Portici, ex miss Tirreno, titolare di un negozio di cosmetici a Secondigliano che le fa da assistente-ombra. È per i diciotto anni di Noemi che Silvio Berlusconi è atterrato in gran segreto a Capodichino domenica sera e ha raggiunto il locale sulla circumvallazione di Casoria dove la festeggiata aveva radunato un centinaio di invitati.
Nell’appartamento di via Libertà a Portici Noemi ci accoglie in cucina, benché si faccia trovare già pronta, in abito lungo e capelli sistemati a boccoli dal parrucchiere, per la trasmissione tv «Stelle emergenti», condotta da Francesca Rettondini, che tutti i martedì su TeleA la impegna come ballerina-valletta-showgirl. «È stata la sorpresa più bella, quella di papi Silvio».
Noemi, lei chiama ‘‘Papi’’ il presidente Berlusconi?
«Sì, per me è come se fosse un secondo padre. Mi ha allevata».
Ha mai conosciuto qualcuno dei figli del Cavaliere?
«No, mai. Anche se lui mi ripete che gli ricordo Barbara, sua figlia. Che ora studia in America».
Com’è nata la vostra amicizia?
«È un amico di famiglia. Dei miei genitori». «Diciamo», interviene mamma Anna, «che l’ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista. Ma non possiamo dire di più».
Non capita a tutte le belle ragazze di ritrovarsi il presidente del Consiglio alla festa di compleanno?
«Infatti, io alla mia non l’aspettavo. È stata una vera sorpresa. Né ho mai raccontato in giro di questa amicizia così forte con Papi Silvio. Nessuno mi avrebbe creduta. Ora, invece, l’hanno visto tutti…»
Cosa le ha regalato?
«Una collana d’oro con un ciondolo».
Berlusconi è sempre stato presente alle sue feste di compleanno?
«No, ma non mi ha mai fatto mancare le sue attenzioni. Un anno, ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni».
Suo padre non è geloso?
«Assolutamente no. È devotissimo di Papi Silvio».
E la mamma?
«Assolutamente no», risponde la signora Anna, «e poi gelosi di chi, di Silvio?». In cameretta, incorniciata, anche una foto con dedica del premier: “Ad Anna con gli auguri più affettuosi – 20 novembre 2008 – Silvio Berlusconi».
Noemi, lei frequenta il quarto anno della scuola per grafici pubblicitari?
«Sì, la Francesco Saverio Nitti di Portici e sono la prima della classe. La mia insegnante di italiano dice che ho inventato il ‘‘metodo letiziano’’: ho una grande capacità espressiva. Mi piace molto studiare».
Sa chi fu Nitti?
«Nitti…Nitti… Lo abbiamo anche studiato a scuola».
Fu un grande meridionalista e presidente del Consiglio.
«Ah, sì».
Cosa vorrà fare da grande?
«La showgirl. Ho studiato danza, ho iniziato a 6 anni. Ora sto seguendo un corso per guida turistica: al Maggio dei Monumenti sarò impegnata nel Duomo di Napoli. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità, a trecentosessanta gradi. Ma non scenderò mai a compromessi».
Sa che ha provocato una fiammante polemica il fatto che Berlusconi vorrebbe candidare letterine e donne dello spettacolo alle europee?
«Fa bene, vuole ringiovanire. E poi se Papi pensa di fare così, stia certo che non sbaglia. Sceglie queste ragazze perché intelligenti e capaci. Non solo perché belle. Il mio motto in politica sarà: ‘‘Meno tasse, più controlli’’. Basta con i furbi che non rispettano le regole».
Lei vuole diventare showgirl e avviarsi all’attività politica. E lo studio?
«Papi Silvio mi ripete sempre che la prima cosa è studiare. Lo sa che ha fondato una università a Milano? L’anno prossimo vorrei frequentarla. Mi iscriverò a scienze politiche».
Noemi, lei ha girato anche un cortometraggio?
«Si chiama Scaccomatto. È stato presentato a Venezia a dicembre scorso. Io interpreto il ruolo della fidanzata di un politico. È tutta una storia di mafia, di intrighi, di caccia ad un diamante».
Insomma, una trama di grande attualità. Torniamo a Berlusconi?
«Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che lui desidera da me. Poi, cantiamo assieme».
Quali canzoni?
«Non ricordo il titolo della sua preferita: aspetti che vedo sui suoi cd. Li ho tutti. Ma come fa quella… ‘‘Mon amour, lalalala’’»
Lei quali canzoni preferisce?
«A me piace la musica italiana. Non le canzoni classiche. I miei cantanti preferiti sono Laura Pausini, Tiziano Ferro, Nek. E poi c’è la colonna sonora di Scugnizzi, che io canto spesso con Papi Silvio al pianoforte o al karaoke».
Mi racconta qual è la sua barzelletta preferita tra le tante che il premier le racconta?
«Vi sono due ministri del governo Prodi che vanno in Africa, su un’isola deserta, e vengono catturati da una tribù di indigeni. Il capo tribù interpella il primo ostaggio e gli propone: ‘‘Vuoi morire o bunga-bunga?’’. Il ministro sceglie: ‘‘bunga-bunga’’. E viene violentato. Il secondo prigioniero, anche lui messo dinanzi alla scelta, non indugia e risponde: ‘‘Voglio morire!’’. Ma il capo tribù: ‘‘Prima bunga-bunga e poi morire».
