domenica 18 gennaio 2009

Ces 2009: tutte le novità tecnologiche

Ces 2009: dai tavolini touch screen ai netbook, tutte le novità tecnologiche


di Federico Rocchi

ROMA ( 14 gennaio) - Si è appena svolto, dall’otto all’undici gennaio, a Las Vegas in Nevada, l’annuale appuntamento con il Consumer electronics show (Ces), la più grande, omnicomprensiva esibizione del settore “elettronica di consumo”. Questa definizione mostra oramai tutti i limiti che derivano dal tempo che passa, che ha trasformato in “elettronico” e “di consumo” la quasi totalità delle merci sul mercato. Nello stesso contenitore è stato possibile trovare, infatti, dagli abiti agli occhiali, dai televisori molto grandi agli schermi da orologio, passare dalle macchine per i lavori di ricamo e finire con le automobili.

A detta di molti, come scritto anche dagli appassionati visitatori della pagina Facebook della manifestazione, è sembrato che questa edizione del Ces sia stata sottotono, che non ci sia stata nessuna grande novità capace di far rimanere a bocca aperta come in altre edizioni. Ovviamente si fanno i conti con la crisi finanziaria che in un processo a catena sta contagiando l’intera produzione Usa e con essa i consumi di tutto il mondo. Più in generale, però, c’è stata la sensazione di essere alla porta di un cambiamento epocale. Ci troviamo in un momento in cui elementi nuovi, come la necessaria attenzione all’efficienza energetica, condizionano in positivo l’industria spingendo studi per prodotti diversi, più intelligenti, nuovi, dotati quindi di quell’appeal necessario a stimolare l’acquisto.

Usando questa lente d’ingrandimento, la manifestazione appare molto meno deludente sia per quanto riguarda prodotti innovativi, caratterizzati dalla generale tendenza ad associare tecnologie fino ad oggi separate creando nuove combinazioni, sia tenendo presente il “palinsesto Ces” che prevede non solo una parte espositiva fatta di stand e spettacolo ma anche, forse soprattutto, un insieme di conferenze, chiamate “keynotes”, le vetrine ufficiali delle aziende nelle quali si presentano prodotti materiali e immateriali, cambiamenti di rotta importanti per gli azionisti e nuovi personaggi vengono alla ribalta.

E’ il caso di Microsoft, che tradizionalmente utilizza la costosa vetrina di Las Vegas come contraltare della presentazione Apple che si tiene qualche giorno prima al MacWorld di San Francisco, quest’anno privo del fondatore Steve Jobs e forse alla sua ultima edizione, vista la possibile partecipazione anche di Apple al prossimo Ces. Anche la presentazione di Microsoft, negli spazi del mitico “Venetian” - l’albergo che riproduce alcune architetture tipicamente lagunari (con gusto discutibile, soprattutto per noi italiani, basta controllare rimanendo comodamente seduti grazie ai servizi di foto satellitare come Live Search Map) - non è stata tenuta dal fondatore Bill Gates ma dal Ceo Steve Ballmer, notissimo per essere un vero animale da palcoscenico, un galvanizzatore di folle. Ballmer, che svolge il difficile compito di guidare nella recessione un’azienda che in trentaquattro anni non ha licenziato nessuno, ha ospitato anche protagonisti delle aziende partner come Ford, la quale sta puntando sulla produzione di auto innovative con le tecnologie della casa di Redmond chiamate “Sync”, sistema basato su Windows CE oggi alla seconda generazione.

“Sync” può essere considerata una piattaforma d’intrattenimento, con le funzionalità audio e video mutuate dall’esperienza domestica, e di comunicazione telematica ai dispositivi mobili compatibili. Sfrutta tutte le tecnologie di assistenza e informazione applicabili ai veicoli come traffico in tempo reale, abbinate a un sistema di localizzazione Gps. Secondo Ford, la scelta di puntare alla tecnologia per la caratterizzazione marketing dei propri veicoli porta evidenti vantaggi, Ford vende le auto equipaggiate con Sync al doppio della velocità con cui piazza gli altri veicoli. Altri costruttori la stanno seguendo, come la coreana Hyundai che pure ha siglato un accordo con Microsoft per l'installazione sulle proprie automobili di un sistema d’intrattenimento e informazione.

