Mentana è più sfortunato di veltroni, infatti mentre Veltroni dopo le dimissioni può sempre vivere con lo stipendio di parlamentare, Mentana non ha altri stipendi e non ha pubblicato libri, quindi, o decide di scrivere in fretta e furia un'autobiografia dal titolo "I miei primi 18 anni (aMediaset)", oppure dovrà attendere che SKY batta un colpo. Nel sondaggio che abbiamo lanciato una settimana fa, la maggior parte delle persone pensa che , alla fine, Mentana verrà assunto da SKY, mentre una percentuale consistente era convinto che avrebbe ritirato le dimissioni, cosa che non si è verificata (nella sidebar trovate i risultati). Di seguito, l'intervista.
Votate il sondaggio sul PD e vediamo cosa verrà fuori.
LE DIMISSIONI
Mentana: "Licenziato dopo mezz'ora
E ora cerco un lavoro"
Il giornalista: "Non sono pentito. Sapevo di rischiare, ma non si può stare in chiesa a dispetto dei santi"
Roma, 17 febraio 2009 - Enrico Mentana non è pentito di aver rassegnato le dimissioni da direttore editoriale di Mediaset e, all’Agenzia Italia, racconta la fine del rapporto con l’azienda per la quale ha lavorato per 18 anni, dalla fondazione del Tg5 a Matrix. La rottura è definitiva, insanabile: «La mia scelta non è stata presa d’impulso - dice -. Di fronte alle mie dimissioni da direttore editoriale, sono stato licenziato. Hanno deciso di fare a meno di me in mezz’ora. Non vado dove non sono invitato».
«Ho voluto difendere un principio - dice a otto giorni dallo ‘strappo' -. Ho lavorato a Mediaset per 18 anni e in passato la rete ammiraglia ha avuto sempre un atteggiamento diverso. Quando è arrivata la notizia della morte di Eluana ho proposto una serie di alternative. Nessuna è stata accettata».
«Non si trattava di stravolgere il palinsesto, ma di tenere conto di quello che era successo. La notizia della scomparsa di Eluana - ricorda ancora - è arrivata alla fine dei telegiornali, alla fine di una giornata convulsa. La vicenda ha investito l’Italia tutta e ha provocato anche uno scontro istituzionale tra il Capo del Governo e il Presidente della Repubblica». Per Mentana l’informazione di Mediaset non poteva restare in silenzio.
Il giornalista non è d’accordo con chi sostiene che i compiti della televisione commerciale siano diversi da quelli della tv pubblica: «Si fa torto alla mia storia professionale. Cambiammo la programmazione della rete anche nel ‘92, il primo anno di vita del Tg5, in occasione della strage di Capaci. Ho preso la decisione perché volevo che fosse chiara la mia dissociazione da un modo di concepire la tv commerciale che non condivido. Si parla tanto del mio gesto, ma non di quello che lo ha provocato».
Il rapporto con Mediaset non era idilliaco da tempo: «È evidente che c’era una insoddisfazione pregressa, era una relazione ‘fortemente dialettica' come di dice. E questa volta ho deciso di mantenere il punto. Come direttore editoriale non potevo tollerare una scelta simile».
Ad Alessio Vinci, il nuovo conduttore di Matrix, Mentana invia i suoi «migliori auguri». «Ora aspetto. Conto di trovare un lavoro - conclude - per ora nessuno mi ha offerto un posto. Avendo una famiglia da mantenere spero che qualcosa si materializzi». Nessun pentimento: «Sapevo di rischiare, ma non si può stare in chiesa a dispetto dei santi».
fonte AGI
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