Fuga dalle elezioni: il pozzo della solitudine
di Paturnio
Non si contano più i partiti e i candidati che hanno deciso di correre da soli, che hanno rinunciato a correre o che sono stati fatti fuori prima che lo starter sparasse il colpo di pistola.
Il primo a decidere di “correre da solo” è stato Casini. Nei sondaggi la sua ascesa sembra direttamente proporzionale all’odio che Berlusconi dimostra nei suoi confronti. Purtroppo, arruolando la principessa Borghese, ormai una sorta di ricca suora, farà storcere il naso a qualcuno. Ma all’ultimo momento, non era rimasto molto, cosa doveva fare?
Apprendiamo ora che Casini ha abbandonato gli studi di 8 e mezzo (La sette), in polemica con i conduttori che lo avrebbero obbligato a spettegolare su Mastella e a non parlare del programma elettorale. Una volta che qualcuno vuole aiutare l’UDC, ecco il ringraziamento.
Mastella, dopo il proclama:”Siamo decisivi anche a Caserta”, deve aver avvertito un tipico verso che si fa con la bocca: Prrrrrrrr! (sì, col punto esclamativo). Di ieri, la notizia del suo ritorno in famiglia, insieme a moglie e figli (non si ricandida nessuno)
Gustavo Selva, responsabilmente, dopo essere stato condannato a sei mesi per aver indebitamente usato un’autoambulanza per accorrere al capezzale di una trasmissione televisiva, rinuncia a ricandidarsi. (ma qualcuno gli aveva chiesto di farlo?)
Alumia, uno dei pochi che dovrebbe essere “murato” a Montecitorio, era stato fatto fuori dal PD, ma dopo l’offerta di Di Pietro, miracolosamente il PD gli ha trovato un seggio sicuro. Però è strano che Veltroni abbia detto, “E’ stato possibile perché Ignazio Marino gli ha lasciato il suo posto”. Marino era candidato sia nel Lazio che in Sicilia, quindi il PD aveva sacrificato Lumia, in nome di un seggio sicuro + uno di scorta per un altro candidato. Why?
Ferrara aveva sperato di correre per la poltrona a sindaco di Roma, di essere accolto a braccia aperte dalle braccine anziane di Silvio, ma lui, Silvio, deve aver avuto paura di esserne soffocato, e così, un attimo prima dell’abbraccio fatale, ha fatto un passo indietro, lasciando che Ferrara annaspasse nel vuoto. Ma al nostro guru dell’informazione, non è importato nulla. Correrà da solo: non per la poltrona di sindaco, non per un seggio al senato, ma per provare l’ebbrezza di sedersi su uno scranno di Montecitorio rinforzato.
E che dire di Pannella, e delle promesse non mantenute dal Pd? Fa lo sciopero della sete. Uolter, però non si commuove e lo esorta ad appassionarsi a questa grande impresa che, assicura, anche senza tutti i nove deputati radicali, sarà bella lo stesso.
E poi Boselli, che lascia la poltrona di Porta a Porta, perché il PSI è stato cancellato dalla campagna elettorale. Ha ragione, Boselli. Le regole sono da cambiare. Meglio un comizio per strada. La sua uscita di scena addirittura all’inizio dello show, merita una raffica di agenzie. Oggi, tutti sanno che il PSI partecipa alle elezioni rincorrendo da solo.
E che dire della Santanchè che non ha bisogno di lavorare e può dedicarsi serenamente a lenire le pene di tutti i poveri d’Italia? Se paragonato al decadimento fisico di chi alla politica si dedica da anni, il suo incontrovertibile miglioramento estetico dimostra che di politica ci si può anche nutrire ed idratare. Mentre Storace, finalmente libero dalle diete a cui lo obbligava Berlusconi, può manovrare nell’ombra addentando un panino alla porchetta.
L’ultimo ad abbandonare l’arena di queste elezioni 2008 è Oliviero Diliberto, che lascia il suo posto a un operaio della Thyssen. “La politica si può fare anche da fuori”, proclama. Ma se voleva candidare un operaio, non poteva pensarci prima? Lui è una persona intelligente, forse serviva in parlamento.
E che dire di Berlusconi, che ormai anche per ordinare il menù al ristorante si affida ai sondaggi? Pagnoncelli si occupa dei primi, Mannheimer dei secondi e l’SWG dei dessert. I risultati vengono poi analizzati dai suoi sondaggisti di fiducia, che bocciano, promuovono o modificano i risultati passandoli direttamente alle cucine. Ieri la verza di Mannheimer era data sei punti sopra i cavolini tartufati, ma il sondaggista personale di Silvio ha detto che la forchetta era inattendibile e ha comunicato alle cucine di servire un soufflè al cavolo, di ben dieci punti superiore.
Di Di pietro non posso dire nulla, perché da lui non ci sono stati problemi di sorta (per ora), Nessuno dei suoi si è arrabbiato, (per ora) l’apparentamento con il PD gli è stato concesso mantenendo il simbolo dell’IDV. Cosa vuoi di più?
http://www.paturnio.blogspot.com/ 8 marzo 2008
sabato 8 marzo 2008
Politiche 2008:Crollato il mito di Ceppaloni,si sbattono le porte, si candidano suore, cercando di colpire l'indeciso al cuore
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