giovedì 3 settembre 2009

Berlusconi "calunniato" da l'Unità: intercettazioni hard "delirio senile" e "sesso malato"

IL DOCUMENTO. Ecco la denucia di Berlusconi all'Unità
Trenta pagine per sostenere che il premier è stato "diffamato e calunniato"
Il Cavaliere tra intercettazioni hard
"delirio senile" e "sesso malato"

di LIANA MILELLA


ROMA - No. Basta. Chi dice che Berlusconi è "un soggetto aduso a pretese iniezioni sui corpi cavernosi del pene oppure è affetto da problemi di erezioni" va punito. Lo ha scritto l'Unità il 13 luglio e il 6 agosto? Il premier, per mano del suo "legale rappresentante" a Roma avvocato Fabio Lepri, attacca il quotidiano, gli chiede tre milioni di euro di risarcimento, sostiene di essere stato ripetutamente "diffamato e calunniato".
Trenta pagine, in due distinte citazioni per due numeri del giornale, che vengono scritte per sostenere un'unica tesi. Questa: "Berlusconi viene presentato come protagonista di telefonate hard, come persona che impone, a fronte di collocazioni nel consiglio dei ministri o candidature elettorali, pesanti prestazioni sessuali". Affermazioni "false e lesive del suo onore, della sua reputazione, della sua immagine" scrive Lepri traducendo "l'indignazione del premier" in un atto giudiziario. Perché il presidente del Consiglio "viene presentato come soggetto che di certo non è", visto che è descritto "come una persona con problemi di erezione, che fa ricorso a misteriose iniezioni, che in modo spregevole impone prestazioni non gradite e le baratta con posti di governo o candidature elettorali". Insiste Lepri: "Il premier viene presentato come persona che intrattiene telefonate hard, poi intercettate, e i cui contenuti confermerebbero quanto sopra. E poi tenta di farle passare sotto silenzio, manipolando le televisioni, oppure per fini personali spingendo la Rai alla "guerra" contro Sky".

L'ossessione del delirio senile. L'avvocato Lepri traduce nelle citazioni contro l'Unità i leit motiv del Cavaliere. Scrive: "In scritti palesemente diffamatori, sia perché contengono falsità, sia perché sono comunque caratterizzati da forme insinuanti e diffamatorie, si presenta il dottor Berlusconi come persona affetta da una malattia, da un delirio senile di onnipotenza, che frequenterebbe perciò minorenni, parteciperebbe ad orge, incontrerebbe sessualmente prostitute e per tali attività non rispetterebbe neppure gli impegni istituzionali e opererebbe baratti col Vaticano per rifarsi una reputazione facendo approvare leggi contrarie agli interessi dei cittadini".

Sesso malato. Scrivendo ai giudici l'avvocato Lepri insiste: "L'Unità presenta Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona spregevole, "malata", che per il sesso (peraltro a pagamento) trascura i propri impegni istituzionali, arrivando addirittura a frequentare minorenni. Comunque una persona che sfrutta la propria carica politica per fini personali, promuovendo leggi al solo fine di "ingraziarsi" il Vaticano".

"Silvio è un porco". Il legale di Berlusconi contesta all'Unità di aver "recepito in toto facendole proprie le deliranti dichiarazioni" dell'ex parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti, "aggiungendo del suo, condividendolo o addirittura utilizzandole per costruire altre falsità come la mendace "guerra" contro Sky". Il quotidiano non avrebbe dovuto "addirittura riportare dettagli a sfondo erotico". Contesta Lepri: "Si spazia da "rapporti anali non graditi", a "ore e ore di tormenti in attesa di una erezione che non fa capolino", da "discussioni sul prossimo set", a "consigli fra donne su come abbreviare i tormenti di una permanenza orizzontale pagata come pedaggio"". Il tutto, ci tiene a ribadirlo il legale del premier, "è completamente falso" perché "il dottor Berlusconi è stato presentato coram populo come persona diversa dalla realtà, sia nel privato che nel pubblico, la di lui immagine è stata deformata con attribuzione strumentale di fatti del tutto falsi e di condotte riprovevoli".

Intercettazioni hard. È uno dei peggiori incubi del premier. Le telefonate "calde" intercorse tra lui e alcune delle sue ministre. Per cui l'avvocato Lepri accusa l'Unità di aver messo in piedi una "premeditata strategia" quando ha titolato in prima pagina "L'intercettato" e ha poi dato conto delle notizie di colloqui tra il capo del governo e le esponenti di Forza Italia poi entrate a palazzo Chigi. S'indigna Lepri quando legge: "Vi sarebbero nastri di "celebri intercettazioni telefoniche tra signorine poi diventate ministro rimaste sui tavoli delle scrivanie delle redazioni, dei ministeri, degli uffici parlamentari il tempo necessario, poco, ma sufficiente a essere letti, fotocopiati, spediti in allegato per email a decine di persone"".

La D'Addario più di Silvio. "La reputazione del dottor Berlusconi è descritta come inferiore a quella di una prostituta". Così scrive l'avvocato Lepri contro l'Unità contestando i resoconti sul caso della escort barese Patria D'Addario e prendendosela con il direttore Concita De Gregorio quando afferma che "sarebbe più integra la reputazione della D'Addario piuttosto che quella di un uomo di Stato che promette solennemente una somma concordata per chi muore di fame in Africa e poi ne dispensa solo il 3%, cioè niente".
(la repubblica 3 settembre 2009)

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