venerdì 23 gennaio 2009

Soru: il Titanic affonda, Berlusconi balla. Cala il consenso del governo

VERSO LE ELEZIONI REGIONALI
Sanluri, dai dipendenti Us Navy al gasdotto lo scontro si fa duro
Piero Mannironi
SANLURI. E’ dalla sua terra, il Campidano solare dalle robuste radici contadine e solidali, che Renato Soru spedisce dardi acuminati contro colui che, sempre di più, sembra essere il suo vero antagonista in questa intensa campagna elettorale. E cioé il premier Silvio Berlusconi, sceso pesantemente in campo con tutto il peso del suo ruolo e del suo carisma. E Soru ha capito benissimo che in questo scontro asimmetrico si sta giocando una posta politica molto alta.
Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, il peso della crisi economica sta erodendo il consenso per il governo e per la sua stessa leadership. E poi, le regionali in Sardegna rappresentano il vero test politico prima delle Europee. Il caso Abruzzo, intossicato da un terremoto giudiziario, non fa infatti testo. E allora Berlusconi ha scelto di mettersi in gioco per aiutare il suo candidato Ugo Cappellacci, che così è rimasto schiacciato dalla debordante personalità del Cavaliere e in questa partita finora sembra quasi relegato a un ruolo di comparsa.
Oggi, a Serrenti e a Sanluri, tra la “sua gente”, Soru ha risposto alle punzecchiature di Berlusconi evitando di scivolare nelle facili semplificazioni. E cioé smascherare platealmente le astuzie del premier. Per esempio: l’intervento sul ministro Claudio Scajola, perché costringa Scaroni e rivedere i programmi dell’Eni che stanno mettendo in pericolo la chimica in Sardegna; oppure, il prendersi il merito politico sulla costruzione del gasdotto che collegherà la Sardegna all’Algeria; o ancora, sbloccare la situazione degli ex dipendenti della base della Us Navy alla Maddalena. Aplomb sì, ma alla fine qualche siluro Soru l’ha lanciato.
Dal palco del teatro comunale di Serrenti, pieno fino all’inverosimile, il presidente uscente della Regione ha soprattutto contrapposto un modo diverso di declinare la politica. A cominciare dal suo lessico, dalla sua immagine, per scendere poi giù, fino alla sostanza. Alla sorridente suadenza dell’ottimismo ha infatti risposto con la consapevolezza della serietà dei problemi in questa stagione grigia di crisi. «Sono elezioni importantissime, queste - ha detto -. Perché la Sardegna è chiamata a scegliere tra la politica delle battute e degli slogan e quella del fare e delle speranze che sono dentro un progetto che deve essere vissuto da tutti. Non si può oggi semplificare e scegliere tra chi è simpatico e chi no, tra chi promette e chi propone un percorso concreto. E infatti Berlusconi viene ogni settimana, qui in Sardegna, per dirci che nell’isola le cose vanno male perché c’è Soru. Invita tutti all’ottimismo quando, proprio ieri, il nuovo presidente americano Obama ha detto che questa è una crisi più dura di quanto ci vogliano far credere. Il presidente del Consiglio è come il comandante del Titanic che, mentre la nave affonda, invita i passeggeri a continuare a ballare, invece di darsi da fare per allestire le scialuppe e trovare i salvangente».
Soru ha poi parlato del “dimagrimento” della Regione che, in questi cinque anni, ha visto una riduzione del 40% dei suoi costi di gestione. «Risorse - ha detto - che abbiamo recuperato per poi investirle nel nostro progetto di una Sardegna solidale, capace di trovare dentro di sé la forza e la capacità di crescere. E gran parte delle nostre risorse, anche quelle che abbiamo ottenuto dopo una dura battaglia sulle rimesse fiscali, le abbiamo investite nell’istruzione, nella cultura, nel sapere. Cioé in quella ricchezza che sono i giovani, con le loro passioni, i loro progetti, i loro sogni. Ecco perché abbiamo aiutato la scuola pubblica. Ogni autonomia scolastica ha avuto un aiuto dalla Regione: solo nell’ultimo anno sono stati dati circa quaranta milioni di euro. C’è invece chi pensa che quello sia solo un capitolo di spesa da tagliare. Ma cosa ne sanno questi signori della Sardegna? Conoscono forse quella Sardegna, ricca di tradizioni e di orgoglio, dispersa in tanti piccoli paesi, che si troverebbero addirittura senza un presidio dell’istruzione pubblica? Tutti devono avere le stesse opportunità e l’istruzione renderà ricchi di consapevolezza. L’Unione Europea ha previsto che nei prossimi anni il 60/70% degli occupati avrà un’istruzione superiore a quella attuale. Ecco, allora io dico che la disoccupazione si combatte con la cultura e la conoscenza».
Per Cappellacci, solo un’allusione: «Ma i sardi possono votare una persona che non si capisce nemmeno che programma abbia? Che ciò che dice in questa campagna elettorale viene “aggiustato” e corretto una volta la settimana da chi viene da fuori per aiutarlo e sostenerlo. E poi, quel signore non riesce a risolvere i problemi del Paese, e dice che risolverà quelli della Sardegna!».
Poi, subito aggiunge: «A questa campagna elettorale delle promesse e dell’immagine noi contrapponiamo quella paziente e faticosa di andare paese per paese, casa per casa. Perché i problemi che dobbiamo affrontare sono di tutti e la strada che si deve percorrere la dobbiamo percorrere tutti insieme».
Dopo aver difeso la scelta di tutela ambientale e del blocco dell’alluvionale crescita del cemento sulle coste, quella della promozione di un turismo diffuso e intelligente, quella della promozione della raccolta differenziata dei rifiuti e quella di una sanità pubblica capace di dare servizi sempre migliori ai cittadini, Soru è tornato a “pizzicare” il premier: «Nei giorni scorsi, Berlusconi ha detto che andrà in Algeria e ci porterà il gas. E’ il loro modo di fare di sempre, di imbrogliare. Sì, perché il progetto Galsi parte da lontano e il presidente del Consiglio si dimentica che un anno e mezzo fa, ad Alghero, Prodi e il presidente Bouteflika hanno firmato tutti gli accordi. Il gasdotto si sta già realizzando e nella sua costruzione saranno coinvolte anche le imprese sarde. Poi, Berlusconi ha detto che finanzierà la Sassari-Olbia. Ma non ha detto che la Regione si era già mossa e il progetto si è sbloccato grazie ai fondi del G8. Quegli stessi fondi che il presidente del Consiglio ha cercato di togliere alla Sardegna. Forse pensava di dirottarli verso l’Expo di Milano».
Alla fine della serata, l’appuntamento con il mondo del volontariato a Sanluri, il suo paese. Qui Renato Soru ha condiviso la parola d’ordine degli ospiti: «La civiltà di una comunità si misura dal grado di solidarietà». Ma ha anche detto come sia cambiato il rapporto tra istituzioni e volontariato: «Un’ambulanza per il 118 non è più il favore di un politico amico, ma è un diritto. Per questo, ogni comune e ogni associazione ha avuto una risposta. E infine, il servizio 1533, che partirà dal primo febbraio. Attraverso questo numero sarà possibile trovare risposte ai propri problemi sanitari non solo nell’Asl di residenza, ma in tutta la regione».
(l'Unione Sarda 22 gennaio 2009)

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