venerdì 1 febbraio 2008

DEBITI PER 80 MILA EURO CON I FEDELI IL PARROCO LASCIA L'INCARICO

Le dimissioni di don Silvio Cauduro subito accolte dal vescovo Antonio Mattiazzo

Parrocchia di San Prosdocimo, a piazzale Pontecorvo, nella bufera. Don Silvio Cauduro, 77 anni, da sette parroco di quella chiesa, il giorno di Santo Stefano ha rassegnato ufficialmente le dimissioni per un'intricata storia di prestiti chiesti ai parrocchiani e mai restituiti, oppure restituiti solo in parte. I debiti finora accertati ammonterebbero a circa 80 mila euro. Davanti alla portata del «rosso», il vescovo Antonio Mattiazzo ha accolto le dimissioni (probabilmente indotte) di don Silvio.

Nel frattempo è stato nominato amministratore parrocchiale temporaneo don Orlando Galiazzo, della Casa del fanciullo, con delega vescovile ad esaminare i bilanci e l'ammontare delle «sofferenze gestionali e contabili» lasciate dal suo predecessore. Invitato a spiegare la situazione, don Silvio non ha saputo fornire spiegazioni esaurienti sul perché avesse chiesto così tanti soldi a diversi parrocchiani senza però restituire il dovuto alle scadenze pattuite. La Curia ha intanto sollecitato don Orlando a fornirle l'elenco completo dei fedeli che prestarono soldi al vecchio parroco.

Per capire i delicati intrecci della vicenda bisogna dapprima delineare la personalità di don Silvio, fino al 2000 parroco alla Santissima Trinità prima di approdare nella parrocchia di San Prosdocimo. Durante i sette anni della sua gestione sono sorti ex novo la scuola materna e l'asino-nido, costruiti sia grazie all'apporto dei fedeli ma anche e soprattutto con mutui bancari per importi consistenti. Don Silvio, anima caritatevole come impone il Vangelo, cercava anche di aiutare le persone più bisognose con elemosine ed elargizioni varie. Si è così trovato a fronteggiare due diverse questioni: pagamento dei fornitori e restituzione del danaro ottenuto in prestito dai parrocchiani non si capisce bene per quale scopo. Per finalità personali o a beneficio della parrocchia? L'evasività di don Silvio sul punto, ha decretato la sua fine come parroco.



A scoperchiare la pentola bollente della telenovela è stato lo stesso comportamento di don Silvio che, preso con l'acqua alla gola, ha chiesto ulteriori prestiti ad alcuni fedeli ai quali non aveva ancora restituito le somme ottenute in precedenza. Tale suo comportamento ha finito per insospettirli. Le loro reiterate lamentele hanno così indotto il Consiglio parrocchiale ad aprire una procedura formale nei confronti di don Silvio chiedendogli di spiegare come mai, in presenza di un debito così corposo, avesse fatto tutto da solo. Nemmeno i suoi più stretti e fidati collaboratori vennero informati dei debiti accumulati con diversi parrocchiani.

Ma ne era al corrente nemmeno don Orlando che di tanto in tanto andava a dargli una mano non avendo una sua parrocchia. Adesso è proprio lui ad indagare sui conti segreti di don Silvio. Da noi interpellato, parla con prudenza ma senza reticenze. «Non intendo esprimere alcun giudizio sull'operato dell'ex parroco. Ho appreso l'accaduto solo dopo le sue dimissioni. Ne sono rimasto sorpreso. Per quanto concerne invece l'esatto ammontare dei prestiti ottenuti dai fedeli, nell'ambito di una parrocchia di 1.900 anime e con un nutrito numero di anziani, i conteggi non sono stati ancora ultimati. Siamo comunque nell'ordine dei 70-80 mila euro. E sto pure cercando, con l'aiuto dello stesso don Silvio, di completare l'elenco dei creditori, ai quali la Curia ha promesso la restituzione dei soldi. Intanto anche i fornitori continuano a chiedere il dovuto. Purtroppo le casse della parrocchia sono vuote. E' la sacrosanta verità».

Don Orlando, sacerdote misurato nei modi ma solido a livello interiore, sta cercando di recuperare la fiducia dei parrocchiani, frastornati e sfiduciati dopo la rimozione del parroco per quel «profondo rosso». Ed anche poco inclini a dare altre elemosine dopo quanto accaduto. «E' questo un periodo difficile per la nostra parrocchia. Le coscienze, i cuori, i pensieri di tutti sono messi a dura prova...» scrive l'amministratore parrocchiale nel foglio «La Nostra Comunità» affisso davanti la chiesa. E nei giorni scorsi si è recato a San Prosdocimo anche monsignor Paolo Doni, vicario generale della Curia vescovile. Per rincuorare i fedeli e dar loro un segnale forte di solidarietà e presenza delle istituzioni ecclesiali.

Continua il periodo nero della Chiesa padovana. Dopo la «bufera» don Sante Sguotti, il prete-papà, e il caso di don Armando Rizzioli, l'anziano sacerdote che ha patteggiato 8 mesi per atti osceni in luogo pubblico e corruzione di minore, ecco il parroco che chiede soldi in prestito e non li restituisce. Qual è la vostra opinione?
(IL Mattino di Padova 31 gennaio 2008)

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