sabato 31 gennaio 2009

Accusarono Soru di abusi edilizi: sei Pdl rinviati a giudizio per diffamazione


di Paola Medde

Sei esponenti di primo piano nel centrodestra sardo dovranno presentarsi davanti al giudice per l'udienza preliminare, Daniela Amato, il prossimo 13 marzo con l'accusa di aver diffamato a mezzo stampa il dimissionario governatore della Sardegna Renato Soru. Si tratta di sei nomi di spicco nel panorama politico isolano: Mauro Pili, deputato Pdl ed ex presidente della Regione in quota Forza Italia; Giorgio Oppi, ex assessore regionale alla Sanità, oggi a Montecitorio con l'Udc; Giorgio La Spisa, capogruppo di Fi in consiglio regionale nell'ultima legislatura; Pasquale Onida, più volte assessore regionale e oggi presidente della Provincia di Oristano, fondatore del partito Fortza Paris poi confluito nel Pdl; Mario Diana e Nello Cappai, entrambi consiglieri regionali uscenti, il primo nelle file di An, il secondo in quelle dell'Udc.

I sei, nel settembre 2004, avevano pubblicato e diffuso un dossier dal titolo "Pubbliche virtù e vizi privati, il caso Sardegna" in cui si addebitavano a Soru presunti abusi edilizi nella ristrutturazione di una residenza al mare, villa Trois, a Villasimius, sulla costa del cagliaritano. L'allora governatore della Sardegna, secondo l'opuscolo, avrebbe fatto interamente demolire e ricostruire l'abitazione, infrangendo i vincoli urbanistici imposti dalla normativa. E questo sarebbe accaduto proprio all'indomani del varo del piano paesaggistico regionale, salito alla ribalta delle cronache per la sua impronta ecologista e ribattezzato con il nome di "legge salvacoste". Il dossier, presentato in una conferenza stampa e immediatamente rimbalzato sui media, aveva spinto i legali del governatore a rivolgersi all'autorità giudiziaria. Che oggi, secondo la ricostruzione del pm Guido Pani, smonta pezzo per pezzo quell'accusa.

Un'accusa che viene da personaggi già in passato finiti nel mirino della magistratura: Pili, baby sindaco di Iglesias, il più giovane presidente della Sardegna – quello che nel discorso di insediamento era inciampato sulle "undici province sarde", mutuate dal discorso del collega lombardo Formigoni - è stato implicato nell'affaire Fideuram, una truffa ai danni della Regione, con l'accusa di peculato. Giorgio Oppi, pluriassessore alla Sanità a cavallo tra prima e seconda Repubblica, era finito invece tra le maglie di un'inchiesta milanese per una presunta tangente da 750 mila euro.

Come se non bastasse, dopo aver annunciato che la Sardegna sarebbe stata "liberata" e alleggerita dalle servitù militari, il ministro della Difesa Ignazio La Russa visita il poligono interforze di Perdasdefogu e conferma la realizzazione di una pista tattica polifunzionale. «La mia visita mi ha confermato nella decisione di respingere la richiesta di Soru di bloccare la realizzazione di una pista tattica polifunzionale, decisione presa seguendo le indicazioni che mi venivano da un governo di sinistra e da un ministro, che io apprezzo, come Arturo Parisi». La Russa, spiegando di aver voluto controllare di persona dall'elicottero lo stato dei luoghi e incontrare i sindaci dei paesi dell'area del poligono, ha aggiunto «La cosa che più mi ha impressionato - ha detto il ministro - è che i sindaci, uno di destra l'altro di centrosinistra, di Perdasdefogu e di Villaputzu, mi hanno consegnato una lettera congiunta dove lamentano che il poligono rispetto agli anni precedenti abbia una minore presenza di attività e di personale. Mi chiedono addirittura che venga stabilito li un reparto fisso più ampio perchè ci sono le strutture».

Secondo il ministro dunque «la posizione di chi è contrario alla pista, come Soru, è una posizione ideologica, preconcetta, sganciata dalla realtà della volontà dei sardi. Non so perché si insista tanto sulla sardità e poi non si ascoltino i propri concittadini».

Ma l'ex governatore Soru ribadisce: «Il ministro La Russa viene in Sardegna, incontra i militari e due sindaci, e crede di aver ascoltato i sardi. Pensa che i sardi siano rappresentati da un sindaco? I sardi sono rappresentati dal Presidente della Regione, e da anni i sardi e alcuni Presidenti della Regione - Mario Melis tra tutti - combattono per il riequilibrio delle servitù militari». E aggiunge: «Il ministro - insiste il candidato governatore del centrodinistra - pensi a rispettare le leggi e tra queste la legge 898 del '76, che prevede che la presenza delle servitù militari sia compatibile con le necessità della vita civile. A questo fine tutto ciò che concerne le servitù deve essere discusso nel Comitato misto paritetico che è l'istituzione formata da rappresentanti dello Stato e della Regione, deputata a rappresentare gli interessi della Sardegna».

Inoltre riferendosi alle affermazioni di stamane del ministro della Difesa, Soru ha detto che «è vero che abbiamo avuto una importante riduzione del peso delle servitù militari ma - ha spiegato -è quello che abbiamo fatto con l'ex ministro Parisi e che ha portato alla restituzione di vari beni demaniali dismessi e a una vasta area dell'isola di La Maddalena. Questo - ha aggiunto Soru - è accaduto grazie alla cooperazione con il precedente governo».

L'Unità 30 gennaio 2009

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