giovedì 21 maggio 2009

Europee, sondaggio 21 maggio: avanzano Lega e Di Pietro

Europee, l'ultimo sondaggio :
Pdl vicino al 40%, il Pd tra il 25 e il 27


di Renato Mannheimer

La sede del Parlamento europeo
La sede del Parlamento europeo
Le prossime elezioni europee e amministrative (che coinvolgono comuni e provincie di grandi importanza) hanno acquisito, col passare del tempo un significato politico sempre più ampio e di rilievo. Per molti versi, si tratta di una vera e propria mid-term election, una sorta di verifica — finalmente non basata solo su dati di sondaggio — degli attuali rapporti di forza tra i partiti e della loro popolarità nell'elettorato. È del tutto evidente che gli esiti delle consultazioni che si terranno tra poco più di due settimane condizioneranno nettamente — in un modo o nell'altro — lo scenario politico dei prossimi mesi. In particolare, sono destinati ad essere verificati il consenso attuale per il presidente del Consiglio e il suo partito (messi fortemente in discussione, proprio in questi giorni, dai casi Letizia e Mills che, tuttavia, non sembrano avere incrinato granché la popolarità di Berlusconi) e, dall'altro verso, la «tenuta» del Pd, minato da molteplici fratture e discussioni interne.

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Nonostante il loro rilievo, si registra sin qui un interesse relativamente modesto per la prossima scadenza elettorale, specie quella europea (le amministrative interessano e coinvolgono infatti localmente gran parte della popolazione). Solo il 36% degli italiani (vale a dire poco più di un cittadino su tre) dichiara di essere «molto o abbastanza» interessato alla campagna elettorale. Si tratta peraltro grossomodo del livello di interesse riscontrato in occasione delle passate elezioni europee (era pari al 34%), molto meno della partecipazione alla campagna che ha caratterizzato le consultazioni politiche dell'anno scorso (si dichiarava interessato il 56%). Appaiono più coinvolti nella campagna i possessori di titoli di studio più elevati, le persone di età dai 55 ai 65 anni (la generazione del '68, tradizionalmente più partecipe politicamente), i residenti al Nord-Est. Sul piano politico, l'interesse per le elezioni risulta molto maggiore tra gli elettori del centrodestra, un altro segno, forse dello smarrimento e della disaffezione presenti nella fila del centrosinistra. L'incognita, a questo punto, sta nella partecipazione al voto. Malgrado l'85% degli intervistati dichiari di volere andare a votare (ma, tra costoro, il 17% confessa di non essere proprio certo e dice che lo farà «probabilmente»), è possibile che una certa quota, all'ultimo momento, rinunci a recarsi alle urne. Va da sé che l'affluenza potrà avere una rilevanza fondamentale nel formare gli equilibri di forza tra i diversi partiti. Per questo, occorre leggere con cautela i dati degli ultimi sondaggi. Infatti, questi strumenti di analisi non sempre riescono a tenere conto appieno degli effetti del livello di partecipazione. In ogni caso, le stime pubblicate più di recente tendono a confermare il successo del Pdl (vicino al 40% anche se, proprio negli ultimi giorni, sembra aver subito un calo relativo di consensi), quello della Lega (stimata attorno al 9%) e dell'Idv (8-9%). Dall'altro verso, pare «tenere» anche il Pd, per il quale le ultime rilevazioni ipotizzano un risultato tra il 25 e il 27%. Per ciò che concerne le amministrative, appaiono sintomatiche le ultime ricerche pubblicate (rispettivamente su Il Resto del Carlino e su La Nazione) riguardo alle consultazioni comunali a Bologna e a Firenze. In entrambi i casi, il candidato principale del centrosinistra (Delbono e Renzi) viene dato per favorito. Ma, sia a Bologna sia a Firenze, il livello dell'indecisione dichiarata non permette sino ad oggi di stabilire definitivamente se si andrà o meno al ballottaggio.

Il connotato delle «regioni rosse» è finito da tempo. Il quadro non appare dunque ancora del tutto privo di incertezze. Peraltro, l'alto livello di indecisione traspare anche dalle stesse risposte degli intervistati nei sondaggi. Solo il 55% sostiene, per ciò che riguarda le europee, di volere, in questa occasione, scegliere nuovamente «il partito che voto di solito». Appaiono da questo punto di vista più certi i maschi, la solita generazione dai 55 ai 65 anni, gli elettori residenti al centro e, quel che è forse più significativo, i votanti per il Pdl e la Lega. A questo gruppo si contrappone quel 42% che si dichiara oggi indeciso tra diversi partiti o, addirittura, «in alto mare» riguardo alla scelta di voto. Si tratta perlopiù di giovanissimi (ove si riscontra addirittura più del 60% di indecisi) e di casalinghe. Una così diffusa incertezza indica che, come sempre accade — ma questa volta il fenomeno sembra ancora più accentuato — gli ultimi quindici giorni di campagna elettorale sono davvero determinanti nel definire il risultato.


Corriere della Sera 21 maggio 2009

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