Senza dubbio, però, il core business di Microsoft è quello dei sistemi operativi, il cuore dei personal computer che utilizziamo tutti i giorni, e quindi non può certamente essere sottovalutata la presentazione del nuovo Windows 7, il sistema operativo che seguirà, probabilmente nel 2010, Windows Vista. Disponibile sin da ottobre per gli sviluppatori, Windows 7 è oggi recuperabile in rete da tutti nella sua versione “beta”, cioè non definitiva e con funzionalità che scadono dopo un certo tempo. Microsoft ha stupito per la velocità con cui ha gettato sul tavolo del settore questa novità e soprattutto per l’anticipo e l’apertura con cui ha reso pubblici i suoi passi, in un mondo che sostanzialmente non ha ancora abbandonato Windows XP, il predecessore di Vista. Per molti si tratta di una reazione allo scarso successo proprio di quest’ultimo S.O. e non è ancora completamente chiaro se “Seven” debba essere considerato un nuovo prodotto o un aggiornamento. Si sente la mancanza di una disciplina, anche giuridica, che stabilisca chiaramente quando un prodotto sia realmente “nuovo”. Già Vista avrebbe dovuto portare in dote un nuovo file system, la struttura di base per la gestione dei file che è probabilmente il più autorevole indizio del carattere di novità del prodotto, ma l’avvento del successore dell’attuale file system NTFS pare non debba aver luogo neanche con Windows 7. Per simulare le caratteristiche delle più moderne gestioni dei file, come quella tipica di un sistema Apple iPod in cui gli utenti non conoscono fisicamente (e non sono interessati a conoscere) la posizione dei file, Windows Seven introduce un nuovo “contenitore logico” chiamato “libreria”. Una libreria è una cartella “virtuale”, che non ha un corrispettivo fisico ovvero non ha una posizione precisa su un disco specifico, che può contenere elementi logicamente connessi fra loro. Come impostazione predefinita ci sono le librerie “documenti, download, musica, foto e video” ma l’utente può creare altri raggruppamenti. In questo modo sarà possibile utilizzare in maniera trasparente anche molti dischi diversi o supporti di memoria esterni e “collegare” fra loro gli elementi simili, superando le difficoltà di dover ricordare ogni volta il percorso da fare per raggiungere quel particolare file che stiamo cercando.

Altre migliorie saranno gradite agli utenti Windows - così come un generale aumento delle prestazioni, elemento che in Vista ha deluso non poco - sempre tenendo presenti le parole d’ordine Microsoft come “connettere le persone” o “vivere senza muri” tra “i tre schermi dell’esperienza digitale”. «Windows resta al centro del sistema solare tecnologico» ha detto Ballmer, il quale ha anche rilevato che soltanto un miliardo di persone utilizza oggi un pc. C’è quindi molto lavoro da fare per rendere accessibili i computer ai restanti cinque miliardi e per questo può essere strategica la sempre maggiore diffusione dei più recenti “formati” di pc, come i netbook che stanno rapidamente crescendo di funzionalità, integrando le tecnologie emergenti come i sistemi multitouch introdotti al grande pubblico dall’iPhone di Apple. Nati come un’idea marketing per avere sul mercato prodotti concorrenti ai notebook senza metterli immediatamente in crisi, i netbook sono computer portatili piccoli ed economici, privati di tutte le componenti che nell’epoca di internet possono non servire, o comunque non servono tutti i giorni, come il lettore di dischi ottici. Sono leggeri, sufficientemente potenti per le comuni operazioni di lavoro e studio e hanno rapidamente occupato lo spazio di mercato dei portatili piccolissimi e a bassissimo costo lasciato scoperto dai notebook. Fino all’arrivo dei netbook, infatti, il costo dei computer portatili è stato inversamente proporzionale alle dimensioni. I più recenti modelli di netbook presentati a questo Ces vengono da Dell con il “Mini 10” e direttamente da Intel che aggiorna, con risultati molto interessanti, il suo “Classmate”, computer dedicato espressamente agli studenti, arrivato alla terza generazione.

Il “Mini 10” di Dell ha il display da dieci pollici a risoluzione "HD ready", cioè da 720 linee, e il sintonizzatore tv incorporato, che lo trasforma in un dispositivo multimediale portatile molto interessante, oltre che computer con processore Intel Atom Z530 da 1.6 GHz, connettività 3G, Wi-Fi 802.11n e trackpad multitouch. L’Intel Classmate, invece, è diventato un netbook di primo piano dopo essere nato come progetto di PC “anti digital divide”, quindi economico e destinato anche ai più giovani. La sua evoluzione si giova delle più moderne tendenze tecniche, trasformandolo in un portatile realmente innovativo e pratico. Lo schermo, ora ruotabile come nei costosissimi “Tablet pc”, è sensibile al tocco e grazie alla grande maniglia è possibile tenerlo con una sola mano come si farebbe con un blocco note di carta e scrivere direttamente sullo schermo. Dotato di chip Intel Atom e display da 8,9 pollici, incorpora un hard disk Samsung da 60 Gb, la tastiera è resistente all'acqua e la scocca è in grado di reggere cadute o urti come naturalmente può accadere nell’uso scolastico.