Nei momenti di relax, Berlusconi cosa le confida?
«Fa tanto per il popolo. È il politico numero uno. Non dorme mai. Io non riuscirei a fare la sua stessa vita. Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca per dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male. Io lo incoraggio, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto Papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore».
Perché?
«Ho perso un fratello, Yuri, sette anni fa. A causa di un incidente stradale. Ora è il mio angelo custode».
Noemi, per quale squadra tiene?
«Sono patriottica, tifo Napoli. Poi, la mia seconda squadra è il Milan».
Noemi, quando la vedremo in politica, alle prossime regionali?
«No, preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà Papi Silvio».
Angelo Agrippa
28 aprile 2009(ultima modifica: 29 aprile 2009)
La mamma di Noemi irritata «Squallore sulla mia bimba»
La famiglia della teenager al centro del caso
NAPOLI – Noemi non risponde più al cellulare. Se non riconosce il numero lascia squillare, o al massimo risponde una voce maschile che gentilmente dice: «Noemi non c’è», come se fosse credibile che una ragazzina di 18 anni si separi per ore dal suo cellulare e dai messaggini e tutto il resto, e pure dalla rubrica su cui è memorizzato il numero diretto di papi, come lei chiama Berlusconi.
Deserta pure la sua bacheca su Facebook, fino all’altro giorno piena di «botta e risposta» tra lei e suoi tantissimi amici. La stessa voce maschile ricompare implacabile pure al telefono di casa. Ma siccome quest’uomo pure avrà bisogno di allontanarsi un attimo, ecco che per una volta risponde la mamma di Noemi, la signora Anna. Che però ha perso la disponibilità del primo giorno, quando raccontava pure lei di papi e delle apparizioni televisive della figlia. E chiederle un commento alle parole di Veronica Lario è un modo sicuro per farla indispettire: «Ma perché dovete trasformare in un affare squallido una cosa che ha fatto tanto felice la mia bambina? Non lo so perché la signora Lario ha detto quelle cose. Mi dispiace che le abbia dette, ma non ho idea del perché l’abbia fatto. Se conosco anche lei come conosco Silvio? Arrivederci». Clic. Fine delle comunicazioni. Per tutto il resto della giornata risponde sempre il body guard telefonico, e di essere ricevuti a casa un’altra volta non se ne parla nemmeno.
Nessuno, quindi, che racconti come Berlusconi sia diventato amico della famiglia Letizia, mamma Anna, papà Benedetto e Noemi, che aveva un fratello morto sette anni fa in un incidente stradale. Benedetto ha commentato con qualche conoscente la visita del premier al compleanno di Noemi dicendo che lo ha fatto «per la nostra antica amicizia». Berlusconi dice che lui quell’uomo lo conosce da anni: «È un vecchio socialista, era l’autista di Craxi». Ma si sbaglia, assicura chi l’autista di Craxi lo conosceva bene. Come Bobo, il figlio: «L’autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto ed è morto». Pure due socialisti napoletani che furono in auge nell’era pre-tangentopoli, Giulio Di Donato e Silvano Masciari, escludono che Craxi, anche nelle sue visite a Napoli, abbia mai avuto un autista che si chiamava Benedetto Letizia. Quindi Berlusconi proprio si confonde. Benedetto Letizia fu effettivamente molto vicino al Psi, però non ha mai fatto l’autista ma sempre l’impiegato comunale. E lo faceva anche nel febbraio 1993, quando fu arrestato con l’accusa di peculato e concussione per una tangente da 35 milioni. Una vicenda giudiziaria ormai estinta, e lui, dopo tre sospensioni, nel 2007 è tornato definitivamente a lavorare al Comune di Napoli.
Fulvio Bufi
30 aprile 2009
CORRIERE DELLA SERA
martedì 5 maggio 2009
Il compleanno di Noemi: le foto
di Paturnio:
Ecco le foto del compleanno incriminato e finito sulla stampa mondiale. Siamo certi che la piccola Noemi Letizia non dimenticherà mai il suo diciottesimo compleanno. Fare il giro del mondo solo per aver compiuto diciottanni, è un'impresa che a pochi era riuscita. Se persino la stampa inglese giudica il divorzio Berlusconi più piccante del gossip su Diana e Carlo, possiamo proprio dire che l'Italia è riuscita a distinguersi ancora una volta, sbaragliando l'agguerritissima concorrenza estera. Abbiamo vinto una grande sfida: quella del cattivo gusto.
Cattivo, e forse anche adombrato da qualche dubbio. Queste foto sono autentiche o taroccate?
In rete il dibattito è acceso e, purtroppo, devo dire che la bilancia pende per il "tarocco". Del resto, i tarocchi sono un tipico prodotto nazionale, ne produciamo tanti e li esportiamo con orgoglio.
Certo che dopo i fasti del terremoto, finire così in basso solo per una banale festa di compleanno è un destino davvero inglorioso, quasi una beffa.
Silvio vuole le scuse da Veronica, Noemi toglie le sue foto dalle pagine internet e il mondo si diverte: tanto le foto di Noemi le abbiamo già salvate tutti, a futura memoria.