PORDENONE (23 febbraio) -
Ha ragione ad arrabbiarsi la pornoprof, non si possono usare due peso e due misure.Il professore ha scaricato materiale pedopornografico dal computer della scuola media in cui insegnava, lei si è "spogliata" fuori dalla scuola. E poi, non ha commesso un reato. Siamo di fronte ad una caso simile a quello della professoressa di Montoro Superiore che ha posato senza veli per un calendario. Comportamenti giudicati "incompatibili con l'attività di insegnante", ma non fuori legge. Il professore di Aosta, invece, è stato condannato a due anni. Non dovrebbe più avere a che fare con i minori, perchè il reato che ha commesso ha a che fare proprio con i minori che un docente dovrebbe "formare". Se risulta immorale e diseducativo spogliarsi, scambiare materiale pedopornografico come viene valutato:"Edificante e formativo"?
Ecco un resoconto delle dichiarazioni della pornoprof:
«È una vergogna»«Chi è condannato per pedofilia, usando perfino i computer della scuola - ha detto Anna Ciriani - torna in classe e io, che non sono stata mai nemmeno indagata e ho sempre tenuto comportamenti irreprensibili in aula, sono a casa da tre mesi in sospensione cautelare e non so ancora quale sanzione mi sarà comminata». «Come possono esserci simili disparità - ha aggiunto la professoressa - il Giudice del Lavoro di Pordenone, per comportamenti leciti, seppur trasgressivi, tenuti nella mia vita privata, ha rigettato il ricorso di una persona come me, ricca di valori, sensibile e professionalmente irreprensibile, mentre il suo collega valdostano ha deciso di far rientrare in classe un uomo accusato di un simile terribile reato». Ciriani ha ricordato il caso di Giovanni Scattone, tornato a insegnare all'Università, e quello della professoressa di Lecce, «che - ha detto - ha avuto solo due mesi di sospensione. Ora il pedofilo che, nonostante una condanna, torna nella stessa scuola dove usava i pc per le sue porcherie, mentre io attendo e non mollo nella battaglia di civiltà che ho intrapreso. Di fronte a simili episodi, però - ha concluso - lo scoramento è troppo grande: questa volta si è toccato davvero il fondo».
Fonti: Paturnio e il Messaggero 23 febbraio 2008
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