Più in generale, dagli stand del Ces emerge come le tecnologie multitouch, applicate sia ai trackpad (le piccole superfici sensibili al tocco delle dita utilizzate sui computer portatili per sostituire i mouse) sia agli schermi, saranno le protagoniste del prossimo futuro. L’interfaccia basata sull’uso dei puntatori virtuali, come la freccina comandata dal mouse, sta lasciando il posto a quelle magari più grossolane per risoluzione, un dito non sarà mai preciso “al pixel”, ma più immediate nell’uso pratico. Spostare, ruotare, ingrandire una foto con la velocità consentita dall’uso delle due mani è una delizia, oggi possibile grazie alla enorme potenza di calcolo disponibile a prezzo accessibile necessaria per realizzare queste meraviglie. Difficile tornare indietro dopo aver provato. I più diversi dispositivi vanno oggi a dotarsi di questa interfaccia. HP ha scelto il Ces di Las Vegas per presentare un desktop all-inone dotato di schermo Lcd touchscreen da 19 pollici, primo membro della famiglia “TouchSmart PC”, basata sull’interfaccia grafica “HP Smart Centre”, che “gira sopra” Windows Vista, rendendo possibile attraverso icone più grandi del normale il controllo di programmi ottimizzati per il comando “al tocco”. E’ indubbio, però, che il trionfo della tecnica “multi tocco” sia rappresentato dai “tavolini interattivi” come il noto “Surface” di Microsoft, affiancato ora da un sistema concorrente presentato da PQ Labs, basato addirittura sull’uso di Windows XP, un sistema operativo tra poco non più supportato neanche dalla casa madre.

I tavoli interattivi sono interessanti, probabilmente non per il pubblico domestico, ma per le applicazioni “business”. Si tratta di veri e propri tavolini, come quelli presenti nelle hall degli alberghi davanti a comodi divani, che incorporano uno schermo sensibile al tocco e tutto l’hardware e il software per l’elaborazione dei dati. Oltre alle funzioni di display multimediale, possibili anche con un semplice pc, permettono una gestione immediata dei dispositivi sulla superficie: basta poggiare una macchina fotografica (ovviamente predisposta per quest’uso) proprio come si farebbe con un tavolo qualunque, o una tessera con memoria incorporata, per vederla riconosciuta e immediatamente messa a disposizione, senza cavi, anche al buio. Con un tocco si possono prendere le foto che il sistema ha “preso e sparso sul tavolo” (tutto è puramente virtuale), trascinarle sulla superficie e trasferirle in un secondo dispositivo anch’esso poggiato sul tavolo, semplicemente trascinandole verso di esso. Il secondo dispositivo può essere, ovviamente, anche non presente fisicamente sul tavolo ma rappresentato da un’icona: i tavoli interattivi, dunque, possono essere compresi come una nuova interfaccia fra la realtà materiale e quella immateriale tipica del mondo digitale e telematico.

Combinando altre tecnologie come i trasponder Rfid (a dispetto del nome complicato di tratta delle etichette che incorporano una ricetrasmittente e una memoria, comuni anche sugli scaffali dei supermercati applicate ai prodotti) si possono ottenere altri risultati. Per esempio si può appoggiare al tavolo un bicchiere con etichetta Rfid e vedere snocciolati sullo schermo gli ingredienti del cocktail che contiene, oppure appoggiare una tessera sanitaria Rfid e vedere immediatamente sullo schermo tutte le informazioni contenute. Si potrebbe fare la stessa cosa con un computer tradizionale, ma la comodità di un sistema con un solo grande schermo orizzontale, visibile quindi contemporaneamente a tutti gli astanti che siedono intorno al tavolo, e un protocollo di comunicazione standard senza fili è impareggiabile, intuitiva, alla portata di tutti e condita con quel pizzico di glamour estetico oggi irrinunciabile.
Il messaggero 17 grnnaio 2009

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