«Potevo andare oltre, ma ce n’è abbastanza per provare quello che tutti sanno»
ROMA — Della vicenda che lo vede indagato a Napoli Berlusconi non ha solo pensato che è «un’inchiesta campata per aria, fondata su ipotesi d’accusa inesistenti», rafforzata dalla voglia di fare del leader dell’opposizione, per l’ennesima volta, un bersaglio giudiziario. No, almeno non solo questo. Sin dall’inizio infatti l’ex premier ha avvertito l’esigenza di dimostrare che non solo non v’è stato alcun rilievo penale nei suoi comportamenti, ma che tanto scandalo è infondato perché in una società come la Rai alcune dinamiche, diciamo così, poco professionali, sono all’ordine del giorno.
L’indignazione per essere l’unica vittima, mediatica e giudiziaria, di un malcostume che ritiene generalizzato l’ha indotto a prendere contromisure. Non si sa a chi abbia chiesto, a quali fonti abbia attinto, di certo nei giorni successivi all’iscrizione nel registro degli indagati la rabbia del Cavaliere ha prodotto un elenco. Un elenco con tanto di cognomi e nomi, di donne e uomini, nel caso specifico amanti. Una lista che sulla scrivania del Cavaliere fa capolino, negli ultimi giorni, a seconda degli interlocutori, di chi lo va a trovare.
Quando l’ospite finisce di leggere, dopo aver magari riconosciuto qualcuno, il Cavaliere lo guarda negli occhi e non sorride affatto: «E se mi fanno arrabbiare lo tiro fuori, giuro che lo faccio...». Se lo facesse scoppierebbe realmente un finimondo. Con chissà quali conseguenze giudiziarie. Eh sì, perché in quelle due pagine che Berlusconi custodisce gelosamente ogni signora indicata con nome e cognome lavora in Rai, e ogni uomo che le viene abbinato nella colonnina a fianco, secondo la tesi del Cavaliere, la fa lavorare. E’ stato il suo sponsor al momento dell’assunzione, o della promozione, almeno secondo le informazioni del Cav. E’ ancora un suo referente, in ogni vicenda che la riguarda.
Ma soprattutto è stato, o è ancora, il suo amante. Sempre secondo i dati in possesso del leader di Forza Italia. Cinquanta coppie: addirittura a 50 è arrivato l’ex presidente del Consiglio. «E magari potevo anche andare oltre, mi sono fermato perché qui dentro c’è già abbastanza per provare quello che tutti sanno. E poi si scandalizzano se uno segnala un’attrice, come ho fatto io, solo perché era parente di un esponente di Forza Italia e proprio per questo veniva discriminata nell’azienda pubblica ».
Insomma quello che tutti sanno, secondo il leader di Forza Italia, è che in Rai «tutti, ormai da decenni, si comportano così, solo che io sono l’unico ad aver il coraggio di dirlo in pubblico, senza vergogna. Ogni tanto il sottoscritto squarcia il velo dell’ipocrisia di questo Paese e proprio per questo viene additato come una persona da condannare. Ma questa vicenda è andata veramente al di là di ogni decenza e per questo ho preparato questo elenco».
A caldo, subito la diffusione delle intercettazioni della telefonata fra lui e Agostino Saccà, Berlusconi dichiarò alle agenzie di stampa: «Se proprio vogliamo parlare di raccomandazioni, in certe situazioni in Rai si lavora solo se ti prostituisci o sei di sinistra. In Rai non c'è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal direttore generale che non è certo stato scelto con una ricerca di mercato». La pensa ancora così, suffragato nella convinzione da un elenco di due paginette che custodisce nel cassetto della sua scrivania.
Marco Galluzzo
Corriere della Sera 19 gennaio 2008
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