Tarantini, il Gip non convalida l'arresto
"Ma l'imprenditore vada ai domiciliari"
Il procuratore capo della Repubblica Antonio Laudati: "Più di una mezza sconfitta"
L'avvocato Quaranta difensore di Gianpaolo Tarantini
ROMA - L'imprenditore Giampiero Tarantini, arrestato giovedì per le vicende legate alla droga e agli appalti nella sanità pugliese, esce dal carcere. Il gip del Tribunale di Bari Vito Fanizzi non ha infatti convalidato il fermo avvenuto giovedì scorso, ma ha emesso nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nella sua casa romana, per il pericolo di reiterazione del reato.
"Non ha ritenuto che ci fosse né il pericolo di fuga né l'inquinamento probatorio. La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata disposta sulla base del pericolo di probabile reiterazione del reato". Così l'avvocato Nicola Quaranta, legale di Giampaolo Tarantini, ha sintetizzato le conclusioni dell'udienza in cui il gip Vito Fanizzi non ha convalidato il provvedimento di fermo emesso dalla procura per l'imprenditore barese il 18 settembre scorso.
La procura aveva adottato il provvedimento cautelare d'urgenza motivandolo proprio col rischio di una fuga all'estero di Tarantini, in Tunisia, e col rischio dell'inquinamento delle prove testimoniali.
Ovvia la delusione del procuratore capo della Repubblica del Ttribunale di Bari, Antonio Laudati: "E' anche più di una mezza sconfitta. Noi la pensavamo in maniera diversa da come l'ha pensata il gip. Ovviamente il provvedimento del gip determinerà da parte nostra una modifica della strategia investigativa sia per quanto riguarda i tempi sia per quanto riguarda gli atti".
"Non ha ritenuto che ci fosse né il pericolo di fuga né l'inquinamento probatorio. La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata disposta sulla base del pericolo di probabile reiterazione del reato". Così l'avvocato Nicola Quaranta, legale di Giampaolo Tarantini, ha sintetizzato le conclusioni dell'udienza in cui il gip Vito Fanizzi non ha convalidato il provvedimento di fermo emesso dalla procura per l'imprenditore barese il 18 settembre scorso.
La procura aveva adottato il provvedimento cautelare d'urgenza motivandolo proprio col rischio di una fuga all'estero di Tarantini, in Tunisia, e col rischio dell'inquinamento delle prove testimoniali.
Ovvia la delusione del procuratore capo della Repubblica del Ttribunale di Bari, Antonio Laudati: "E' anche più di una mezza sconfitta. Noi la pensavamo in maniera diversa da come l'ha pensata il gip. Ovviamente il provvedimento del gip determinerà da parte nostra una modifica della strategia investigativa sia per quanto riguarda i tempi sia per quanto riguarda gli atti".
(la repubblica 21 settembre 2009)
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