Autorizzazioni «facili» indagini al Comune
ANTONELLA BARONE
Iniziano oggi gli interrogatori dei titolari dei privè, arrestati per associazione per delinquere, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Mario Scala e la moglie Patrizia Romano, gestori del Contatto-Eclissi di Salerno, Salvatore Cirone e Maria Esposito, titolari del Fantasy di Fisciano, dovranno comparire dinanzi al giudice per le indagini preliminari Attilio Orio per l'interrogatorio di garanzia nel corso del quale il sostituto procuratore Cristina Giusti sosterrà le pesanti accuse, mosse nei loro confronti. Poi toccherà a Salvatore Iuliano, a cui è stato imposto l'obbligo di dimora nel Napoletano, a Antonio Perna e al polacco Ognyan Ruskov, entrambi sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Non si sa se gli arrestati risponderanno alle domande dei magistrati, raccontando eventualmente anche ulteriori dettagli della loro attività, o se sceglieranno la strada del silenzio. Intanto i carabinieri del Comando provinciale, diretti dal colonnnello Gregorio De Marco stanno continuando le capillari indagini, che hanno portato agli arresti in pochi mesi, l'attività di pedinamento è appostamento è infatti iniziata a ottobre del 2007. Ora c’è l'aspetto delle autorizzazioni amministrative per la riapertura del Contatto-Eclissi, che rappresenta un filone investigativo ancora in gran parte da esplorare e che potrebbe risarvare non poche sorprese. Spunti interessanti da sviluppare si rilevano dalle numerose intercettazioni su «interventi» per velocizzare le pratiche e agevolare i controlli da parte della polizia municipale. Ora si sta procedendo ai riscontri e alle verifiche di quanto è emerso da quelle intercettazioni per capire se «l'imbasciata forte e chiara» di cui si parla in una telefonata ci sia realmente stata per «snellire» la pratica e di che tipo siano stati gli «interessamenti», a cui si è più volte fatto riferimento nelle varie conversazioni intercettate. Su altro fronte si stanno cercando i clienti che hanno lasciato i documenti di identità nel locale e che non erano presenti al momento in cui i militari hanno fatto irruzione nei due privè.
Il Mattino 10 marzo 2008
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