lunedì 25 febbraio 2008

CASTEL SAN GIORGIO. L’ASSURDA STORIA DI UN RESTAURATORE : lo credono morto, se lo trovano di fronte

Castel San Giorgio. Si sparge la voce secondo la quale «Domenico Fortino, settantenne, è morto». I parenti e gli amici si recano al civico 48 di via Codola Vecchia di Castel San Giorgio, bussano alla porta, esce la moglie di Fortino alla quale rivolgono le parole consuete, di circostanza: «Signora, condoglianze!». La risposta non si fa attendere: «Condoglianze per che cosa?». «Ci hanno detto che è morto vostro marito…». Di lì a qualche istante appare Domenico Fortino. Stupefatto, ma sorridente, ammicca: «Mi volete? In che cosa posso servirvi?». Domenico Fortino, vivo e vegeto, esercita ancora il mestiere di falegname, soprattutto di restauratore e lucidatore di mobili antichi, di cui è specialista. Quando gli viene spiegato il motivo delle visite, esplode in una clamorosa risata: «Io sono vivo e sto bene, mi vedete?». Ma la storia non finisce qui. Le visite si ripetono, sempre per porgere le condoglianze, da altri paesi arrivano telefonate di parenti ed amici, cittadini di Nocera e soprattutto di Piedimonte arrivano al civico 48 di via Codola Vecchia, ripetendo il rituale delle condoglianze. Il figlio di Domenico, Antonio, laureato in scienze politiche, è sconvolto. «Sono tre giorni - riferisce - di condoglianze che si ripetono. Non so chi ha messo in giro questa voce. Mio padre sta benissimo, gode buona salute. Mi auguro che che questa diceria porti bene, a mio padre e a tutta la mia famiglia». ge.co
Il Mattino 24 febbraio 2008

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