LA PROPOSTA SHOCK - L’ALTRA SERA IN CONSIGLIO COMUNALE
«Prima lotta agli sfruttatori e salvataggio di quelle che vogliono smettere quella vita»
«Così si tolgono prostitute dalle altre zone»
Andrea MariniCigni (Pd): ‘Bruciata, con adulte consenzienti e presidio medico’
A Modena il fenomeno della prostituzione è sotto gli occhi di tutti. Per Fausto Cigni, consigliere del Pd, la soluzione a tanti problemi di vivibilità e di criminalità legato alle «lucciole» può passare per una strada sola: «Creare un quartiere a luci rosse, dove le maggiorenni che vogliono esercitare la professione più antica del mondo, lo possano fare, in proprio, senza sfruttatori e con tanto di presidio sanitario nella zona per controlli e igiene». Una proposta che non mancherà di sollevare reazioni e che Cigni assicura di non voler fare, per il semplice gusto della provocazione.Lo ha detto chiaramente anche l’altra sera in consiglio comunale quando ha lanciato questa proposta, a margine della discussione nata dall’interrogazione di Sergio Celloni (Udc-Ppl) proprio sulle code eccessive e problemi al traffico legati alla presenza delle prostitute in varie zone della città.«La mia non è assolutamente una provocazione, ma una cosa di cui sono convinto - prosegue Cigni - occorre prendere atto che serve a poco che comitati, comitatini si sollevino un giorno in un quartiere e un giorno in un altro, per lamentare di avere le prostitute sotto casa. Si decide che una determinata zona della città è deputata a quel tipo di pratica e fine».«Sia però ben chiaro: questo dovrà essere il risultato al quale si approderà dopo una doppia e decisa operazione. In primo luogo lotta al racket con arresti degli sfruttatori, poi lavorare sul recupero delle ragazze, specie le minorenni, cercando di farle uscire dal giro».«Infine, visto che le prostitute, se ci sono, è perché c’è un’ampia domanda, se ci saranno donne che comunque in proprio decidono di fare questa vita le metteremo in quel quartiere chiamatelo a luci rosse, gialle o blu».Sicuri che non vuol provocare? E’ davvero convinto di quanto dice?«Sbaglio o da sempre si parla della prostituzione come il mestiere più antico del mondo? Perfino a Pompei hanno trovato affreschi che raccontavano questo fenomeno. Crediamo di poterlo estirpare in qualsiasi modo? Senza essere bigotti prendiamo atto della situazione e cerchiamo di governarla all’insegna del minimo danno. Un po’ sulla scia di quanto avvenuto con la tossicodipendenza. Ma, ripeto, stroncando il racket, mandando in galera i responsabili e gli sfruttamenti criminali, specie sui minori che sono cose inaccettabili».Secondo lei, dove dovrebbe sorgere questo quartiere?«Mi sembra che ormai da almeno un decennio ce lo abbiamo già, tanto che è purtroppo noto in tutta Europa: la Bruciata».Quindi un quartiere all’aperto e non in case o strutture chiuse?«Sì, chiaramente dotandolo di un vicino presidio sanitario per garantire l’aspetto anche igienico della situazione, a tutela di quelle donne che scelgono quella vita e dei clienti. Fare le case chiuse servirebbe a poco, perché di prostitute sulle strade ce n’è dappertutto. In questo modo si potrebbe governare meglio il fenomeno, eliminando il disagio reale dei cittadini. Nessuno è contento di avere donne seminude sotto casa che fanno i loro comodi con i clienti».Permettere quartieri a luci rosse, non può suonare come una resa di fronte al fenomeno?«Non è un arrendersi, ma come dicevo prima, è un rendersi conto della situazione e lavorare per arginare, governandolo nel migliore dei modi, il fenomeno. Qui a Modena in questi anni si è fatto di tutto: multe a prostitute, a clienti, indagini che negli ultimi tempi sono un po’ venute meno, eccetera eccetera. Ma siamo ancora qui a lamentarci della situazione. A me la prostituzione non piace, ma prendo atto che il problema va affrontato, se ci sono altre proposte ben vengano. Ma non facciamo i bigotti».Si rende conto di quello che le potrebbe piovere addosso con una proposta di questo tipo?«Io credo che al di là del bigottismo di maniera, ci siano molte altre persone che la pensano in questo modo, poi non so se avranno il coraggio di dirlo».
(La Gazzetta di Modena 06 febbraio 2008)
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