Ecco il video della conferenza stampa in cui a pronunciato questa e tante altre amenità.
Il premier e la gravidanza.
Gli esperti: «Possibile»
Il direttore dell'Istituto Maestroni: lei è una macchina che funziona, ma l'idea è agghiacciante
MILANO — L'autopsia che i medici avevano eseguito nel 2005 sul corpo di Terri Schiavo, la donna americana morta dopo essere vissuta 15 anni in stato vegetativo, aveva mostrato un cervello «profondamente atrofizzato» e «gravemente deteriorato», con un peso metà del normale. E la donna era cieca perché i centri della visione, che si trovano nella corteccia cerebrale, non funzionavano più. Ma il resto dell'organismo non era in cattive condizioni. Anzi. Persone in questo stato mantengono di solito le funzioni del corpo, perché l'unica cosa che manca in loro è la coscienza: non interagiscono con l'ambiente. Eluana, dicono i medici, ha le mestruazioni e, afferma il premier Silvio Berlusconi, «teoricamente» potrebbe avere figli.
Che cosa ne pensano gli esperti? «Quando una persona è in stato vegetativo la macchina del corpo continua a funzionare — spiega Franco Toscani, direttore scientifico dell'Istituto Maestroni per la ricerca nel campo delle cure palliative a Crema —. I nuclei della base funzionano e sono quelle strutture che regolano la secrezione ormonale, la temperatura, la funzionalità intestinale, il battito del cuore. Se viene fornita la benzina, cioè se una persona viene alimentata (nel caso di Eluana con un sondino nasogastrico, ndr), la macchina funziona». Gli ormoni, dunque, continuano ad essere prodotti, compresi quelli della sfera riproduttiva. Da qui l'ipotesi che potrebbe avere un figlio. Ma una persona in queste condizioni potrebbe portare avanti una gravidanza? «L'idea è agghiacciante — dice Toscani — ma da un punto di vista fisiologico si può anche ipotizzare: del resto si sono fatti esprimenti con uteri artificiali. E poi dall'esperienza clinica sappiamo che persone in coma hanno portato avanti gravidanze già in atto per un mese, un mese e mezzo e poi sono morte. Ma è macabro pensare a qualcosa del genere di fronte a persone che non possono nemmeno decidere della loro vita».
Con il tempo però anche le funzioni del corpo tendono a deteriorarsi. «È chiaro che più tempo passa dall'evento acuto e peggio è — sottolinea Rita Formisano, primario dell'Unità post-coma dell'Istituto Santa Lucia di Roma — ma non è tutto bianco o tutto nero». Come dire che ci sono diversi tipi di stati vegetativi, dove tutto funziona nel corpo, quello che cambia è lo stato di coscienza. «La letteratura internazionale — dice l'esperta — parla di un confine sottile fra lo stato vegetativo, dove manca il contatto con l'ambiente, e uno stato di minima coscienza in cui il paziente è in grado di avere, in maniera fluttuante, una qualche interazione con l'ambiente». Quindi, se è vero che le funzioni del corpo vengono mantenute non è sempre vero che la coscienza sia del tutto perduta, almeno secondo alcuni esperti. « A volte — precisa Rita Formisano — vediamo con la risonanza magnetica atrofie spaventose del cervello in pazienti che poi recuperano e viceversa danni lievi in chi non si riprende più». Semmai è su questo che si deve discutere per dire che una persona è «viva» e non sul fatto che una possa o meno mantenere le funzioni riproduttive. «Però — riprende Toscani — in questi casi la sopravvivenza è sempre dovuta all'intervento assistenziale. In stato di natura la morte della corteccia cerebrale provoca una condizione in cui non c'è possibilità di sopravvivenza».
Adriana Bazzi
Corriere della sera 07 febbraio 2009
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